Nel primo capitolo vengono presentati alcuni dati sulla crescita, tanto rapida quanto
inarrestabile, del fenomeno Internet dal punto di vista del numero di utenze nel mondo, e
viene fornita una prima disamina delle caratteristiche peculiari e dei principi su cui si
fonda la Nuova Economia. Questi sono pi� volte richiamati, e di volta in volta
approfonditi, nel corso del lavoro.
Il secondo capitolo propone una terminologia comune, definendo i concetti di e-business,
business to business e di e-commerce, sulla base dell�esame della letteratura esistente sul
tema. Lo scopo � quello di chiarire con quali accezioni verranno usati i diversi concetti
successivamente utilizzati, piuttosto che una pretesa di definire uno standard
terminologico assoluto. Il capitolo si conclude con la presentazione delle dimensioni e
delle prospettive future dell� e-business e del business to business in Italia e nel mondo.
Il terzo capitolo illustra come i modelli di business aziendali possano essere riprogettati o,
quanto meno, modificati con l�introduzione delle iniziative di business elettronico. Tali
iniziative sono considerate strumenti indispensabili, al tempo della Net Economy, anche
nel caso di aziende appartenenti a settori tradizionali, tipicamente definiti della old
economy. Ci si sofferma, perci�, sull�analisi dei vantaggi che l�e-business apporta a tutte
le aree aziendali, sui nuovi modelli di business sulle strategie di e-marketing.
Il capitolo quarto � focalizzato sulla gestione dei rapporti interaziendali e sul tema del
business to business. In primo luogo, si ripercorre l�evoluzione ed il passaggio
dall�impresa verticalmente integrata e della produzione di massa, tipica dell� epoca
fordista ai nuovi modelli emergenti a seguito dei processi di outsorcing di alcune funzioni
aziendali non strategiche degli anni �80 (c.d. �disaggregazione� delle imprese
verticalmente integrate), fino alle attuali �riaggregazioni� in comunit� virtuali di fornitori,
rivenditori, societ� commerciali, societ� di servizi e clienti che utilizzano internet come
principale mezzo di comunicazione e transazione. Sono, pertanto, esaminate le due diverse
relazioni di mercato, sviluppatesi grazie alla rete Internet ed identificate sostanzialmente
nei due modelli: mercati dinamici e reti di valore.
Il quinto capitolo � rappresentato dall�analisi di una specifica realt� aziendale, la Meditel
s.r.l., azienda medio-piccola del Mezzogiorno operante nel settore dell�elettronica
industriale, la cui dirigenza � particolarmente lungimirante e attenta al fenomeno e-
business/business to business ed interessata a cogliere nuove opportunit� di sviluppo del
proprio business. Dopo l�illustrazione del profilo aziendale, viene esposto il progetto, in
corso di realizzazione, di una extranet aziendale, che vuole sfruttare le opportunit� del
mezzo Internet per interfacciare, su di una rete protetta, l�azienda con i propri clienti
abituali. Si tratta di una tipica iniziativa di e-business che, al contempo, � anche una forma
particolare di �rete di valore� ovvero di mercato business to business, in quanto travalica i
confini aziendali per interfacciare il sistema gestionale interno con quello dei propri
clienti.
La progettazione della rete extranet, facente parte del pi� ampio disegno di un piano commerciale e di
marketing, � stata effettuata nel corso di uno stage, della durata di otto mesi, svolto presso la Meditel s.r.l.
A tal proposito, mi sento in dovere di ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito e aiutato durante la
stesura di questa tesi; in particolar modo il dott. Vito Barile, amministratore delegato della societ� e, in
generale, tutto lo staff aziendale che mi ha accolto nel migliore dei modi all�interno della Meditel,
fornendomi tutto il supporto informativo, strategico e morale necessario per la svolgimento del progetto di
lavoro.
4.3 IL CONTRIBUTO DELLA TEORIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE
Perch� esistono le imprese? Quando � opportuno produrre internamente e quando
ricorrere al mercato?
Il premio Nobel Ronald Coase poneva queste domande nel 1937. Sessant�anni
dopo, diversi pensatori, cercando di capire come la Rete stia cambiando l�impresa,
hanno trovato numerosi spunti di riflessione sull�opera di Coase
1
. Contrariamente a
quanto afferma la teoria neoclassica, Coase afferma che il ricorso al mercato
comporta una serie di costi, definiti costi di transazione. Questi possono essere
distinti in tre categorie, che insieme, o anche singolarmente, possono rivelarsi
determinanti nel calcolo del costo totale di un prodotto:
• Costi di ricerca (della controparte e del bene oggetto di scambio). Trovare
ci� di cui si ha bisogno richiede tempo, risorse e ha costi vivi, come ad esempio le
telefonate o i viaggi. Decidere di affidarsi a un fornitore aggiunge altri costi. Gli
intermediari che si occupano di catalogare i prodotti e le informazioni a essi
relative possono ridurre ma non eliminare i costi di ricerca;
• Costi di contrattazione delle condizioni contrattuali. Se ogni scambio
richiede un'unica negoziazione dei prezzi e un unico contratto, allora i costi
1
Cfr., fra gli altri, Don Tapscott, The digital economy: Promise and Peril in the age of networked
intelligence , McGraw-Hill Professional Publishing, April 1997; Larry Downes, Chunka Mui, Unleashing
the Killer application. Digital strategies for Market dominance, Harvard Business School Press, 1998;
Brynijolfsonn et al., Does information technology lead to smaller firms?, Management Science, N. 12,
1994; Williamson O.E., Markets and Hierarchies, New York, Free Press, 1975Williamson; O.E.,
Economic organisation: firms, market and policy control, Harvester Press, 1986; Volpato G. (a cura di), La
gestione d�impresa, Cedam, Padova, 1996
possono rivelarsi totalmente sproporzionati rispetto al valore dell'affare;
• Costi di coordinamento. Sono i costi per il coordinamento delle risorse e dei
processi. Williamson
2
specifica che questi costi si distinguono in costi di
coordinamento esterni, come il costo dei servizi di transazione (ad esempio i costi
di assicurazione e quelli per la copertura dei rischi), e costi di coordinamento
interni (che comprendono le spese di mantenimento delle procedure di transazione).
Lo stesso autore aggiunge fra i costi di transazione anche i costi dell�infrastruttura
per il coordinamento interno ed esterno e per la comunicazione
3
.
2
Williamson O.E., Economic organisation: firms, market and policy control, Harvester Press, 1986.
3
Ai fini della presente dissertazione � apparso pi� rilevante utilizzare la citata classificazione di Coase (se
pur arricchita dai contributi dei successivi autori) rispetto a quelle elaborate in seguito da altri autori, come
lo stesso Williamson, che distingueva i seguenti tre aspetti rilevanti di una transazione: a) specificit� delle
risorse da scambiare, b) incertezza della transazione, c) frequenza del rapporto. Gli studi di Williamson
sono, invece, stati rivisitati nel paragrafo successivo allorquando si approfondisce il tema della scelta della
migliore forma di mercato per una determinata impresa/settore.
Fig. 4.1 : Costi di attivit� e costi di transazione
Fonte: adattamento da Coase(1937), Brynjolfsson(1994), Williamson(1986)
L�esistenza delle imprese trova fondamento nella convenienza economica di evitare
il peso dei costi di transazione. Se, tuttavia, una organizzazione riduce i costi di
transazione, sarebbe opportuno chiedersi perch� non vengano raggruppate tutte le
attivit� in un�unica grande impresa. La risposta di Coase � che le grandi imprese
sono entit� complesse e hanno difficolt� a gestire le risorse in modo efficiente
4
.
Questa considerazione � alla base della tesi sostenuta dallo stesso Coase (legge di
Coase): un�impresa tende ad espandersi finch� i costi di un�ulteriore produzione
all�interno dell�impresa stessa eguagliano i costi per l�esternalizzazione della
stessa sul mercato aperto.
4
Contrapposti ai meccanismi di inefficienza del mercato (market failures) Coase e, successivamente,
Williamson, identificano i fattori di inefficienza delle grandi organizzazioni nell�incapacit� di incentivare
adeguatamente gli individui e di sanzionare i comportamenti inefficienti, nemmeno attraverso l�abbandono
della forma gerarchica tradizionale e l�adozione di sistemi incentivanti interni all�impresa stessa. Tali
capacit� di incentivazione e sanzionamento dei meccanismi di inefficienza sono, invece, ritenuti
caratteristiche proprie del mercato. Cfr. Volpato G. (a cura di), La gestione d�impresa, Cedam, Padova, 1996
COSTO
TOTALE
COSTO
ATTIVITA�
COSTO
PRODUZIONE
COSTO
OPPORTUNITA�
COSTI DI
TRANSAZIONE
COSTI DI
RICERCA
COSTI DI
COORDINAME
COSTI DI
INFRASTRUTTURA
PER IL
COORDINAMENTO
INTERNI ESTERNI INTERNI ESTERNI
COSTI DI
CONTRATTA
ZIONE
Da quanto detto, i costi per la produzione interna sono, ad un certo punto, gravati
da meccanismi di inefficienza, quelli di esternalizzazione, invece, comprendono i
costi di �buy� pi� quelli di transazione (ricerca, negoziazione e coordinamento).
Il problema del �fare o acquistare � � sempre esistito nelle aziende. Le tecnologie
dell�informazione o delle comunicazioni hanno fornito parte delle risposte a quella
domanda, poich� sono diventate utili nella riduzione sia dei costi delle attivit� che
di quelli delle transazioni
5
, anche se in modo pi� decisivo per questi ultimi. Poich�,
dunque, la Rete abbatte i costi delle transazioni in misura maggiore di quanto faccia
l�ICT (Information and Communication tecnology) per i costi di attivit� interne,
un�impresa pu� beneficiare di un�architettura aziendale disaggregata, e
successivamente riaggregata in un sistema di �business partners�
6
che collaborano
per la creazione di maggior valore, utilizzando Internet come principale mezzo di
comunicazione e transazione.
Tale gioco di disaggregazione/riaggregazione permette la creazione di modelli di
valore assolutamente innovativi. Il punto di partenza dovrebbe essere costituito,
nell�era digitale, dal cliente finale, allo scopo di identificare la migliore
scomposizione dei processi di mercato fra i vari operatori della filiera estesa e,
infine, di �riaggregare in modo creativo non solo un nuovo insieme di offerte di
valore, beni o servizi, ma anche le risorse, le strutture e i processi�
7
.
5
Brynjolfsson et al., infatti, dividono i costi totali in costi di attivit� ( che a loro volta sono la somma dei
costi di produzione e dei costi opportunit�) e costi di transazione. Cfr. Brynijolfsonn E., Malone t.,
Gurbakani V., Kambil A., Does information technology lead to smaller firms?, Management Science, N.
12, 1994
6
Cfr. Don Tapscott, Capitale digitale, op. cit.
7
Cfr. Don Tapscott, D. Ticoll, A. Lowy, Capitale Digitale;La forza dei business web, HayGroup, Milano,
2001, pag. 12
Un esempio di disaggregazione e successiva riaggregazione � rappresentato dal
Wall Street Journal (Wsji). Fondato nel 1889, ha trascorso il suo primo secolo di
vita fornendo contenuto (notizie, quotazioni, pubblicit�), contesto (il giornale
fisico) e infrastrutture (stampa, distribuzione fisica) in unica offerta strettamente
integrata. Con l�avvento di Internet, il Journal, lavorando con societ� partner e con
i lettori, ha disaggregato questi elementi in componenti separati e quindi li ha
riaggregati in una strategia per la creazione di valore completamente nuova. La
vecchia offerta consisteva in un pacchetto fisico contenente le notizie del giorno
prima, che veniva consegnato, in maniera cartacea, direttamente al domicilio del
cliente o attraverso le edicole. La nuova offerta � invece un servizio che pu� essere
personalizzato, disponibile ventiquattro ore al giorno, nei luoghi ove si renda
necessario.
Disaggregato dal suo contenitore fisico, il contenuto � ora disponibile attraverso
una variet� di contesti elettronici, tra cui il sito Internet di Wsji, un canale web di
Microsoft, la rete wireless di PalmPilot
8
e i telefoni cellulari
9
. Questi servizi
condividono una infrastruttura di base, cio� Internet, per la consegna del bene ma
ciascuno permette di raggiungere una diversa tipologia di clienti. Il sito web del
Wall Street Journal pubblica l�intero contenuto della versione cartacea, numerosi
aggiornamenti quotidiani e offre al cliente la facolt� di personalizzare il contenuto
delle stesse informazioni
10
. Microsoft e PalmPilot offrono aggiornamenti via rete
rispettivamente sui computer di casa o d�ufficio e sui palmari o cellulari dell�utente.
8
E� una societ� che produce computer palmari capaci, fra le altre cose, di connettersi alla rete Internet.
9
La disaggegazione di contenuto, contesto ed infrastruttura ha fatto s� che entrassero nel business del Wsji
nuovi partner, che, in tale caso, si sono occupati di offrire i contenuti del giornale in contesti diversi.
10
L�utente pu�, ad esempio, decidere di avere in prima pagina le notizie di attualit� e di un particolare
campionato sportivo assieme alle notizie meteo e alle informazioni del proprio portafoglio di borsa.
Uno specifico gruppo di partner, il Journal, Microsoft, Palmpilot, ma anche altre
compagnie della rete, collaborano e partecipano nella creazione del valore. Mentre
il Journal beneficia dei ricavi del nuovo canale (il web), Microsoft e Palm
Computing, beneficiano dell�ingresso nel business dell�editoria, dunque
aggiungono nuovi ricavi a quelli derivanti dalle attivit� svolte nei loro settori
tradizionali (quelli della tecnologia). Il cliente, dal suo canto, si avvantaggia di una
offerta personalizzata, disponibile 24 ore su 24 e visualizzabile sul �terminale� di
volta in volta pi� conveniente.
4.4 RETI DI VALORE E MERCATI DINAMICI: UNA PRIMA
CLASSIFICAZIONE
L� �insieme distinto di fornitori, distributori, societ� commerciali, societ� di servizi
e clienti (risultante dal processo di disaggregazione e successiva riaggregazione)
che utilizzano Internet al tempo dell�economia digitale per le loro principali
comunicazioni e transazioni commerciali� viene definito �business-web�
11
. Per una
classificazione dei business-web si segue, nel presente lavoro, il contributo
risultante dagli studi dalla Commissione Europea dedicata allo sviluppo di progetti
pilota nel campo dell� e-commerce fra imprese
12
. In particolare, si � proceduto ad
individuare le due forme estreme di interrelazione che le imprese possono avere in
un business-web
13
:
• Una configurazione a rete di valore: � una �rete multiaziendale di
relazioni mirate al coordinamento di materiali, informazioni e flussi finanziari fra le
imprese coinvolte, al fine di realizzare una stretta integrazione per il perseguimento
di obiettivi comuni.;
• Una configurazione di mercato dinamico: � un insieme di relazioni di
mercato mirate a incrementare la flessibilit� e l�opportunit� di perseguire un
determinato scopo aziendale;
11
Cfr. Don Tapscott., Capitale digitale, op. cit.
12
Le configurazioni descritte sono condivise da molti autori, anche se ciascuno utilizza denominazioni e
classificazioni diverse.
13
V. Timmers P., B2B. Strategie e modelli per il commercio elettronico tra imprese , op. cit.
Le reti di valore consistono generalmente di relazioni tendenzialmente stabili tra un
numero limitato di aziende. Lo scopo perseguito dalle singole aziende � quello di
approfondire queste relazioni interne al gruppo per creare �