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All’interno di esse vengono stilati dei programmi individualizzati e
di sostegno alle famiglie.
ß LAVORO. Comprende tutte le proposte di reinserimento sociale e
lavorativo, rivolte agli stessi soggetti presi in carico.
ß CULTURA. Racchiude il Centro Studi, in cui si effettuano ricerche,
l’Università di Strada, l’Ufficio Scuola, i due periodici Narcomafie e
Animazione Sociale.
La rivista, luogo di ritrovo per i contributi provenienti dal mondo
accademico e dai lavoratori dei vari servizi (sociologi, educatori, animatori,
volontari, ricercatori sociali), opera nella direzione di un unico obiettivo:
accostare i due momenti della teoria e della pratica.
Si sa bene, infatti, come sia povera una riflessione teorica che non faccia
riferimento alla realtà pratica, così come tende ad esaurirsi una pratica priva
di costante confronto con il pensiero.
“Animazione Sociale”, date le sue peculiarità, si presta bene ad essere un
prezioso strumento nelle mani di tutti quegli operatori sociali che si
prodigano per rendere le persone in difficoltà protagoniste della propria
storia, attori del contesto in cui vivono, portatori di risorse e potenzialità
sconosciute o, per troppo tempo, accantonate.
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Tutti gli articoli presenti nella rivista si rifanno al principio ispiratore
dell’importanza e della centralità della persona nella sua interezza, unicità e
diversità: una dignità perduta sarà ripresa in mano dai soggetti versanti in
situazioni di disagio solo se verrà loro ridata voce e restituito protagonismo.
Sono questi i principi fondanti della rivista.
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PRESENTAZIONE
La rivista “Animazione Sociale” è un ottimo strumento nelle mani di chi,
lavorando direttamente nel territorio, vuole arricchire le proprie esperienze
professionali e personali con nuove piste di lavoro, costruite sul continuo
passaggio dalla teoria alla pratica.
In qualità di futura operatrice sociale ho colto l’importanza di tale mensile,
convinta del fatto che, prima ancora di poter solo ipotizzare un intervento
educativo, è indispensabile essere in possesso di una buona conoscenza
della situazione del tempo presente, fatto sia di bisogni che di risorse.
Volendo conoscere tale situazione, ho reputato indispensabile prendere in
considerazione gli episodi passati poiché si tratta di storia sociale e, come
tutte le storie che si rispettino, è costituita da tanti eventi concatenati l’uno
con l’altro, in un rapporto causa-effetto, e non è possibile una valutazione
del presente e una programmazione futura senza riferirsi a ciò che è
accaduto prima.
Il mio obiettivo è stato quindi di comprendere meglio come si sia arrivati ai
nostri giorni, all’interno di un’ottica di animazione sociale e culturale.
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Per questo motivo, prendendo in esame un quinquennio, sono partita
dall’anno 1996 per giungere fino all’anno 2000, cogliendo l’evoluzione
degli eventi in questo lasso di tempo ed effettuandone una rassegna.
La metodologia utilizzata è stata quella di una prima analisi sommaria su
tutti gli articoli contenuti in questi anni.
Nello specchietto sottostante sono elencati gli argomenti emersi da questo
primo studio generale, con riferimento alle tematiche affrontate per ciascuno
di essi
FAMIGLIA
Genitori, mondo adulto, rapporto genitori/figli,
violenza familiare
COMUNITÀ
Comunità locale, cooperative sociali, esperienze di
comunità, interventi in comunità, comunità
terapeutiche
POLITICHE SOCIALI
Politiche sanitarie, politiche giovanili, politiche per
tossicodipendenti, progettazione sociale, volontariato
SCUOLA
Qualità, insuccessi, riorganizzazione, animazione,
progettazione, cooperative learning, lavori di gruppo,
rapporto insegnate/alunni, orientamento scolastico,
disagio scolastico, formazione degli insegnanti
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RAGAZZI-
ADOLESCENTI-
GIOVANI
Attività educative con minori, problemi giovanili
(fumo, alcool, droghe), SERT, comunità alloggio,
informagiovani, gruppi di auto-aiuto
ANIMATORE-
EDUCATORE
Educatore con anziani, educatore con malati
psichici, educatore di strada, formazione
professionale, équipe educativa, tirocinio
formativo, mediatore, educatore biografo, problemi
e ansie
ETICA
Tolleranza, cura, povertà, relazioni d’aiuto,
solidarietà, carità, gratuità, dono, volontariato,
legami sociali, eguaglianza, sofferenza e dolore,
complessità del vivere, violenza, società pluralista
e multiculturale, affettività e cura, migrazioni, cura
di sé, amicizia, emozioni, incontro con l’altro,
fiducia, etica dell’educatore
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La rivista ha soffermato prevalentemente la sua attenzione su tre maggiori
temi, trattati con maggiore frequenza: FAMIGLIA – EDUCATORE –
MINORE.
Questi tre soggetti sono stati approfonditi, di anno in anno, secondo
prospettive differenti.
Per una questione di logicità ho reso l’aspetto riguardante l’educatore corpo
unico con quello riguardante l’adolescente, dal momento che l’uno
rimandava all’altro.
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FAMIGLIA
1996
La rivista si sofferma sul ruolo genitoriale, uno dei più complessi e
impegnativi, cercando di cogliere tutte le difficoltà che attualmente
comporta tale compito.
Nasce così l’importanza di sostenere le famiglie nel loro quotidiano
percorso (per esempio in situazioni particolarmente complesse come la
presenza di figli tossicodipendenti), ponendola al centro dei vari interventi
educativi rivolti ai minori.
Significativa in proposito è l’esperienza dei «Centri Età Evolutiva» di
Mestre (VE) in cui il progetto individualizzato riferito al bambino acquista
valore solo se il primo referente significativo diventa la stessa famiglia.
Essa dunque, culla di momenti cognitivi ed emotivi ineliminabili, va
considerata per meglio favorire la formazione dell’identità del bambino.
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1997
Comincia a farsi strada anche nell’ambito educativo il metodo
autobiografico, viaggio dentro di sé, scopritore di sogni e paure nascoste.
Risulta essere questo uno dei migliori metodi perché anche il genitore possa
ritagliarsi degli spazi propri in cui riflettere sui propri errori, sui propri
limiti, sulle proprie capacità.
Da qui l’avvio ai corsi di formazione per genitori, fatti appositamente per
riflettere su ciò che comporta la scelta di essere famiglia, la consulenza
psicopedagogica, l’inserimento in gruppi di auto-aiuto.
Inoltre viene proposta fortemente una collaborazione tra i vari nuclei
familiari per mezzo di vere e proprie RETI.
Anche in quest’anno non manca l’accento posto al sostegno familiare,
offerto dagli appositi servizi di mediazione, nei casi di separazione
coniugale.
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1998
Maggiormente rispetto agli altri anni comincia a farsi strada una famiglia
vista come RISORSA, non più solo come paziente da curare.
Da questa nuova concezione nasce l’idea di renderla sempre più
protagonista delle trasformazioni sociali, promotrice di cambiamenti.
Per questo motivo la si colloca al centro della riflessione sviluppatasi nei
servizi riguardanti lo sviluppo del bambino e, in quanto agenzia educativa, è
chiamata ad incontrare tutti gli altri attori coinvolti nello stesso ambito,
all’interno di una più ampia rete sociale.
Un esempio di ciò giunge da Lido Adriano, frazione del comune di
Ravenna, in cui viene cercato un punto di incontro tra pubblico e privato,
utile per sostenere le famiglie.
Nella stessa scia si colloca l’Osservatorio permanente sulle famiglie,
ispirato dal tentativo di realizzare uno strumento di informazione,
collaborazione e sinergia tra vari servizi (istituzioni, servizi sociali
comunali, volontariato …) coinvolti in diverso modo con il sostegno alle
famiglie.
Quest’anno comprende anche una breve riflessione sulla violenza esercitata
dall’adulto.
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1999
Ampia attenzione viene rivolta al problema della tossicodipendenza e agli
stati d’animo vissuti dai genitori aventi in casa un figlio versante in tale
situazione di disagio.
Importante in questi casi è superare i sentimenti di colpa e vergogna che
spesso attanagliano la coppia al punto di soffocarne ogni tipo di intervento
d’aiuto rivolto al figlio.
Anche qui la famiglia non deve perdere di vista il suo essere risorsa
ineliminabile all’interno dei Centri per le famiglie, in cui vengono fatti
incontrare genitori, educatori e bambini.
Significativa l’esperienza del SERT di Cagliari, dove i genitori sostengono
costantemente il figlio nel lungo percorso di recupero.
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2000
In quest’anno ne viene approfondito maggiormente il valore e le potenzialità
spesso offuscate da altri modelli educativi proposti ai minori.
Viene segnalata l’iniziativa promossa dalla provincia di Reggio Emilia con
il progetto Famiglierisorse, avente come obiettivo l’avvicinamento tra
servizi e famiglia.
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EDUCATORE – MINORI
1996
In quest’annata la rivista lascia parecchio spazio alla riflessione
sull’educatore professionale, figura ricca di sfaccettature (educatore come
animatore socio-culturale, educatore come psicoanalista), puntando
maggiormente sul suo PERCORSO FORMATIVO, reso più significativo dal
TIROCINIO, inteso come momento in cui ci si sperimenta e si comprende la
vera motivazione e da cui prende le mosse la scelta di tale professione.
A proposito di questa figura, che va notevolmente ampliando il suo raggio
di azione, si pensa che sia importante la costante presenza della supervisione
(costituita possibilmente dagli stessi educatori), in grado di sostenere e
affiancare l’operato di questo complesso e contraddittorio mestiere.
L’attività dell’educatore è sempre relazionata all’utente di riferimento e, per
rendere tale relazione al massimo significativa, si apre la strada al PERCORSO
AUTOBIOGRAFICO, strumento utilissimo perché le due parti in gioco possano
considerarsi creatori della storia, della propria storia.
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La difficoltà principale proveniente dal mondo giovanile riguarda
l’incapacità di rappresentarsi il futuro, visto oltre che come elemento di
disagio anche come uno dei tanti fattori di rischio su cui intervenire.
Da qui nasce la rivalutazione dei luoghi-non-luoghi, detti così perché non
istituzionalizzati, come la STRADA, comprensiva di panchine, muretti,
piazze, gradini.
È questo il nuovo spazio su cui si spende l’educazione, all’interno di nuove
sfide lanciate dal sociale per realizzare lavori tra gruppi informali e per
rendere i loro luoghi d’incontro nuovi “spazi educativi”.
1997
In quest’anno uno tra gli aspetti problematici dominanti sembra essere la
dipendenza da sostanze tossiche: si fanno avanti le nuove droghe.
Risulta indispensabile conoscerle per poi ipotizzare nuovi metodi di
intervento.
Vengono presentate nuove strategie di accoglienza nei SERT, continui
tentativi d’incontro con il disagio giovanile nell’ambito della
tossicodipendenza e nuovi momenti di riflessione sul perché delle ricadute.
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Se già nell’annata precedente si parlava di ANIMAZIONE DI STRADA, adesso
si continua nell’approfondimento di tale aspetto, cogliendo anche la
presenza di “fantasmi” vincolanti l’iniziativa dell’animatore in tale campo.
Si continua ad analizzare il ruolo dell’educatore e i suoi ambiti di
competenza: viene fuori lo sport in tutta la sua valenza educativa,
l’importanza di creare una relazione significativa con i minori a rischio,
decidendo di percorrere con loro un pezzo di strada insieme e si prosegue
nell’ambito dell’AUTORIFLESSIVITÀ.
Nuovo aspetto preso in considerazione è la riflessione sulle comunità per
minori, sulle caratteristiche da possedere per meglio incontrare le nuove
problematiche minorili.
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1998
Si continua esattamente sul percorso di riflessione e di metodologia
d’intervento tracciato precedentemente: attenzione alle comunità per minori,
lavoro di strada, lettura dell’adolescenza da parte del mondo adulto.
L’educatore viene delineato con delle peculiarità tali da renderlo una figura
ideale e, nell’ambito della relazione educativa, si parla di ritmo narrativo, di
differenza tra amicizia e amicalità, di counselling come pratica di aiuto.
Gli adolescenti si mostrano prevalentemente per il loro desiderio e bisogno
di rischiare, di provare nuove esperienze avventurose: all’educatore spetta
l’arduo compito di incanalare nel giusto percorso questa carica energetica.
Si presenta l’idea di un intervento globale nella comunità terapeutica per
tossicodipendenti: esperienza del SERT S. Gaetano di Vicenza.