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INTRODUZIONE
Se dovessimo elencare i cineasti più rappresentativi di questi primi anni Duemila,
sicuramente Christopher Nolan occuperebbe una posizione di rilievo. Non si può
negare infatti che il regista inglese abbia segnato profondamente il panorama
cinematografico recente, spaziando con disinvoltura e abilità tra una grande
varietà di generi, dal thriller al war movie, passando per i cinecomic e la
fantascienza. Un percorso che l‟ha portato, in appena vent‟anni, dall‟essere un
semplice, ma geniale, cineasta indipendente a diventare una delle figure più
importanti (se non la più importante) della Hollywood contemporanea.
Nato a Londra il 30 luglio 1970, Christopher Edward Nolan cresce tra la
capitale britannica e Chicago (avendo padre inglese e madre americana ha la
doppia cittadinanza). Da adolescente inizia a sviluppare un grande talento per la
fotografia e una forte passione per l‟arte, a cui fa seguito una particolare
vocazione per la cinematografia
1
. Presa in mano la cinepresa Super 8 del padre,
comincia a realizzare filmini nel tempo libero. Durante gli anni passati a studiare
letteratura inglese allo University College di Londra, tale attività si evolve in un
1
Cfr. M. Zanichelli, Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto, Betti, Milano 2018, p. 21.
6
lavoro da cameraman per video-tutorial. È in questo periodo che ha origine il suo
primo cortometraggio, Tarantella (1989), girato con la tecnica dello stop motion
utilizzando action figure da collezione. Anche se è irreperibile al giorno d‟oggi,
Nolan riesce all‟epoca a farlo trasmettere sul canale americano PBS
2
.
All‟università conosce l‟aspirante attore Jeremy Theobald, con cui fa
amicizia. Una volta laureati, i due stringono una collaborazione artistica e nel
1995 realizzano un altro cortometraggio, Larceny, girato in bianco e nero e con
cinepresa da 16 mm, che viene presentato al Cambridge Film Festival. Il
sodalizio continua con Doodlebug (1997), opera di tre minuti in cui assistiamo ai
tentativi, da parte di un giovane uomo (interpretato da Theobald), di schiacciare
un insetto. Un corto surreale, con forti rimandi a Le metamorfosi di Kafka e ad
Eraserhead (1976) di David Lynch, che anticipa molte delle tematiche chiave
della filmografia nolaniana e pone il regista all‟attenzione della critica. È inoltre
cofinanziato da Emma Thomas, una figura determinante nella vita di Christopher
Nolan: non solo diventerà sua moglie, ma sarà anche la produttrice di tutti i suoi
lungometraggi
3
.
Il primo di questi vede la luce nel 1998. Girato nel corso di un anno, in
bianco e nero e con pochi soldi (appena 6000 dollari americani), Following è un
originale noir incentrato su un disoccupato (ancora Jeremy Theobald) che passa
le giornate a seguire persone a caso per le strade di Londra, finché non incontra
un ladro che lo inizia al mestiere. L‟esordio di Nolan riceve un‟accoglienza
calorosa da parte della critica, vince la Tigre d‟Oro al Festival di Rotterdam del
1999 e viene proiettato all‟Hong Kong Film Festival dello stesso anno
4
.
Nel 2000 avviene la trasferta americana. Forte di un budget di 5 milioni di
dollari (stanziati dalla casa di produzione Newmarket Films) e di un cast di
professionisti (Guy Pearce, Carrie-Ann Moss e Joe Pantoliano), Nolan scrive e
dirige Memento, storia di un detective affetto da perdita di memoria a breve
termine, intenzionato a vendicarsi dell‟uomo che ha violentato e ucciso sua
2
Cfr. S. Santi Amantini, Christopher Nolan: Realtà e sogno al lavoro, Whiterose Pictures, San Giustino
(PG) 2017, p. 30.
3
Cfr. M. Zanichelli, Christopher Nolan.Il tempo, la maschera, il labirinto, p. 21-22.
4
Cfr. S. Santi Amantini, Christopher Nolan: Realtà e sogno al lavoro, p. 31.
7
moglie. Nonostante si prenda molte libertà a livello di trama, il regista basa il
film sul racconto Memento Mori di suo fratello Jonathan, personaggio di
altrettanta importanza nell‟ambiente dello spettacolo: prolifico sceneggiatore, ha
co-scritto molte delle pellicole di Christopher e ha sviluppato due tra le serie tv
più innovative e acclamate degli ultimi anni, Person of Interest (2011-2016) e
Westworld (2016-in corso), entrambe prodotte da J.J. Abrams (altro enfant
prodige della Hollywood contemporanea).
Memento si rivela un successo di pubblico e critica, vince numerosi premi e
viene anche candidato a due Oscar (per la sceneggiatura e il montaggio). Tra gli
ammiratori della pellicola vi è Steven Soderbergh che, in veste di produttore,
propone a Nolan di dirigere Insomnia (2002), remake dell‟omonimo thriller
norvegese di Erik Skjoldbjærg del 1997. Dopo due produzioni indipendenti, è
l‟occasione per Christopher di lavorare per una grande major americana (la
Warner Bros.), con un budget consistente (46 milioni di dollari) e con star del
calibro di Al Pacino e Robin Williams, rispettivamente nei ruoli di un detective
moralmente compromesso e dell‟assassino da catturare.
La vera svolta arriva però nel 2005. La Warner, che da anni sta tentando di
rilanciare la saga dedicata al supereroe Batman dopo il flop di Batman & Robin
(Joel Schumacher, 1997), decide di affidare il nuovo film proprio a Nolan.
Quest‟ultimo, alla sua prima esperienza con un blockbuster, opta per una
soluzione drastica: taglia i ponti con la vecchia serie, inaugurata da Tim Burton, e
realizza un reboot (anticipando una delle ultime mode di Hollywood). Batman
Begins si incentra così sulle origini dell‟uomo pipistrello, interpretato per
l‟occasione da Christian Bale, e lo fa in maniera personale e innovativa,
proponendo una nuova versione dell‟eroe, “da un lato più fedele al fumetto, e
dall‟altro molto più umano, e meno „supereroistico‟”
5
. Una rilettura che convince
critici e fan e che incassa ben 372 milioni di dollari a fronte di un budget di 150,
contribuendo ad accrescere la fama del regista.
Con The Prestige (2006), liberamente tratto dall‟omonimo romanzo di
Christopher Priest, Nolan torna a una produzione più piccola, ma non meno
5
Ivi, p. 32.
8
importante. La pellicola, che narra la rivalità tra due illusionisti (Hugh Jackman e
Christian Bale) nella Londra di fine Ottocento, in breve tempo diventa un cult.
Per molti rappresenta addirittura il capolavoro del cineasta.
Nel 2008 Nolan continua la sua saga di Batman con Il Cavaliere Oscuro
(The Dark Knight). È il film che lo consolida definitivamente come nome di
punta ad Hollywood. La pellicola non solo raggiunge l‟incasso record di un
miliardo di dollari, ma grazie alla sua complessità narrativa e tematica
rivoluziona completamente il genere cinecomic, diventandone uno dei maggiori
(e migliori) esempi. Gran parte del successo deriva anche dalla straordinaria
interpretazione del compianto Heath Ledger, che dà vita a un Joker iconico e
carismatico, e la cui prova viene premiata con l‟Oscar postumo.
Il trionfo del sequel di Batman Begins garantisce a Nolan una cosa che
nell‟ambito del cinema commerciale è sempre più rara: la possibilità di realizzare
una pellicola ad alto budget basata su una sceneggiatura originale. È risaputo
infatti che le major preferiscono andare sul sicuro puntando su seguiti e
trasposizioni di opere già conosciute (e possibilmente con grandi fanbase alle
spalle). Inception (2010), al contrario, è il primo film del regista dai tempi di
Following a non costituire un adattamento di un romanzo, di un fumetto o di un
altro film. Una scelta rischiosa, ma che si dimostra vincente. Il thriller
fantascientifico con Leonardo Di Caprio (nei panni di un ladro capace di entrare
nei sogni delle persone) riscuote più di 800 milioni di dollari, di cui quasi 300 nei
soli Stati Uniti.
Nel 2012 Nolan chiude definitivamente la propria trilogia di Batman con Il
Cavaliere Oscuro – Il ritorno (The Dark Knight Rises) che, pur non
soddisfacendo tutti i fan, riesce a bissare il successo commerciale del
predecessore. Ripropone poi un soggetto originale (sviluppato insieme al fratello
Jonathan) con Interstellar (2014), epica space opera con Matthew
McConaughey, da molti paragonata a 2001: Odissea nello spazio (2001: A space
odissey, Stanley Kubrick, 1968). Nel 2017, infine, si confronta per la prima volta
con il genere bellico firmando Dunkirk, che ricostruisce in modo originale uno
dei capitoli più interessanti (ma poco affrontati al cinema) della Seconda guerra
9
mondiale: la cosiddetta “operazione Dynamo” (maggio-giugno 1940), grazie a
cui 300.000 soldati inglesi, intrappolati dai Tedeschi sulle coste francesi,
riuscirono a tornare sani e salvi in Patria.
Vincitore di 3 premi Oscar e acclamato dalla critica, Dunkirk è il culmine di
una carriera che definire sfolgorante sarebbe un eufemismo. Partendo dal basso e
procedendo a piccole tappe, Christopher Nolan ha saputo ritagliarsi un ruolo di
primo piano nell‟industria cinematografica, riuscendo dove molti altri cineasti,
per quanto talentuosi, spesso falliscono. Fondamentale è stata la sua capacità di
distinguersi dalla massa e al tempo stesso aprirsi al grande pubblico, proponendo
“pellicole che risultano assolutamente godibili e prive di un eccessivo
cerebralismo, senza però mai perdere di vista una costruzione attenta e
complessa, degna di essere analizzata”
6
. Si potrebbe dire che il segreto del
successo di Nolan risieda proprio in ciò che lo rende così speciale, ovvero
l‟attitudine a coniugare cinema d‟intrattenimento e autoriale. Questa qualità, che
lo accomuna a personalità di rilievo come Steven Spielberg, Alfred Hitchcock e
Stanley Kubrick, assume un valore speciale a partire da Batman Begins. Da qui
in avanti, infatti, è possibile associare alle produzioni filmiche nolaniane il
termine “blockbuster d‟autore”. Sembra quasi un ossimoro, dopotutto le due
parole che lo compongono identificano due mondi non solo diversi, ma
addirittura agli antipodi.
Con “blockbuster” si intendono quei film, prodotti soprattutto dalla metà
degli anni ‟70 in poi, che “tendenzialmente costano una grande quantità di
denaro” e che “mostrano sullo schermo avvenimenti spettacolari con abbondante
impiego di effetti speciali ottenuti con le tecnologie più aggiornate”
7
, con
l‟obiettivo di “attirare un pubblico che vada oltre il numero degli spettatori
consueti”
8
e ottenere il maggior incasso possibile. In questo senso il blockbuster
si può definire come una riproposizione del cosiddetto “cinema delle attrazioni”
di inizio Novecento: un cinema puro, di soli effetti, che mira a stupire e
6
S. Miceli, Christopher Nolan, Sovera, Roma 2008, p. 12.
7
G. King, La Nuova Hollywood. Dalla rinascita degli anni Sessanta all’era dei blockbuster, Einaudi, Torino
2004, p. 62.
8
Ivi, p. 65.
10
intrattenere attraverso le immagini più che con la narrazione. Ma anche pensato
per scopi esclusivamente commerciali e quindi confezionato in modo da essere
venduto a tutti i tipi di pubblico, a cominciare dalle famiglie. A causa di ciò,
spesso questo genere di film viene giudicato negativamente, come se non fosse
né arte né cinema. Dopotutto non è raro imbattersi in “blockbuster decisamente
blandi, deboli anche nella struttura portante, poveri ed inconcludenti, che non
riescono nemmeno nel loro primo e fondamentale obiettivo di saper
intrattenere”
9
. Un esempio perfetto è la saga di Transformers (2007-in corso)
diretta da Michael Bay, dove è “spudorato il connubio tra inconsistenza del
racconto e ossessione delle forme visive o iperbole dell‟infografica
spettacolare”
10
.
Per contro, la parola “autore” richiama un‟idea di cinema radicalmente
opposta, in cui le esigenze espressive del regista prevalgono sulle leggi del
mercato. I film d‟autore si contraddistinguono per la loro originalità tematica,
linguistica e stilistica, diretta emanazione della poetica di chi li realizza, e non
puntano necessariamente a mettere in scena eventi spettacolari. Piuttosto
guardano alla realtà, alla vita di tutti i giorni, e contemporaneamente si fanno
portavoce di riflessioni profonde, di carattere etico, filosofico o esistenziale. Il
cinema autoriale non vuole per forza piacere a tutti e non insegue il successo
commerciale, al contrario è rivolto ai palati più raffinati. È un cinema d‟élite,
intellettuale, che ambisce allo status di vera arte e non teme di infrangere le
regole classiche. Può essere eccessivamente cerebrale, ma anche capace di
suscitare forti emozioni nel cuore degli spettatori. Insomma, quanto di più
distante dal blockbuster.
Un ulteriore aspetto divide queste due concezioni di cinema: l‟area
geografica. Mentre il blockbuster rimanda in automatico all‟America (e a
Hollywood nello specifico), il film d‟autore si identifica maggiormente nell‟area
europea. Considerata la sua doppia nazionalità (statunitense e inglese), pare quasi
che Christopher Nolan fosse destinato a fare da ponte tra tali estremità.
9
S. Santi Amantini, Christopher Nolan: Realtà e sogno al lavoro, p. 36.
10
R. Menarini, “Prefazione. Christopher Nolan, o della conservazione del cinema”, in M. Zanichelli,
Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto, p. 10.
11
E così i lavori del regista non rinunciano all‟intrattenimento del pubblico,
sono riconducibili a generi ben definiti e commerciali (il superhero movie, ad
esempio), fanno bella mostra di effetti speciali sorprendenti e abbondano di
eccitanti scene d‟azione. Eppure, al di là di tutto questo, è possibile scorgere la
mano di un vero autore, degno erede delle figure più illustri del cinema europeo.
A testimoniare la volontà di Nolan di essere ben più di un semplice
mestierante basterebbero la sua propensione a scrivere personalmente le
sceneggiature dei propri film – l‟unica eccezione, almeno ufficialmente, è
Insomnia – oppure il rifiuto delle seconde unità di regia, decisione che lo
“costringe” a supervisionare in maniera diretta, fianco a fianco con l‟operatore di
macchina, tutto ciò che viene girato, comprese le sequenze più concitate. Ogni
cosa deve essere sotto il suo completo controllo, esattamente come si conviene a
un autore a tutto tondo. Ma c‟è di più.
Secondo la teoria dell‟auteur, elaborata dai critici dei “Cahiers du Cinema”
negli anni ‟50, ciò che stabilisce l‟autorialità di un cineasta è l‟individuazione di
uno stile personale e di temi ricorrenti all‟interno della sua filmografia
11
.
Osservando attentamente le pellicole di Christopher Nolan è impossibile non
notare la presenza di fili conduttori che le accomunano. Uno di questi è proprio
l‟attaccamento al reale che, come accennato precedentemente, è un elemento
caratteristico del cinema d‟autore.
Tutte le storie di Nolan sono saldamente ancorate alla realtà, anche quelle in
teoria più distanti da qualsiasi concetto di concretezza, come la trilogia del
Cavaliere Oscuro (tratta da un fumetto di supereroi), Inception e Interstellar
(entrambi di genere fantascientifico). Questo perché “come un vero regista
europeo, Nolan ci vuol raccontare la realtà di tutti i giorni, ci vuol parlare della
vita concreta, non di mondi inesistenti; di personaggi veri, con le loro paure e
difficoltà e con le loro vite che possono assomigliare tanto alle nostre”
12
. Una
devozione al reale che si rispecchia nello stile registico del cineasta inglese, un
11
Cfr. G. King, La Nuova Hollywood. Dalla rinascita degli anni Sessanta all’era dei blockbuster, p. 108-
109.
12
S. Santi Amantini, Christopher Nolan: Realtà e sogno al lavoro, p. 37.
12
tradizionalista che preferisce girare il più possibile dal vero, limitando al minimo
l‟uso degli effetti speciali digitali.
La poetica di Nolan però non si limita a questo. Sono innumerevoli le
tematiche espresse con costanza nelle sue opere. Alcune risultano abbastanza
evidenti, altre risiedono in profondità, nascoste, visibili solo agli spettatori più
attenti. Tre spiccano però in maniera particolare, al punto da essere considerate le
chiavi di volta del suo cinema.
La prima che salta all‟occhio è quella riguardante il tempo. Da Following
fino a Dunkirk, esso è un elemento centrale nella filmografia del regista, che non
esita a piegarlo a proprio piacimento, spezzandolo, dilatandolo, riavvolgendolo e
rincorrendolo. La destrutturazione delle coordinate spaziotemporali rappresenta
una delle componenti essenziali del cinema di Nolan, forse la più importante di
tutte. Ragion per cui mi assumo il compito di analizzarla nel dettaglio nel primo
capitolo della mia tesi, mostrando come cambi forma di film in film.
Altrettanta attenzione è posta nei confronti della mente. Pochi registi come
Nolan sono stati capaci di illustrare la psiche umana con così tanta cura,
mostrandone la fragilità, la frammentarietà, ma anche la “tangibilità” (in
Inception addirittura il subconscio è un posto solido). Nel suo caso ciò avviene
attraverso l‟esplorazione di personaggi “quasi sempre duplici, che nelle loro
relazioni, nei loro rapporti, cadono in crisi d‟identità e svuotano la propria
coscienza”
13
. Persone divise, in lotta con se stesse prima che con gli altri, spesso
in coppia o in conflitto con altre in cui si rispecchiano. Tutto ciò riconduce
inevitabilmente al tema del “doppio”, argomento già affrontato da una lunga
tradizione letteraria e cinematografica, ma che nel cinema di Nolan raggiunge
elevati livelli di complessità. A tale questione sarà dedicato il secondo capitolo
della tesi.
Per concludere, c‟è ancora un aspetto che, a parer mio, merita attenzione. Si
tratta di una tematica di solito poco considerata, ma che è comunque parte
integrante della poetica del regista: il rapporto con i media. Di fatto tutte le
pellicole del regista, sia pur con modalità e misure differenti, propongono una
13
Ivi, p. 45.
13
riflessione sul ruolo e i meccanismi dei mezzi di comunicazione e di
intrattenimento, con particolare riferimento proprio alla Settima Arte. Un intento
metafilmico che trova la sua più compiuta espressione nei casi di The Prestige e
Inception, vere e proprie allegorie del cinema narrativo (e non solo). Tale
faccenda costituirà l‟argomento del terzo e ultimo capitolo.