INTRODUZIONE
Al giorno d’oggi quando si parla di Employer Branding (da qui EB, n.d.r.) si fà riferimento ad
una strategia di marketing, con finalità ben precise. Nella gestione aziendale del nuovo
millennio è importante specificare come sia necessario anticipare o creare cambiamenti, al
fine di essere competitivi e performanti nel marcato attuale.
Nell’EB l’azienda deve essere riconosciuta e distinta nel proprio settore di appartenenza.
Tuttavia è fondamentale che l’organizzazione abbia una Vision e Mission chiara, è che sia
condivisa ed accettata dai dipendenti ed utenti finali. Bisognerà in via prioritaria creare
engagement e suscitare ai propri dipendenti un forte senso di appartenenza.
L’azienda per definire la propria identità come unica e riconoscibile dovrà necessariamente
porsi le seguenti domande:
• Quali sono i nostri valori ?
• Quali sono i nostri punti di forza ?
• Cosa vogliamo trasmettere ai nostri clienti ?
• Qual’è il mio target di riferimento ?
• A chi ci vogliamo rivolgere ?
• Quali strategie bisognerà mettere in atto per essere attraente verso l’utente finale ?
• Chi sono i destinatari ?
• Quali generazioni vogliamo colpire ?
In virtù di quanto posto, sarà importante trovare un giusto posizionamento nel mercato, che
permetterà di rendere il servizio offerto, unico ed inimitabile.
‘’Qualsiasi azienda è un organismo economico composto di persone e di beni, volto al
raggiungimento di un determinato scopo che si ottiene attraverso il lavoro. Promuovere
l’azienda come luogo dove il tutto si svolge meglio che altrove, equivale a promuovere
l’essenza di essa’' (Caliccia G. 2002)
1
.
Caliccia Giuseppe, “Guida Pratica all’Employer Branding teoria”, dati e casi, F. Angeli,
1
Milano , 2002. Pp. 7-36.
5
"L’attuale mercato del lavoro, congestionato e compresso da spinte diversificate, spesso
diametralmente opposte nei contenuti e negli intenti, richiede mai come prima un grande
supporto e intervento del settore Human Resources di qualsiasi Azienda. I professionisti del
settore sono chiamati ad approcciarsi con l’esigenza di personale altamente qualificato e di
talento, ma d’altra parte le disponibilità in termini di retribuzione offerta e prospettive di
contratti a lungo termine spesso sono troppo distanti dalle aspettative e desideri di chi,
potenzialmente, potrebbe essere il candidato giusto per l’Azienda in questione." *
Questo su un lungo termine tenderà a generare malcontento ed ampio turnover, sopratutto
quando il professionista possiede importanti skills. È dunque logico e consequenziale pensare
e sperare che le Organizzazioni pongano le risorse umane al primo posto, al fine di gestire il
tutto con successo su un lungo raggio.
0.1 Obiettivo della ricerca (Review) e considerazioni personali
Nell’elaborato verrà posto l’accento sull’EB, effettuando un breve cenno storico sulla nascita
e la conseguente esigenza, delle aziende, nel doversi adattare ai tempi attuali.
Verranno osservati i modelli applicativi con spiegazione scientifica su monitoraggio e
gestione, con l’obiettivo di poter espletare l’EB nel miglior modo possibile. Il punto focale
della tesi, sarà collegare, l’EB con gestione di Talenti ed alti potenziali, facendo una
panoramica sulle differenze professionali tra le due figure. Si collegherà il tutto,
spiegando come sia fondamentale per i top manager odierni avere una leadership adatta
a quelle che sono le caratteristiche del nuovo millennio. La tesi avrà come obiettivo
quello di spiegare, tramite revisione della letteratura (Review), come il tutto debba essere
applicato al fine di, migliore la permanenza di talenti ed alti potenziali all’interno delle
organizzazioni.
6
* "Employer Marketing & Branding. Come le aziende attraggono giovani talenti attraverso strategie di employer
branding: il caso Tutored", Tesi di Laurea di Nicolò Bardi, Rel. Prof. Costabile Michele, Facoltà di Economia e
Gestione delle Imprese, Dipartimento di Economia e Management, LUISS, a.a. 2018/2019 - https://
tesi.luiss.it/26830/1/184811_BARDI_NICOLO'.pdf
CAPITOLO 1: EMPLOYER BRANDING
Il concetto di EB si sviluppa secondo modelli delineati e specifici. Può essere definito come
un modo di comunicare, strategico ed efficace, attraverso cui un’azienda si racconta col fine
di migliorare la propria reputazione sul mercato. Non più informazione passiva,
ma comunicazione interattiva tra azienda e audience: il contesto di lavoro non resta più un
concetto fine a se stesso, ma si evolve in un luogo animato, in cui l’aspetto umano, la filosofia
aziendale e i valori contribuiscono a definire l’unicità del brand e diventano il valore aggiunto
di questo nuovo modo di comunicare.
Fare EB oggi significa essere portavoce della propria realtà di lavoro in maniera creativa.
E’da specificare che non fa riferimento ad una promozione aziendale di “vetrina”, come
profilo statico e di semplice informazione, ma è piuttosto il pretesto che fa da “matriosca” a
molti altri concetti in esso racchiusi: visibilità, targetizzazione, differenziazione, attraction dei
candidati .
2
1.1 Definizione generale ed applicazioni aziendali
Il termine Employer Brand è stato coniato da Ambler e Barrow (1996), i quali lo definiscono
come “l’insieme dei benefici funzionali, economici e psicologici garantiti dall’impiego e
identificati con l’azienda”. I benefici funzionali sono le opportunità di sviluppo e le attività di
lavoro utili, offerte dall’organizzazione in quanto datore di lavoro (employer). I benefici
economici si riferiscono al sistema retributivo e premiante sviluppato dall’organizzazione, i
benefici psicologici, infine, sono espressione del senso di appartenenza, orientamento e scopo
percepiti dal target di riferimento in relazione all’employer. Inoltre, secondo gli autori, il
brand, raffrontato a un prodotto come lo si intende nella sua accezione tradizionale, ha sia una
sua personalità che un suo posizionamento, ed è perciò soggetto alle leve di marketing che
vengono impiegate per il successo sul mercato. Ambler e Barrow (1996) continuano
affermando che l’EB possa essere visto come l’idea che, rispetto ai tre concetti appena trattati,
“li sintetizza in un termine unico che può essere attivamente gestito e misurato”.
https://www.monster.it/ricerca-personale/risorse/mercato-del-lavoro/trend-del-mercato-del-
2
lavoro/employer-branding-audience-comunicazione/
7
“L’EB riconosce le similarità tra Human Resources (HR) e il regolare brand marketing (di
prodotto) permettendo di conseguenza, in via di principio, che le loro tecniche siano
impiegate reciprocamente nelle rispettive aree”. Secondo il loro pensiero, le imprese agiscono
rispetto ai dipendenti con scopi equiparabili alla soddisfazione del cliente e con il fine ultimo
di aumentare il valore dell’azienda, “tipicamente (in termini di) guadagno per l’azionista”. Per
poter raggiungere queste finalità si riconosce sempre di più l’importanza di una “visione di
lungo termine delle relazioni con i clienti (relationship marketing) e di quella con i dipendenti.
“Il costo di reclutare, formare e valorizzare le migliori persone può essere recuperato solo se
queste vengono trattenute per un periodo di tempo almeno sufficiente a poter produrre un
ritorno nell’investimento” .
3
Secondo Caliccia (2017) la definizione data da Ambler e Barrow (1996), così come quella
data da altri studiosi che hanno analizzato questo concetto negli anni seguenti, si concentra
molto sulla parte “employer ,piuttosto che sul termine centrale branding”, ponendo di
conseguenza, le attività esclusivamente “in relazione ai dipendenti e ai potenziali dipendenti”.*
Per questo motivo si è sentita l’esigenza di fare chiarezza circa la differenza tra l’EB, cultura,
identità, reputazione aziendali e marketing interno. La disciplina, invece, dovrebbe essere
considerata principalmente “come un’attività di branding”, con molteplici pubblici e con
finalità di “miglioramento e completamento del proprio brand” e non solo di reclutamento e
selezione. In tal senso i dipendenti non rivestono solamente il ruolo di “destinatari della
comunicazione” poiché rappresentano, al tempo stesso, “l’essenza del brand stesso e
ricoprono il ruolo di ambasciatori e ‘’strumento’’ della comunicazione dell’EB” .
4
Questa posizione è legittimata anche dal pensiero di Barrow e Mosley (2005) che sostengono
che l’EB “gioca un ruolo cruciale nel costruire e nel supportare il customer brand” e,
viceversa, “il customer brand nell’attrarre le persone giuste per far sì che vengano a lavorare
per l’impresa” . L’orgoglio di far parte dell’azienda inserisce basi solide basate su lealtà ed
5
Ambler T., Barrow S.,“The employer brand, Journal of Brand Manage- ment”, vol. 4, n.
3
3,1996, pp. 186-206.
Caliccia G.,“Guida pratica all'Employer Branding: Teoria, dati e casi. Management tools”.
4
Milano: FrancoAngeli. pp.7-36.
Barrow S., Mosley, R.,”The Employer Brand. Bringing the Best of Brand Management to
5
People at Work”, Chichester: John Wiley & Sons Ltd, 2007
8 * "Employer Branding e PMI", Tesi di Laurea di Elisa Gonini, Rel. Prof. Diego Campagnolo, Corso di
Laurea in Economia, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico: 2018-2019, https://thesis.unipd.it/
bitstream/20.500.12608/22118/1/Gonini_Elisa.pdf
impegno nel lavoro diventando essi stessi veicoli idonei a trasmettere correttamente il brand
aziendale ai consumatori.
Quindi, secondo questa prospettiva, consumer ed Employer Brand devono necessariamente
essere integrati e coerenti tra di loro per riuscire pienamente nei loro intenti .
6
Analizzando la letteratura è importate prendere in considerare la citazione di Amendola
(2007) il quale definisce l’EB, come una “strategia finalizzata a creare un’immagine aziendale
coerente con l’identità dell’impresa come employer (luogo di lavoro), in sintonia con il target
di riferimento e ben distinta da quella dei competitor, attraverso la quale attrarre e fidelizzare
persone di talento” .
7
Partendo da questa definizione Secondo Sullivan (1999), ‘’le organizzazioni che intendono
realizzare efficaci strategie di attrazione (attraction) e fidelizzazione o mantenimento
(retention) nei confronti dei migliori talenti dovrebbero, focalizzare l’attenzione
principalmente su aspetti soft del rapporto con la popolazione di riferimento’’ .
8
Sarebbe quindi opportuno, secondo l’autore, valutare il modo in cui gli impiegati
percepiscono il lavoro in azienda, individuare i fattori che contribuiscono a una migliore
identificazione organizzativa e determinare quelle caratteristiche aziendali che in maggior
misura motivano i candidati a lavorare presso quella determinata organizzazione e non in
altre. Per esempio, vi è una crescente evidenza che la responsabilità sociale d’impresa
(Corporate Social Responsibility, Csr) rappresenti una modalità importante, convincente e
legittima di attrarre e fidelizzare le persone ad «alto potenziale» .
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In generale, le iniziative di Csr rivelano il valore di un’organizzazione, non più vista come
meramente interessata alla crescita di se stessa bensì come un’entità che contribuisce più in
generale al benessere della comunità e della società (Bhattacharya, Sen e Korschun 2008).
http://tesi.cab.unipd.it/63361/1/Gonini_Elisa.pdf , pag 7.
6
Amendola, E.,” Speciale Employer Branding. I fattori di sviluppo dell’employer branding”.
7
2007 http://risorseumane.monster.it/10157_it_p1.asp.
Sullivan, J., “Building An Employement Brand”. Electronic Recruiting Ex- change, 1999.
8
Bonaiuto M., Giacomantonio M., Pugliese E., Lizzani G.,“Employer Branding: come
9
misurare la sua efficacia’’, Researchgate, Gennaio 2010, pp. 8.
9