3
1
G. ARUCH SCARAVAGLIO, in Enciclopedia Italiana , vol. XXXV, 1949, s.v. Velo, pp. 31-32.
2
U.E.PAOLI, La donna greca nell’antichità , Firenze, 1955, p. 251.
3
R.PREZZO, La verità svelata dal velo , in «Multiverso» n° 5, Svelo, Udine, 2007, p. 6.
4
ARUCH SCARAVAGLIO, art. cit ., pp. 32.
5
Omero, Iliade , prefazione di Fausto Codino, trad. ita. di Rosa Calzecchi Onesti, Torino, 1963, vv. 184-
185.
6
Omero, Iliade, a cura di V. Turri, trad. ita. di Vincenzo Monti, Firenze, 1961, in part. nota al vv. 223.
CAPI TOLO I
L’USO M ULI EB R E DEL VELO NEL M ONDO G R ECO
L’uso del velo nel c ost ume femminile risale alla più remot a ant ic hit à
1
. I n G rec ia le
donne erano solit e andare a c apo sc opert o, ma, spec ialment e se sposat e, c oprivano il
c apo c on un lungo velo.
2
Q uest o era un segno dist int ivo c he ne indic ava lo st at us
soc iale: era infat t i indossat o da donne alt oloc at e, e viet at o a sc hiave e prost it ut e,
donne c onsiderat e “pubblic he”.
3
L’uso del velo è at t est at o in ogni et à, sin dai poemi
omeric i,nei quali ric orrono numerosi esempi di dee e donne c omuni c he port avano il
velo. La κα λ υπτρα e il κρήδεμνον dell'epoc a omeric a erano veli di lino posat i sulla t est a
e ric adent i sulle spalle
4
. Nell’I liade, nei versi in c ui si narra dell’inganno a Zeus,
leggiamo c he Era, l’ec c elsa fra le dee si c oprì il c apo c on un velo per poi raggiungere
Zeus sul mont e I da,
5
e c he Elena, moglie di M enelao, invit at a da Venere a seguirla nella
c asa di Paride si velò
6
.
«D’un velo coperse il capo la dea luminosa,
nuovo e bello, ed era candido come il sole».
[Omero, I liade , I X, vv. 184-185]
«Si chiuse nel suo bianco velo,
E chet a chet a in via si pose, a t ut t e le Troadi celat a».
[Omero, I liade, I X, vv. 223-224]
4
7
E.FABBRO, Lo sguardo, il silenzio. Il velo nei rituali e nel mito greco, in «Multiverso» n°5, Svelo, Udine,
2007, p. 37; CASSOLA, Inni Omerici , Milano, 1975, Inno V Ad Afrodite, vv. 177-179.
8
S.CASTELLANETA, “Demetra velata (H. Hom. Cer. 182):a proposito di κατ’ ἄκρηθεν/κατὰκρῆθεν ” , in
Eikasmos XXIII- Quaderni bolognesi di filologia classica, Bologna 2012, p. 15, in particolare nota 3; F.
CASSOLA, Inni Omerici , Milano, 1975, Inno II A Demetra, vv. 38-44.
9
CASSOLA, op. cit., vv. 166-168.
Nell’I nno omeric o ad Afrodit e, leggiamo di c ome la dea, ac c ompagnandosi ad Anc hise,
ac c ost a il velo dist ogliendo il volt o e abbassando i begli oc c hi.
7
E quando vide il collo e i begli occhi di Afrodit e
Si t urbò e rivolse gli occhi alt rove volt andosi
Subit o si nascose colle colt ri il bel volt o.
[Omero, I nno V, Ad Afrodit e, vv. 177-179]
Dall’inno a Demet ra apprendiamo c he la dea prima di lanc iarsi alla ric erc a della figlia
Persefone, aveva indossat o un velo sc uro, e seguì le figlie di Celeo sino alla loro
dimora, c on il c uore c olmo di t rist ezza, velat a e avvolt a in un peplo sc uro.
8
«Un acut o dolore la colse nell’animo: le bende, che le chiome
immort ali cingevano, lacerava con le sue mani,
si get t ava sulle spalle un cupo velo,
e si slanciò sopra la t erra e il mare, come un uccello,
alla ricerca. M a nessuno degli dei
e degli uomini mort ali voleva dirle la verit à,
e nessuno degli uccelli venne a lei come verace messaggero».
[Omero, I nno I I , A Demet ra, vv. 38-44]
Con una movenza inusuale e di elevat a c aric a emot iva, la dea sc ura nell’animo e nel
vest iario, si rinc hiude nel velo, c elandosi e isolandosi al suo int erno e proc edendo a
debit a dist anza dalle figlie di Celeo.
9
5
10
Cfr. I. GIUDICE RIZZO, Inquieti commerci tra uomini e dei : Timpanisti, Fineo A e B di Sofocle,
testimonianze letterarie ed iconografiche, itinerari di ricerca e proposte, Roma 2002, p. 87; F. CASSOLA,
op. cit., vv. 177-186; E.LIPPOLIS- I. BALDINI LIPPOLIS-N.CUCUZA, Mysteria: archeologia e culto nel
santuario di Demetra ad Eleusi , Milano, 2006, p. 107.
«ed ella, piena di t rist ezza nel cuore,
le seguiva chiusa nel velo che le scendeva dal capo; e il peplo
scuro si avvolgeva int orno alle agili caviglie della dea».
[Omero, I nno I I , A Demet ra, vv. 166-168]
St raziat a dal dolore, nel suo peregrinare fu ac c olt a nella c asa di Celeo e M et anira. Lì
rifiut a il seggio princ ipale e c hiede uno sgabello ric opert o da un vello bianc o, dove
siede avvolt a nel peplo c he le giunge fino alle agili c aviglie e c ol viso c opert o dal velo.
Vi rimane a lungo t ac it a e t ot alment e immot a, ast enendosi dal c ibo e dalle bevande
10
.
«M a Demet ra apport at rice di messi, dai magnifici doni,
non volle sedersi sul t rono risplendent e,
e rist et t e in silenzio, abbassando i begli occhi,
finché l’operosa I ambe ebbe dispost o per lei
un solido sgabello, get t andovi sopra una candida pelle.
Là ella sedeva, e con le mani si t endeva il velo sul volt o;
e per lungo t empo, t acit a e piena di t rist ezza, st ava immobile sul seggio,
né ad alcuno rivolgeva parola o gest o,
ma senza sorridere, e senza gust are cibi o bevande,
sedeva, st ruggendosi per il rimpiant o della figlia dalla vit a sot t ile»
[Omero, I nno I I , A Demet ra, vv. 177-186]
Che la dea proc edesse c on il “c apo velat o” è opinione diffusa t ra gli int erpret i dell’inno:
a part ire dalla t raduzione lat ina di Voss c he c orreda l’ edit io princeps («c apit e velat o»),
sino a quella rec ent ement e c urat a da West («a veil over her head»). I n alt ernat iva alt ri
6
11
S.CASTELLANETA, art. cit., p. 23.
12
Il velo omerico è una sorta di scialle che le donne calano in pubblico sulla testa e sulle spalle ( Il. III,
141; Il . XIV, 184; Il . XXIV, 93; Od. V, 231; Od . X, 544), solo eccezionalmente parandolo dinanzi al viso ( Od.
I, 334; Od. XVI, 416; Od . XVIII, 210, Od. XXI, 65).
13
Pausania VIII 42,1-4.
14
L.GUERRINI, in Enciclopedia dell’Arte Antica , 1960, s.v. Figalia: Φιγαλία, Φιγάλεια, Φιγαλέα; Phigalia .
Antica città greca nella zona occidentale dell'Arcadia, situata al di sopra di una terrazza montuosa a
picco su una valle incassata ove scorre il fiume Neda.
15
S.CASTELLANETA, art.cit, p. 26.
pensano c he Demet ra sia c hiusa nel velo c he le sc ende “ giù dal capo ”. E’ plausibile c he
Demet ra, c ome i Teuc ri sgoment i per la mort e di Sarpedont e, sia c omplet ament e
avvolt a da un velo funereo per la sc omparsa dell’amat a figlia Kore.
11
L’ipot esi
sembrerebbe sorret t a anc he dal c ont est o: il gest o di Demet ra si rivela più pregnant e e
signific at ivo di quello realizzat o di norma dalle donne omeric he, c he, prima di lasc iare
l’ambit o domest ic o c omplet ano la vest izione ac c omodando il velo sul c apo e sulle
spalle senza c oprire il volt o.
12
Degna di not a, a t al proposit o è la t est imonianza di
Pausania
13
relat iva al sac ro ant ro di Δημήτηρ Μ έλ αινα presso Figalia
14
, nel quale la dea
– dopo aver indossat o una vest e sc ura, emblema di ira e dolore – si sarebbe rit irat a
lont ano dal mondo, dopo il rapiment o di Persefone. Nell’inno omeric o al leit mot iv
della sofferenza, dell’ira e della nost algia si ac c ompagna regolarment e quello
dell’isolament o di Demet ra dagli dèi e dagli uomini, simbolic ament e rappresent at o dal
velo. Esso assolve la funzione di t ut elare l’onorabilit à femminile dallo sguardo degli
uomini est ranei all’ οἶκος di appart enenza, ma anc he, più in generale, di preservare
quel c he rac c hiude al proprio int erno dal molest o c ont at t o c on l’est erno.
Complet ament e avvolt a in un drappo funereo, Demet ra esc lude, perc iò, il mondo
c irc ost ant e dal proprio t orment o int eriore
15
.
Talvolt a sono raffigurat e velat e diverse divinit à femminili, t ra le quali Afrodit e,
Persefone, Hera, Hest ia e Lat ona, e in assenza di at t ribut i c arat t erizzant i risult a diffic ile
dist inguere quest e divinit à t ra loro affini. Nelle raffigurazioni monet ali, a meno c he non
c i sia esplic it a leggenda c he port a ad una sic ura ident ific azione, si è solit i int erpret are
la t est a femminile velat a c ome raffigurazione di Demet ra. La dea ha solit ament e
7
16
A.D’ARRIGO, art. cit., pp. 340-341.
17
Odissea, a cura di J.B. Hainsworth, trad. ita. di G. A. Privitera, libro I, Milano, 1982, vv. 332-334.
18
Omero, Od. V, vv. 230-32, trad. ita. di S. CASTELLANETA, in art. cit., p. 62.
19
S.CASTELLANETA, Un atroce velo (Euripide, Andromaca 110) , in «Dionysus ex machina», III, Palermo,
2012, pp. 60-73, in part. p. 61.
il kàlat hos o la semplic e st ephàne o un pòlos in c apo, ed è in genere velat a. E’ il velo,
insieme alla t orc ia c he divent a at t ribut o della divinit à dal moment o in c ui c ominc ia il
suo lut t uoso c ammino alla ric erc a della figlia.
16
Tut t avia, l’uso del velo post o sul c apo
non può essere c onsiderat o at t ribut o esc lusivo di divinit à. Da Omero apprendiamo c he
la saggia Penelope, donna mort ale port ava il velo
17
.
«Quando giunse t ra i Proci, chiara fra le donne,
si fermò vicino ad un pilast ro del solit o t et t o,
t enendo davant i alle guance il solit o scialle».
[Omero, Odissea I , vv. 332-334]
Sempre in Omero leggiamo c he «alla vigilia della part enza di Odisseo e prima di usc ire
all’alba dalla dimora c he c on l’eroe ha diviso, Calipso si ammant a di un’ampia vest e
luc ent e e avvolge at t orno alla vit a una bella c int ura d'oro e at t orno al c apo, al disopra
della vest e, la κα λ ύπτη»
18
. Nell’ Andromaca di Euripide, l’eroina rievoc a il moment o in
c ui, t rat t a prigioniera, ha perc orso «c ol c apo avvolt o dall’at roc e sc hiavit ù» e in lac rime
il t ragit t o c he separava il proprio t alamo a Troia dalle navi ac hee ormeggiat e in riva al
mare. St ando all’ipot esi di S. Cast ellanet a
19
, il passo di Euripide riprende il mot ivo
omeric o del nobile inc edere a c apo velat o di un personaggio c he, a dispet t o delle
c irc ost anze, c onservava nel dramma la propria int egrit à morale. Euripide riprende il
filo del rac c ont o omeric o nel punt o in c ui Andromac a ha simbolic ament e perso
assieme al velo c he le garant iva lo st at us di sposa e madre legit t ima e il rango regale, la
dignit à. Anromac a era infat t i st at a degradat a al ruolo di c onc ubina di Neot t olemo e di
madre di un figlio illegit t imo, e ric orda il moment o in c ui è st at a «c ondot t a via in
8
20
S.CASTELLANETA, Un atroce velo (Euripide, Andromaca 110) , in «Dionysus ex machina», III, Palermo,
2012, pp. 60-73, in part. p. 61.
21
Ibidem.
22
Omero, Iliade, III, vv. 390-394, 414-417, trad. ita. di S. CASTELLANETA, art. cit., p. 64.
23
Omero, Iliade, III, vv.418-420, trad. ita. di S. CASTELLANETA, art. cit., p. 64.
24
CASTELLANETA, op. cit ., pp. 64-65.
25
C.FRANZONI, Tirannia dello sguardo, corpo, gesto, espressione nell’arte greca , Torino, 2006, pp. 39-
40.
lac rime avvolt a nell’at roc e velo della sc hiavit ù», l’unic o c onc essole e assimilabile alla
c upa not t e c he le c opre gli oc c hi
20
. Q uest o velo, immat eriale e oppriment e al
c ont empo, c i parlerebbe quindi della dignit à di Andromac a e della sua perdit a, del suo
dolore e del suo desiderio di mort e
21
. I l velarsi t raduc e t alvolt a la volont à di c elare nel
velo il dolore, e di esc ludere, c os il mondo c irc ost ant e dal proprio t orment o int eriore. A
t al proposit o, nell’Odissea, risult a di part ic olare int eresse una sc ena di grande impat t o
emot ivo: Elena, nella quale I ride aveva innest at o la nost algia di M enelao, ment re
quest io era in proc int o di affront are Paride in duello, «abbandona in lac rime il t alamo»
e raggiunge i bast ioni di Troia «c elandosi in un c andido velo». Poi, osservando le severe
disposizioni di Afrodit e fa rient ro nel t alamo, dove l’at t ende Paride appena sot t rat t o a
mort e c ert a grazie all’int ervent o della dea
22
. Dopo aver t ent at o di esimersi da un at t o
c he a suo giudizio e a quello delle donne di Troia appare indegno, Elena, sc ossa dalla
paura è c ost ret t a a seguire Afrodit e in silenzio e «rinserrandosi nel velo» per non
essere not at a dalle Troiane
23
. I n quest o at t o ripet ut o di velarsi, alla rappresent azione
di due inversi t rasferiment i, si c ela l’immagine dello st at us soc iale e dell’onorabilit à di
Elena, e la sua volont à di segregazione, indot t a da sent iment i di dolore, paura e
vergogna
24
. Coprire e sc oprire il volt o diviene il gest o seduc ent e per ec c ellenza, ma
anc he simbolo rit uale della c ondizione femminile, c ome dimost ra il rit o
dell’ anakalypt érion , moment o c ent rale del rit o nuziale lo svelament o della sposa.
25
Come per ogni rit o di passaggio, un moment o part ic olarment e import ant e era la
vest izione della sposa, la c ui responsabilit à era affidat a a parent i e amic he. Nel giorno
delle nozze le veniva fat t o indossare un lungo chit one, st ret t o in vit a da una c int ura.
Aveva la t est a c opert a da un velo, e indossava dei gioielli. I l t emporaneo velament o del
9
26
A. VANN GENNEP, I riti di passaggio , trad. di M. L. Remotti, Torino, 2012, cfr p. 147.
27
PAOLI, op. cit., p. 51.
28
E.FABBRO, art. cit. p. 37.
29
V.LONGO, Dialoghi di Luciano , in Classici Greci . Collana diretta da Italo Lana, Vol. III, Torino, 1993, p.
640-641.
30
AA.VV., s.v. Ferecide di Siro , in Enciclopedia Italiana XV, 1932, pp. 18-19.
c apo della sposa è int erpret at o da Van G ennep
26
c ome met afora del passaggio dalla
c ondizione di part henos a quella suc c essiva di moglie. Egli int erpret a quest o moment o
c ome fondament ale per separarsi dal profano, e vivere esc lusivament e l’at mosfera del
sac ro. Durant e il banc het t o uomini e donne erano sedut i front alment e, ma su sedut e
separat e; la sposa sedeva t ra le alt re donne ed era anc ora velat a
27
. La c erimonia
dell’ anakalypt erion nel c orso del banc het t o nuziale si c onc ludeva infat t i c on lo
svelament o della sposa, c he si most rava per la prima volt a al marit o e agli ospit i
28
.
«Quando ormai, essendoci quasi t ut t i, bisognò adagiarsi, le donne occuparono per
int ero il divano che è alla dest ra di chi ent ra, e fra di esse, che non erano poche, c’era la
sposa, rigorosament e chiusa nel suo velo, circondat a dalle donne; dalla part e oppost a
alla port a c’era il grosso degli alt ri, dispost i secondo il grado di ciascuno».
[Luc iano, Symposium 8, t rad. it a di V. Longo
29
]
I n un framment o di Ferec ide di Siro, poet a vissut o nel VI sec . a.C., appaiono t re divinit à
primordiali ed et erne: Zas (= Zeus), Chronos il t empo, fuso c on Kronos = Sat urno) e
Cht honie. Zas sposa Cht honie, e le dona un grande pharos (mant ello), in c ui sono
effigiat i la Terra, Oc eano e le c ase dell'Oc eano. Cht honie prende c osì il nome di Terra
(Γῆ)
30
. I fest eggiament i nuziali durarono t re giorni, al t ermine dei quali il dio sollevò il
velo della sua sposa, sot t ile t essut o ric amat o c he egli st esso le aveva donat o. Per
quest o, sec ondo il poet a, gli dei e gli uomini della t erra c onservano l’uso
dell’ anakalypt érion . I l velo non è un element o essenziale solo nei rit i mat rimoniali.
Poic hé in c ert e c erimonie gli iniziat i venivano bendat i o c opert i da un velo. A
Samot rac ia, nell’ambit o dei mist eri, il sac erdot e c ome segno di iniziazione avvolgeva