33
CAPITOLO 2
LE CARATTERISTICHE DEI PAGAMENTI PER I SERVIZI
ECOSISTEMICI
SOMMARIO: 2.1. I servizi ecosistemici come esternalità che non trovano remunerazione nel
mercato. 2.2. La struttura base di uno schema di pagamento per i servizi ecosistemici
(secondo la definizione proposta da Wunder). 2.3. I criteri in base ai quali gli schemi di
pagamento per i servizi ecosistemici vengono sviluppati (ex ante) e valutati (ex post):
efficacia ambientale, efficienza ed equità distributiva. 2.4. I due principali metodi di
attuazione dei pagamenti per i servizi ecosistemici. 2.5. Le principali differenze fra i
pagamenti per i servizi ecosistemici, le imposte ambientali, gli strumenti di comando e
controllo e i progetti integrati di tutela e sviluppo.
2.1. I servizi ecosistemici come esternalità che non trovano remunerazione nel
mercato
L’economia classica, basandosi su una logica antropocentrica, ha sempre
considerato il valore esclusivamente commerciale dei beni ambientali, trascurando il
loro valore ecologico. I prezzi di mercato, infatti, vengono calcolati in base alla
quantità di lavoro e di capitale necessaria per usufruire dei servizi forniti
gratuitamente dalla natura, ma non tengono conto del valore ambientale
64
di questi
servizi che, di conseguenza, non compare in nessun bilancio nazionale o aziendale.
Tuttavia la natura ha un valore superiore al proprio costo di lavorazione o di
scambio. Per esempio, di un foglio di carta paghiamo il taglio dell’albero, il tempo
impiegato per la produzione, il prezzo della distribuzione e della
commercializzazione, ma il prezzo, che deriva dalla somma di questi fattori, non
rispecchia il valore ambientale dell’albero. Questo perché l’albero, oltre a fornire
beni commercializzabili, fornisce anche, in quanto parte di un sistema di relazioni
64
A. FARÌ, Beni e Funzioni ambientali, cit., p. 120 spiega il concetto di valore ambientale in
questo modo: «Il valore ambientale dei beni deriva dal loro essere elementi di un sistema di relazioni
che realizza determinate funzioni. Queste funzioni derivano, quindi, quali proprietà emergenti dal
sistema di relazioni tra i beni. Come era stato accolto fin dai tempi della teorizzazione delle proprietà
collettive, le utilità assicurate da tali beni, nell’assolvere alle funzioni ambientali, sono rivolte ad una
collettività indeterminata di soggetti. L’interesse collettivo si appunta sulle funzioni, nel senso che
l’interesse riguarda il corretto svolgimento e la prosecuzione delle funzioni ambientali. L’oggetto
della fruizione per tali beni non sono i beni in quanto tali, ma sono le funzioni che emergono dalle
interconnessioni tra i beni. In questo sta la specificità ambientale».
34
con altri beni ambientali, alcuni servizi ecosistemici (ad esempio, la protezione del
suolo dall’erosione, l’assorbimento delle particelle di CO₂ nell’atmosfera, il
mantenimento della biodiversità, ecc.) che attribuiscono all’albero un valore
superiore al suo prezzo di mercato
65
.
Da sempre l’uomo trae benefici diretti e indiretti dall’ambiente, ma soltanto dagli
anni Settanta è emerso l’interesse scientifico circa le modalità di interazione tra
uomo e ambiente
66
. Nell’ambito di questi studi è stato introdotto il concetto di
servizio ecosistemico
67
ed è emerso l’approccio dei servizi ecosistemici come
potenziale metodo di analisi per valutare e proteggere gli ecosistemi e la loro
biodiversità. Lo sviluppo dell’approccio dei servizi ecosistemici ha portato
all’integrazione sistematica di economia ed ecologia, permettendo di indagare i
rapporti tra i sistemi economici e gli ambienti naturali
68
. A questo proposito A. De
Carli ritiene «necessaria una distinzione tra i concetti di “approccio ecosistemico” e
di approccio dei servizi ecosistemici (Ecosystem Services Framework). Entrambi
tentano di evidenziare l’ecosistema come base per la conservazione, il processo
decisionale e la definizione di politiche. Tuttavia, sebbene le due diciture siano
spesso utilizzate in modo intercambiabile (Waylen et al.,2014), esse differiscono
nella loro enfasi. L’approccio ecosistemico si concentra sui processi e sui sistemi
naturali (Waylen et al.,2014; Martin-Ortega et al., 2015) e, di conseguenza, è la
base della moderna conservazione della natura in molte parti del mondo. Invece,
l’Ecosystem Services Framework si concentra sulla comprensione su come i sistemi
naturali e le connessioni tra strutture, processi e funzioni dell’ecosistema
65
Su questo argomento si veda G. GARBASSO, Verso un’economia verde, la nuova sfida
dell’Europa, Fazi Editore srl, Roma, 2014, pp. 7 e 8.
66
Per quanto riguarda l’emersione dell’interesse scientifico sulle modalità di interazione tra
uomo e natura e sui benefici che l’uomo trae da questo rapporto si vedano: C.M. WILSON, W.H.
MATTHEWS, Man’s Impact on the Global Environment: Report of the Study of Critical Environmental
Problems (SCEP), MIT Press, Cambridge, MA, 1970; W.E. WESTMAN, How much are nature’s
services worth? Measuring the social benefits of ecosystem functioning is both controversial and
illuminating, in Science, Vol. 197, 1977, p. 960.
67
Per quanto riguarda la formulazione del concetto di servizio ecosistemico si vedano: P.R.
EHRLICH, A.H. EHRLICH, Extinction: The Causes and the Consequences of the Disappearance of
Species, Random House, New York, 1981; P. EHRLICH, H. MOONEY, Extinction, substitution, and
ecosystem services, in BioScience, Vol. 33, 1983, p. 248.
68
Sull’integrazione sistematica di economia ed ecologia si vedano: R. COSTANZA, Ecological
Economics: The Science and Management of Sustainability, Columbia University Press, New York,
1991; L.C. BRAAT, R. DE GROOT, The ecosystem services agenda: bridging the worlds of natural
science and economics, conservation and development, and public and private policy, in Ecosystem
Services, Vol. 1, 2012, p. 4.
35
producono, direttamente o indirettamente, benefici per l’uomo (Turner e Daily,
2008; Waylen et al., 2014). In termini più semplici, l’Ecosystem Services Framework
fornisce un modo per capire come la natura offre servizi e benefici per il benessere
umano (Waylen et al., 2014). È tuttavia importante notare che gli ecosistemi non
possono fornire alcun vantaggio all’uomo senza la presenza di persone (capitale
umano), delle loro comunità (capitale sociale) e del loro ambiente costruito (capitale
costruito)(Costanza et al., 2014).[…] Tuttavia, sebbene la sopravvivenza e il
benessere dell’uomo dipendano dagli ecosistemi, molte attività antropiche hanno
degradato gran parte degli ecosistemi, riducendo o eliminando i servizi svolti in
precedenza (Daily, 1997; MEA,2005; Lewis e Maslin, 2015). L’analisi dei trade-off e
dei disservizi, cioè il mancato servizio ecosistemico, devono essere quindi oggetto di
attente valutazioni»
69
. La valutazione del valore economico dei servizi
ecosistemici
70
, però, non si traduce automaticamente nella remunerazione degli
stessi. Affinché questo accada devono messi in campo, in maniera sinergica,
molteplici strumenti.
In termini economici i servizi ecosistemici si configurano come esternalità, che
non trovano adeguata remunerazione nel mercato, essendo privi di un valore esplicito
e di un mercato. Pertanto, il godimento di tali servizi avviene senza alcun compenso
a favore di chi ne assicura o favorisce il flusso e senza alcun costo per chi ne trae
beneficio
71
. Per esternalità si intende l’effetto che l’attività di un agente (per esempio
attraverso la produzione o il consumo di un bene) esercita, al di fuori delle
69
A. DE CARLI, Il valore economico dei servizi ecosistemici connessi alle risorse idriche, in
Biologia Ambientale, Vol. 31 (1), 2017, p.1 (p. 2). Sullo stesso argomento si vedano anche: K.A.
WAYLEN, E.J. HASTINGS, E.A. BANKS, K.L. HOLSTEAD, R.J. IRVINE, K.L. BLACKSTOCK, The need to
disentangle key concepts from ecosystem-approach jargon, in Conservation Biology, No. 28, 2014, p.
1215; J. MARTIN-ORTEGA, D. CAPDEVILA, K. GLENK, K.L. HOLSTEAD, What defines ecosystem
services-based approaches? In: J. MARTIN-ORTEGA, R.C. FERRIER, I.J. GORDON, S. KHAN (eds),
Water Ecosystem Services: a Global Perspective, Cambridge University Press, Cambridge, 2015, pp.
3-16; R. TURNER, G.C. DAILY, The ecosystem services framework and natural capital conservation, in
Environmental and Resource Economics, Vol. 39, 2008, p. 25; R. COSTANZA, R. DE GROOT, P.
SUTTON, S. VAN DER PLOEG, S.J. ANDERSON, I. KUBISZEWSKY, S. FARBER, K. TURNER, Changes in
the global value of ecosystem services, in Global Environmental Change, Vol. 26, 2014, p.152; G.C.
DAILY, Nature’s Services: Societal Dependence on Natural Ecosystems, Island Press, Washington
DC, 1997; S.L. LEWIS, M.A. MASLIN, Defining the Anthropocene, in Nature, Vol. 519, 2015, p. 171;
MILLENNIUM ECOSYSTEM ASSESSMENT, Ecosystems and human well-being: A Framework for
Assessment, Washington DC, Island Press, 2005 (citati da A. DE CARLI, Il valore economico, op. ult.
cit., p. 2).
70
Per quanto riguarda la valutazione economica dei servizi ecosistemici e i diversi metodi
utilizzati vd. supra i parr. 1.4. e 1.7.
71
Su questo argomento si veda M. MASIERO, Come misurare il valore dei beni naturali, in
Ecoscienza, No. 1, 2015, p. 12.
36
transazioni di mercato
72
, su un altro agente. Le esternalità possono essere negative o
positive. L’esternalità è negativa quando l’effetto che l’attività produce comporta un
danno economico nei confronti di parti terze, che si trovano al di fuori del mercato
73
.
L’esternalità è positiva quando l’effetto prodotto da un’attività comporta dei benefici
per le parti terze
74
.
Dal punto di vista economico, le esternalità rappresentano una forma di
fallimento del mercato, perché la presenza di esternalità non consente di raggiungere
allocazioni di equilibrio economico generale Pareto efficienti
75
. L’equilibrio
economico, infatti, richiede l’esistenza di un mercato per ciascun bene. In presenza di
esternalità, però, questa condizione non è soddisfatta, perché gli effetti prodotti
dall’attività economica di un individuo sul benessere di altri soggetti non si
ripercuotono sui prezzi di mercato. Di conseguenza, il sistema economico non
perviene spontaneamente ad un’allocazione efficiente delle risorse, poiché i prezzi
non indicano più il vero valore dei beni consumati e prodotti. Si crea quindi un
72
Caratteristica delle esternalità è l’esistenza di interdipendenza fra più attività che originano
costi o benefici aggiuntivi che non si riflettono sui prezzi di mercato. In questo modo si ha una
modifica della funzione di utilità o produzione di alcuni soggetti ad opera dell’attività di altri soggetti.
Le esternalità si distinguono in esternalità pecuniarie ed esternalità tecnologiche. Soltanto le
esternalità tecnologiche possono definirsi esternalità in senso stretto perché non comportano
conseguenze dirette sui prezzi. Le esternalità pecuniarie, invece, sono delle pseudo-esternalità, perché
non causano effetti negativi nell’efficienza economica, in quanto il cambiamento dei prezzi permette
un cambiamento nei comportamenti quale risposta degli operatori economici. In sintesi, si ha
un’esternalità quando il comportamento di qualcuno influisce sul benessere degli altri in modo diretto
e non attraverso variazioni dei prezzi di mercato. Il fatto che un’impresa, aumentando la propria
produzione, possa far scendere il prezzo di mercato del suo bene e quindi il profitto dei concorrenti
non è, dunque, da considerarsi un caso di esternalità.
73
Un esempio di esternalità negativa è il fumo di sigaretta. Fumare una sigaretta in pubblico è
un’esternalità negativa perché il fumo danneggia la salute non solo di chi fuma, ma anche di chi è
vicino al fumatore. Il fumatore, che si trova in prossimità di non fumatori, arreca alla comunità dei
costi sociali, che egli singolarmente non paga. Altri esempi di esternalità negative sono forniti: per
quanto riguarda la produzione, dalla maggior parte dei casi di inquinamento (un produttore che
scarichi sostanze nocive nel fiume da cui attinge l’acqua un altro produttore); per quanto riguarda il
consumo, dalle attività rumorose praticate, in un luogo di vacanza, da alcuni individui e sgradite ad
altri.
74
Esempi di esternalità positive sono rappresentati, per la produzione, dal caso dell’agricoltore
che attuando una campagna di disinfestazione, produce un beneficio anche per gli agricoltori vicini;
per quanto riguarda il consumo, dalla presenza di un’area vincolata a verde di fronte ad alcune
residenze, che aumenta il valore della proprietà.
75
Si definiscono allocazioni Pareto efficienti tutte quelle allocazioni tali che l’unico modo di
migliorare la situazione per un agente sia peggiorare quella dell’altro, cioè allocazioni in cui tutti i
benefici dello scambio sono completamente esauriti.
37
divario tra costi privati e costi sociali, nel caso delle esternalità negative, e tra
benefici privati e benefici sociali, nel caso delle esternalità positive
76
.
L’obbiettivo della politica ambientale è proprio quello di incorporare il valore
dei servizi ecosistemici nel prezzo dei beni. Questo obbiettivo può essere realizzato
in due modi: attraverso strumenti di regolamentazione, imposti dall’alto e vincolanti,
oppure attraverso strumenti basati su incentivi e meccanismi di mercato,
generalmente ad adesione volontaria
77
. Gli strumenti di regolamentazione sono stati
elaborati in base alla soluzione al problema delle esternalità formulata nel teorema di
Pigou, gli strumenti di mercato, invece, sono stati elaborati in base alla soluzione al
problema delle esternalità proposta nel teorema di Coase.
Athur Pigou è stato tra i primi economisti neoclassici ad affrontare la questione
delle esternalità e del degrado ambientale. La soluzione proposta da Pigou è quella di
internalizzare i costi e i benefici esterni attraverso appropriati incentivi fiscali (tasse
o sussidi). In base al teorema di Pigou, in presenza di esternalità, lo Stato dovrebbe
intervenire con appropriati incentivi fiscali per fare in modo che i soggetti economici
considerino nelle proprie decisioni l’intero costo sociale connesso alla loro attività,
compresa l’esternalità. Si dovrebbe, quindi, imporre una tassa sull’attività che crea
un’esternalità negativa, un sussidio sull’attività che crea un’esternalità positiva
78
. Il
valore economico della tassa e quello del sussidio equivalgono rispettivamente al
danno marginale e al beneficio marginale causati dall’esternalità. La soluzione di
Pigou presuppone l’intervento dello Stato, che riceve i pagamenti in caso di
esternalità negative ed emana i sussidi in caso di esternalità positive.
Ronald Coase, invece, propone di risolvere il problema delle esternalità, non
mediante forme di intervento statale, ma attraverso l’attribuzione a uno dei contraenti
76
Ad esempio, una centrale elettrica a forte impatto inquinante produce una esternalità, dato che
il costo sociale dell’inquinamento non viene contabilizzato in alcun modo. In assenza di intervento da
parte del regolatore, il produttore di energia elettrica non paga per l’inquinamento associato alla sua
produzione. In sostanza non c’è un mercato che rilevi il costo sociale dell’inquinamento.
77
Entrambi questi strumenti tendono ad applicare il principio “chi inquina paga”.
78
Con Pigou nasce il principio “chi inquina paga”. L’OCSE (Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nella raccomandazione del 26 Maggio 1972 n. 128 ha
formulato per prima a livello internazionale il principio «chi inquina paga», affermando la necessità
che all’inquinatore fossero imputati «i costi della prevenzione e delle azioni contro l’inquinamento
come definite dall’Autorità pubblica al fine di mantenere l’ambiente in uno stato accettabile». Questo
principio ha trovato riconoscimento anche nell’attuale art. 191 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea ed è alla base del sistema di responsabilità civile per danno ambientale,
introdotto con la Direttiva 2004/35/CE, recepita in Italia dal Testo Unico Ambientale D. Lgs.
152/2006.
38
della titolarità del diritto di proprietà della risorsa utilizzata e, quindi, nell’ambito di
una soluzione di mercato. Nel suo teorema Coase sostiene che gli agenti economici
hanno la capacità di correggere gli effetti delle esternalità sulla base di semplici
contrattazioni private
79
, purché ciò avvenga in presenza di informazioni complete
fornite dalle parti e in assenza di costi di transazione. Soltanto in presenza di queste
condizioni si raggiunge una soluzione Pareto efficiente indipendentemente dalla
distribuzione iniziale dei diritti di proprietà.
I pagamenti per i servizi ecosistemici «payments for ecosystem services, PES»
80
sono collocati all’interno dei meccanismi di remunerazione basati su incentivi
economici e meccanismi di mercato. Il meccanismo dei pagamenti per i servizi
ecosistemici, infatti, si basa sulla creazione di convenienze economiche per gli
operatori che potenzialmente possono offrire, mantenere o valorizzare specifici
servizi ecosistemici. Il principio è quello di spingerli verso l’adesione volontaria ai
meccanismi di incentivazioni, proposti da una certa istituzione competente,
riallineando in tal modo l’interesse pubblico con quello privato. In sintesi, i
pagamenti per i servizi ecosistemici mirano a stimolare la produzione di esternalità
positive, trasformandole in veri e propri prodotti scambiabili sul mercato
81
.
2.2. La struttura base di uno schema di pagamento per i servizi ecosistemici
(secondo la definizione proposta da Wunder)
79
In altre parole, la contrattazione proposta da Coase rappresenta una forma di mercato nella
quale il bene esternalità può essere scambiato.
80
A. LEONARDI, D. PETTENELLA, Impronta idrica e servizi ecosistemici, in Intersezioni, Vol. 20,
Settembre 2012, p. 1 (p.3) chiarisce il significato dell’espressione “pagamenti per i servizi
ecosistemici” in questo modo: «I “Payments for Ecosystem Services” rappresentano un insieme di
iniziative (schemi di pagamento) accomunate dall’idea che anche un servizio ambientale, […] possa
essere acquistato sul mercato con un tradizionale atto di scambio».
81
Su questo argomento si veda: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
- DPN (Direzione per la Protezione della Natura), Definizione del metodo per la classificazione e
quantificazione dei servizi ecosistemici in Italia - verso la strategia nazionale per la biodiversità,
Marzo 2009, p. 9, disponibile al link:
http://www.isprambiente.gov.it/files/biodiversita/SERVIZI_ECOSISTEMICI.pdf (consultato in data
25/10/2018).
39
I pagamenti per i servizi ecosistemici portano l’attenzione sul valore degli
ecosistemi e fanno in modo che il territorio venga gestito in modo sostenibile. Le
stime alla base dei pagamenti per i servizi ecosistemici non hanno l’obbiettivo di
attribuire un prezzo ai servizi ecosistemici per rendere questi servizi privatizzati e
commercializzabili, ma rappresentano un tentativo di fornire uno strumento in più
alla tutela ambientale. I pagamenti per i servizi ecosistemici nascono con lo scopo di
remunerare i prodotti e i servizi forniti dagli ecosistemi, al fine di utilizzare le risorse
che ne derivano, per realizzare attività di gestione e di valorizzazione degli
ecosistemi stessi a beneficio dell’intera comunità. In pratica, i proprietari o i gestori
sono pagati per la fornitura di alcuni servizi ecosistemici o per adottare particolari
strategie di gestione, che consentono agli ecosistemi di rimanere intatti e di
continuare a produrre servizi a beneficio di tutti. Il meccanismo su cui si basano i
pagamenti per i servizi ecosistemici è una nuova forma di finanziamento, ma a
differenza delle forme tradizionali di finanziamento, dei sussidi e delle sovvenzioni
pubbliche, i pagamenti per i servizi ecosistemici sono finanziati direttamente e
volontariamente dai beneficiari del servizio ecosistemico che si intende preservare
82
.
La definizione più diffusa di uno schema di pagamento per i servizi ecosistemici
è quella elaborata da S. Wunder, che lo definisce come una transazione volontaria fra
almeno un produttore e almeno un acquirente, riguardo a un ben definito servizio
ambientale, a condizione che il fornitore del servizio ne garantisca la fornitura
83
. Se
82
Su questi argomenti si veda A. FARÌ, Beni e funzioni ambientali, cit., p. 140 e 142.
83
Wunder utilizza 5 criteri per definire lo schema dei pagamenti per i servizi ecosistemici: «a
PES is: 1. A voluntary transaction where 2. a well- defined ES (or a land-use likely to secure that
service) 3. is being ‘bought’ by a (minimum one) ES buyer 4. from a (minimum one) ES provider 5. if
and only if the ES provider secures ES provision (conditionality). First, Pesi s a voluntary, negotiated
framework, which distinguishes it from command-and-control measures. This presupposes that
potential ES providers have real land-use choices, something which in Vietnam, for instance, typically
was not the case: payments here were more to be seen as in integral part of the predominating
command-and-control system (Wunder, The, Ibarra, 2005). Secondly, what is bought needs to be well-
defined – it can be a directly measurable service (e. g. additional tons of carbon stored) or land-use
caps that are likely to help providing that service (e. g. “forest conservation provides clean water”).
In fact, here the word “likely” hides important scientific insecurities and popular perceptions.
Especially hydrological services are often based on beliefs rather than scientific proof (e. g. “forest
cover always increases water availability”) (Kaimowits, 2004). Also external factors can interfere;
Nature is not always ‘well-behaved’. For instance, even if forest conservation indeed increases the
likelyhood of clean local water provision, this increase may be subordinate if the general frequency of
tropical storms and flooding is high, thus dominating water-quality outcomes. Payments that build on
scientifically unlikely relationships, on likely relationship being unlikely to affect significantly the
desired outcome, or on what has outright been proven to be a myth, might persist over a long time. In
many cases, we lack the knowledge base to classify objectively which ES provision cases are real and
which ones are ‘imaginary’. However, we assume that a poor underpinning of ES will tend to
40
tutte le condizioni incluse nella definizione sono soddisfatte si parla di pagamenti per
i servizi ecosistemici in senso stretto (PES-core), se invece manca il requisito della
volontarietà si parla di pagamenti tipo-PES (PES-like)
84
. Secondo alcuni autori, fra
cui Wunder, la logica su cui si basano i pagamenti per i servizi ecosistemici è la
seguente: «Ecosystem managers, whether they be farmers, loggers, or protected area
managers, often receive few benefits from land uses such as, for example, forest
conservation. These benefits are frequently less than the benefits they would receive
from alternative land uses, such as conversion to cropland or pasture. But
deforestation can impose costs on downstream population, who no longer receive the
benefits of services such as water filtration, and on the global community, because of
reductions in biodiversity and carbon storage (the actual impacts will, of course,
decrease PES robustness and sustainability: the less realistic the scientific basis of a PES scheme, the
more exposed it is to the risk of buyers questioning its rationale and abandoning payments. In any
PES, there should be resources going from at least one ES buyer (criterion 3) to at least one provider
(criterion 4), though the transfer often occurs through an intermediary. Last but not least, in a PES
scheme user payments need to be truly contingent upon the service being continuously provided
(criterion 5). ES buyers thus normally monitor compliance, e. g. has hunting, deforestation or slash-
and-burn agricolture really been contained in the manner stipulated in a given contract? In developed
countries, supporting legal and enforcement apparatus can create the conditions for once-off
payments to provide future ES flows, for instance in permanent easements (e. g. Bayon, 2004;
Sokolow and Zurbrugg, 2003). But in developing countries, this option is usually lacking – more so in
agricultural frontier areas with weak governance. This feature implies that in the tropics PES
normally need to be periodic (often with an infinite horizon) and tied to “monitored compliance”.
Service buyers thus need to be able to withdraw from a PES contract if they do not get what they paid
for. Conversely, service providers may also have an interest in flexible contracts, so they can pull out
(or alter the terms) of a PES scheme if changing context conditions induce them to do so». S.
WUNDER, Payments for Environmental Services: Some Nuts and Bolts, Centre for International
Forestry Research, CIFOR Occasional Paper No. 42, Jakarta, Indonesia, 2015, p. 3 e 4.
84
Per una definizione diversa da quella proposta da Wunder si veda AA. VV. (a cura di) D.
MARINO, I pagamenti dei servizi ecosistemici in Italia dalla sperimentazione all’applicazione
attraverso il progetto LIFE+MGN, CURSA, in CURSA (pas)SAGGI, Anno 3, No. 8, Maggio/Luglio
2017, Roma, p. 17: «A causa della scarsa applicabilità nella pratica della definizione di Wunder,
Muradian et al.(2010) ne hanno proposto un’altra versione focalizzando maggiormente l’attenzione
sul carattere di bene pubblico dei SE e sull’opportunità d’internalizzare un’esternalità ambientale
attraverso il PES. Secondo questa interpretazione il PES è uno strumento che migliora la fornitura di
beni e servizi ecosistemici modificando i comportamenti individuali e collettivi che altrimenti
porterebbero al degrado degli ecosistemi e all’eccessivo consumo delle risorse naturali. In sostanza il
PES è un trasferimento di risorse tra diversi attori sociali (pubblici e privati) al fine di creare degli
incentivi per far coincidere le decisioni individuali e collettive con l’interesse della società nella
gestione del capitale naturale. A seconda del tipo di attori coinvolti si possono configurare diverse
tipologie di PES. Gli schemi di pagamento possono differire anche per scala di applicazione
(nazionale, regionale, locale), tipo di servizio o uso del suolo scambiato/regolamentato, per modalità
di pagamento e per la presenza di effetti indiretti (socio-economici e/o ambientali)». Sullo stesso
argomento si vedano anche: R. MURADIAN, E. CORBERA, U. PASCUAL, N. KOSOY, P.H. MAY,
Reconciling theory and practice: an alternative conceptual framework for understanding payments
for environmental services, in Ecological Economics, No. 69, 2010, p. 1202 (citato da AA. VV. (a
cura di) D. MARINO, op. ult. cit., p. 17); J. MARTÍNEZ-ALIER, R. MURADIAN, Handbook of Ecological,
cit., pp. 431-433.
41
vary from case to case). Payments by the service users can help make conservation
the more attractive option for ecosystem managers, thus inducing them to adopt it
(or, in the case of protected area managers, giving them the resources to do so)»
85
.
Da questa definizione discende che la struttura base di uno schema di pagamento
per i servizi ecosistemici comporta l’attivazione di un meccanismo finanziario, con
cui trasformare il servizio ecosistemico in un prodotto. Di conseguenza, è
fondamentale individuare con precisione il servizio, chi lo produce, gli utenti finali, il
valore del servizio, il suo prezzo di mercato e le modalità contrattuali e di
pagamento. Infatti, senza la previsione di un’adeguata compensazione per i servizi
ecosistemici che producono, i produttori del servizio non sono motivati a comportarsi
in modo virtuoso per l’ambiente e la società. Per questo, i pagamenti per i servizi
ecosistemici cercano di creare le condizioni per mantenere e valorizzare gli
ecosistemi e, contemporaneamente, migliorare le condizioni economiche degli
offerenti che, spesso, sono categorie sociali svantaggiate.
Gli schemi di pagamento per i servizi ecosistemici presentano delle
caratteristiche, che dipendono, alcune, dai diversi tipi di servizi ecosistemici che
intendono produrre o dal contesto sociale, economico o politico in cui vengono
realizzati, altre, da specifiche scelte di progettazione. Queste caratteristiche riflettono
le distinzioni che esistono fra i vari schemi di pagamento per i servizi ecosistemici.
In particolare gli schemi di pagamento per i servizi ecosistemici si differenziano in
base agli acquirenti, in base ai produttori, in base al funzionamento e in base alle
modalità con cui vengono istituiti
86
.
Per quanto riguarda gli acquirenti, esiste una distinzione significativa tra i casi in
cui gli acquirenti sono gli attuali utilizzatori del servizio ecosistemico e i casi in cui
gli acquirenti sono soggetti diversi dagli utilizzatori (di solito, il governo, una
organizzazione non governativa o un’organizzazione internazionale), che agiscono a
beneficio degli utilizzatori dei servizi ecosistemici. Nel primo caso si avrà un tipo di
schema di pagamento per i servizi ecosistemici denominato «user-financed PES
85
S. ENGEL, S. PAGIOLA, S. WUNDER, Designing payments for environmental services in theory
and practice: an overview of the issues, in Ecological Economics, No. 65, 2008, p.663, p. 664-665.
86
Per quanto riguarda le implicazioni derivanti dalla definizione di Wunder e per quanto riguarda
le caratteristiche degli schemi di pagamento per i servizi ecosistemici si veda S. ENGEL, S. PAGIOLA, S.
WUNDER, op.ult.cit., pp. 665 e 666.