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INTRODUZIONE
Alla base di questo studio vi è l’analisi della variazione delle abitudini dei clienti di
banche italiani, in un contesto storico in cui ci si trova ad affrontare una pandemia
mondiale, che ha costretto la popolazione a adattarsi alle nuove misure di sicurezza
dettate dall’emergenza sanitaria da Covid-19. In particolare, si pone l’attenzione
sulle nuove tendenze in materia di transizione digitale, un’evoluzione iniziata già
dagli anni precedenti all’epidemia, ma che a seguito di questa ulteriore spinta, offre
nuovi spunti di analisi.
Le ragioni principali che mi hanno incentivata ad approfondire questo argomento
hanno una duplice natura. L’interesse nei confronti della sempre più estesa
rivoluzione tecnologica, e l’applicazione di essa al settore economico-finanziario.
Nello specifico, ho voluto analizzare le reazioni comportamentali da parte della
popolazione rispetto al repentino mutamento del contesto storico, focalizzandomi su
fattori come la resilienza sia da parte degli intermediari finanziari, sia da parte dei
consumatori. Dopo aver effettuato ricerche su studi condotti in merito negli anni
precedenti su campioni di scala maggiori, questi hanno rappresentato la base su cui
ho fondato la mia indagine.
Obiettivo fondamentale di questa tesi di laurea è quindi quello di fornire un’attenta
analisi dei risultati raccolti, mettendone in relazione alle diverse caratteristiche
demografiche degli elementi del campione esaminato. L’elaborato si presenta come
un’istantanea che fotografa una realtà in cui le previsioni sulle tendenze effettuate in
passato dimostrano di aver subito una importante accelerazione; perciò, strumenti cui
si pensava servissero anni per affermarsi tra gli utenti, li troviamo già consolidati
nelle consuetudini di gran parte della popolazione esaminata.
È stata condotta un’indagine mediante l’uso di canali digitali, servendosi del
sondaggio come metodo di ricerca ed elaborazione statistica. Il campione di
riferimento cui ci si è rivolti, comprende individui di sesso sia femminile che
maschile, di età non inferiore ai 18 anni, provenienti da tutte le zone del territorio
nazionale italiano.
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Le domande sono state focalizzate soprattutto su preferenze ed abitudini dei canali di
fruizione di servizi ed operazioni messi a disposizione dalle banche di appartenenza.
La tesi è articolata in cinque capitoli: nel primo capitolo viene fornita un’analisi del
contesto storico, nello specifico la descrizione degli eventi verificatisi nel Mondo ed
in Italia a partire dalla diffusione del Coronavirus. Si presenta come un resoconto
internazionale e nazionale dell’influenza della pandemia sui mercati finanziari ed in
generale nell’ambito economico, sociale e culturale. Nel secondo capitolo, ci si
concentra sulla descrizione del mondo degli intermediari finanziari, sia bancari che
non, e sull’evoluzione tecnologica che ha coinvolto l’universo della finanza negli
ultimi anni. Il terzo capitolo si pone come approfondimento del precedente,
evidenziando i nuovi strumenti digitali utilizzati e messi a disposizione dei grandi
gruppi bancari; inoltre, vengono esaminati i risultati di una ricerca effettuata nel
2018, da parte di KPMG, in merito al “Digital Banking”.
Con il quarto capitolo si entra nel cuore dell’indagine condotta. In esso viene
presentato il metodo di ricerca e gli strumenti utilizzati, analizzando in seguito le
singole risposte del sondaggio somministrato. Si cerca di individuare le attuali
preferenze degli intervistati, le motivazioni ed i fattori di variazione, indagando le
eventuali correlazioni, soprattutto l’influenza dell’età e delle precedenti consuetudini
del soggetto. Infine, nel quinto capitolo, si commentano i risultati ottenuti dall’analisi
dell’elaborazione dei dati, esponendo gli elementi più rilevanti della ricerca svolta e
le conclusioni che ne sono derivate.
Grazie a questo studio, è possibile fare un confronto tra lo scenario pre-Covid e
quello post-Covid. In particolare, appare evidente la conferma di trend registrati in
passato ma con variazioni riguardanti le tempistiche. Queste analisi possono inoltre
offrire uno spunto interessante per gli intermediari finanziari, specialmente quelli
legati a metodi più tradizionali, che si accingono a pianificare gli investimenti futuri
a lungo termine nell’ambito della digitalizzazione.
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1. La pandemia di COVID-19
La pandemia di SARS-CoV-2 è una epidemia diffusa a livello globale, nota anche
con la sigla COVID-19 (Corona Virus Disease). Sviluppatasi tra la fine del 2019 e
l’inizio del 2020, ha avuto un impatto non solo sul piano sanitario e sociale, ma
anche su quello economico.
I primi casi noti di persone colpite dal virus risalgono ufficialmente a dicembre 2019,
in una regione della Cina. Nello specifico, l’epicentro pare sia stato il “Wuhan’s
South China Seafood City market”, cioè il mercato alimentare della città di Wuhan,
nella provincia di Hubei. Si ipotizza da subito che il coronavirus fosse di origine
animale, tuttavia, non è stato ancora individuato l'animale nel quale il virus arrivato
dai pipistrelli si sia riassortito, dando origine a un nuovo virus capace di contagiare
l'uomo. I casi andavano moltiplicandosi, e il primo a parlarne apertamente era stato
un giovane oftalmologo, Li Wenliang, che aveva avvisato i colleghi della necessità di
utilizzare protezioni. Il 7 febbraio moriva dopo avere contratto il virus. (ANSA,
dicembre 2020). Inizialmente si pensava potesse trattarsi di un tipo di influenza
stagionale, o un tipo di polmonite, ma gli effetti sempre più gravi riscontrati nelle
persone che si ammalavano hanno condotto i medici ad una valutazione diversa,
attribuendo al virus una maggiore pericolosità. Nonostante questi segnali allarmanti,
e gli sforzi internazionali per contenere la diffusione, nell’arco di pochi mesi
l’epidemia è riuscita a diffondersi in maniera esponenziale in tutto il Mondo,
registrando 235.175.106 casi confermati nel mondo dall'inizio della pandemia, e
4.806.841 morti, alla data del 03 ottobre 2021 (Ultimi dati OMS
1
); solo in Italia i dati
riportano 4.660.314 casi confermati, e 130.697 morti
2
.
1
Fonte: Health Emergency Dashboard, 06 ottobre ore 18.27
2
Fonte: Dashboard ECDC, 30 settembre 2021
5
Figura 1: Casi totali (nel mondo) = conteggio cumulativo totale (237.222.557), al 6 ottobre 2021.
Questa cifra include i decessi, e i pazienti guariti o dimessi (casi con esito accertato).
(Fonte: Worldometer - www.worldometers.info)
L’OMS
3
e l’ECDC
4
hanno individuato delle fasi “in continuum” nella risposta ad
una pandemia da virus emergenti:
1. Fase inter-pandemica: il periodo tra le pandemie.
2. Fase di allerta: l’identificazione di un nuovo virus emergente nell’uomo. In
questa fase è fondamentale essere attenti nell’effettuare una analisi ed una
valutazione del rischio a livello locale, nazionale e globale. Se dalle valutazioni
del rischio si deduce che il nuovo virus non ha la potenzialità di evolvere in un
ceppo pandemico, si può procedere verso una rimodulazione delle attività con
misure meno stringenti.
3. Fase pandemica: periodo di diffusione in tutto il mondo del nuovo patogeno, che
viene monitorato costantemente a livello globale. La transizione tra la fase inter-
pandemica, la fase di allerta e la fase pandemica, può avvenire rapidamente o in
modo graduale, in base ai dati virologici, epidemiologici e clinici.
3
World Health Organization. Pandemic Influenza Risk Management. A WHO guide to inform &
harmonize national & international pandemic preparedness and response. Geneva: WHO; 2017.
http://www.who.int/influenza/preparedness/pandemic/influenza_risk_management/en/
4
European Centre for Disease Prevention and Control. Guide to revision of national pandemic
influenza preparedness plans - Lessons learned from the 2009 A(H1N1) pandemic. Stockholm:
ECDC; 2017. https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/Guide-to-pandemic-
preparedness-revised.pdf
6
4. Fase di transizione pandemica: con la diminuzione del rischio a livello globale, le
restrizioni vengono rimodulate, con una riduzione delle attività di risposta alle
epidemie in ambito nazionale e lo spostamento verso azioni di recupero.
Figura 2: Continuum delle fasi di una pandemia. (Fonte: OMS)
Durante una epidemia da patogeni emergenti, per i quali una popolazione si presume
impreparata e in assenza di farmaci e vaccini efficaci, il rischio associato ad una
diffusione senza controllo risiede nel fatto che è possibile riscontrare molti casi di
malattia in poco tempo, con un conseguente sovraccarico delle strutture e dei servizi.
Per questo motivo è necessario attuare misure non farmacologiche volte a ridurre il
rischio di contagio, come ad esempio l’aumento dei livelli di igiene e praticare un
distanziamento fisico su larga scala. Queste misure avrebbero l’effetto di rallentare la
diffusione dell’infezione, “appiattendo la curva” e permettendo la gestione di un
numero inferiore di casi di infezione, per un periodo di tempo più lungo. Sono state
inoltre identificate 4 fasi nella risposta ad una epidemia da COVID-19
5
:
Fase 1: rallentare la diffusione con misure di contenimento;
Fase 2: transizione con rimodulazione delle misure di contenimento;
Fase 3: sviluppo di immunità e sospensione delle misure di distanziamento fisico;
Fase 4: ricostruzione e preparazione dei sistemi.
Di queste, le prime due rientrano nella fase pandemica.
5
Gottlieb S, Caitlin Rivers C, McClellan MB, Lauren Silvis L, Watson C. National Coronavirus
Response: a road to reopening. Washington, DC: American Enterprise Institute; 2020.
https://www.aei.org/wpcontent/uploads/2020/03/National-Coronavirus-Response-a-Road-Map-to-
Recovering-2.pdf