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Introduzione
Il diritto di voto costituisce il momento fondamentale dell’esercizio della sovranità ap-
partenente al popolo, che si estrinseca nella delega del potere dei suoi rappresentanti.
In una prospettiva moderna del diritto in generale, e del diritto di voto in particolare, ri-
sulta non più imprescindibile una riflessione sull’utilizzo dei sistemi elettorali elettronici.
Ebbene, questo lavoro tenta di rispondere a un quesito: se, e in che termini, la sperimen-
tazione delle tecnologie informatiche nell’ambito del voto elettronico o eVoting (dove e
sta per electronic) comporti dei vantaggi economici, sociali e funzionali, rispetto al tradi-
zionale sistema cartaceo.
Il processo di meccanizzazione del voto ha visto la luce molto tempo fa. La prima
“macchina” che consentì l’esercizio del voto, fece la sua comparsa molto prima
dell’avvento delle tecnologie informatiche, e, più nello specifico, in Australia, nello Stato
di Vittoria, nel 1856, e successivamente venne importato nello Stato di New York nel
1889. A fine dell’Ottocento un’altra strumentazione meccanica fu brevettata da Thomas
Edison, e in Italia da Gino Trespoli. Nonostante ciò l’Italia non ha rivestito, nel proces-
so evolutivo dell’ eVoting, un ruolo di spicco, rimanendo così sullo sfondo rispetto ai
Paesi sviluppati e rispetto a quelli emergenti.
In ambito Comunitario non ci si è ancora dotati di una specifica normativa né di un i-
dea, ben radicata e condivisa, di voto elettronico. Il Consiglio Europeo ha emanato al-
cune linee guida nel 2004 ma, a distanza di oltre un decennio, il processo vero e pro-
prio di attuazione in modo standardizzato è ben lontano dall’essere attuato. Il motivo di
tale ritardo è certamente individuabile nell’autonomia, in materia elettorale e referenda-
ria, che ogni Stato membro rivendica ardentemente. La Comunità europea tuttavia, non
può certo negare a sé stessa che le sfide democratiche con cui quotidianamente si con-
fronta travalicano, oramai, i confini nazionali.
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A partire dall’anno 2012 ci sono stati seri e concreti sviluppi in ambito europeo verso
l’Unione Politica dei vari stati membri, cercando di giungere, in un futuro non troppo
lontano, alla costituzione degli Stati Uniti d’Europa, ovvero una Federazione di stati con
una propria Costituzione,che comporti al contempo un sistema di elezioni dirette dei
vertici rappresentativi federali.
Lo stato attuale dell’integrazione tra i vari stati membri che, in epoca moderna, non si
basa più solo ed esclusivamente sul sistema economico - finanziario, ma comprende an-
che il settore dell’interconnessione digitale, impone la necessità di accordarsi sulle mo-
dalità di voto elettronico. Occorre definire una nuova forma di cittadinanza, basata sulla
eInclusion (inclusione digitale ), sulla diffusione dei servizi pubblici in rete ( eGover-
nment ) e, ultimo ma non ultimo, sull’avvio di un mercato unico del digitale, con obiet-
tivo quello di arrivare a creare una cittadinanza elettronica europea e giungere alla realiz-
zazione di quell’Unione Politica, per ora rimasta un’utopia.
In tema di voto elettronico si è arrivati al momento di agire, a conferma di ciò ci sono gli
apprezzabili risultati conseguiti dal Primo progetto intercontinentale di ricerca e trasfe-
rimento di Know-how, tecnologico e organizzativo, tra Enti pubblici, in particolare tra
quelli messicani ed italiani, nel settore dell’ eVoting. L’obiettivo è quello di sviluppare
una dimensione democratica nuova basata sulla standardizzazione dei sistemi elettorali
elettronici a livello europeo e non più, quindi, confinando questo apparato al solo ambi-
to nazionale. L’auspicabile estensione a tutta l’area euro di questa struttura fatta di siste-
mi elettronici di voto, rappresenta un traguardo eccelso raggiungibile dall’Unione, che
potrebbe fornire, ai propri cittadini, un nuovo e potentissimo strumento di democrazia
2.0, gettando solide basi per una civiltà che corre, vive e si sviluppa ai ritmi del nuovo
millennio. Entrando nel dettaglio, l’inizio del primo paragrafo del capitolo introduttivo
sarà caratterizzato da un’analisi della democrazia, si cercherà di esaminare in primo luo-
go quella diretta che cha conosciuto le sue origini nell’antica Grecia per poi passare ad
esaminare le caratteristiche proprie del sistema democratico dei giorni nostri, cercando
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di osservare come l’introduzione e l’avanzamento dell’elettronica stia portando lenta-
mente la società alla sperimentazione del voto elettronico nell’ambito del sistema demo-
cratico rappresentativo. Nel secondo paragrafo del primo capitolo si tenta di inquadrare
l’avvento delle nuove tecnologie non solo in un’ottica tendenzialmente positivista ma
anche sotto un punto di vista critico, cercando di analizzare la diffusione di questi nuovi
strumenti anche come riduzione e indebolimento dei legami sociali, oltre che come ridu-
zione di partecipazione politica. Il principale autore al quale si fa riferimento all’interno
del secondo paragrafo è Richard Sennett, sociologo, scrittore letterario e critico statuni-
tense il quale mette in relazione le diverse accezioni del binomio pubblico/privato. In
questo paragrafo si analizzano anche diverse caratteristiche legate alla vita privata e pub-
blica dell’individuo che, a partire dall’Ancièn Regime hanno subito una sostanziale mo-
dificazione nel corso dei secoli. Viene analizzata anche la nascita dell’uomo politico che,
nel corso del tempo, non ha mantenuto quel ruolo da attore che lo caratterizzava, con-
sentendo l’avvento di una personalità “autentica”, dando gli albori alla “personalità pub-
blica”.
Non poteva mancare, nell’ambito di una trattazione di questo tipo, l’analisi dei media
che accrescono, senza dubbio, la conoscenza e la percezione che noi tutti abbiamo della
realtà. Tutta questa conoscenza, a portata di clic, se da un lato ci tiene aggiornati in tem-
po reale su ciò che accade nel mondo, dall’altro potrebbe inibire in noi la capacità di tra-
durre tutto questo sapere in una concreta azione politica. Quanto appena detto porta ad
analizzare la figura del “leader carismatico moderno” che utilizza i mass media come
mezzo per mettere in mostra ogni aspetto della sua vita privata, distogliendo l’attenzione
dalle azioni politiche concrete. Un altro importante argomento preso in esame nella
prima parte del lavoro è sicuramente quello della crisi della democrazia. Partendo
dall’analisi del vocabolo “democrazia” ho cercato di inquadrare il tutto in un’ottica i-
deologica per poi passare ad esaminare la forma vera e propria di governo, nata secoli
orsono in occidente. A questo punto della trattazione, ho proceduto ad analizzare il
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concetto di postdemocrazia inquadrandolo sia sotto un profilo “catastrofista” sia sotto
quello “utopistico”; per fare ciò ho fatto riferimento alle importanti opere di Colin
Crouch (sociologo inglese) oltre che al pensiero e ai contributi di De Kerkhove e Pierre
Lévy. Nel terzo paragrafo, si parlerà della difficoltà nell’accettare, da parte della classe
politica, il termine postdemocrazia. Questa mancanza di consenso nei confronti
dell’evoluzione stessa del termine è dovuta principalmente al fatto che la democrazia è
stata sempre inquadrata in una categoria che trascende la storia, che la attraversa, accor-
pando in un unico insieme la polis greca, le libere città medievali e le moderne democra-
zie parlamentari.
Nel corso della trattazione si parlerà anche di eDemocracy, progetto o se si vuole, ideo-
logia, nata insieme alla Rete. Già alla fine degli anni sessanta Licklider, uno dei fondatori
di Arpanet (Agenzia per i progetti di ricerca avanzata sulle reti) affermava che le reti di
computer avrebbero favorito il rinnovo e lo sviluppo della democrazia, questo perché i
cittadini avrebbero potuto dar voce alle proprie opinioni attraverso le nuove tecnologie
nascenti. Si parlerà anche delle nuove forme di partecipazione democratica “venute dal
basso”, sviluppatesi a partire dalla diffusione delle prime comunità virtuali e che, nono-
stante l’importante dose di innovazione, non hanno mai fatto trapelare un particolare
impegno politico, almeno nel senso tradizionale del termine, e che hanno concentrato il
loro potenziale in senso disgregante nei confronti dei legami esistenti tra società, identità
individuali e collettive e sistema politico.
Nel corso dell’esposizione si esaminerà anche il tema delle elezioni, di come i mass me-
dia possono influenzarne il risultato e di come i feedback di contatto tra eletti ed elettori
appaiano di rilevante importanza nella società moderna.
Nel quarto paragrafo del primo capitolo verrà analizzato il vocabolo “cyberdemocra-
zia”, approfondito di pari passo con un altro termine: cyberspazio. Il neologismo appena
citato è nato negli anni ottanta e si riferisce alla cibernetica, corrente scientifica transdi-
sciplinare degli anni quaranta e cinquanta che proclama le nozioni di informazione e
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comunicazione nel mondo scientifico. Si parlerà dei mezzi di comunicazione come la
radio, la televisione, la rete telefonica mondiale, la televisione satellitare e, più di recente,
dell’interconnessione mondiale dei computer che ha inglobato tutti i media precedente-
mente elencati, facendo nascere un nuovo spazio pubblico. Questo spazio, di nuova ge-
nerazione, riforma profondamente le condizioni di governo e, in futuro, molto proba-
bilmente renderà possibili forme politiche al giorno d’oggi sconosciute e si enuncerà di
come il “cyberspazio” porterà più libertà sia a livello individuale che collettivo.
Nell’ultimo paragrafo del primo capitolo si tratterà il delicato tema delle crisi della rap-
presentanza politica che sembra essere di rilevante importanza al giorno d’oggi in quan-
to il rapporto di fiducia tra elettori ed eletti ha sempre rappresentato il fulcro di ogni si-
stema democratico.
Si esamineranno i vari sistemi democratici di tipo maggioritario e proporzionale e si di-
scuterà sulla loro eventuale connessione a fenomeni di crisi di rappresentanza. Il primo
paragrafo del secondo capitolo esaminerà più da vicino la votazione elettronica e il fu-
turo della democrazia stessa, il nuovo modo dei cittadini di rapportarsi alla politica tra-
mite l’avvento di nuovi meccanismi di partecipazione diretta, e della contestuale difficol-
tà “dell’alfabetizzazione” digitale di tutta quella importante fetta di popolazione che non
ha sufficiente dimestichezza con l’uso del PC e delle nuove tecnologie (si pensi in primo
luogo ai milioni di anziani che hanno difficoltà nel rapportarsi con i nuovi strumenti
tecnologici). Nel secondo paragrafo del secondo capitolo si esamineranno le politiche
europee in tema di eVoting. l’Unione Europea si è mossa in questa direzione tramite la
redazione del “Rapporto sulla compatibilità del voto a distanza e del voto elettronico
con gli standard del Consiglio d’Europa”. Il regolamento appena menzionato è stato ap-
provato dalla Commissione di Venezia, su mandato del Consiglio d’Europa, in data 12 –
13 marzo 2004. I principi sanciti nel regolamento sono stati poi fatti confluire nelle Li-
nee Guida sul voto elettronico d’Europa nel 2004. Da questo documento si evince che il
sistema di voto elettronico è compatibile con i principi democratici a condizione che le
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varie procedure rispettino alcune misure che verranno esaminate nel corso di questo la-
voro.
Nel terzo paragrafo si esamineranno più da vicino i vari modelli di eVoting disponibili.
Si analizzerà nel dettaglio l’ iVoting (internet voting, ovvero il voto tramite internet) e l’
mVoting (il voto espresso tramite dispositivo mobile). Si prenderà in esame anche la
forma ti votazione elettronica tramite l’utilizzo di chioschi per il voto (Kiosk voting) e si
analizzerà nel dettaglio il delicato voto a distanza (remote voting).
Nel quarto paragrafo, sempre del secondo capitolo, verranno elencati gli strumenti di
identificazione dell’ eVoting e si porrà l’accento su vantaggi e svantaggi di ogni metodo
di autenticazione. I principali strumenti che consentono il riconoscimento personale de-
gli elettori sono, al giorno d’oggi: la password o codice PIN, Smart Card o altri supporti
digitali e le più innovative chiavi biometriche.
Nel corso dell’ultimo paragrafo del secondo capitolo l’attenzione è stata focalizzata sugli
aspetti positivi e sugli aspetti problematici dell’eVoting. L’introduzione del voto elettro-
nico avvantaggerebbe di sicuro l’intero sistema elettorale, facendo risparmiare enormi
quantità di carta e in generale di risorse “consumabili”, consentirebbe uno scrutinio di
gran lunga più rapido favorendo, in linea di massima, anche una protezione maggiore
nei confronti di brogli o manomissioni varie. Agli aspetti positivi sopra elencati si affian-
cano anche quelli dal risvolto negativo come la necessaria e poco verificabile efficienza
di server e client o la difficoltà, già menzionata in precedenza, del rendere un sistema di
voto (fortemente improntato all’utilizzo della tecnologia), utilizzabile senza difficoltà da
parte della totalità della popolazione. A queste problematiche si aggiungono quelle con-
nesse al complesso sistema di identificazione, anch’esso non esente da problematiche
legate ad eventuali manomissioni o guasti improvvisi. Queste tematiche hanno portato
molti Paesi europei all’abbandono di questi nuovi sistemi di voto.
Nel primo paragrafo del terzo capitolo verranno elencate ed esaminate le principale e-
sperienze di eVoting nel mondo. Tra i principali Paesi che hanno sperimentato, in varie
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circostanze, questo innovativo metodo di votazione, si possono sicuramente annotare:
Belgio, Olanda, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Svizzera, Argentina, Costarica, Pa-
nama, Portogallo, Stati Uniti, Federazione Russa e Messico. Anche l’Italia ha sperimen-
tato in varie occasioni meccanismi di voto elettronico, riuscendo ad acquisire un certo
grado di esperienza nel settore, grazie alla fondamentale collaborazione fornitale dal
Messico.
Il lavoro proseguirà occupandosi del rapporto tra Costituzione, nello specifico l’art. 48, e
sistemi di voto elettronico. il rispetto delle garanzie costituzionali è un caposaldo che
non può essere di certo sacrificato in nome dell’avanzamento tecnologico e del rispar-
mio pubblico. Il rispetto delle garanzie costituzionali è correlato alla genuinità
dell’esercizio del voto, il quale appare essere tale se le sue caratteristiche di universalità e
democraticità siano tali da garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini quando questi siano
chiamati a eleggere i propri rappresentanti politici. Nel corso del paragrafo verranno e-
saminate eventuali problematiche che si verrebbero a creare sotto questo punto di vista
e le possibili soluzioni prospettate.
Una volta affrontato il problema della compatibilità costituzionale dei sistemi di voto e-
lettronici, si volgerà lo sguardo alle varie sperimentazioni che sono state di attuate in Ita-
lia. Salta subito agli occhi il fatto che nella quasi totalità dei casi, in Italia, il voto elettro-
nico è stato affiancato a sistemi di voto tradizionale. Esso ha assunto carattere mera-
mente sussidiario essendo privo di valore legale. Il più importante progetto di sperimen-
tazione avvenuto in Italia è conosciuto come “Salento eVoting” e nasce direttamente
dall’esperienza internazionale maturata dai componenti del Laboratorio di ricerca sull’
eGovernment dell’Università del Salento nel settore del voto elettronico. Ciò che carat-
terizza il Progetto è l’idea di voler promuovere e sviluppare una profonda attività di ri-
cerca e sperimentazione in tema di voto elettronico, in seggi presidiati (eVoting).
Il Progetto prevede l’utilizzo, nella Provincia di Lecce, in occasione di alcune tornate e-
lettorali, dell’urna elettronica messicana, già testata con successo nel Paese centroameri-
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cano in occasione delle elezioni svoltesi nel luglio del 2012. La sperimentazione vede
coinvolti principalmente i comuni salentini di Martignano e Melpignano. Per l’attuazione
del Progetto si è resa necessaria la nomina di alcuni Osservatori internazionali che se-
guissero la sperimentazione. Per tale scopo sono state scelte varie personalità apparte-
nenti a diverse università del mondo. Durante l’esposizione saranno approfondite tutte
le fasi, le circostanze e le modalità di voto. Nel corso del penultimo paragrafo del terzo
capitolo mi occuperò della realizzazione del voto elettronico per gli italiani residenti
all’estero. Questo tema appare essere importante in quanto per questa categoria di elet-
tori sono state approntate delle modifiche costituzionali che potrebbero costituire la ba-
se per una più generale revisione della materia, anche per gli elettori residenti sul territo-
rio nazionale. Si descriveranno le innovazioni e la natura delle modifiche costituzionali
introdotte, si cercherà inoltre di capire in che direzione andrà il processo di innovazione.
A conclusione di questa tesi ho compiuto un resoconto generale sul voto elettronico,
sull’esperienza italiana maturata nel corso del Progetto “Salento eVoting” , sul rapporto
di tale sistema di voto con la Costituzione e sul futuro che si prospetta in materia, non
solo per quanto riguarda l’Italia ma per l’Europa intera.
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1.1. Democrazia diretta e/o democrazia rappresentativa
La crisi dei sistemi democratici e la nascita di un nuovo e sconfinato spazio pubblico e-
lettronico, unita alla diffusione di un sistema integrato di nuove tecnologie che permet-
tono di informare e comunicare mediante mezzi digitali, denominato sistema ICT (In-
formation and Comunication Tecnologies), rendono possibili nuovi scenari per la democrazia
stessa.
È importante sottolineare come la crisi riguardi una forma precisa e determinata di de-
mocrazia, la democrazia rappresentativa. Sta arrivando sulla scena politica una nuova
democrazia, una democrazia che possiamo chiamare di massa, basata su nuove forme
ricavate dalla “tecno politica”, ovvero dalla fusione tra tecnica, politica, e le nuove tec-
nologie dell’informazione e della comunicazione che hanno preso piede negli ultimi an-
ni. La disponibilità dell’informazione, oggi praticamente alla portata di chiunque abbia
una connessione internet, ha in se un valore democratico, perché rende possibile un
certo grado si trasparenza e di controllo sui processi decisionali.
Le innovazioni apportate dalle tecnologie dell’informazione e comunicazione sono di
vasta portata e alterano incessantemente i ritmi dell’azione sociale come il funzionamen-
to del sistema politico
1
.
La democrazia rappresentativa si è affermata nei grandi Stati moderni mentre la demo-
crazia diretta è rimasta un “ideale borderline” per lungo tempo ma oggi, grazie
all’esplosione dei nuovi mezzi di comunicazione come internet e i nuovi media in gene-
re, appare d’obbligo interrogarsi se non sia proprio quest’ultima la forma di democrazia
del futuro nell’era dei computer. Per inquadrare correttamente le due forme di rappre-
sentanza democratica appare utile riportare dei riferimenti storici sulla storia e
sull’evoluzione di entrambi.
1
Sulla questione, si veda: P. Virilio, La vitesse de libération, Paris, Galilée, 1995; S. Rodotà, Tecnopolitica. La
democrazia e le nuove tecnologie della comunicazione, Roma-Bari, Laterza, 2004.
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La democrazia diretta è la forma di governo democratico che nasce nell’antica Grecia.
Dalle leggi di Solone, presenti nella polis arcaica, che stabilivano quali cittadini avessero il
diritto di voto, alla riforma promossa da Clistene, che tendeva ad estendere la partecipa-
zione al voto provando a superare le diversità date dalla differenza di ceto sociale, fino al
consolidarsi della democrazia di Pericle, essa rappresenta il problema centrale per il mi-
glior regime o costituzione politica come forma di Stato e di Governo della società. Se-
condo il pensiero antico di Aristotele, la democrazia, a differenza di monarchia e aristo-
crazia, rappresenta il governo del popolo. Il significato effettivo di questo concetto, che
ha come scopo primario la ricerca del miglior regime, si basa sul governo della maggio-
ranza che risulta contrapposto sia a quello basato sul potere del singolo, come avviene
nella monarchia, sia al governo di molti come accade nel sistema dell’aristocrazia.
Il funzionamento delle antiche democrazie era basato sul potere del popolo che veniva
esercitato direttamente nelle piazze, su ogni legge della polis, ma occorre ricordare che la
partecipazione popolare nella polis greca era comunque fortemente limitata data
l’esclusione da questo sistema di voto di importanti e larghe fette di popolazione come
ad esempio donne e schiavi, che rappresentavano senza dubbio almeno la metà delle
persone sottoposte a quelle determinate leggi. Continuando ad esaminare il pensiero del-
le più note figure presenti nell’antica Grecia, occorre osservare come per Platone la de-
mocrazia abbia una connotazione negativa perché, secondo il pensatore, pone i poveri
in una condizione di parità di cittadinanza e produce un eccesso di libertà. Continuando
il viaggio storico intrapreso, notiamo che nel medioevo il termine “democrazia” diviene
essenzialmente un luogo comune filosofico - letterario, il cui concetto viene utilizzato in
complicate discussioni degli intellettuali per indicare un’ antica forma costituzionale.
Con l’età moderna si entra nel dominio della cittadinanza liberal - democratica, il termi-
ne risulta emancipato dalla lingua dotta o comunque dai linguaggi altolocati e assume
rilievo politico. Il vocabolo recupera il proprio significato ab origine di “politicità”
dell’uomo e di forma di un regime politico repubblicano che risulti alternativo alla mo-