2. LE CIRCOSTANZE NELL'ARTE
2.1 Concetto di Cinestesia
Abbiamo precedentemente visto come i momenti fenomenologici descritti
da Hegel siano a stretto contatto con gli stimoli percepiti dall’individuo durante
l’atto artistico. Egli, attraverso l’osservazione di sé e del mondo esterno, è in grado
di far scaturire una circostanza mediante un’azione sensomotoria, ma che cosa
determina una situazione, se non lo spostamento del corpo e il flusso di pensieri
mossi dall'uomo? E come fa l’individuo ad essere consapevole delle sue azioni in
relazione a queste forze? Bisogna perciò conoscere l’agire delle cose in noi stessi
per arrivare alla comprensione e riprogrammazione dei nostri meccanismi interni.
Nel seguente capitolo analizzeremo la Cinestesia, intesa come percezione della
realtà soggettiva e oggettiva avvertita attraverso i sensi coinvolti in un movimento,
nonché l’agire dell’uomo in relazione ai sensi. La Cinestesia (dall’etimologia greca
kinesis, movimento; aisthánesthai, percepire, sensazione) è un fenomeno
percettivo e motorio, in cui stimoli induttori e sensazioni indotte vengono
percepiti da un singolo individuo simultaneamente. La percezione del nostro
corpo, in moto e non, avvertito nello spazio, comprende le funzioni che ci
permettono di avere una migliore percezione del nostro essere, anche attraverso
altre sfere sensoriali (vista, tatto). La maggior parte di quello che sentiamo, i
pensieri, le sensazioni fisiche, sono influenzate dalle nostre esperienze e dall'attività
del sistema propriocettivo. C'è da dire che, in ognuno di noi, il corpo viene sentito
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in modo diverso. L'esercizio per percepire la nostra struttura è ancora molto
sottovalutato al giorno d’oggi ma può portare il nostro livello di consapevolezza ad
uno stato che è sempre superiore rispetto a quello iniziale.
‹‹Proprio quando l'interprete avrà la giusta sensibilità, il giusto sentimento nei confronti
della sua forma di movimento, riuscirà ad agire animicamente.››
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Si noti in particolare come queste considerazioni siano applicabili alle
professioni che utilizzano il loro talento creativo: l’artista, musicista, scrittore, che
dispone e esercita di una vastità di sensazioni per la realizzazione di un’opera
d’arte. Di come l'opera in sé sia frutto di una costante relazione tra pensiero e
movimento gestuale dell'artista e di come ogni movimento non parta da una
necessità fisica ma da quella animico-spirituale, ovvero che agisce dalla profonda
interiorità dell'anima. Le funzioni motorie sono azioni apprese sin dalla tenera età e
fanno parte delle nostre esperienze anche da adulti: un bambino impara a
camminare, a scrivere, ballare, dipingere e difficilmente quest'ultimo riesce a negare
ciò che ha appreso precedentemente per ritornare allo stato nativo.
‹‹Questo sente il bambino. Sente, in ogni movimento che fa, come il movimento non parta
soltanto da una necessità fisica, ma lasci fluire nel contempo l'elemento animico-spirituale
nel braccio mosso, in tutto il corpo che si muove.››
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Inizialmente i movimenti richiederanno una preparazione maggiore ma poi
si raggiungerà una fase più stabile ed elevata, dove tutto sembrerà più naturale.
Questo metodo agisce sulla coordinazione, fisica e spaziale, sul rilassamento delle
tensioni, sulla capacità di attenzione del corpo e dell'ambiente in generale. Ci aiuta
a liberare il nostro corpo, a riscoprirlo e a usufruire delle sue potenzialità. La
struttura umana, come sappiamo, è un mezzo attraverso cui vengono trasformate
energie, come quando si aggiunge combustibile nel motore della macchina.
L’essere umano, attraverso i movimenti, ha la capacità di trasformare queste
energie necessarie alla sua crescita interiore ed è un efficace strumento per la
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Rudolf Steiner, Euritmia, una presentazione, editrice antroposofica, Milano, 2006 pag. 12
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conoscenza di sé, poiché offre l’opportunità di vedere sia sé stessi che il mondo da
una diversa prospettiva. Quindi, conoscere il proprio corpo per l'artista, non è cosa
da poco, perché è un tutt'uno con l'opera stessa, in quanto il prodotto artistico
viene eseguito attraverso la sua gestualità. Gli stessi spostamenti che
intraprendiamo ogni giorno, quando attraversiamo luoghi mentali e fisici fino alla
nostra destinazione, stimolano costantemente i nostri sensi motori e percettivi,
arricchendo la nostra esperienza e plasmando una fase importante per quello che
andremo a fare successivamente nell'arte.
Il concetto di Cinestesia è importante da analizzare perché viene spesso visto
in relazione alle circostanze vissute dall'uomo. Tale aspetto è significativo, poiché
l’intera natura è permeata da energia sensibile, dove anche le sensazioni e i
sentimenti richiamati dall’uomo vengono memorizzati in questo campo energetico.
La base più importante per allenare la nostra consapevolezza motoria è la
percezione della propria immagine corporea e tutto il resto avviene
conseguentemente a questo. Il nostro modo di sentire e vedere le cose cambia in
relazione a questo processo e con loro anche i nostri prodotti artistici.
Questo perché l’insieme delle funzioni sensoriali dell’uomo utilizza gli input
provenienti sia dall’esterno che dall’interno del corpo in modo interrelato. Ogni
sensazione, anche quando recepita da un singolo organo sensoriale, subisce
simultaneamente una trasformazione e viene elaborata da parte del complesso
ricettivo. Dall’attenzione che rivolgiamo a qualsiasi mezzo di comunicazione, ai
sistemi sensoriali non direttamente sollecitati che si mettono in moto, si attivano i
processi che affinano le informazioni ricevute dall’esterno. Nell’elaborazione
percettiva intervengono, cioè, dei meccanismi che chiamiamo cinestesici, legati al
vissuto e alle capacità immaginative della mente.
‹‹Se il fiume delle impressioni potesse essere in un modo qualsiasi portato a fermarsi o se
si rubasse all’organismo la sua facoltà di ricevere impressioni, morirebbe
immediatamente… La natura, il mondo che ci circonda, rappresenta per noi, il motore
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principale. La natura, attraverso le nostre impressioni, ci trasmette l’energia, grazie al
quale viviamo, ci muoviamo e siamo.››
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Un primo modo è legato ai processi fisiologici dell’udire: l’audizione di un
brano musicale non comporta, infatti, soltanto delle sollecitazioni all’orecchio, ma
implica l’attivazione diretta anche di altri sistemi sensoriali (quali il sistema tattile e
il sistema propriocettivo). Questo meccanismo è particolarmente evidente quando
siamo assorti nell’ascolto di musica ad un volume molto alto, quando cioè
l’intensità delle vibrazioni prodotte dalla percezione sonora: suoni, brani musicali,
rumori d’ambiente, coinvolgono fisicamente la totalità del nostro corpo
‹‹Allo stesso tempo però riconosce fra essi, pur non affermandolo esplicitamente, la
possibilità di una relazione reciproca. È il caso ad esempio di quando attribuisce ai suoni
un’ influenza sul corpo, riconducendo la sensazione uditiva alla tattilità.››
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Bruno Martin, Le pratiche di Gurdjieff, Esercizi, rituali e danze sacre per sviluppare la consapevolezza, Edizioni
Mediterranee, Roma, 2011 P. 103
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Dina Riccò, Sinestesie per il design, le interazioni sensoriali nell’epoca dei multimedia, Etas, Milano, 1999 p. 32
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2.2 Concetto di ripetizione
Nel seguente capitolo parlerò delle ripetizioni di un processo artistico e
del suo significato nell’arte. Un concetto che si riferisce al “comportamento”
insolito dell’artista, dove un avvenimento viene ripetuto o ricercato quasi
ossessivamente. Il termine ripetizione deriva dalla lingua latina repetěre,
“chiedere di nuovo”, concetto differente rispetto alla definizione di essere
ripetitivo
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, che non si presenta tanto come un arresto delle capacità espressive,
ma più come un’incapacità di vedere la realtà al di là dei limiti imposti.
Entrambi i significati, mirano alla risoluzione di un problema attraverso la
perseveranza, poiché, la ripetizione non si presenta come una chiusura
espressiva da parte dell’artista, perché non è una riproduzione di un qualcosa
senza alcuno sforzo mentale e fisico, ma è un portare quell’esperienza, quella
rappresentazione, ad un livello successivo, ovvero fino alla sua esasperazione.
‹‹L’Opus descrive in fin dei conti il percorso circolare del sole, che dalla notte sorge e
porta il nuovo giorno. Ma una volta giunti al Mezzogiorno, esso riprende a
tramontare.››
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Ci si rende conto, così, di una profonda ciclicità nel movimento
dell’essere vivente, in cui vi è uno spostamento più grande: ovvero quello
planetario, della materia o dell’innesco di reazioni chimiche, che pervade la
natura e che si presenta come un percorso continuo, una ricerca individuale
assidua, che accompagna l’individuo durante tutti i suoi stadi dell’esistenza. Se
pensiamo ai pianeti nella loro forma sferica, o attraverso la sezione aurea del
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Un artista che eccede di replica viene spesso etichettato come un’autore serrato che non riesce a esprimere
appieno il proprio sentire.
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Marie-Louise von Franz, Alchimia, Bollati Boringhieri, 1984, Torino pag.86
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matematico Leonardo Fibonacci, osserviamo come il ripetersi della natura, o di
operazioni matematiche, definiscono il bello in ciò che osserviamo.
‹‹Se la ripetizione esiste, essa esprime nello stesso tempo una singolarità contro il
generale, una universalità contro il particolare, uno straordinario contro l’ordinario,
una istantaneità contro la variazione, una eternità contro la permanenza. Sotto ogni
aspetto, la ripetizione è la trasgressione.››
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Il ritmo ripetitivo della vita dell’uomo, nel suo quotidiano vivere, ha un
grosso impatto nella sua espressione artistica e nelle sue scelte di vita, perché si
potrebbe tradurre l’arte e non solo, come un mero prodotto derivato da azioni
meccaniche, invece, il quotidiano vivere dell’uomo non dev’essere associato
all’ordinarietà o alla monotonia, ma come una possibilità di poter aggiungere
sempre qualcosa di diverso ad ogni opera d’arte e scelta personale.
Jan Schoonhoven – R72-19, 1972, Rechthoekige Schuine Vlakken,
1966, R62-14, 1962
In questa serie di opere dell’artista olandese Jan Schoonhoven, vengono
rappresentate delle composizioni semplici e ordinate, simili a delle griglie,
realizzate in cartapesta, carta e cartone. Le opere di Schoohoven presentano
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Ivi, p.12
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un modello seriale e ripetitivo nel linguaggio visivo astratto e
riflettono la sua indagine della luce e dell’ombra, che muta costantemente sui
suoi lavori. L’artista olandese, noto per la sua attenzione verso la realtà,
rappresenta delle forme seriali e monocrome, utilizzando la sperimentazione
formale e materiale come soggetto principale nelle sue opere d’arte.
Schoonhoven, che è uno dei maggiori esponenti del movimento “Zero"
olandese, rappresenta questi rilievi geometrici simili, che danno un senso di
atemporalità. La maggior parte di questi dipinti sono stati realizzati prendendo
spunto dal mondo esterno. Questo approccio all’arte è di fondamentale
importanza per Schoonhoven, che riproduce forme architettoniche, che
richiamano quelle della città urbana.
Enrico Castellani, Superficie bianca, 1979
Un altro artista che rappresenta
opere ripetitive, anch’esso
associato al movimento “Zero”, è
l’artista italiano Enrico Castellani,
che riconfigura le superfici delle
sue tele per alterare la percezione
dello spazio visivo. Questi pezzi
monocromatici resi tridimensionali dall'azione di elementi aggiuntivi (es chiodi)
creano un gioco di luci e di ombre. Castellani sviluppa la sua ricerca attorno al
controllo dei mezzi espressivi e della percezione dell’opera, privilegiando la
tridimensionalità del quadro.
Queste immagini, sono accompagnate da sensazioni, emozioni, ricordi,
raccolti dall’artista, che fanno parte della sua esperienza artistica. Ci si
potrebbe, a questo punto, persino interrogare, attraverso la visione delle opere
stesse, sul sentimento d’impotenza dell’artista nei confronti della
rappresentazione di un’immagine ricorrente o di una forma sempre uguale,
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