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INTRODUZIONE
1) Il sentimento della paura
“La paura è uno stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di
ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si
creda dannoso”
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.
Il sentimento della paura è un fenomeno biologico intrinseco e strettamente correlato alla
storia dell’essere umano, ha un ruolo fondamentale nel garantirne la sopravvivenza e le
relative azioni di risposta possono portare alla ricerca di progresso e controllo. La paura
era ed è quel campanello d’allarme che ci mette in guardia da situazioni di potenziale
rischio o pericolo, quel segnale che ci spinge a crescere e migliorarci per superarla, quel
sentimento che ci induce meccanismi che producono effetto di controllo e protezione da
essa.
Il sentimento della paura è dominato dall’istinto nel caso si presenti un possibile rischio
per la propria incolumità in un processo atto a garantire uno spirito di autoconservazione
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;
questa “forza motrice” spinge gli individui a reagire agli stimoli, organizzando tramite
reazioni immediate le emergenze della vita (Goleman, 1995 [2011]).
Come le emozioni si possono gestire e controllare, anche il sentimento di paura, così come
la sua risposta, può essere compreso, modificato, gestito ed eventualmente indirizzato in
base a esigenze e necessità. Quando questo trascende il mero istinto di sopravvivenza
focalizzato sulla necessità di rispondere ai bisogni primari, può produrre fenomeni e
modifiche comportamentali permanenti identificate, nel caso clinico, in sindromi ansiose
o fobie correlate ad un sentimento di timore che possano verificarsi nuove situazioni di
potenziale rischio o ipotetico pericolo.
1 https://www.treccani.it/vocabolario/paura/ (30 gennaio 2023).
2 https://www.treccani.it/enciclopedia/autoconservazione (30 gennaio 2023).
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Quando trattiamo il sentimento della paura dobbiamo inizialmente dividerlo in due
tipologie rispettivamente coesistenti e inscindibili:
1 Paura della sfera individuale; correlata e alimentata da sentimenti di natura
principalmente soggettiva come, ad esempio, fobie nate in relazione ad un trauma
presunto o avvenuto e che abbiamo riguardato direttamente l’attore di
riferimento.
2 Paura della sfera collettiva; collegata e alimentata in modo più o meno
indiretto da strutture, culture e istituzioni sociali. Sono un esempio l’insieme di
percezioni e alterazioni dell’identificazione di rischi o pericoli sociali generate da
una difficoltà nel rispondere a delle aspettative socioeconomiche.
2) Obiettivo della ricerca
L’intento di questo lavoro sarà quello di andare ad analizzare quell’individuo che lo
psichiatra italiano Vittorino Andreoli identifica come Homo Incertus, ovvero l’essere
umano nella nuova “società della paura” (Andreoli, 2020), e l’insieme di fenomeni e
processi che hanno alterato la percezione del “sociale” che, con l’avvento di ideologie
individualistiche e anti-collettivistiche, perde la sua funzionalità di supporto e viene
rappresentato da media e politica come un luogo rischioso, pericoloso ed incerto. Un
analisi di un’“Homo Timens” che, vittima e artefice del suo agire influenzato dal
sentimento della paura, vive la sua esistenza in realtà ibride, nemici invisibili e perdita di
secolari certezze.
L’obiettivo dell’indagine sarà quello d’inquadrare il tema della paura non come uno stato
emotivo e unicamente psicologico, ma piuttosto analizzato nell’insieme di un “tutto
sociale” e in correlazione a processi e risposte rispetto al suo utilizzo come strumento e
mezzo gestito dagli esseri umani nel-e-per le società umane. Essendo un tema
estremamente ampio, l’intento sarà quello d’inquadrarlo al fine di evidenziare i principali
protagonisti e la loro rilevanza, ricercarne gli approcci e le metodologie ponendo
l’attenzione sia nei confronti dei grandi mutamenti storico-sociali, sia per quanto
concerne casi specifici nella nostra società e contemporaneità.
Verranno altresì individuate le tecniche di controllo sociale di riferimento e come queste
siano mutate nel corso dell’evoluzione umana, un’evoluzione, non di tipo biologico ma
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inerente a cambiamenti storico-sociali con i quali l’individuo, nelle società, convive e si
relaziona. Obiettivo sarà anche quello di ricercare ed evidenziare come sia cambiata la
percezione del rischio delle società moderne, la rilevanza del progresso scientifico, e di
come il sentimento di paura sia mutato da “dentro-fuori” a “dentro-dentro” (Bauman,
2006).
In relazione ai nuovi derivati tecnologici rivolgerò l’attenzione sul cambiamento delle
interazioni interpersonali e dell’interazione ibrida mediata dai dispositivi in processi
sempre più digitali e virtuali, ricercando la loro rilevanza nella teorizzazione di “proprie
bolle di reale” che allontanino inconsciamente gli individui dal rapporto fisico e da una
realtà sociale rappresentata e alterata, nella percezione, dai mass media. L’importanza nel
riflettere quali e come si siano sviluppati mutamenti e fenomeni nelle nuove società e in
che modo questi abbiano condotto ad un mutamento del rapporto di fiducia nelle
interazioni umane materialmente concrete
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, provocando e rendendo queste sempre più
rischiose, scarse e settorialmente limitate
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.
Il fine della ricerca sarà quello di comporre un quadro, sul tema del sentimento della
paura, analizzando come questo sia cambiato nel corso dei mutamenti storico-sociali.
Verrà inoltre trattato come i processi di interazione fisica vengano spesso demonizzati e
sostituiti con prodotti d’innovazione tecnologica e digitale (ad esempio la presenza di
casse automatiche nei supermercati, la domotica, i “touch easy order” per ordinare nella
ristorazione
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) gestiti da social network, robotica ed intelligenza artificiale.
Inoltre, nel corso della ricerca, si è cercato d’individuare l’importanza e il ruolo della
paura nella società attuale e del prossimo futuro; l’importanza dei processi della
contemporaneità con lo scopo di controllare, gestire e influenzare gli “utenti”
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in una
società sempre meno collettiva ma tendente ad un’individualità delle singole realtà
mediate e costruite con-e-nel digitale. Volontà ulteriore sarà quella di trattate le tematiche
in relazione all’espressione “maggior libertà=maggior paura” e dei processi che si
sviluppano nei confronti dei nuovi derivati tecnologici e dalla possibilità di una ricerca
strettamente individuale dei propri bisogni e della propria sicurezza.
3 Come “materialmente concrete” faccio riferimento alle interazioni “face-to-face”.
4 Esistono professioni dove, al giorno d’oggi, non è possibile, se non in piccola parte, estraniare
completamente l’interazione diretta tra esseri umani, un esempio ne è la professione medica.
5 https://www.thismarketerslife.it/stories/mcdonalds-fast-food-digitale-touchscreen/ (30 gennaio 2023).
6 “Chi fa uso di qualche cosa, e in particolare chi usufruisce di un bene o di un servizio offerto”:
https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/utente/ (30 gennaio 2023).
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3) Struttura della ricerca
Il lavoro verrà articolato in tre capitoli. Nel primo si espone un’introduzione generale del
tema della paura in un’ottica storico-sociologica; il secondo analizza i processi della
modernità e il concetto di rischio, evidenziando i fenomeni che agiscono e si riproducono
nelle società liquide, globalizzate ed interconnesse sul tema del controllo e
dell’informazione; il terzo e ultimo capitolo si focalizza sull’espressione paura/libertà, il
fenomeno di mercificazione della sicurezza, il mutamento nei processi interrelazionali e
la teorizzazione di una “propria bolla di reale” che filtra e personalizza le realtà ibride
degli individui.
Per costruire un quadro più completo possibile ma allo stesso tempo che non sia
dispersivo rispetto al tema, verranno utilizzate fonti bibliografiche e sitografia di
riferimento con un approccio interdisciplinare inerente ai campi di filosofia, sociologia,
informatica, storia, economia e scienze politiche, ponendo una maggiore attenzione verso
gli autori più rilevanti nello studio sul tema della paura e del controllo sociale e politico.
Oltre ad utilizzare le fonti di autori vissuti precedentemente al XX secolo (Le Bon,
Hobbes o Montaigne), mi avvallerò del contributo di autori e studiosi di matrice più
recente e contemporanei, in modo tale da avere uno spettro di riflessione, in merito ai
cambiamenti delle opinioni sul tema della paura nel corso dei mutamenti delle società
umane, che sia il più completo possibile e che possa comporre un glossario di riferimento
sul tema.
Primo capitolo
Nel primo capitolo del lavoro elaborerò un introduzione generale ed una prima
definizione al concetto di paura fornendo un analisi che tenga in riferimento sia le
necessità strettamente bio-naturali, che il mutamento di processi e costruzioni artificiali
che differiscano dal mero istinto di sopravvivenza. Evidenzierò quali sono state le tappe
e i principali cambiamenti avvenuti nella storia delle società umane e come questi abbiano
mutato il ruolo e le tipologie di risposta al sentimento della paura. Descriverò i processi
di paura, violenza e controllo, e di come questi si ritrovino nelle “illusioni umane” e nella
costituzione di un “triplice schema” in cui si possano replicare reciprocamente e
indissolubilmente.
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Secondo capitolo
Il secondo capitolo verterà sull’analisi delle società umane nella contemporaneità, del
loro mutamento e dei fenomeni e processi con cui gli individui convivono
quotidianamente, evidenziando strumenti e teorie che permeano le società e l’annesso
concetto di rischio. Nell’ultima parte del capitolo porrò una lente d’ingrandimento sui
fenomeni di sorveglianza, propaganda e informazione prodotti e organizzati da mass
media, Stato e attori economici.
Terzo capitolo
Nel terzo capitolo completerò la stesura di questo quadro analizzando l’equazione
paura/libertà e ponendo una parentesi sui fenomeni che hanno definito una perdita
dell’ordine costituito nella modernità. Evidenzierò un processo di autoconservazione
sociale che vada a ricercare una maggior sicurezza a scapito delle proprie libertà
personali. In quest’ottica effettuerò un approfondimento sul tema della privacy e di come
sia mutato il rapporto con gli altri con l’avvento della mediazione digitale nei processi
sociali e interrelazioni.
A fine capitolo farò riferimento al termine “bolla di filtraggio” (Parisier, 2011) per la
costruzione di uno schema che rappresenti la condizione dell’individuo contemporaneo,
una “propria bolla di reale” che sia formata da tre elementi oramai indissolubili e
fortemente intrinsechi alle società umane. Il primo sono i nuovi organizzatori
dell’informazione individuale (algoritmi) e la loro responsabilità nella costruzione di
sotto-realtà che come bolle di sapone circondando gli individui isolandoli e
influenzandoli (idem.). Dopodiché, vi è il processo di personalizzazione di
un’informazione che produce una percezione distorta e alterata della realtà che, insieme
alla copresenza di mondo fisico e realtà virtuale compone universi personalizzabili
avvertiti come potenzialmente infiniti e sicuri.
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CAPITOLO PRIMO
Introduzione al tema della paura in un’ottica storico-sociologica
I.I) Natura e Cultura
Quando trattiamo il tema della paura, facciamo riferimento ad una delle emozioni più
antiche e naturalmente intrinseche nell’animo dell’essere umano. Uno stato emotivo
primario che nel corso dell’evoluzione di questa specie è mutato nella manifestazione
conformandosi alle nuove esigenze delle realtà umane.
1.1.1) Un sentimento primordiale
Per conoscere e comprendere il funzionamento della paura e il suo rapporto con gli
elementi di violenza e controllo è necessario porre il presupposto che tratteremo di un
sentimento primordiale che è mutato nel corso del tempo mantenendo la sua funzione di
pulsione inevitabile e inscindibile dalla natura umana. Per questo è necessario riconoscere
e definire il contesto naturale in cui l’essere umano, di volta in volta, si è sviluppato, ha
vissuto e ha costruito le proprie società.
Il concetto di habitat
In un’ottica prevalentemente bio-antropologica il genere Homo, nel quale ritroviamo la
specie dell’Homo Sapiens, è costituito da un animale che, a differenza dei suoi coinquilini
sul pianeta, non sarebbe stato biologicamente adatto alla sopravvivenza in nessun habitat
terrestre (Harari, 2014 [2020]). Non potendo porsi biologicamente in nessun specifico
habitat, ma potendo invece adattarsi ad ogni situazione ambientale, l’essere umano risulta
essere una specie con la capacità di modellare, alterare e personalizzare, per esigenze e
necessità, la natura e l’ambiente che lo circondano e di utilizzarne i prodotti per i propri
fabbisogni. Un “accordo di convivenza” che vede il rapporto con la materia naturale come