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CAPITOLO I
LA FONDAZIONE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
1.1 CENNI STORICI: LE PRIME COLONIZZAZIONI
“The Land of the Free and the Home of the Brave” (La terra dei liberi e la
patria dei coraggiosi), così sono definiti gli Stati Uniti d’America nell’inno
nazionale The Star-Spangled Banner
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: una Nazione costruita sulla libertà e
sul coraggio di ribellarsi ad un potere dispotico e autoritario, e questi
princìpi hanno segnato tutto il percorso che ha portato alla nascita del
Paese. Ma, appunto, quando sono nati gli Stati Uniti d’America?
Rispondere a questa domanda sembra abbastanza semplice, chiunque
appassionato un po’ di storia risponderà senza esitare: “4 Luglio 1776”.
Tecnicamente la risposta non è sbagliata, in quella data infatti venne
approvata la Dichiarazione di Indipendenza
2
che segnò, di fatto, la rottura
con il Regno di Gran Bretagna di Re Giorgio III del casato degli Hannover.
Tuttavia, le fondamenta del successivo Stato americano vennero gettate
1
The Star-Spangled Banner (La bandiera adorna di stelle), sebbene informalmente già in uso,
venne adottato ufficialmente come inno nazionale il 3 marzo 1931. L’inno fu scritto da Francis
Scott Key e musicato da John Stafford Smith all’indomani del bombardamento inglese di Fort
McHenry durante la battaglia di Baltimora nel 1814. (“Star-Spangled Banner” Is Now Official
Anthem, The Washington Post, 5 marzo 1931. https://www.proquest.com/docview/150173140).
2
In realtà la separazione legale delle tredici colonie avvenne due giorni prima, il 2 luglio 1776,
quando il II Congresso Continentale votò per approvare una risoluzione d’indipendenza
proposta da Richard Henry Lee, per questo nota come Lee Resolution. Dopo l’approvazione, i
cinquantacinque delegati rivolsero la loro attenzione verso la Dichiarazione di Indipendenza, un
documento che spiegasse questa decisione, che fu redatta dalla Commissione dei Cinque, ma il
cui autore principale fu Thomas Jefferson. Il Congresso discusse e revisionò la Dichiarazione,
approvandola, infine, il successivo 4 luglio. (How Declaration of Independence Was Drafted,
The New York Times, 1 luglio 1917, https://www.nytimes.com/1917/07/01/archives/how-
declaration-of-independence-was-drafted-thomas-jefferson.html).
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molto prima e tali fondamenta costituiscono le radici storico-culturali degli
odierni Stati Uniti e, per forza di cose, da lì si deve partire se si vuole
capire come e, soprattutto, perché le tredici colonie decisero di rendersi
indipendenti.
Il territorio nordamericano venne raggiunto dai primi esploratori europei
nel 1513 durante una spedizione guidata da Juan Ponce de León
3
, che diede
così il via alla colonizzazione che fu portata avanti da varie potenze
europee, tra cui Spagna, Francia, Olanda e Inghilterra. I primi insediamenti
permanenti nel territorio dei futuri Stati Uniti si devono, quindi, agli
spagnoli che, attratti dai tesori di cui si favoleggiava fosse ricco il nuovo
mondo, si spinsero fino alla zona dei monti Appalachi, delle Grandi
Pianure e del Mississippi. La prima colonia europea in Nordamerica fu la
città di St. Augustine in Florida, fondata nel 1565
4
. La maggior parte degli
insediamenti spagnoli vennero comunque in seguito realizzati lungo la
costa californiana nel XVIII secolo e nel territorio dell’attuale Texas, nello
stesso periodo, furono esplorate, invece, dai britannici, per opera
soprattutto di George Vancouver
5
, le coste nordoccidentali. Anche i
francesi parteciparono alla colonizzazione occupando, nel periodo della
massima espansione, un vasto territorio che andava dalla Baia di
Terranova, nell’odierno Canada, al Golfo del Messico. Nucleo centrale dei
possedimenti francesi in America era rappresentato dalla colonia della
3
Condottiero spagnolo che il 2 aprile 1513, giorno di Pasqua, in spagnolo “La Pascua
Florida”, sbarcò in quella che è l’attuale Florida e per questo motivo è considerato il primo
esploratore europeo ad aver messo piede negli Stati Uniti continentali. (S. E. MORISON, The
European Discovery of America. The Southern Voyages, Oxford, UK, 1974, p. 507).
4
M. A. JONES, Storia degli Stati Uniti d’America: dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri,
Milano, 2005.
5
E. S. MEANY, Vancouver’s Discovery of Puget Sound: Portraits and Biographies of the Men,
Londra-New York, 1907.
6
Louisiana, così chiamata in onore del Re Sole Luigi XIV. L’influenza
francese in questo territorio è ancora oggi molto sentita
6
. Basti pensare che
la Louisiana oltre ad avere il francese come lingua co-ufficiale, è l’unico
dei cinquanta Stati della Federazione ad avere un sistema legislativo non
basato sulla common law, ma adotta un sistema misto tra common law e
civil law basato su codici legislativi. Le reminiscenze della dominazione
francese si avvertono anche nella struttura amministrativa dello Stato che
non è diviso in contee ma in parish (letteralmente “parrocchia”)
7
.
L’influenza francese in Nordamerica ha avuto un impatto perfino maggiore
di quella spagnola (la cui lingua è sì diffusissima, ma a causa delle
massicce ondate migratorie dell’ultimo mezzo secolo, non per il passato
coloniale): un esempio è la zona del cosiddetto Canada francese
rappresentato dalle province del Québec, dove il francese è l’unica lingua
ufficiale
8
, e del New Brunswick, che è provincia bilingue.
I territori della costa centro e nordorientale furono colonizzati
principalmente dai britannici nel corso del XVII secolo. La prima stabile
colonia inglese fu fondata nell’attuale Virginia il 14 maggio 1607 sul fiume
James e venne chiamata Jamestown in onore del Re d’Inghilterra Giacomo
I
9
. Tuttavia, il fulcro di quelli che sarebbero diventati i futuri Stati Uniti fu
il New England
10
ove i puritani giunti a bordo del Mayflower fondarono la
6
T. A. KLINGLER, M. D. PICONE, A. VALDMAN, The Lexicon of Louisiana French, New York,
NY, 1997, pp. 145-170.
7
Parish Government Structure, Police Jury Association of Lousiana.
8
“Le français est la langue officielle du Québec”. Loi sur la langue officielle, L.Q. 1974, c. 6,
a. 1.
9
A Short History of Jamestown, National Park Service, 24 agosto 2020,
https://www.nps.gov/jame/learn/historyculture/a-short-history-of-jamestown.htm
10
Nuova Inghilterra. Così è chiamata la regione che comprende i sei Stati nord-orientali degli
Stati Uniti: Maine, New Hampshire, Vermont, Massachusetts, Rhode Island e Connecticut.
7
colonia di Plymouth, nell’odierno Massachussetts. A differenza dei coloni
di Jamestown, per lo più avventurieri in cerca di fortuna, i coloni di
Plymouth erano Pilgrim Fathers (Padri Pellegrini)
11
, privati cittadini
costretti a fuggire dalla madrepatria Inghilterra a causa delle persecuzioni
religiose che l’arcivescovo di Canterbury William Laud, prima, e il Re
Carlo I, poi, portarono avanti nel corso dei secoli XVI e XVII contro il
movimento puritano che mirava ad una riforma della Chiesa anglicana
12
.
Prima di sbarcare, gli uomini sottoscrissero un documento, il Mayflower
Compact, noto anche come Patto del Mayflower, il cui originale è
purtroppo andato perduto, col quale si promisero reciprocamente di
costituire una comunità politica retta da “just and equal laws”
13
. Il
Mayflower Compact, approvato con metodo maggioritario, può, a ragione,
essere considerato il primo atto legislativo prodotto nell’embrione di quelli
che poi sarebbero divenuti gli Stati Uniti d’America
14
.
Le tredici colonie, che poi si ribellarono contro la Corona britannica, si
formarono in tempi e in modi diversi, senza un piano generale. Fra la
fondazione della Virginia e la fondazione della Pennsylvania passarono ben
settantacinque anni. Bisogna dire che le colonie, almeno in origine, più che
(Nuova Inghilterra, in Dizionario di Storia, Treccani, 2010.
https://www.treccani.it/enciclopedia/nuova-inghilterra_(Dizionario-di-Storia).
11
Sono i seguaci del puritanesimo, un movimento sorto nell’ambito del protestantesimo
calvinista inglese durante il XVI secolo. Lo scopo di questo movimento era quello di
“purificare” la Chiesa d’Inghilterra da tutte le forme non previste dalle Sacre Scritture. Si
intendeva in tal modo annullare i compromessi con il cattolicesimo promossi dalla riforma sotto
Enrico VIII ed Elisabetta I d’Inghilterra. (I Puritani in Inghilterra e in America, Il Capitello,
Torino, 21 agosto 2009).
12
R. FRASER, The Mayflower, New York, NY, 2017.
13
“Leggi giuste ed eguali”. J. L. ERNST, The Mayflower Compact: Celebrating four hundred
years of influence on U.S. democracy, North Dakota Law Review, vol. 95, No. 1, 2020, pp. 1-
135. https://law.und.edu/_files/docs/ndlr/pdf/issues/95/1/95ndlr1.pdf
14
A. YOUNG, Chronicles of the Pilgrim Fathers of the Colony of Plymouth from 1602 to 1625,
New York, NY, 1841, pp. 117–124.
8
entità politiche erano istituzioni di tipo commerciale, cioè la ragione
sociale, per utilizzare un termine proprio del diritto societario, di queste
colonie era il commercio, il tutto da svolgersi sotto la guida della Corona. Il
Maryland invece fu il primo esempio di colonia proprietaria
15
ove la royal
charter
16
venne concessa non ad un gruppo di azionisti, il cui scopo era
stabilire commerci, ma ad un singolo che su di essa esercitava tutti i diritti
proprietari. Caso particolare fu quello della Georgia, ultima delle tredici
colonie originarie, che aveva un diverso regime giuridico: si trattava,
infatti, di una trustee colony affidata, come se si trattasse di un patrimonio,
ad un gruppo di fiduciari
17
.
Alla vigilia della rivoluzione quasi tutte le colonie erano controllate
direttamente dalla Corona, mentre tre (Maryland, Pennsylvania e
Delaware) erano controllate da famiglie proprietarie, sempre col benestare
della madrepatria secondo il modello della colonia proprietaria. In tutte le
colonie vi era un governatore, nominato dalla Corona o dai proprietari, un
consiglio nominato dal governatore, con funzioni di camera alta e una
assemblea legislativa, eletta dai cosiddetti freemen, cioè gli uomini liberi, il
cui diritto di voto era legato a requisiti di proprietà ma comunque molto più
esteso che nel Regno Unito. Nelle questioni domestiche, le colonie erano in
gran parte autonome; tuttavia, il Governo britannico esercitava potere di
veto sulla legislazione coloniale. Gli affari diplomatici erano, invece, gestiti
15
Proprietary colony in Encyclopaedia Britannica.
16
Carta regia. Concessione formale rilasciata dal sovrano britannico sotto prerogativa reale
come lettere patenti. Storicamente, sono state utilizzate per promulgare leggi pubbliche,
l’esempio più famoso è la Magna Carta del 1215, ma dal XIV secolo sono state utilizzate per
conferire valore legale ad atti privati, per concedere un diritto o potere ad un individuo o ad una
persona giuridica. (Royal Charters, The Privy Council Office,
https://privycouncil.independent.gov.uk/royal-charters/).
17
E. J. CASHIN, Trustee Georgia 1732-1752, New Georgia Encyclopedia, 2019.