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up; sono poste in evidenza le difficolt� peculiari del processo valutativo di tali
aziende e si presenta, in appendice, un caso di valutazione aziendale
applicando il metodo dei flussi di cassa scontati.
5
Parte I: l’evoluzione dei mercati finanziari ed i nuovi mercati per le
imprese hi-growth
1. Strutture di mercato ed evoluzione del sistema finanziario
1.1 Mercati Order Driven e Mercati Quote Driven
I mercati mobiliari hanno il compito di facilitare lo scambio di titoli tra gli
investitori; in virt� di tale fine istituzionale essi si organizzano dotandosi di
strutture e regole, storicamente diverse per i vari mercati, che tendono a
facilitare i processi di scambio.
Le principali configurazioni di mercato mobiliare sono la struttura order
driven e quella quote driven. La struttura di mercato determina la maniera in cui
s�incrociano domanda e offerta di titoli e conseguentemente la determinazione
del prezzo di equilibrio.
La struttura order driven fonda la liquidit� del mercato sugli ordini
provenienti dagli investitori finali trasmessi direttamente o per il tramite di
brokers, che in tal caso forniscono il solo servizio di accesso alle negoziazioni. Il
mercato order driven si sostanzia in pratica in un sistema di contrattazione in
forma di asta sul quale confluiscono le volont� di negoziazione degli investitori;
sono dunque gli investitori finali che, facendo mercato con le proprie intenzioni
negoziali, stabiliscono il prezzo di mercato che, a seconda delle modalit� con le
quali � gestita l�asta, sar� unico per ogni seduta, in caso di asta a chiamata, o
riferibile ad una sola contrattazione, nel caso di asta continua.
Il presupposto affinch� possa esistere un mercato order driven �
l�esistenza di un elevato numero di contrattazioni che assicuri un�adeguata
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liquidit� endogena conferita dagli stessi ordini esposti con limite di prezzo; ci�
determina l�esclusione dal mercato di quelle istituzioni che, in altri contesti,
assicurano l�effettiva negoziabilit� dei titoli. Una forma ibrida di mercato order
driven utilizzata solitamente per titoli poco liquidi � quella che presenta la figura
dello specialista; questo intermediario, in forza di accordi presi con la societ� di
gestione del mercato, assolve il compito istituzionale di garantire un certo livello
di liquidit� agli scambi di uno specifico titolo esponendo con continuit� un
quantitativo minimo di ordini di acquisto e di vendita. Gli ordini degli altri
investitori, concorrendo con quelli dello specialista, realizzano, mediante il
meccanismo d�asta, un contesto competitivo che comprime la differenza tra i
prezzi delle proposte in acquisto ed in vendita dello specialista. Si desume,
quindi, che tale differenza sar� pi� ampia nei casi in cui l�intervento dello
specialista crei la maggior parte della liquidit� configurandosi, in tal caso, quale
remunerazione per il servizio istituzionale reso in un contesto meno
concorrenziale.
La principale forma organizzativa dei mercati order driven � l�asta nelle
sue due versioni di asta a chiamata e asta continua; gli ordini provenienti dagli
investitori sono accumulati su un supporto che permette la loro interazione al
fine di determinare il prezzo singolo o i molteplici prezzi in base ai quali
eseguire gli ordini.
L�asta a chiamata determina un prezzo di mercato che scaturisce
dall�interazione della domanda e dell�offerta espresse dal mercato in un certo
lasso di tempo; gli ordini esposti dagli investitori non sono eseguiti
immediatamente ma influenzano il prezzo indicativo in base al quale gli
investitori potranno riformulare le proprie strategie. Al termine del periodo
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stabilito si opera il fixing del prezzo che sar� normalmente quello che
massimizza le quantit� scambiate e, in caso di pluralit� di tali prezzi, quello che
minimizza la differenza tra volume delle proposte di acquisto e quelle di vendita.
L�asta a chiamata, dunque, non permette agli investitori di eseguire con
immediatezza le proprie volont� negoziali ma, per contro, ha il vantaggio di
esprimere un prezzo di equilibrio che tiene conto dello stato dell�intero mercato
del titolo.
Con l�asta gli ordini sono eseguiti con continuit� determinando prezzi di
equilibrio diversi per le varie contrattazioni. La regola del miglior prezzo,
universalmente adottata, garantisce che l�ordine sia eseguito incontrandosi con
l�ordine di segno opposto che esprima il prezzo migliore. A garantire un
equilibrato svolgimento delle contrattazioni sono previste, oltre alla suddetta
regola, altre regole secondarie di priorit� come, ad esempio, quella di priorit�
temporale per la quale il negoziatore che per primo ha inserito un ordine con
limite di prezzo ha la precedenza su chi solo successivamente ha esposto un
uguale limite di prezzo. Le regole di priorit� sono di importanza fondamentale
per un mercato perch� determinano gli incentivi all�inserimento degli ordini con
limiti di prezzo che sono alla base della formazione della liquidit�. Per
incoraggiare gli operatori ad immettere ordini con limite di prezzo le regole di
priorit� secondaria basate sul tempo sono di fondamentale importanza anche
se ugualmente importante � l�ammontare della variazione minima di prezzo
(tick) ammessa. Infatti, un tick molto piccolo corrisponde ad un costo
ugualmente piccolo per chi, agendo con ritardo, voglia assicurarsi la priorit� di
esecuzione per il tramite della regola del prezzo migliore. Una tale situazione
disincentiva l�immissione di ordini con limite di prezzo in quanto chi li espone
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subisce perdite in caso di andamento avverso di mercato e non riesce ad
ottenere i benefici sperati quando l�andamento del mercato � stato previsto
correttamente; in questo secondo caso, infatti, un operatore in ritardo,
sopportando un basso costo corrispondente al tick, acquista la priorit� di
esecuzione. L�immissione di un ordine con limite di prezzo ha implicita la
rinuncia alla certezza di esecuzione in cambio della certezza del prezzo
dell�eventuale scambio. Tale pratica, come accennato sopra, genera liquidit�
perch� costituisce per gli altri partecipanti al mercato un�opzione di
negoziazione; gli ordini con limite di prezzo, infatti, nel periodo di esposizione
sul book di mercato costituiscono un parametro in base al quale gli investitori
possono decidere se partecipare o no allo scambio. Il parallelismo con le
opzioni nasce dalla constatazione che l'utilit� di un ordine con limite di prezzo �
tanto maggiore quanto pi� ampio � il suo lasso temporale di esposizione in
quanto consente ai soggetti interessati di avere pi� tempo per prendere la
decisione se contrattare o meno al prezzo esposto. Inoltre, analogamente alle
opzioni, un ordine con limite di prezzo ha un valore crescente al crescere della
volatilit� del titolo o del mercato in generale. In analogia con la relazione tra il
valore dell�opzione e lo strike price, anche il valore di un ordine limitato � tanto
maggiore quanto pi� favorevole � per il mercato il prezzo fissato. I limit order
traders sopportano il rischio di esecuzione ed il rischio di negoziare quando,
sulla base dello sviluppo successivo del mercato, avrebbero preferito non farlo.
Il primo tipo di rischio afferisce direttamente allo stabilimento del limite oltre il
quale l�operatore dichiara di non essere disposto a contrattare; �, cio�, un
rischio legato esclusivamente a tale tipo di ordine e non �, quindi, condiviso
dagli ordini senza limite, per la cui esecuzione basta solo la presenza di ordini
9
con limite di segno opposto. Il secondo tipo di rischio, l�ex post regret risk,
consiste nella possibilit� che, una volta eseguito l�ordine, il mercato vada nella
direzione opposta a quella sperata dal limit order trader; lasciando alla
potenziale controparte la scelta sul se e sul quando operare, il rischio di ex post
regret � configurabile come un tipico rischio da adverse selection.
La struttura di mercato quote driven consente sempre l�immediata
esecuzione delle volont� negoziali degli operatori. Il servizio di immediatezza �
fornito dall�azione del dealer, ossia di un intermediario che opera in proprio
esponendo, in caso funga da market maker, con continuit� prezzi di acquisto e
di vendita del titolo. Nella forma pura del mercato quote driven, gli investitori
sono obbligati a negoziare solo con i dealer i quali quindi possono farsi
concorrenza solo tra loro. Tutta la liquidit� del mercato � prodotta dai dealer in
quanto non vi sono altri ordini a prezzo limitato se non quelli impliciti
nell�esposizione dei prezzi ask e bid da parte dei dealer. Il dealer assume la
veste di market maker qualora, accordandosi contrattualmente con un�autorit�
di mercato, si obblighi ad esporre con continuit� prezzi di acquisto e di vendita.
La produzione esogena di liquidit�, garantendo l�immediata liquidabilit� degli
investimenti degli operatori, rende il dealer un price setter che potrebbe fissare
un bid-ask spread eccessivo. � dunque importante che la concorrenza tra
dealer agisca da forza comprimente del divario tra prezzo di domanda e prezzo
di offerta. La numerosit� dei dealer non � per� sempre sinonimo di un sistema
in cui siano garantiti gli effetti benefici della competizione; sono stati rilevati,
infatti, due fenomeni che limitano fortemente l�efficacia della concorrenza anche
in mercati con molti intermediari: sono i fenomeni del preferencing e di quote
matching. Essi si basano sull�esistenza di un forte legame clientelare tra dealer
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e controparte. La conoscenza reciproca fra i due attori fa tendere la controparte
a rivolgersi al dealer di fiducia anche quando le quotazioni di questo non sono
le migliori del mercato; dato il legame il dealer, su sollecitazione del cliente, pu�
equiparare le sue quote a quelle ottimali. L�operazione cos� conclusa genera
soddisfazione per entrambe le parti perch� permette al cliente di concludere al
migliore prezzo di mercato ed al dealer di operare con una clientela selezionata
anche non esponendo quotazioni rischiose e riservandosi cos� la possibilit� di
contrattare. Tale pratica inficia con forza la qualit� dei prezzi esposti. I prezzi
non saranno pi� la variabile principale sulla quale agiranno i dealer in quanto,
pur proponendo le quote migliori di mercato, il flusso di ordini potr� essere
comunque intercettato da altri soggetti attraverso un approccio di gestione
clientelare.
1.1.1 Bid-ask spread
Un elemento caratteristico dei mercati quote driven � l�esistenza del bid-
ask spread ossia del fatto che i dealer espongono prezzi di acquisto minori di
quelli di vendita. Ad ogni titolo, dunque, sono riferibili due prezzi a seconda che
l�atto posto in essere sia di acquisto o di vendita.
In base all�elemento individuato come la causa originaria del differenziale
denaro-lettera possiamo distinguere i seguenti modelli:
• modello dell�immmediatezza
• modello di inventory
• modello delle asimmetrie informative.
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La teoria che individua nell�immediatezza l�origine del doppio prezzo �
stata sviluppata da Demsetz
1
. Questo autore parte dalla constatazione che
l�atto di scambio genera costi espliciti, costituiti da commissioni e tasse, e costi
impliciti, rappresentati dal bid-ask spread. I costi impliciti sorgono in quanto un
intermediario opera sul mercato fornendo il servizio di immediatezza evitando,
cos�, la possibile asincronia tra ordini di acquisto e di vendita provenienti dagli
investitori. Il dealer svolge tale funzione sostenendo dei costi che � possibile
coprire esponendo un prezzo di acquisto ed un prezzo di vendita
rispettivamente minore e maggiore del prezzo al quale si sarebbe concluso lo
scambio tra due investitori finali che avessero esposto sincronicamente i propri
ordini. Secondo Demsetz, dunque, la differenza tra i prezzi di acquisto e vendita
� connessa al servizio di immediatezza fornito dal dealer; lo scambio avviene s�
a condizioni peggiori per gli investitori ma � evitato il rischio di vedere
procrastinata nel tempo l�esecuzione degli ordini.
Nel modello di Demsetz il dealer s�impegna a fornire immediatezza al
mercato in modo passivo. A tale esemplificazione ovviano i modelli di inventory
che partono dall�assunto che l�intermediario possa adeguare i prezzi in
considerazione degli effetti sul proprio magazzino titoli generati dal flusso di
ordini degli operatori. Il market maker in virt� della funzione esplicata ha per
definizione un portafoglio titoli subottimale che genera costi; il bid-ask spread
dipende, in tale visione dei fatti, dallo scostamento della sua allocazione rispetto
a quella ottimale e dal suo grado di avversione al rischio.
1
Demsetz H., �The cost of transacting�, in Quarterly Journal of Economics, 82, 1968
12
Garman
2
propone un modello in cui il market maker � un monopolista
price setter che ha l�obbiettivo di massimizzare il proprio profitto sotto il vincolo
di evitare il fallimento che in tal caso, non potendo l�intermediario ricorrere
all�indebitamento o al prestito di titoli come invece avviene nella realt�, consiste
nel non esaurire lo stock di titoli e la liquidit� posseduta. L�obiettivo � da
perseguire fissando simultaneamente il prezzo denaro e quello lettera in
considerazione della possibile asincronia tra il flusso di ordini di acquisto e
quello di ordini di vendita che provengono, astraendo dalla realt�, da traders
non informati. L�obbiettivo del market maker � raggiunto fissando un prezzo di
vendita maggiore di quello di acquisto in modo da generare ricavi superiori ai
costi nonostante l�obiettivo di attrarre un flusso di ordini di acquisto maggiore di
quello di ordine di vendita. Nel modello vi � un ulteriore astrazione riguardante il
fatto che i prezzi sono fissati all�inizio del periodo e non sono modificabili nel
corso del tempo.
Amihud e Mendelson
3
hanno riformulato il modello di Garman partendo
dalle stesse assunzioni di market maker monopolista, neutrale a rischio e price
setter. L�innovazione di tale modello consiste nell�ipotesi, maggiormente
aderente alla realt�, che il market maker monopolista possa agire
dinamicamente sui prezzi in funzione della variazione dello stock di titoli
detenuto. In base al flusso di ordini proveniente dagli investitori , il market
maker varia i prezzi bid ed ask per raggiungere una dotazione di titoli da lui
ritenuta ottimale; � da puntualizzare che l�azione sui prezzi non avviene in
funzione del valore dei titoli in magazzino ma esclusivamente sulla consistenza
2
Garman M. B., �Market microstructure�, in Journal of Financial Economics, 3, 1976
3
Amihud Y., Mendelson H., �Dealership market - Market maker with inventory�, in Journal of Financial
Economics, 8, 1980
13
numerica di questi, essendo il market maker neutrale al rischio. Il dealer, inoltre,
fissa i prezzi di vendita e di acquisto esclusivamente come risposta alle
sollecitazioni che derivano dal pubblico, ignorando completamente il valore
base del titolo e comportandosi, quindi, come un intermediario puro che non
guadagna sulla posizione ma esclusivamente sul bid-ask spread. Le conclusioni
cui perviene il modello circa le origini del divario sono diverse da quelle del
modello di Garman; mentre in questo modello il gap � necessario al fine di
evitare il fallimento del dealer, nel modello di Amihud-Mendelson, invece, lo
spread nasce dal potere monopolistico del market maker ed � quindi
comprimibile in un mercato maggiormente concorrenziale.
Entrambi i modelli di Garman e di Amihud-Mendelson hanno in comune
una visione del dealer quale un operatore passivo che adatta i prezzi bid ed ask
solo in risposta al flusso di ordini degli investitori. Questa visione � modificata
da Stoll
4
secondo il quale il dealer � un normale partecipante al mercato,
avverso al rischio e che sopporta la subottimalit� del proprio portafoglio solo per
soddisfare la domanda di immediatezza proveniente dal mercato. Il bid-ask
spread serve proprio come premio per il maggiore rischio assunto dal dealer in
virt� del portafoglio concentrato. Viene meno nel modello di Stoll la concezione
dello spread come risposta al flusso di ordini degli operatori; inoltre
l�intermediario non considera lo stato del proprio magazzino titoli avendo la
possibilit� di indebitarsi o di impegnare la liquidit� al free risk rate e quindi non
pu� fallire. Il divario denaro-lettera � costituito dalla remunerazione per lo
sbilancio di magazzino, per i costi amministrativi di esecuzione degli scambi e
4
Stoll H. R., �The supply of dealer services in securities markets�, in Journal of Finance, 33, 1978
14
per la possibilit� che il market maker possa trovarsi a scambiare con soggetti
aventi informazione superiore.
L�accenno, presente nel lavoro di Stoll, alla informazione detenuta
diviene, nei modelli basati sulle asimmetrie informative, l�oggetto fondamentale
di riflessione sull�esistenza del bid-ask spread. Il primo studioso ad intuire
l�importanza del differenziale informativo come causa dello divario � stato
Bagehot (Treynor)
5
. Lo studioso parte dalla constatazione dell�esistenza di due
classi di operatori: quella degli informed traders e quella degli uninformed
traders. Nei mercati quote driven il market maker pu� negoziare con entrambi i
tipi di traders perdendo sicuramente qualora lo scambio avvenga con un
informed trader. Questo tipo di negoziatore, infatti, acquister� o vender� dal
dealer solo quando i prezzi bid ed ask saranno convenienti rispetto al prezzo da
loro stimato in base al maggiore set informativo. Data la presenza di operatori
informati, l�intermediario � vittima potenziale di adverse selection e per rimanere
in equilibrio dovr� realizzare un guadagno nelle contrattazione che avvengono
con gli uninformed traders; questo potr� essere conseguito, appunto, per
mezzo del bid-ask spread. Il divario denaro-lettera � interpretato, quindi, come
fattore di bilanciamento di potenziali perdite che si verificano sistematicamente
nella negoziazione con gli informed traders.
Nel modello di Copeland-Galai
6
il bid-ask spread, come nell�intuizione di
Bagehot, bilancia perdite e guadagni attesi; l�esistenza del differenziale
prescinde dalla neutralit� al rischio dell�intermediario e dalla competizione tra i
dealer essendo, invece, riconducibile all�esistenza di asimmetrie informative. La
dimensione del bid-ask spread dipende dall�elasticit� della domanda degli
15
operatori e dalla probabilit� di negoziare con un informed trader; se tale
possibilit� esiste, si avr� anche il differenziale di prezzo. Il modello di Copeland-
Galai ipotizza contrattazioni di importo unitario e non riconosce alle
negoziazioni la capacit� di veicolare esse stesse informazioni che
consentirebbero al market maker ed agli uninformed traders di desumere
l�esistenza di qualche informazione price sensitive; il modello considera,
dunque, un mercato non dotato della capacit� di apprendere come invece
accade nella realt�.
Sulla base di tale critica Golsten e Milgrom
7
formulano un modello in cui
il market maker impara dal flusso di ordini proveniente dal mercato; il modello
prevede scambi unitari, neutralit� al rischio degli operatori e competizione tra
market makers. L�innovazione rispetto al modello di Copeland-Galai consiste
nella sequenzialit� degli scambi che permette un adattamento sulla base delle
informazioni che le negoziazioni gradualmente permettono di desumere. Nel
modello, inoltre, non esistono costi da transazione, il dealer pu� finanziarsi
illimitatamente e non corre il rischio di fallimento. Il market maker fissa i prezzi
bid-ask in considerazione della stima del valore del titolo effettuata sulla base
del flusso di ordini che giunge dal mercato. Gli informed traders, qualora sulla
scorta del maggiore set informativo ritenessero convenienti le quotazioni
esposte dal dealer, darebbero vita ad un copioso flusso di ordini; tale
comportamento indurr� l�intermediario a rivedere la stima del valore del titolo ed
adeguare i prezzi esposti. L�obiettivo del market maker � quello di fissare i
5
Bagehot W., �The only game in town�, in Financial Analysts Journal, 27, 1971
6
Copeland T. E., Galai D., �Information effects and the bid-ask spread�, in Journal of Finance, 38, 1983
7
Golsten L. R., Milgrom P. R., �Bid, ask and transaction prices in a specialist market with heterogeneously
informed traders�, in Journal of Financial Economics, 14, 1985
16
prezzi sulla base di una corretta stima del titolo in modo tale che, operando in
un contesto concorrenziale, il profitto atteso da ogni transazione sia nullo.
Nel modello di Golsten e Milgrom, quindi, il market maker non riconosce
gli informed traders ma riesce ad intuire con certezza, dall�osservazione degli
scambi, l�esistenza di una nuova informazione price sensitive. Il modello di
Easley-O�Hara
8
, invece, nega al market maker questa capacit� per cui
l�esistenza di nuova informazione sul mercato non � un evento certo ma solo
probabile. Le transazioni sono costituite da scambi di dimensione variabile; il
modello assume, inoltre, che il dealer e gli operatori siano neutrali al rischio,
che il contesto sia competitivo e che l�intermediario aggiusti dinamicamente le
quotazioni in risposta agli ordini provenienti dal mercato. Un informed trader
tende a scambiare grossi quantitativi di titoli in quanto massimizza il guadagno
agendo con immediatezza ed evitando, cos�, che l�informazione da lui detenuta
si diffonda al resto del mercato e peggiori le condizioni di scambio; il market
maker conoscendo questo comportamento interpreta gli ordini di grande
dimensione come segnale di informed trading ed aggiusta conseguentemente i
prezzi. Il modello prevede due situazioni distinte dalla possibilit� di individuare o
meno l�azione degli informed traders da quella degli uninformed traders. Nel
caso in cui il market maker ritenga che gli informed traders siano individuabili
perch� scambiano solo grandi quantit�, pu� proporre uno spread nullo per gli
ordini di piccola dimensione e positivo per quelli di grande dimensione.
L�equilibrio per tali ordini si realizza solo se gli informed traders continuano a
scambiare grossi quantitativi di titoli e non rinunciano alla maggiore rapidit� di
scambio dando luogo a tanti piccoli ordini dallo spread nullo. Nel caso in cui,
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invece, il dealer preveda che gli informed traders non siano distinguibili dagli
uninformed traders perch� entrambi scambiano quantitativi variabili di titoli,
l�intermediario proporr� spread sempre positivi che crescono al crescere del
quantitativo di titoli negoziati.
Nei mercati order driven il servizio di immediatezza � svolto da quegli
operatori che immettono sul mercato ordini con limite di prezzo; sono questi
ordini che generano l�intera liquidit� di mercato e per i quali, a fronte di un
rischio di esecuzione e di rammarico ad esecuzione avvenuta, � necessario,
secondo la logica economica, che generino un premio per i traders che li
propongono. I limit order traders, come accennato, sopportano due tipi di
rischio:
• il rischio che esponendo un certo limite di prezzo questo non incontri la
disponibilit� di alcuna controparte.
• il rischio di eseguire a condizioni peggiori di quelle ottenibili con un
ordine senza limite di prezzo.
Handa, Schwartz e Tiwari
9
, osservando l�impiego di ordini con limite di
prezzo, deducono l�esistenza di una qualche convenienza a fronte dei rischi
sopportati. Corrispondentemente a quanto osservato sui mercati quote driven a
proposito del comportamento del market maker, nei mercati order driven sono
gli uninformed liquidity traders, che richiedono liquidit�, a compensare i limit
order traders che forniscono liquidit� al mercato. La compensazione avviene
per la presenza di fenomeni di volatilit� transitoria legata all�asincronia nella
distribuzione degli ordini che generano momentanee variazioni di prezzo.
8
Easley D., O�Hara M., �Price, trade size and information in securities markets�, in Journal of Financial
Economics, 19, 1987