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Introduzione
Il presente elaborato è frutto di una accurata ricerca riguardante una
specifica generazione, così tanto nominata - ma non compresa pienamente - da tutti
i media attuali e non solo: stiamo parlando della cosiddetta “Generazione Y”.
L’obiettivo di questa tesi di laurea, - nonché il nostro oggetto di studio - è proprio
quello di delineare tutte le caratteristiche principali dei “Millennials”, di ricercare i
loro fattori positivi e negativi (i quali li contraddistinguono dai loro predecessori e
successori), di capire i loro comportamenti, ma anche di sfatare il mito di una
generazione tanto criticata – poiché piena di eccessive pretese - e definita
“sfaticata”. Il volume perciò, ha il compito di descrivere un’intera generazione la
quale si trova al centro dell’interesse di molteplici storici, ricercatori e soprattutto
esperti di marketing. In merito a ciò, grazie a dei dati percentuali elaborati e
successivamente pubblicati presso gli istituti di ricerca come: Istat, Fondazione
Censis, Unioncamere, Nielsen, HRC GROUP, Almalaurea, Edenred e Orienta, IBM
Institute for Business Value, Culturit, Eurostat, Doxa-AssoBirra, Gruppo Sodexo,
Istituto Noto Sondaggi, U.S. Census Bureau, andremo ad analizzare nello specifico
il fenomeno in questione senza dar nulla per scontato. Tale lavoro è articolato in tre
capitoli, ove tutti sono uniti da un unico filo conduttore: nel primo capitolo - grazie
allo sviluppo di un approccio teorico – apriremo innanzitutto una piccola parentesi
storica proprio per scoprire la provenienza del termine “Millennials” e di chi per la
prima volta ne ha fatto l’uso. Successivamente, andremo a classificare le altre
quattro differenti generazioni mostrando i propri fattori identificativi ed infine
conosceremo il pensiero delle due fazioni (pro e contro questi giovani) e di cosa ne
pensano a riguardo. Nel secondo capitolo invece, l’argomento principale è quello
rivolto alla tematica lavorativa. Qui proprio grazie ad un approccio socio-
economico, andremo ad analizzare tutti i comportamenti relativi di questi giovani
all’interno del mondo lavorativo, anche grazie a delle testimonianze di grandi - e
ormai famose - aziende/multinazionali. Non solo parleremo delle attuali
problematiche legate al precariato e all’insicurezza delle risorse finanziarie, ma
andremo anche a conoscere il come si immettono nel mercato del lavoro. Ad oggi,
le companies richiedono molto questa fascia di età da inserire nel loro organico, ma
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per arrivare ad ottenere il consenso da parte di essi devono comunque saperli
conquistare. In che modo? Lo scopriremo più avanti così da non anticiparvi nulla.
Quello che possiamo dirvi però, è che non tutti sono esclusivamente lavoratori
dipendenti o impiegati pubblici/privati. Tanti sentono il bisogno di dover dimostrare
- a qualcuno o a loro stessi – le proprie capacità, ed è per questo che spesso
intraprendono la via della imprenditorialità. Difatti, in uno specifico paragrafo si è
voluto toccare proprio questo argomento. Si è voluto parlare di alcuni specifici
Millennials, i quali grazie alla propria immagine sono divenuti con il tempo noti
imprenditori, ma non solo… anche di altri che per esempio hanno intrapreso un
progetto universitario chiamato Culturit. Quest’ultimo, un percorso “scuola-
lavoro” che permette agli studenti di interagire con le aziende dandogli la possibilità
di formarsi e successivamente di diventare autonomi, sperando poi di aprire in un
domani una piccola impresa. Sono giovani pieni di idee, di obiettivi, e nonostante
vivano in una totale incertezza generale hanno comunque il desiderio di realizzarsi.
Quindi, malgrado i molteplici rischi che la società attuale gli pone, hanno comunque
la forza e la capacità di non abbattersi, di non demordere. Molti di loro sono di sesso
femminile, ma ancora oggi – purtroppo - le loro capacità vengono sottovalutate da
diversi Paesi definiti “troppo maschilisti”. Nel terzo ed ultimo capitolo invece,
andremo ad analizzare in pieno la tematica relativa alla tecnologia. Grazie ad un
approccio socio-tecnologico, descriveremo il comportamento di questi ragazzi in
relazione al rapporto che hanno con i media in generale, ma in particolare con i
nuovi media ovvero quelli digitali, come per es: i Social Network (Facebook,
Instagram, Twitter, Youtube) o delle App di messaggistica istantanea come
Whatsapp o Telegram; e di tutti i vantaggi, nonché i rischi che essi portano.
Capiremo come si approcciano al mondo del food, (poiché è ormai parte integrante
della loro quotidianità) e quali sono le loro pratiche di consumo. Scopriremo come
passa del tempo libero un Millennials; quale tipo di rapporto ha con la cultura; quale
tipo shopping preferisce: il tradizionale o l’online? Tutte domande che ora ci
poniamo e che andremo a rispondere in questo lavoro. Infine, ci dirigeremo verso
la conclusione parlando delle generazioni post-Millennials: La Z e la Alpha.
I cosiddetti “ragazzi del futuro”. Grazie a questo lavoro di ricerca è stato possibile
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analizzare alcuni importanti fattori legati a questa generazione, risultati che saranno
esposti dettagliatamente nelle conclusioni finali di questa tesi.
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I capitolo: Chi sono e cosa fanno i Millennials?
Provenienza e definizione del termine.
(Approccio Teorico)
1.1 Introduzione e spiegazione
Chi Sono i Millennials? Perché si chiamano così e da dove proviene
questo termine? Tali domande, ai giorni d’oggi, sorgono spontanee per esempio
quando accendiamo la TV ed ascoltiamo un servizio al telegiornale oppure quando
leggiamo un libro o ascoltiamo una nuova hit del momento di un cantante
emergente. Ma alla fine l’interrogativo più presente è: “A quale generazione
appartengo? ai Millennials?” A primo impatto sembrerebbe una domanda banale e
facilmente risolvibile con la risposta: “quella attuale!”. In realtà, ognuno di noi
appartiene ad una generazione ben definita e classificata. Con il termine
“Millennials” o “Y Generation”, si fa riferimento a coloro che sono nati in
quell’arco di tempo che varia tra il 1980 ed il 1995/2000. E’ la prima generazione
che nell’età adulta presenta dimestichezza con la tecnologia digitale poiché essa
non conosce un mondo dove non sia presente Internet e i devices tecnologici.
Dato ciò, questi ragazzi sono chiamati anche “nativi digitali”, proprio perché sono
nati in un mondo dove è già fortemente presente la tecnologia digitale. Sono
talmente addentrati nell’era tecnologica che negli Usa sono definiti come la “Net
Generation” (generazione della rete) o la “Next Generation” (generazione
successiva). Rappresentano la prima generazione che, grazie a Internet e alla
dilagante digitalizzazione, non ha bisogno di rivolgersi ad una figura di stampo
autorevole per accedere a delle informazioni e/o ai loro approfondimenti
1
. Stiamo
parlando infatti di un profilo giovanile, di una generazione che per oltre l’85% è
iscritta ad almeno un social network come Facebook. Essi hanno ereditato un
mondo che è il più connesso, ma anche il più complesso di qualunque altra epoca
storica ed il confronto con le molteplici sfide personali, sociali, politiche e
1
Botteri Tiziano, Cremonesi Guido – “Millennials e oltre! Nuove generazioni e paradigmi
manageriali” – 1’ edizione (7 Feb. 2019) - Editore: Franco Angeli, Milano- p.9
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ambientali sono all’ordine del giorno. Mediamente è la generazione dei trentenni
nati nella società dei consumi, quella in cui basta un’App di messaggistiche
istantanee (come Whatsapp, Telegram e tante altre) in modo da comunicare con un
linguaggio scandito da brevissime parole. Molto spesso, nei propri discorsi
utilizzano delle faccine chiamate Emoticon, usate come componenti extra-verbali
alla comunicazione scritta. Per andare un po’ incontro alla storia, il termine
Generazione Y, apparve per la prima volta in un editoriale della rivista americana
“Ad age” nel 1993, dove appunto si descriveva la generazione del momento, la
quale all’ora era una generazione suggestivamente diversa dalle precedenti.
Secondo un rapporto di ricerca svolto dalla Fondazione Censis, i Millennials italiani
sono circa 11.127.837 (di cui 5.651.616 sono maschi), un dato in progressivo
restringimento che fa registrare in dieci anni una diminuzione pari al -12,8%
(l’Italia ha perso oltre 1.631.000 giovani di età compresa tra 18 e 34 anni).
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Essi
vengono definiti “bamboccioni”; si sentono particolarmente inascoltati, sono
pessimisti rispetto al futuro e si connotano più lenti nel distaccarsi dalla famiglia
rispetto ai coetanei delle altre Nazioni.
Come noto, tanti di questi giovani vivono con i genitori (lo fanno infatti 7 milioni di Millennials,
pari al 62,4% del totale nel 2013; erano il 59,6% dieci anni prima), ma il dato più significativo è
quello relativo alla tendenza a sposarsi sempre meno: ad inizio 2015 il 20% dei Millennials è
coniugato ed era il 28,9% dieci anni prima; tra le donne la quota delle nubili è balzata dal 62,9% del
2005 al 73,5% del 2015 e tra i maschi dal 78,2% all’85,7%
3
.
Nello stesso tempo però, sono anche coloro che riescono a conservare denaro per
permettersi qualcosa di costoso o magari i quali prenotano vacanze online andando
a caccia di coupon e offerte speciali attraverso il proprio smartphone. Quindi - come
già accennato poco prima - sono iper-connessi al mondo digitale. Essi sono quelli
che hanno vissuto l’attentato dell’11 Settembre 2001, la crisi economica del 2007 e
che vedono tutt’oggi un tasso di disoccupazione molto elevato; ma anche coloro
che hanno visto nascere i reality show e lo sviluppo dei Social Media.
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Fonte: indagine Censis, 2015, Tab. 1 – I Millennials: quanti sono (val. %)
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Fonte: Indagine Censis 2015 , Tab. 2 – I Millennials per stato civile: confronto 2005-2015 (val.
% e diff. %)