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Premessa
L’ambiente familiare nel quale sono cresciuta e il Dna che ho ereditato traggono origine da
uno storico pregresso nel campo della formazione: a partire dal mio vissuto attuale con la
mamma insegnante elementare e il papà Dirigente Scolastico, al più recente trascorso con
la nonna materna insegnante elementare e il nonno paterno insegnante di Agraria, fino al
più lontano passato del Regno di Sardegna con uno zio di IV grado che ha insegnato
Diritto all’Università di Torino prima di intraprendere la carriera politica (Gian Battista
Cassinis, Ministro di Grazia e Giustizia durante il Governo Cavour, Presidente della
Camera dopo la proclamazione di Vittorio Emanuele II Re d’Italia). Un trascorso così
peculiare non poteva che lasciarmi in retaggio una profonda sensibilità nel riconoscere
l’importanza di trasferire saperi, trasmettere conoscenze con particolare attenzione
all’aspetto didattico, nonché, di fondamentale rilevanza, comunicare per tramandare
all’interlocutore il “messaggio” in modo corretto e mirato.
E’ in tale ambito che è scaturito il mio interesse nell’approfondire le dinamiche dei rapporti
inerenti alle organizzazioni mirati al contesto interno delle aziende, quindi al peso
determinante della comunicazione interna per l’interazione, per diffondere il senso di
appartenenza, per “fare gruppo”, per sviluppare capacità di innovazione e affrontare in
modo responsabile il cambiamento imposto dall’evoluzione dei mercati, della tecnologia,
del digitale e, di riflesso, del sistema organizzativo.
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Introduzione
L’essere umano è predisposto, per sua natura, ad una esistenza di tipo sociale e il mezzo
che rende attuabile il rapporto con gli altri simili è rappresentato dalla comunicazione, in
tutte le sue versioni. Il comunicare è l’anima della nostra esistenza, permette di interagire
con chi ci circonda, di intrattenere relazioni e di far parte di una rete sociale. Comunicare è
soprattutto chiarezza, ma ampliando la mera semantica è anche disponibilità,
partecipazione, rendere comune agli altri, propensione ad un risultato.
L’epoca dei mercati statici è terminata ormai da anni, i mercati stessi richiedono alle
aziende di diventare sempre più agili, ricettive al cambiamento. Il mondo nella sua totalità
è diventato più trasparente, turbolento, “interconnesso”, caratterizzato dall’accelerazione
tecnologica e digitale, dunque le organizzazioni devono assumere un ruolo di pronta
adattabilità sia in termini di nuovi investimenti che di change management, cioè di
innovativa gestione e organizzazione delle proprie risorse.
Come sostiene Philip Kotler, «oggi le imprese, devono muoversi più velocemente per
conservare la loro posizione […] se un’impresa fa sempre gli stessi affari presto non ne
farà più nessuno»
1
.
Per sottolineare la tipicità dell’era contemporanea, Klaus Schwab, presidente del World
Economic Forum di Davos, Svizzera, nel gennaio 2016 ha affermato che «l’ondata di
innovazione attuale non ha precedenti nella storia. Comparata con le passate, l’odierna
rivoluzione industriale sta evolvendo in maniera esponenziale piuttosto che seguire un
andamento lineare»
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, infatti, a guidare il cambiamento sono le diverse tecnologie e la
digitalizzazione ha una funzione cruciale.
L’Enterprise 2.0 è la naturale evoluzione delle imprese in risposta alle evoluzioni del web.
Il nuovo approccio strutturale organizzativo Enterprise 2.0 è il risultato del cambiamento
in atto nel mondo del business, le imprese devono adottare nuovi modelli di struttura in cui
la gestione della comunicazione è sempre più influenzata dalla rete che, in modo
1
Kotler P. (2003), Il marketing dalla A alla Z. Gli 80 concetti indispensabili per ogni manager, Il Sole 24
Ore, Milano, p.5.
Philip Kotler (nato a Chigaco nel 1931 ) è riconosciuto come il padre del marketing moderno e uno
dei massimi esperti mondiali di management .
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http://classeuractiv.it/news/industry-4-0-il-futuro-della-manifattura-201604271306451084
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pervasivo, sta modificando anche le strategie di mercato grazie a sistemi sempre più aperti
e in cui diventa un fattore fondamentale la collaborazione e la gestione delle conoscenze.
La rete di rapporti interpersonali, all’interno delle aziende, costituisce una componente
importante che le organizzazioni tendono sempre più a riconoscere e supportare per
valorizzarne gli effetti positivi sul clima aziendale e sulla capacità di problem solving,
stimolando così la creazione di reti sociali allargate, l’apertura e la trasparenza nei rapporti,
la condivisione di informazioni e conoscenza. Questo fenomeno porta una mutazione
dirompente dal punto di vista organizzativo perché rompe uno dei cardini base del classico
modello gerarchico: il rapporto di subordinazione diretto tra lavoratore e manager o
imprenditore.
Una costante, chiara, efficace comunicazione elude il crearsi di incomprensioni, dubbi,
indifferenze circa l’operato di ciascun individuo appartenente al gruppo di lavoro
agevolando rapidi e ricettivi flussi di interscambio interno ed anche esterno, predispone
solide basi per un’organizzazione agile, snella e pronta ad affrontare il change
management, conseguenza obbligata del cambiamento: «costruire un ambiente “fertile” per
l’innovazione comporta creare […] connessioni in cui le persone possono condividere e
ricombinare concetti, capacità […] l’innovazione langue in un ambiente […] che impone
l’adesione cieca a procedure operative standard e non consente alle persone di mettere in
dubbio i dogmi organizzativi o di suggerire nuovi modi di fare le cose»
3
.
Una trasformazione della struttura organizzativa rispetto alla classica impostazione
gerarchica, fondata su autorità e controllo, non è così immediata; la resistenza al
cambiamento ha radici storiche, già evidenziata da Machiavelli nel lontano Cinquecento:
«E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubia a riuscire, né
più pericolosa a maneggiare, che farsi a capo ad introdurre nuovi ordini. Perché lo
introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi
defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbono bene»
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.
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Gibson R. (2015), The 4 lenses of Innovation, Jhon Willey & Sons, Hoboken (trad. It. Virginio B. Salsa, Le
4 lenti dell’innovazione. Come potenziare il pensiero creativo, Lswr, Milano, 2015, p. 58).
Rowan Gibson, di origini londinesi, è universalmente riconosciuto come uno dei leader mondiali di pensiero
sull'innovazione delle imprese. I media lo hanno etichettato "Mr. Innovazione” e “guru tra i guru ". Speaker,
conferenziere e consulente di successo, ha tra i suoi clienti aziende come Accenture, Apple, Coca-Cola, IBM,
Microsoft, Wolkswagen.
4
Davico B. G. (1983), Niccolò Machiavelli, Il Principe, Mondadori (I Classici), Milano, p.33.
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I manager, solitamente, si oppongono a ogni nuova introduzione che non sia in linea con i
paradigmi dell’azienda perché, di fronte a stabili schemi istituzionali, funzioni e processi
consolidati appartenenti ad un sistema che ha portato brillanti risultati fin dal passato, non
avvertono stimoli nel modificare un tale collaudato equilibrio. La loro attività è valutata da
obiettivi scadenzati durante l’anno e il loro interesse è quello di ottenere risultati migliori
rispetto quanto svolto nel periodo precedente, in modo più rapido e a costi inferiori. Quindi
il cambiamento è, prima di tutto, a livello di cultura aziendale, necessariamente, mediata
dalla nodale funzione della comunicazione interna.
In particolare, la comunicazione interna delle organizzazioni è da considerarsi un rapporto
di valori innanzitutto, una componente stessa del sistema organizzativo così come lo sono
la tecnologia, le procedure e le norme, le risorse umane, ma spesso la tendenza è quella di
non considerarla tale, di volutamente sottovalutarne l’esistenza perché si tratta di un
fenomeno non stimabile in senso monetario, non quantificabile in termini sia economici
che di resa, il cui ritorno non è tangibile nel breve periodo. L’approccio al quale, invece, è
doveroso tendere è quello di considerare la comunicazione interna come un investimento
per il futuro dell’organizzazione, per assicurare la sua esistenza, il suo essere plasmabile ai
cambiamenti “imposti” dall’irrefrenabile evoluzione tecnologica, digitale e, dunque, alla
sua continuità.
A suggello dell’indispensabile ruolo che ricopre la comunicazione interna, è intervenuto
anche lo Stato italiano nell’ambito della pubblica amministrazione con la Direttiva
“Attività di comunicazione delle pubbliche amministrazioni”, emanata il 7 febbraio del
2002 da Franco Frattini, Ministro per la funzione pubblica e per gli affari regionali, ai
sensi dell’art. 2 Tipologia della comunicazione, ultimo comma: «una buona
comunicazione interna, fondata su di un’ampia circolazione delle informazioni sulle
attività e sui processi lavorativi e il pieno coinvolgimento del personale nei progetti di
cambiamento organizzativo, consente di costruire al meglio l’identità di
un’amministrazione, favorisce la crescita di un senso di appartenenza positivo alla
dimensione del lavoro pubblico e contribuisce a porre su nuove basi l’immagine della sfera
pubblica»
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.
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Gazzetta Ufficiale, http://95.110.157.84/gazzettaufficiale.biz/atti/2002/20020074/02A03449.htm. In
riferimento a tale Direttiva, è da citare la Legge 150/2000, rubricata “Disciplina delle attività di informazione
e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni” in quanto rappresenta il caposaldo normativo della
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Prima di addentrarmi nel vivo del “contenuto comunicazione interna”, ho ritenuto
interessante preparare il terreno illustrando il “contenitore organizzazione” con le sue
caratteristiche, i suoi elementi peculiari, le sue dinamiche, le sue componenti.
Lo scopo del presente elaborato è quello di considerare i possibili strumenti di
comunicazione utilizzati all’interno delle organizzazioni e di analizzare, in seguito a
ricerca empirica condotta tramite questionario e intervista, alcuni case history locali; la
scelta strategica della presente tesi è di evidenziare anche l’inevitabile necessità, da parte
delle organizzazioni, di riconoscere il cambiamento dettato dall’accelerazione tecnologica,
dall’evoluzione digitale perché la “rete” trasforma tutto l’ambiente circostante: l’economia,
la cultura, le relazioni e, soprattutto, la comunicazione. Le organizzazioni stanno sempre
più attribuendo un’importanza chiave alla comunicazione interna da “curare” tramite canali
innovativi, ma senza perdere di vista il fatto che alla base di ogni successo permane e
permarrà sempre l’essere umano, portatore di sentimenti, ambizioni e sogni: «se uno ha il
sogno, ha il driver che parte da dentro […] il sogno influenza completamente tutta la nostra
visione, i nostri pensieri»
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La prima parte, che consta di tre capitoli, è rivolta ad approfondire alcuni aspetti
organizzativi con lo scopo di illustrare il peculiare significato di organizzazione,
evidenziare i fondamentali processi di differenziazione dei vari compiti da distribuirsi
seguendo un preciso disegno dei ruoli e di integrazione, cioè il doveroso protendere a
un’unità di intenti di ciò che si fa per il raggiungimento di obiettivi comuni. Il tema, qui
illustrato, prosegue con l’argomentare circa il concetto dei ruoli e dei gruppi nelle
organizzazioni, evidenziando caratteristiche e funzioni per anticipare la tematica chiave
della comunicazione.
La seconda parte, che consta di quattro capitoli, è inerente alle dinamiche della
comunicazione interna con l’obiettivo di portare in luce la sua centralità riguardo tutti i
fenomeni organizzativi, influenzati gli uni dagli altri, come fondamentale collante per il
raggiungimento di una ottimale performance aziendale. L’elaborato prosegue analizzando i
vari strumenti di comunicazione interna soffermandosi nell’evidenziare l’evoluzione
comunicazione pubblica; l’obiettivo è stato quello di stabilire l’importanza strategica della comunicazione,
individuarne gli ambiti di applicazione, fissare alcune regole fondamentali per una gestione efficace della
comunicazione e dare una legittimazione professionale agli operatori.
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https://www.youtube.com/watch?v=3j7Ov0iFs94
Citazione di Eusebio Gualino, Amministratore Delegato Gessi S.p.A.
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digitale che, inevitabilmente, sta rivoluzionando gli scambi comunicativi del tradizionale
approccio gerarchico: una comunicazione interna “partecipata” delle strutture
organizzative flessibili che il mercato sta imponendo e alle quali (nuove strutture) devono
le aziende plasmarsi per fronteggiare la concorrenza. Il capitolo VI tratta la conseguente
evoluzione della struttura organizzativa ed evidenzia come, le risorse umane siano, mai
come in quest’epoca, una componente fondamentale dell’organizzazione stessa, con i loro
apporti, le loro capacità, potenzialità, ma anche con le loro necessità.
L’apertura di alcuni paragrafi è anticipata da citazioni con l’intento di sensibilizzare alla
lettura e alla comprensione.
L’ultimo capitolo è dedicato alla trattazione di tre differenti realtà aziendali, volutamente
selezionate dal territorio locale, a testimonianza del loro orientamento nei confronti della
comunicazione interna, comparando similitudini e differenze.