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Introduzione
Allora...io ho inviato delle foto molto intime ad un ragazzo. Questo è successo diversi mesi
fa, quando ancora stavamo insieme. Anche lui me ne aveva inviate, ma quando ci siamo
lasciati io ho cancellato tutto. Ora lui è venuto a sapere che sto con un altro ragazzo e mi
minaccia di metterle su Facebook. Io l’avevo già bloccato da tutti i social, ma mi sta
scrivendo tramite una nostra amica “dì a quella poco di buono che io quelle foto le ho
ancora”. La mia amica ha cercato di farlo ragionare e lui le ha risposto che può evitare
solo se io torno a letto con lui. Sono disgustata, spaventata. Ditemi che c’è un modo per
uscirne.
(Alice, 17 anni dal Dossier “Abuso sessuale e pedofilia. Storie, contesti e nuove sfide” di
Telefono Azzurro, 2017, p.12)
L’obiettivo di questo lavoro è poter rispondere “si”, poter rispondere “si c’è un modo per
uscirne” al messaggio di aiuto che Alice ha inviato al Telefono Azzurro a seguito delle
minacce dell’ex fidanzato di pubblicare le sue foto intime. Foto intime inviate in un momento
di leggerezza e di fiducia nei confronti di un’altra persona. In un momento in cui Alice non
poteva mai immaginare che quelle foto potessero diventare il suo più grande incubo. La
ragazza si ritrova così oggi ad essere vittima di un fenomeno in espansione, conosciuto come
Cyber-bullismo. Quest’ultimo può colpirti ovunque: tra le mura della tua camera, tra i banchi
di scuola, in macchina. Basta una “notifica” attraverso quel dispositivo elettronico che porti
sempre con te in tasca, in borsa o nello zaino. Basta un singolo messaggio, che può partire
dall’ ex-fidanzato e arrivare in tutto il mondo, per diventare una tra le molteplici vittime di
cyber-bullismo.
Si è deciso di studiare questo fenomeno nel periodo in cui ci si sente più forti ma in realtà
si è più deboli e vulnerabili: l’adolescenza. Il primo capitolo di questo lavoro è dedicato
infatti a questo periodo di sviluppo: partendo dagli studi classici dell’adolescenza, siamo
arrivati a delineare chi è l’adolescente di oggi, un nativo digitale che beneficia delle
opportunità e allo stesso tempo viene pregiudicato dai rischi della rete.
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Il secondo capitolo è dedicato proprio a quest’ultima, una grande risorsa per i più piccoli
e per i più grandi se sfruttata consapevolmente, che a volte può trasformarsi in un pericolo,
dando vita a quel fenomeno a cui questo lavoro è dedicato.
Il terzo capitolo è indirizzato interamente al cyber-bullismo, alle differenze con il
bullismo tradizionale, ai fattori di rischio per diventare un cyber-bullo o una cyber-vittima,
e in particolare quando questo accade in seguito all’invio di messaggi, foto o video sessuali,
la pratica conosciuta come Sexting. Il Sexting può realizzarsi per diverse motivazioni, per
rinforzare ad esempio la propria immagine corporea oppure anticipare un rapporto sessuale,
e non sempre questo fenomeno porta ad esiti negativi, ma bisogna comunque esplorare la
possibilità che questo possa avvenire. Le immagini sessualmente esplicite immesse in Rete
acquisiscono un enorme potenziale di diffusione, sia in termini di tempistiche che di raggio
di azione, costituendo una minaccia a lungo termine per il soggetto.
Il quarto capitolo descrive la ricerca sperimentale che abbiamo sviluppato per indagare
la correlazione tra i due fenomeni: Il cyber-bullismo e il sexting. In particolare, la
correlazione tra l’invio di messaggi, foto o video sessuali e la vittimizzazione sessuale
online: la condivisione di informazioni o immagini con contenuti sessuali da parte
dell’aggressore contro la volontà della vittima. Un fenomeno contraddistinto dall'assenza di
limiti geografici e temporali, dall'anonimato percepito attraverso Internet, e dalla natura
indiretta di questo tipo di aggressione, caratteristiche che ne aumentano la probabilità di
realizzazione (Kiriakidis & Kavoura, 2010; Smith, 2012). La ricerca è stata realizzata
tramite la distribuzione di questionari a 820 studenti di alcune scuole secondarie di secondo
grado del Centro e Sud Italia, sono state analizzate le differenze di genere e orientamento
sessuale nel fenomeno della cyber-vittimizzazione sessuale, indagando la correlazione non
solo con la frequenza del sexting, ma con le motivazioni sottostanti ad esso, con la percezione
che il ragazzo ha dell’opinione sulla pratica del sexting da parte delle persone per lui
fondamentali ed il desiderio sessuale. I risultati sono stati analizzati attraverso l’uso del
software statistico Spss.
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CAPITOLO PRIMO
Quando sei un adolescente.
Quando sei un adolescente, il mondo dei “piccoli” ti appare lontano, passato, superato, sogni
di far parte di quel mondo composto un po' da “supereroi”, un po’ da “cattivi’, quel mondo
dei “grandi” a cui invidi l’indipendenza, e del quale disconosci le responsabilità.
Quando sei un adolescente, scopri per la prima volta “le farfalle nello stomaco”, ti sembra
che quest’ultime ti diano una forza incredibile, che abbiano un effetto magico e tutto sia
possibile, realizzabile.
Quando sei un adolescente, un turbine di emozioni ti assale, sei felice, sei triste, sei
arrabbiato; a volte ti senti solo ed a volte invece sono proprio i tuoi coetanei a darti la forza
che non conoscevi di avere.
Ma quando sei un adolescente?
In questo capitolo si cercherà di rispondere a questa domanda, delineando, attraverso
l’esplorazione di studi classici e recenti, il mondo degli adolescenti e di ciò che li circonda:
la famiglia, la scuola e i loro coetanei.
1.1 Studi classici sull’adolescenza.
Gli studi psicologici sull’adolescenza, come fase della vita che va tra gli 11 e 18 anni,
iniziarono intorno al 1900.
Fu Stanley Hall, con l’opera Adolescence (1904), a cominciare a interessarsi attraverso
metodi scientifici al periodo adolescenziale, riconoscendo questa fase come cruciale per lo
sviluppo umano. Descritta come una “nuova nascita”, l’autore espone alcuni fenomeni come
caratteristici e costanti di questo periodo dell’esistenza: l’età delle posizioni estreme, delle
tempeste emozionali, della fiducia smisurata nelle proprie forze, contrastata dalla
disperazione per i propri limiti.
Ma quest’ultimi, sono fenomeni biologicamente determinati, indipendenti da fattori
culturali e ambientali? Secondo Hall, ovunque tu sia nato, che sia Occidente o Oriente,
dovrai far i conti con questi cambiamenti interiori, che incideranno sulla personalità
dell’adulto che diventerai in futuro, plasmata dalle diverse esperienze fatte.
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In contrasto con questa tesi, si pongono gli studi scientifici di Margaret Mead (1928),
condotti in una società definibile come “primitiva”, tra le ragazze dell’isola di Taw
nell’arcipelago di Samoa. L’autrice ha dimostrato che le tempeste dell’adolescenza sono un
prodotto della cultura e non una inevitabile tappa fisiologica, avanzando la tesi secondo la
quale in Occidente questo periodo sia caratterizzato da conflitti e tensioni proprio perché il
rapporto tra genitori e figli è fondato su un’alternanza tra dipendenza e dissidi, e
l’adolescenza si sviluppa in un ambiente in cui la sessualità è affrontata in maniera
problematica.
L’orientamento psicoanalitico ha invece approfondito la teoria di Hall.
Sigmund Freud, nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), ha definito la pubertà come il
momento in cui la sessualità infantile raggiunge la sua forma definitiva, e Anna Freud, con
la teoria della ricapitolazione, descrive l’adolescenza come un periodo di riepilogo,
caratterizzata da un Es
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relativamente forte che si oppone a un Io
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debole; quest’ultimo infatti
esercita i meccanismi di difesa appresi, utilizzando quanto accaduto in passato per
comprendere il presente.
Secondo l’autrice tra i meccanismi di difesa avremo:
- l’ascetismo, che scaturisce in un blocco dei desideri istintuali in maniera indifferenziata,
con il rischio che si slitti in eccessi pulsionali.
- l’intellettualizzazione, cercando di elaborare in maniera conscia una mediazione tra Io
e Es, vigilando sugli istinti.
- la rimozione, tramite il rifiuto di tutti gli oggetti di amore infantili, con il rischio di una
chiusura dell’adolescente anche nei confronti dei genitori; questo può avvenire attraverso il
disinvestimento affettivo, il quale può sfociare in isolamento e asocialità.
Accanto al distacco dalle figure parentali, si cercheranno e creeranno altri oggetti
d’amore, come ad esempio altri coetanei; l’adolescente cercherà dunque di formare la
propria identità al di fuori del nucleo familiare.
Durante questa tappa dell’esistenza dovrà formarsi il carattere dell’individuo: il suo
assetto, che ha avuto origine nell’infanzia, raggiungerà una struttura stabile in questa fase,
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Es: secondo il modello strutturale di Freud è la sede delle pulsioni istintuali, tende alla scarica
delle pulsioni.
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Io: secondo il modello strutturale di Freud prende le decisioni e integra i dati percettivi,
responsabile dei meccanismi di difesa utilizzati per contrastare l’es.
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in base alla quale la persona reagirà all’ambiente circostante e si approccerà agli altri. Il
nostro carattere ci guiderà quindi nella scoperta del mondo e, secondo la teoria di Peter Blos
(1962) la sua costruzione avverrà attraverso alcune sfide, tra le quali abbiamo il processo di
separazione/ individuazione, tramite il quale si de-idealizzano le figure dei genitori e ci si
impegna in nuove relazioni esterne. Si avrà una rielaborazione dei traumi infantili, si
costruirà una continuità dell’Io, in quanto il soggetto deve poter trovare una coerenza tra il
Sé reale e il Sé idealizzato, una continuità nel tempo della proprio essere; si formerà
un’identità sessuale, che darà vita a nuove relazioni sentimentali al di fuori del nucleo
familiare. Questo percorso, attraversato da diverse fasi, creerà un sé stabile, con confini
delineati tra l’individuo e il mondo esterno. Anche secondo la visione di Meltzer (1967) gli
adolescenti si distaccano dalla concezione onnipotente ed idealizzata che avevano del
genitore, e la componente centrale di questo periodo sarà la ricerca della conoscenza, una
ricerca che avviene in solitudine, con sofferenza e fatica, e non attraverso un’“investitura”
da parte dei genitori. In base al modo con cui viene affrontata questa nuova condizione si
può sfociare in diversi modelli di adolescenza: un’adolescenza adeguata, in cui si accetta la
propria condizione e la si condivide con il mondo dei pari; un’adolescenza precoce, dove
vengono bruciate delle tappe evolutive; o un’adolescenza all’insegna del conformismo,
basato sull’imitazione passiva dei valori genitoriali; o ancora si potrebbe ottenere
un’adolescente isolato, narcisistico, che vive nell’illusione di essere onnipotente e originale.
Indubbiamente ciò che gioca un ruolo cruciale in questo periodo della vita è l’ambiente,
il contesto in cui ci troviamo, che influenzerà la crescita e la vita del soggetto, come
sottolinea il modello psico-sociale di Erikson (1950). Quest’ultimo individua lo sviluppo
umano come un processo di adattamento, suddiviso in diverse tappe, dove l’una è il
prerequisito della successiva, ed il passaggio dall’una all’altra implica uno stato di crisi, dove
l’individuo dovrà ritrovare un equilibrio. Nell’adolescenza l’obiettivo principale è la ricerca
dell’identità, costruita dall’interazione delle diverse parti della personalità attraverso un
incontro tra il sé interiore e il sé esterno investito di ruoli sociali.
“Esistono continui e spesso sconvolgenti transizioni tra questi sé: si consideri il sè fisico
nudo al buio o improvvisamente esposto alla luce; il sé vestito tra amici o in compagnia di
gente più in alto o più in basso nella scala sociale; il sé appena sveglio o ancora insonnito