Introduzione
Mai eravamo stati così tanti nella storia, almeno per quella che conosciamo, e
mai con la tecnologia che abbiamo sviluppato. La crescita dell’ultimo secolo, in
particolare, è stata così dirompente che solo alcuni avevano potuto immaginare quali
sarebbero stati i suoi effetti. Guidati troppo spesso dai nostri interessi, finalmente
iniziamo ad accorgerci che le nostre abitudini producono esiti negativi su larga scala
e, finalmente, iniziamo a correre ai ripari. Noi giovani, per primi in termini di
interesse, desideriamo e ci battiamo affinché il Pianeta che ci ospita e che accoglierà
le generazioni che seguiranno la nostra sia in primis più verde, perché l’ambiente è
tutto ciò che ci circonda, la natura è sempre in contatto con noi ed è a lei che
dobbiamo molto per tutto ciò che abbiamo.
Nel crescere e nel ricercare nuove soluzioni, l’umanità si evolve, si trasforma.
L’essere umano, di fatto, impara per errori, fino ad arrivare ad una visione sempre
più chiara per agire. La grave crisi climatica che stiamo procurando all’ambiente è
una realtà ampiamente accettata e va affrontata, oggi, con ottimismo, a 360 gradi.
Dalla riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti si è arrivati ad una logica di
prevenzione con tecnologie sempre più pulite, con l’idea di incentivare
successivamente la transizione sempre più verso un modello di economia circolare.
La “chiusura del cerchio” contribuirebbe al raggiungimento dell’obiettivo Zero
Waste, nient’altro che la diminuzione dei rifiuti fino alla loro integrale scomparsa.
Ripensare l’intero sistema in questo senso non è di certo semplice, ma è un
cambiamento profondo che deve interessare tutti, cittadini e attività in qualsiasi
settore.
L’industria degli eventi è tra quelle che vedono un’elevata produzione di rifiuti
e materiali di scarto. Essa nasce dal tradizionale bisogno umano di aggregazione ed è
stata una delle più colpite dalla crisi dovuta alla pandemia del 2020 per via della sua
natura, con perdite di risorse umane e di fatturato. Allo stesso tempo, l’arrivo del
COVID-19 è parso un punto di partenza, l’opportunità per consolidare la transizione
verde. Infatti, chi lavora in questo ambito ha provato, con o senza successo, a
reinventarsi e sperimentare nuovi format per sopravvivere, tra cui quello digitale, e
4
deve ora prestare attenzione ad una preoccupazione ancora più grande, quella del
cambiamento climatico, contribuendo ad invertire questa tendenza. Un lavoro, il mio,
che, vista l’appena trascorsa situazione di incertezza nel settore, sembra andare
controcorrente, ma che vuole seguire la via oggi condivisa della sostenibilità, data la
ripresa a pieno ritmo degli eventi.
Il Capitolo 1 si struttura come un’introduzione all’argomento, ai concetti di
sostenibilità e di economia circolare contestualmente al mondo degli eventi. La fase
clou dell’organizzazione di un evento è quella relativa all’attuazione fisica dello
stesso, che comprende sia la realizzazione di un allestimento, con un ampio impiego
di materiali, sia il coordinamento dell’evento e la consequenziale gestione dei rifiuti
e dei materiali di scarto: quest’ultima risulta essere un punto cruciale per il
raggiungimento di obiettivi di Zero Waste e circolarità poiché, nella gestione degli
eventi, lo smaltimento dei rifiuti ha un costo elevato in termini economici e,
parallelamente, essi rappresentano un danno per l’ambiente ed uno spreco di risorse
(Beer, 2009), per cui sono necessarie soluzioni preventive. Questo avvio vuole essere
generale per fare da cornice al cuore del lavoro, più concreto e pratico.
All’interno del tema ho scelto di spostare la mia attenzione sugli allestimenti,
più precisamente quelli floreali per eventi, oggi di tendenza per molte occasioni
speciali. Le cerimonie civili e sacre ed eventi privati, tra i quali i matrimoni, fanno
dei fiori una comune e consueta fonte di scarto (Waghmode et al., 2018; Bennurmath
et al., 2021), essendo essi regolarmente utilizzati per allestire (Dutta & Kumar,
2021). Così, considerate la delicatezza della questione riguardante la gestione dei
rifiuti derivanti da eventi e allestimenti degli stessi e la scarsa trattazione
dell’argomento in letteratura, nel Capitolo 2, ho deciso di soffermarmi sulle
possibilità di rivalorizzazione degli scarti originati da allestimenti floreali, ovvero
rifiuti organici e altri materiali di contorno, per valutare come potrebbe avvenire la
gestione dei rifiuti post-evento ai fini del conseguimento di obiettivi di Zero Waste e
riduzione degli sprechi. Le diverse strategie e le possibilità di applicazione di principi
di economia circolare agli eventi nella gestione dei materiali di scarto derivanti da
5
allestimenti analizzate in alcuni studi presenti in letteratura sarebbero in grado di
portare alla creazione di ulteriore valore per il sistema.
La gestione di eventi responsabili presuppone la collaborazione di fornitori
che guardino al medio-lungo termine e condividano obiettivi di sostenibilità (Saeed-
Khan & Clements, 2009). Il caso scelto in relazione all’oggetto di analisi della tesi
riguarda l’attività di realizzazione di allestimenti floreali portata avanti dalle Flower
Farms. Queste aziende tutte italiane di recente costituzione, nel loro piccolo, com’è
stato possibile osservare, contribuiscono attivamente al raggiungimento di obiettivi
di sostenibilità, circolarità e Rifiuti Zero. Pertanto, riprendendo la domanda di tale
ricerca, ovvero “Come può avvenire e come effettivamente avviene, al termine
dell’evento, la gestione di tutti i materiali che compongono l’allestimento
realizzato?”, è stato possibile conoscere, attraverso la guida di questi esempi virtuosi
in termini di circolarità, come effettivamente avviene la gestione post-evento dei
materiali di scarto derivanti da allestimenti floreali in Italia, con tutte le limitazioni
del caso.
In sintesi, il lavoro mira a: 1) analizzare la situazione riguardante il percorso
verso lo sviluppo sostenibile e l’applicazione di principi di economia circolare nel
settore degli eventi, in particolare per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti che
originano da allestimenti, con un focus sugli allestimenti floreali; 2) comprendere la
gestione post-evento di allestimenti e installazioni floreali e le effettive possibilità di
rivalorizzazione dei rifiuti originati dagli stessi per “chiudere il cerchio”, attraverso
la presentazione e lo studio di esempi virtuosi, con l’intento di estrapolare delle best
practices che possano essere seguite e ripetute nel settore, così come individuare le
lacune da colmare.
Mentre la sostenibilità degli eventi viene già studiata e discussa, da un’analisi
si evince che la letteratura pubblicata sull’attuazione dei principi di circolarità nel
settore degli eventi è relativamente scarsa (Acampora et al., 2021). Inoltre, si hanno
limitate notizie in letteratura circa l’applicazione di principi di economia circolare
relativamente alla precisa gestione dei materiali di scarto derivanti da allestimenti
floreali per eventi, a livello globale e, nello specifico, in Italia, pur avendo questi
6
ultimi, in particolare i rifiuti organici, un elevato potenziale di riutilizzo e/o riciclo.
L’idea di questo elaborato è quella di fornire spunti, sia di ricerca sia applicativi, per
il raggiungimento di obiettivi di circolarità e Zero Waste. Sostengo che novità e
cambiamenti possano, o meglio, debbano essere apportati, soprattutto in un comparto
strategico come quello degli eventi, che pervade e si lega a svariati ambiti
professionali e dove fare networking assume una grande valenza.
7
1.1.3 Allestimento e gestione di un evento.
Nell’organizzazione di un evento, sia esso pianificato in risposta ad un brief o
sia esso generato all’interno di una stessa realtà, assumono un ruolo di particolare
importanza l’allestimento e i materiali selezionati per lo stesso, in quanto pongono
una serie di questioni relazionate a principi di sostenibilità ambientale, non solo per
quanto riguarda la fase di approvvigionamento, ma anche rispetto alla raccolta e alla
gestione dei rifiuti che ne originano. Questo accade perché i costi associati all’evento
e i valori economici hanno da sempre prevalso nei processi decisionali (Getz, 2008) e
il budget disponibile influisce inevitabilmente sulla scelta della location e sulle
modalità di allestimento della stessa, con l’eventualità di porre dei limiti alla
sostenibilità: prediligere soluzioni responsabili presenta generalmente costi maggiori
legati alle attività di ricerca e sviluppo. L’allestimento rientra nella fase di
implementazione e attuazione di un evento. Esso riguarda essenzialmente l’ambiente
fisico dell’evento e tutto ciò che ha a che fare con l’aspetto estetico. Che si tratti di
festival, summit, meeting, congressi, cene di gala, cerimonie o altri eventi privati, di
piccola, media o grande portata, l’allestimento gioca un ruolo fondamentale,
fungendo da biglietto da visita dell’evento.
Una volta selezionata una location, il passaggio successivo consiste
nell’effettuazione di un sopralluogo, ovvero di un’ispezione per acquisire dati ed
elementi di valutazione per la progettazione di un allestimento. Di norma, questo tipo
di rilievo prevalentemente tecnico viene effettuata da un interior designer, o
comunque da un soggetto specializzato, ingaggiato dall’organizzatore dell’evento. Lo
studio di una location è importante per la pianificazione e la progettazione e
tendenzialmente vi sono delle regole di design da applicare alla struttura ricettiva
perché l’ideazione dell’allestimento sia efficiente e di successo:
• prima di tutto, è essenziale ascoltare ed interpretare le idee del committente e
capire a fondo i dettagli e le reali motivazioni che lo hanno portato a scegliere una
tale location;
13
• successivamente, si analizza il luogo prescelto dal punto di vista
architettonico, per cui si identificano la planimetria della location, gli accessi, la
presenza di eventuali vincoli, le diverse funzioni e destinazioni d’uso;
• si esamina, parallelamente, l’orientamento della location, inteso come
esposizione al sole, anche qualora lo svolgimento avvenga internamente, sia per
questioni legate al catering sia per aspetti legati all’illuminotecnica e ai relativi
costi;
• l’ultimo passo consiste nella valutazione delle finiture esistenti, che possono
rappresentare dei vincoli (ad esempio, per la necessità di rivestimenti), ma anche
degli elementi da enfatizzare.
Si è parlato di catering e illuminotecnica, ma vi è altro che contribuisce alla
percezione d’insieme, ovvero decorazioni, musica e animazione: sono tutte attività
che rientrano nell’organizzazione di un evento, curate dalle aziende di banqueting. Il
banqueting management non rientra nell’aggregazione dell’event planning, poiché la
figura del banqueting manager non gestisce il budget e non risponde direttamente al
cliente. Chi si occupa di banqueting, dunque, è in grado di coordinare più aspetti di
un evento e garantire un’elevata personalizzazione dello stesso. Tuttavia, non tutte le
aziende di banqueting gestiscono servizi quali illuminazione, musica, intrattenimento
ed altri extra che, in base alle richieste, vengono delegati ad altre figure. Il servizio di
banqueting viene anche comunemente, ma erroneamente, associato all’attività di
catering, che è, invece, inglobata nello stesso. Il termine catering, dall’inglese to
cater, rappresenta l’attività di preparazione e fornitura di vivande e si differenzia per
la sua semplicità dall’attività a 360 gradi svolta dall’azienda di banqueting che,
invece, prevede: la scelta e il completo allestimento di tavoli (la c.d. mise en place);
la programmazione e la supervisione del servizio di cibo e bevande; la collocazione
di complementi di arredo e di allestimenti floreali; il ripristino degli spazi al termine
dell’evento. Un’attività, quella del banqueting, che può definirsi estremamente
complessa, deputata alla cura di ogni dettaglio, per un’organizzazione impeccabile.
L’universo dei planner e dei manager si interseca, come anticipato, con il
mondo del design, nel quale si ritrovano le figure dell’event designer e del floral
14
designer. Un event designer è colui che si occupa dell’aspetto prettamente estetico
dell’evento, supportando il committente nel definire tutti i dettagli di design, tra i
quali la scelta dei colori e dei complementi di arredo. Chi si occupa di design
collabora con l’event planner e, necessariamente, con coloro che curano il
banqueting, ma sempre e soltanto per una visione estetica e di immagine. Accanto
alla professionalità dell’event designer si trova la sfera del floral design, che offre le
sue competenze afferenti la conoscenza, la manipolazione e il trattamento di fiori,
composizioni, installazioni e allestimenti floreali. L’elemento fiore e le decorazioni
verdi hanno acquisito negli anni sempre più importanza all’interno dell’industria
degli eventi, in particolare per celebrazioni ed eventi privati, sulla base della
classificazione precedentemente vista (Getz, 2005). I fiori hanno il potere di
emozionare e creare atmosfere particolari. L’arte floreale è uno dei mezzi di cui
l’uomo dispone per avvicinarsi alla natura e alle sue forme.
1.2 Il ruolo della sostenibilità negli eventi.
Perché parlare di sostenibilità? L’organizzazione e la gestione di eventi e
relativi allestimenti comportano inevitabilmente un elevato impiego di risorse, di
materiali e di energia, impattando conseguentemente, in modo diretto o indiretto,
sull’ambiente. L’industria degli eventi è molto competitiva e in continua crescita e
contribuisce notevolmente al problema ambientale, principalmente in termini di
consumo di energia, produzione di rifiuti, emissioni e inquinamento atmosferico,
consumo di acqua, spreco di cibo (Acampora et al., 2021). Tutelare le risorse
naturali, messe in pericolo da uno sfruttamento incontrollato, ed utilizzarle in modo
durevole e rispettoso, data la loro scarsità, è uno dei fondamenti alla base dello
sviluppo sostenibile.
Le origini della sensibilità verso gli aspetti ambientali, e non solo, sono da
ricercarsi nella seconda metà del secolo scorso. Diversi eventi di forte impatto hanno
posto di fronte alle società industrializzate il problema riguardante l’esaurimento
delle risorse naturali legato alla prospettiva, fino a quel momento comune, di una
crescita illimitata. Inoltre, è proprio dagli anni ’80 del secolo scorso che si è
15
evidenziato un aumento del tempo libero a disposizione che ha portato a un
proliferare di eventi in tutti i paesi del mondo (Mayr & Whitford, 2013) e, quindi, ad
un potenziale aumento degli effetti negativi appena citati.
La definizione di sviluppo sostenibile più celebre è sicuramente quella
contenuta nel rapporto Our Common Future di quegli anni (Bruntland, 1987):
“Sustainable development is development that meets the needs of the present without
compromising the ability of future generations to meet their own needs”.
Meadowcraft (1997) sostiene che lo sviluppo sostenibile sia “open ended” e che
“each generation must take up the challenge anew”. Da qui la spinta verso un
miglioramento continuo: la gestione di eventi richiede ancora cambiamenti, nella
mentalità, nell’attenzione verso l’intera catena di fornitura e verso la trasparenza del
ciclo di vita delle risorse impiegate, nonché nella presa di coscienza dei costi
ambientali associati ai rifiuti. Così, mentre gli eventi, data la definizione degli stessi,
sono circoscritti nel tempo, il concetto di sviluppo sostenibile guarda al futuro: una
contraddizione che porta a riflettere sulle conseguenze di lunga durata delle attività
quotidiane e temporanee.
Il concetto di sostenibilità si fonda su 3 pilastri: ambientale, economico e
sociale. Questi ultimi vengono rappresentati tipicamente da 3 cerchi di equivalente
importanza, che si intersecano. Secondo Purvis et al. (2019) non sembra esserci un
unico punto di origine di questa concezione a 3 dimensioni che vede in connessione
obiettivi economici e di crescita con problematiche ambientali e sociali. Purtroppo,
ricerche e studi precedenti sono stati dedicati in gran parte agli impatti sociali ed
economici degli eventi (Martinho et al., 2017), distogliendo l’attenzione dalle
conseguenze ambientali che possono manifestarsi. A proposito di eventi, il più
importante evento che si sia mai tenuto sullo sviluppo sostenibile, che si prefiggeva
di conciliare la crescita economica con l’impegno a livello internazionale per la
tutela ambientale, è stata la United Nations Conference on Environment and
Development (UNCED), ovvero l’Earth Summit di Rio de Janeiro del 1992. Negli
anni ’90 cresce il riconoscimento del ruolo e della responsabilità delle imprese, che,
con la loro condotta, sono parte e, al tempo stesso, soluzione ai problemi ambientali e
16