3
Ricevente sono due macchine, il segnale non ha alcun potere significante: non si ha cio�
significazione, pur essendoci passaggio di informazione. Se invece il Destinatario � un
essere umano (e non � necessario che anche la Fonte lo sia) siamo in presenza di un
processo di significazione,
purch� il segnale non si limiti a funzionare come semplice stimolo ma solleciti una risposta
INTERPRETATIVA nel destinatario. Il processo di significazione si verifica solo quando esiste
un codice. Un codice � un SISTEMA DI SIGNIFICAZIONE che accoppia entit� presenti a entit�
assenti. Ogni qual volta, sulla base di regole soggiacenti, qualcosa MATERIALMENTE presente
alla percezione del destinatario STA PER qualcosa d�altro, si d� significazione. Sia chiaro per�
che l�atto percettivo del destinatario e il suo comportamento interpretativo non sono condizioni
necessarie della condizione di significazione: � sufficiente che il codice stabilisca una
corrispondenza tra ci� che STA PER e il suo correlato, corrispondenza valida per ogni destinatario
possibile�Un sistema di significazione � pertanto un COSTRUTTO SEMIOTICO AUTONOMO
che possiede modalit� d�esistenza del tutto astratte, indipendenti da ogni possibile atto di
comunicazione che le attualizzi. Al contrario�ogni processo di comunicazione tra esseri umani �
o tra ogni altro tipo di apparato �intelligente��- presuppone un sistema di significazione come
propria condizione necessaria
4
.
Ci� che ci porta a soffermarci su tali questioni � appunto l�interesse a chiarire la
differenza tra i termini comunicazione ed informazione: il ricorso alla semiotica �
d�obbligo perch� in questo campo disciplinare si sono date definizioni molto chiare dei
due concetti ai fini di uno studio scientifico della materia. In particolare, Eco evidenzia
come il termine informazione abbia due significati fondamentali
5
:
1. � una propriet� statistica della Fonte poich� designa la quantit� di
informazione che pu� essere trasmessa; rappresenta la libert� di scelta disponibile per la
possibile selezione di un evento all�interno di un sistema equiprobabile, un valore che
cresce al crescere del numero delle scelte possibili;
2. � una quantit� precisa di informazione che � stata di fatto trasmessa e
ricevuta.
In una teoria dell�informazione dove quest�ultima sia intesa nei due sensi �
complementari -che Eco ne d�, categorie come �significato� e �contenuto� non hanno
alcun valore poich� ad esser chiamato in causa non � il contenuto delle unit�, ma solo le
4
Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1995, pp. 19-20.
5
Cfr. Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1995, da p. 62.
4
propriet� combinatorie interne del sistema (prescritte dai cosiddetti s-codici, il cui scopo
� appunto limitare l�entropia alla fonte
6
):
Per identificare l�evento sono necessarie x scelte binarie e quindi la realizzazione
dell�evento d� x �bit� di informazione. Ecco perch� il valore dell�informazione non pu� essere
identificato col significato o col contenuto dell�evento usato come artificio comunicativo. Ci� che
conta � il numero di alternative necessarie a definire l�evento senza ambiguit�
7
.
Al contrario, le categorie �significato� e �contenuto� riacquistano valore se
parliamo di comunicazione: in tal caso il segnale veicolato non ci interessa in s� e per
s�, come fonte di riduzione delle probabilit� combinatorie interne ad un sistema, ma ci
interessa in quanto segno facente parte di un codice. Si ha cio� comunicazione quando
unit� significanti di informazione sono trasmesse a fini comunicativi o, come detto in
precedenza, quando si attua un processo di significazione, quando qualcosa presente
materialmente �sta per� qualcos�altro.
Compito di questo capitolo, quindi, sar� chiarire cosa significa oggi
�informazione�, il suo ruolo all�interno delle societ� contemporanee, e perch� essa �
oggetto di sempre maggiore interesse da parte di numerose discipline tra cui economia,
computer science, e l�omonima scienza dell�informazione.
Il ciclo dell’informazione
In base a quanto appena detto, l�informazione risulta dunque essere l�unit� di
misura dell�organizzazione di un sistema: si tratta per� � come sottolinea Yves Fran�ois
Le Coadic, docente presso il Conservatoire National des Arts et Métiers - di una
definizione ambigua e polivalente. Essa pu� infatti essere applicata tanto alla teoria
matematica dell�informazione, elaborata nel 1948 da Shannon e Weaver e relativa alla
misurazione ed alla trasmissione di segnali elettrici
8
, quanto alla teoria del codice
genetico, base fondamentale della biologia, quanto infine al campo della comunicazione
umana. Lo stesso Le Coadic precisa quindi che
6
Un s-codice infatti � la misura della libert� di scelta di un determinato sistema informativo, � una griglia
selettiva che sovrappone alla serie indefinita di eventi che possono verificarsi alla fonte delle costrizioni
che individuano solo alcuni di essi come pertinenti. Per Eco un s-codice va considerato come un nuovo
tipo di fonte dotata di particolari propriet� informazionali.
7
Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Milano, Bompiani, 1995, p. 64.
8
La teoria statistica del segnale, chiamata a volte anche teoria della comunicazione, a ulteriore conferma
della confusione che in genere caratterizza l�utilizzo dei termini informazione e comunicazione.
5
L’information est une connaissance inscrite (enregistrée) sous forme écrite (imprimée ou
numérisée), orale ou audiovisuelle. L’information comporte un élément de sens. C’est une
signification transmise à un être conscient par le moyen d’un message sur un support spatio-
temporel: imprimé, signal électrique, onde sonore, etc. Cette inscription est faite grâce à un
système de signes…le but de l’information reste l’appréhension de sens ou d’êtres dans leur
signification, c’est-à-dire la connaissance; la transmission du support, de la structure, en étant le
moyen
9
.
Inoltre � proseguendo nella sua analisi terminologica - egli critica anche l�utilizzo
dell�espressione banche dati, preferendo ad essa quella di banche di informazioni. In
informatica il �dato� (donnée) � la rappresentazione convenzionale che assume
l�informazione dopo essere stata sottoposta a codifica (codage), in modo tale da poter
essere trattata elettronicamente.
D’où l’expression <<base de données>> utilisée en informatique pour décrire le systèmes
de gestion de ces ensembles (fichiers) de données et de leurs relations. Pour parler de gisements
d’information informatisée et des produits d’information issus de ces gisements et proposés à
différents publics, on utilise l’expression <<banque>> de données: bibliographiques,
numériques, iconiques (images). Il serait souhaitable d’ailleurs de parler plutôt de banques
d’informations
10
.
Ancora, il docente del Conservatoire National des Arts et Métiers elabora uno
schema - molto utile per il prosieguo della nostra ricerca - che riassume i tre passaggi
fondamentali del cosiddetto ciclo dell’informazione (si veda Fig. 1). Egli parte dal
presupposto che le attivit� di ricerca scientifica e tecnica siano attivit� economiche al
pari delle altre, caratterizzate da un output che per� � immateriale: si tratta appunto della
conoscenza, che riveste un ruolo di primo piano anche tra i fattori produttivi di questo
�sistema della ricerca�.
In tale sistema � possibile individuare le fasi di produzione, distribuzione e
consumo tuttavia, proprio perch� si tratta di �beni culturali (biens culturels)�, Le Coadic
suggerisce di adottare un lessico diverso rispetto a quello utilizzato quando si parla di
�beni materiali(biens matériels)�, e propone costruzione invece di produzione,
comunicazione invece di distribuzione, e uso invece di consumo. Sono tre processi che
9
Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de France, 1997, pp.
8-9.
10
Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de France, 1997, p.
9.
6
si avvicendano e si alimentano reciprocamente e che individuano un ciclo
dell�informazione che permette di affrancarsi da altri modelli comunicativi, a detta del
francese pi� obsoleti. In particolare, quello dei mass media, semplicista poich� limita la
comunicazione ad una relazione bilaterale informatore/informato, e quello della teoria
dell�informazione di cui si � detto in precedenza, che nonostante aggiunga al primo i
concetti di messaggio, canale, codice, rumore, feedback, � altrettanto limitante.
Credo de tout le secteur de la communication, cette théorie est dominante…Le modèle
résultant, très largement répandu, met en situation un <<émetteur>> qui communique un
message au <<récepteur>>. Si l’analogie reste un concept interdisciplinaire fécond qui facilite le
déplacement des idées d’un domaine à un autre, elle peut aussi bloquer pendant longtemps les
progrès de l’intelligence d’un phénomène. Et nous ne sommes pas loin de penser que…l’analogie
de la transmission d’un signal électrique a pu bloquer [les progrès] de la communication des
informations et contribuer à fédérer sous une trompeuse bannière…des phénomènes
irréductibles
11
.
Fig. 1:
Il ciclo dell�informazione
11
Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de France, 1997, p.
16.
Comunicazione
Costruzione Uso
7
Per Yves Fran�ois Le Coadic, quindi, la comunicazione � un atto, un processo che
chiama in causa operazioni anche meccaniche mentre � coerentemente con la suddetta
modellizzazione del ciclo - l�informazione � un prodotto, una sostanza, che viene
appunto costruita, usata e comunicata. Si noti come questa definizione del termine sia
molto diversa rispetto alla nozione di informazione tipica dell�informatica, che elimina
invece qualsiasi riferimento al senso ed alla significazione, alla �materia�: secondo tale
disciplina, infatti, � informazione tutto ci� che pu� essere oggetto di un trattamento
numerico, indipendentemente dal contenuto specifico. Questa � l�accezione con cui Carl
Shapiro ed Hal Varian utilizzano il termine: �informazione� designa allora tutto ci� che
pu� essere digitalizzato, �ovvero rappresentato come una sequenza di bit
12
�. E� facile
notare come la posizione di Eco � che non a caso riprende i concetti della teoria
statistica del segnale � sia molto pi� vicina a quest�ultima idea di informazione piuttosto
che a quella proposta da Le Coadic. Infine un altro autore, Claudio Dematt�, ne d� una
definizione �operativa�, dalla forte accentuazione economica, e perci� assai simile alla
nozione di informazione espressa dal francese - sostanza cio� prodotta ed elaborata
all�interno di un ciclo di cui � possibile fornire uno schema generale �, ma nemmeno
troppo distante dal concetto di informazione come insieme di dati la cui elaborazione �
oggetto delle tecnologie ICT. Dematt� infatti sostiene che
L�informazione � costituita da tre elementi fondamentali: il contenuto, il supporto e il
mezzo, che individuano tre funzioni economiche distinte, ciascuna delle quali comprende al suo
interno un insieme differenziato di soggetti che la svolgono. Alcuni soggetti acquisiscono e
producono informazioni organizzandole in un contenuto, altri le riversano in un supporto con
eventuali rielaborazioni e �riconfezionamenti�, altri ancora le trasmettono o comunque le
distribuiscono attraverso un mezzo�Vi sono inoltre altri soggetti che producono servizi o prodotti
per permettere ai soggetti di cui sopra di svolgere le funzioni di produzione, elaborazione e
trasmissione delle informazioni. Il settore [della comunicazione e dell�informazione] si suddivide
quindi in due segmenti a seconda che i soggetti presenti producano o rendano accessibile
l�informazione, il �software� (settore della comunicazione), oppure forniscano i sistemi e i
prodotti �hardware� in grado di gestire le informazioni (settore delle tecnologie dell’informazione)
[corsivo nostro]
13
.
12
Cfr. Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. 3.
13
Claudio Dematt�, Fabrizio Perretti, L’impresa televisiva, Milano, Etas Libri, 1997, p. 6. In proposito,
Antonio Pilati afferma che <<nel settore della comunicazione sono incluse quelle attivit�, condotte in
forma continuativa e organizzata, che hanno come obiettivo primario di ottenere un profitto attraverso lo
8
Appurato che per il momento non sembra esistere una definizione univoca
dell�oggetto del nostro studio
14
, a dimostrazione del fatto che scienza ed economia
dell’informazione sono discipline ancora in fase di istituzionalizzazione, campi di studio
giovani e dunque aperti ai contributi delle molte branche contigue (in particolare, per
quanto riguarda la scienza dell�informazione, psicologia, linguistica, informatica,
matematica, logica, sociologia), evidenziamo anche che l�accento posto dal modello del
ciclo dell’informazione sui principi economici alla base del settore, spesso sottovalutati
in favore di analisi di altro tipo, ci ricorda come esista un mercato di services et produits
informationnels le cui regole sono ad oggi poco note - � questo ci� di cui si lamentano,
tra gli altri, Shapiro e Varian introducendo il loro Information Rules - nonostante il
ruolo di primo piano che tali �beni culturali� hanno assunto in societ� che vengono
appunto dette �dell�informazione�.
Economia dell’informazione. Scienza dell’informazione
Non a caso, � da relativamente pochi anni che la scienza economica si � sempre
pi� interessata all�analisi dei molteplici fenomeni legati a produzione ed utilizzo del
bene-informazione che hanno via via assunto un ruolo di primaria importanza in diversi
campi dell�attivit� umana. Ha cos� iniziato a prender forma un insieme di modelli -
eterogenei per quadro concettuale, ipotesi di base e schemi analitici
15
- raggruppati sotto
il nome di economia dell’informazione e relativi ad agenti o mercati specifici (ad
esempio quello del lavoro, del credito, delle assicurazioni) che operano in condizioni di
rilevante imperfezione del quadro informativo. L�informazione � quindi divenuta
oggetto di studio degli economisti in quanto input fondamentale di numerosi processi
individuali e sociali: come notano Gambaro e Ricciardi,
scambio di conoscenze su appositi mercati [corsivo nostro] (Antonio Pilati, L’industria della
comunicazione in Europa, Roma, Sipi, 1993, p. 16)>>.
14
<<Malgrado l�imponente quantit� di riflessioni teoriche, modelli analitici e indagini empiriche
accumulata negli ultimi trent�anni sull�importanza dell�informazione per il benessere economico�� quasi
imbarazzante dover constatare la confusione terminologica e concettuale che tuttora regna persino circa il
significato del termine �informazione�. Ci� in parte � dovuto al fatto che di informazione si occupano
scienze e discipline diverse�con indubbi vantaggi derivanti dall�interdisciplinarit� ma con qualche
svantaggio in termini di ambiguit� concettuale�Nel contesto della teoria economica�con il termine
�informazione� si intende una categoria ampia ed eterogenea di risorse immateriali � ovvero, costituita da
conoscenze e notizie prodotte e trasmesse in forme e supporti diversi�- che apportano a un agente
individuale o collettivo �conoscenza del mondo� relativamente ai suoi aspetti sociali, tecnologici,
economici, culturali o istituzionali (Marco Gambaro, Carlo Antonio Ricciardi, Economia
dell’informazione e della comunicazione, Roma-Bari, Laterza, 1997, pp. 31-32)>>.
15
Cfr. Marco Gambaro, Carlo Antonio Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione,
Roma-Bari, Laterza, 1997, da p. XI.
9
Nelle moderne ed evolute societ� umane, l�informazione � intesa come risorsa � e la
comunicazione � in quanto attivit� individuale o sociale basata sul trattamento dell�informazione �
assumono un�importanza crescente e determinante per il successo e la soddisfazione dei bisogni di
tutti gli agenti economico-sociali (imprese, associazioni non orientate al profitto, consumatori, enti
pubblici, movimenti e partiti politici, e cos� via). Proprio il ruolo dominante e strategico
dell�informazione e della comunicazione viene considerato come carattere distintivo delle forme di
organizzazione economica e sociale di volta in volta definite <<post-industriali>>, <<post-
moderne>>, o <<reticolari>> [corsivo nostro]
16
.
Come si vede, le parole dei due economisti richiamano la distinzione tracciata da
Le Coadic tra cosa intendere per �informazione� e cosa sia invece �comunicazione�.
Un�altra definizione di economia dell�informazione � data da Cristiano Antonelli che,
nella Prefazione all�edizione italiana di Technologies of freedom di Ithiel De Sola Pool
(pubblicata nel 1995), affermava che le tecnologie dell�informazione avrebbero
costituito l�infrastruttura tecnica che avrebbe poi consentito lo sviluppo di un sistema
economico basato sull�informazione come prodotto finale destinato ai consumatori e
come fattore di produzione utilizzato dalle imprese per produrre altri beni e servizi. La
disciplina che si sarebbe interessata allo studio di questo tipo di sistema - evidenziava
ancora Antonelli � � appunto l�economia dell’informazione, nozione dalla duplice
accezione (tanto �analisi di una nuova caratterizzazione storica del funzionamento del
sistema economico� quanto �nuova branca disciplinare dell�analisi economica�) per
capire la quale si pu� ricorrere alla distinzione esistente nella lingua inglese tra i termini
economy � il sistema economico � ed economics � l�analisi economica -.
L�informazione - �ma si potrebbe anche dire la conoscenza
17
� - � quindi divenuta
un bene, comprato e venduto su specifici mercati:
In tal senso � naturale parlare di economia dell’informazione�per riferirsi allo studio del
funzionamento di questi mercati, anche se il termine designa ormai da lungo tempo lo studio delle
implicazioni economiche dell�incompletezza e dell�asimmetria informativa
18
.
16
Marco Gambaro, Carlo Antonio Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione, Roma-
Bari, Laterza, 1997, p. XI.
17
Cfr. Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. VIII. Si veda anche Robert
Dunham, Knowledge: the new business battleground, www.ktic.com/resource/km1.
18
Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. VIII. C�� chi in proposito sottolinea
che stiamo vivendo l�et� dei �knowledge worker� dato che sempre di pi� i lavoratori sono impegnati in
attivit� il cui output non pu� essere misurato in soli termini di oggetti fisici: il valore ed i beni prodotti da
questi lavoratori � in maniera crescente la conoscenza, al punto che � possibile affermare che <<the
10
Definito cos� a grandi linee il concetto di economia dell’informazione,
descriviamo brevemente anche l�altro corpus di teorie cui faremo costante riferimento
durante il prosieguo del lavoro: la scienza dell’informazione. Forniamo qui una
spiegazione di massima poich�, nel corso della ricerca, vi saranno numerosi ulteriori
riferimenti a questo campo di studi giovane e molto dinamico.
Per il momento ci limitiamo quindi a dire che noi definiamo scienza
dell’informazione quell�insieme di concetti e teorie elaborato in risposta alle necessit�
sempre pi� pressanti poste negli ultimi decenni dalla cosiddetta industria
dell�informazione alla ricerca, cui vengono demandati strumenti concettuali adeguati al
mutato contesto sociale ed economico. Come afferma Le Coadic,
D’origine anglo-saxonne, la science de l’information est issue de la science des
bibliothèques et a donc pris comme objet d’étude l’information délivrée par ces organismes, qu’il
soient bibliothèques publiques, bibliothèques universitaires, bibliothèques spécialisées ou centres
de documentation. La lecture publique, l’histoire du livre ont donc constitué la matière des
premières études entreprises. Puis l’information intéressant les sciences, les techniques, les
industries et les Etats a pris le pas sur ces sujets, dynamisée par l’arrivée des techniques
d’information et les besoins grandissants d’information des secteurs scientifiques, techniques et
industriels…La science de l’information s’est donc construite et repose actuellement sur ce socle
informationnel
19
.
A proposito infine della societ� dell�informazione cui prima si � accennato,
concludiamo evidenziando che davanti ai nostri occhi vi � una enorme crescita
dell’offerta di prodotti informativi, cui corrisponde una grande espansione nei consumi
degli stessi: nel corso del lavoro cercheremo dunque di analizzare questi due elementi,
momenti convergenti di uno stesso fenomeno
20
. Un consumo che diventa via via pi�
elevato a fronte di un contemporaneo aumento di biens et services informationnels
competitive battleground of business is the knowledge that generates products and services, not the
products and services themselves (Robert Dunham, Knowledge: the new business battleground,
www.ktic.com/resource/km1)>>.
19
Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de France, 1997,
pp. 4-5.
20
A tal riguardo Le Coadic afferma: <<Le développement rapide de la consommation des produits
informationnels est un phénomène récent. Ces produits émergent donc dans la sphère de la production et
de l’échange marchand, donnant naissance à ce qu’on appelle les industries de l’information, le marché
de l’information, avec leur cortège de biens informationnels, de services informationnels, de produits
informationnels, tous plus ou moins assistés par ordinateur. Il est donc indéniable que l’information
s’industrialise en s’informatisant de plus en plus (op. cit., p. 3)>>.
11
circolanti: dovremo allora capire se questa crescita nella fruizione � dovuta alla
maggiore quantit� di soggetti operanti nell�industria dell�informazione e nel settore
contiguo della comunicazione - cio� ad una offerta pi� ampia ed articolata -;
all�evoluzione delle tecnologie di comunicazione che consentono di far nostra
l�espressione di McLuhan secondo il quale viviamo ormai in un �villaggio globale� �
penso soprattutto al miglioramento delle infrastrutture ed in particolar modo
all�estensione geografica ed alle ampiezze di banda sempre maggiori delle reti -; o ad un
aumento generalizzato della domanda di informazione da parte di societ� terziarizzate o
- come dice Le Coadic riportando il pensiero di Machlup - di societ� che hanno
inaugurato l’âge de l’information et l’ère du secteur quaternaire
21
.
Non � facile tracciare distinzioni nette tra un elemento e l�altro � capire chi causa
cosa - n� attribuire ad essi pesi specifici appropriati; di sicuro si pu� invece dire che
l�interazione simultanea di questi diversi aspetti ha portato alla comparsa di un ulteriore
fenomeno, tipico delle societ� occidentali contemporanee e noto col nome di
information overload: vedremo pi� avanti cosa questo vuol dire.
Il valore d’uso dell’informazione
Proprio a causa di questo overload informativo che �seppellisce� ogni cosa sotto
uno strato di dati eterogenei, ed in virt� del fatto che al contrario l�essere muniti di dati
puntuali � sempre pi� funzionale ad un�azione adeguata e tempestiva nell�ambito della
vita sociale ed economica, le attivit� volte alla localizzazione ed organizzazione di
informazione rilevante acquisiscono valore crescente nella nostra societ�. Quindi,
quando parliamo di elevato valore d’uso dell’informazione, ci riferiamo al fatto che essa
� pertinente se rapportata agli scopi per i quali deve essere utilizzata acquisendo cos�,
agli occhi dell�utente, appunto un elevato valore d�uso. Da questo punto di vista, i
motori di ricerca � l�oggetto della nostra analisi - creano valore per i loro clienti in
quanto attivit� preposte proprio a selezione, mixage ed organizzazione delle risorse della
Rete, medium che pi� patisce (e contribuisce) a questo sovraccarico informativo.
L�informazione dunque come un bene che, se rispondente a determinate
caratteristiche di rilevanza e puntualit�, acquisisce valore agli occhi dei potenziali
fruitori; un valore che � per� condizionato anche da altre propriet� dell�informazione
21
Cfr. Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de France,
1997, p. 4.
12
stessa: il fatto ad esempio che si tratta, riprendendo la distinzione introdotta da Nelson
22
tra experience good e search good, di un �bene esperienza�, il che vuol dire che le sue
qualit� e le sue caratteristiche possono essere completamente conosciute dal
consumatore soltanto dopo l�acquisto (a differenza dei search good, per i quali
l�informazione necessaria alla loro conoscenza pu� essere reperita in modo efficiente
con un processo di ricerca che precede l�acquisto stesso
23
). Ci� implica che quanto pi� il
sistema economico dipender� da information good, tanto pi� gli attori in esso operanti
saranno costretti a fare ricorso a procedure di vario tipo capaci di stimare il grado di
rilevanza e di utilit� dell�informazione in relazione ai loro interessi. Cos�, lo ripetiamo,
gli attori sociali attribuiranno un valore elevato all�informazione di cui necessitano, e
saranno verosimilmente disposti a riconoscere un pari valore ai servizi di localizzazione
e fornitura della stessa � quanto meno quelli che assicurano elevati gradi di rilevanza e
pertinenza dei risultati - e cio� quegli agenti specializzati (tra cui collochiamo appunto i
motori di ricerca) in grado di individuare l�informazione puntuale all�interno
dell�enorme ammontare di dati quotidianamente generati ed immagazzinati dall�uomo.
Parte dell�informazione ha valore in quanto intrattenimento, e parte in quanto legata a
un�attivit� economica; tuttavia, a prescindere da quale sia l’origine dell’informazione, le persone
sono disposte a pagare per entrarne in possesso�tanto la creazione che la raccolta delle
informazioni sono attività costose. La struttura dei costi di un produttore di informazione �
abbastanza atipica�la reale natura della concorrenza nei mercati dell�informazione � guidata da
questa atipicit� nella struttura dei costi [corsivo nostro]
24
.
L�informazione ha anche un�altra peculiarit�: � un prodotto nuovo ogni volta che
viene consumato. In realt� ci� non � sempre vero: lo � solo per alcune attivit�
economiche che hanno per oggetto gli information good come ad esempio quelle nel
campo della stampa, della musica, dell�industria cinematografica � il settore dei media
22
In Information and consumer behaviour, saggio pubblicato nel 1970 nel Journal of Political Economy
numero 78.
23
Cfr. Marco Gambaro, Carlo Antonio Ricciardi, Economia dell’informazione e della comunicazione,
Roma-Bari, Laterza, 1997, p. 147. A titolo esemplificativo, riportiamo il passo in cui Gambaro e Ricciardi
descrivono le propriet� del bene-libro: <<Il libro mostra delle caratteristiche intermedie tra quelle
indicate. In generale pu� essere considerato un bene problematico che richiede un processo di ricerca
prima dell�acquisto, ma il basso valore unitario rende questo processo di ricerca particolarmente oneroso,
almeno come incidenza percentuale, spesso tanto oneroso da scoraggiare l�acquisto. D�altra parte la
qualit� effettiva di un libro pu� essere misurata dal singolo consumatore solo con la lettura, ma al
contrario degli experience goods questo complica il processo di ricerca a causa delle modalit� di consumo
per cui libro viene letto prevalentemente una volta sola [corsivo nostro] (op. cit., p. 147)>>.
24
Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, pp. 3-4.
13
classico - che proprio in virt� della perenne novit� del loro output hanno sviluppato
varie strategie per favorire il processo di acquisizione di informazioni che potremmo
definire �pre-contrattuali� da parte dei consumatori, cos� da far sapere loro cosa stanno
per acquistare. A ben vedere, � l�altro lato della medaglia degli experience good, beni le
cui qualit� possono essere conosciute completamente soltanto dopo l�acquisto:
ci sono vari modi per sfogliare preventivamente l�informazione: � possibile leggere i titoli
dei giornali nei tabelloni esposti fuori dalle edicole, ascoltare la musica pop alla radio e guardare i
trailer dei nuovi film al cinema. Tuttavia queste attivit� mostrano solo una parte del quadro. La
maggior parte dei produttori risolvono il problema connesso alla vendita di beni di informazione,
facendosi un nome (o meglio, un marchio) e investendo in reputazione�aggirando il problema dei
beni esperienza, endemico nei prodotti a contenuto d�informazione
25
.
Stabilito cos� che i beni-informazione sono dei beni-esperienza, ritorniamo
all�argomento da cui siamo partiti, e cio� il valore attribuito all�informazione rilevante
cui talvolta si accompagna la disponibilit�, da parte dei potenziali fruitori, a pagare pur
di entrarne in possesso: come spiegarlo? Il fenomeno va letto all�interno dell�attuale
scenario di cui � evidente caratteristica l�enorme progresso tecnologico nella produzione
e nella distribuzione dell�informazione, un progresso che aumenta tanto la velocit� con
cui noi possiamo disporre di essa, quanto la sua ubiquit�. Quando il premio Nobel
Herbert Simon parlava di razionalità limitata dicendo che la ricchezza di informazioni
crea povertà di attenzione, esprimeva un giudizio oggi pi� che mai condivisibile: come
sottolineano anche Shapiro e Varian,
Ai giorni nostri il problema non � tanto quello dell�accesso all�informazione quanto quello
dell�eccesso di informazione. Per queste ragioni, un produttore di informazione genera valore
effettivo nel momento in cui localizza, filtra e comunica le informazioni che sono veramente utili ai
consumatori [corsivo nostro]
26
.
Chiaro allora come l�informazione puntuale e, a monte, le attivit� di sua
produzione e ricerca, acquistino grande valore agli occhi degli utenti. Ma se volessimo
25
Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. 7.
26
Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. 8. Poi continuano dicendo: <<Non
� un caso che i siti Web pi� popolari siano i motori di ricerca, ovvero quei programmi che permettono
agli utenti di localizzare le informazioni desiderate e di scartare tutto il resto. Nel mercato immobiliare, si
dice che esistono solo tre fattori critici: la localizzazione, la localizzazione e la localizzazione. Anche un
idiota pu� essere presente in rete con un suo sito Web, e in molti, infatti, lo sono. La cosa difficile � farlo
sapere alla gente (op. cit., p. 8)>>.
14
dare una definizione pi� prettamente economica del significato di valore
dell’informazione, diremmo � con Varian - che gli economisti determinano il valore
(economico) dell�informazione essenzialmente all�interno di un contesto di problemi di
ottimizzazione delle scelte (optimal choice):
A consumer is making a choice to maximize expected utility or minimize expected cost. The
value of information is the increment in expected utility resulting from the improved choice made
possible by better information. Often this can be translated into some monetary equivalent
representing how much someone would pay to acquire a given piece of information…the
interesting thing about economist’s notion of the value of information is that it is only new
information that matters…This is quite different from “relevance” as it is usually defined since
duplicate documents may well be relevant to a choice problem, even though the second instance of
the relevant document is certainly not valuable
27
.
Esistono cio� dei punti in cui il concetto di �valore dell�informazione� cos� come
viene definito nel campo della scienza dell�informazione ed il significato che invece tale
termine assume per gli economisti divergono (il fatto ad esempio che per questi ultimi il
valore sia quantificabile essenzialmente come l�incremento nell�utilit� attesa reso
possibile da una informazione pi� completa), tuttavia ci� non esclude la possibilit� di
una analisi economica dell�informazione pertinente nel senso in cui noi la intendiamo, e
cio� appunto l�informazione volta a soddisfare determinati bisogni dell�utenza. Infine,
anche a proposito della nozione di �rilevanza� (che spiegheremo fra breve) Varian
sottolinea le differenze tra le pratiche dell�information retrieval e le regole della scienza
economica:
The standard paradigm of “present documents in order of estimate relevance” [tipico
dell�information retrieval] doesn’t take account of the incremental value of the documents already
viewed. To take a trivial example, almost everyone tries to remove duplicate documents from
retrieved list since it is obvious that they add no new information. However, the same logic
suggests that documents that are similar to those earlier in the list probably add little value to
those already examined. This in turn argues for strategies like post-retrieval clustering of results.
Several researchers have advocated such an approach for a variety of reasons such as reduction
of cognitive load, disambiguation, and so on
28
.
27
Hal Varian, Economics and Search, www.sims.berkeley.edu/~hal/Papers/sigir/sigir.pdf, agosto 1999, p.
2.
28
Hal Varian, Economics and Search, www.sims.berkeley.edu/~hal/Papers/sigir/sigir.pdf, agosto 1999,
pp. 2-3. Su clustering, disambiguazione, e comunque individuazione di documenti similari, si veda anche
la descrizione di Le Coadic del metodo di indicizzazione di un testo basato sull�analisi delle parole
15
Il valore dell’informazione per l’utente
Abbiamo parlato di valore dell�informazione per l�utenza ma non si � ancora detto
che, come tra gli altri ricordano Shapiro e Varian, esistono diverse tecniche il cui scopo
� cogliere tale valore per poi stabilire pi� esattamente i prezzi da far pagare ai pubblici
perch� possano fruire dell�informazione rilevante e dei servizi che questa informazione
producono, individuano, �confezionano�. Non � solo in termini monetari che va inteso il
prezzo: esattamente come nel pi� ampio settore della comunicazione, sono vari i modi
in cui pu� essere ripagato l�utilizzo di services et produits informationnels. Inoltre, il
valore dell�informazione non pu� essere stabilito in termini assoluti dato che �
soggettivo, legato al fatto che essa sia quella di cui l�utente � un particolare utente - ha
effettivamente bisogno: tale valore, quindi, varia al variare del livello di pertinenza, dei
tempi impiegati per l�erogazione, delle modalit� stesse di erogazione, e cos� via.
Due sono i tipi di pagamento oggi prevalenti per aver accesso all�informazione ed
ai sistemi di informazione, detti anche �intermediari di informazione�: da un lato il
denaro, dall�altro tempo ed attenzione. Per avere un esempio di come funziona il primo
dei due, basta pensare ai modelli economici di alcuni siti che vendono l�accesso a
database online di quotidiani o di riviste specializzate, quale quello del Wall Street
Journal: per potervi accedere � necessario essere abbonati al servizio, quindi in tal caso
la possibilit� di fruire di informazione puntuale � ripagata in termini monetari; il valore
che l�utente attribuisce all�informazione contenuta negli archivi del WSJ � dato dalla
cifra che egli � disposto a pagare per potervi accedere. Per quanto riguarda invece
tempo ed attenzione, se a prima vista tale modalit� di pagamento pu� lasciare perplessi,
ad una analisi pi� attenta ci si rende conto che non � per niente una �modalit�
residuale�, per due motivi: il primo � che in realt� una pratica simile caratterizza ormai
da molto il settore della comunicazione di massa; il secondo � che in un contesto in cui
l�attenzione diviene sempre pi� un bene scarso, riuscire ad ottenerne � di grande
importanza per tutti quei soggetti che ritengono questo utile per un buon andamento
delle loro attivit� (e che sono in dura competizione tra loro per farlo). Mi riferisco in
particolare alle aziende, che oggi come non mai hanno la necessit� di riuscire ad
accedere al singolo consumatore, di superare le difese che questi erige di fronte a
associate (cfr. Yves Fran�ois Le Coadic, La science de l’information, Paris, Presses Universitaires de
France, 1997, da p. 71).
16
quell�information pollution di cui parla Boulding, e che per farlo utilizzano le tecniche
pi� disparate
29
.
E� possibile parlare di informazione gratuita laddove non sono richiesti esborsi
monetari per accedervi? In senso stretto certamente s�, ed in proposito Shapiro e Varian
evidenziano proprio la meraviglia di molti osservatori dinanzi alla quantit� di
informazioni disponibili gratuitamente su Internet. Tuttavia � continuano - per un
economista tutto ci� non � affatto sorprendente: semplicemente, le informazioni che si
trovano in Rete vengono vendute ad un prezzo pari al costo marginale per produrle, e
cio� zero. Inoltre, in molti casi ci si trova di fronte ad informazione generica; il discorso
pu� invece cambiare anche radicalmente se consideriamo la produzione e distribuzione
di informazione personalizzata: in tal caso, il fatto di essere stata elaborata in funzione
delle necessit� di singoli fruitori rid� valore ad un bene altrimenti difficilmente
vendibile a prezzi superiori allo zero (quanto meno sulla Rete).
Come estrarre il maggior valore possibile dall�informazione che si � riusciti a creare? La
risposta a questi interrogativi corre lungo due binari ben definiti: anzitutto si deve personalizzare,
o orientare all�utente, il prodotto in modo da accrescere il valore che i clienti assegnano ad esso. In
secondo luogo, determinare i prezzi in modo tale da riuscire a catturare il pi� possibile di questo
valore aggiunto
30
.
29
Instaurare un dialogo, rendersi visibili, divengono cos� obiettivi prioritari, dato che <<Nella crescente
turbolenza dell�economia post-fordista � stato progressivamente riconosciuto dai ricercatori e dai mercati
il ruolo crescente delle risorse immateriali nel processo di costruzione del valore d�impresa. Gli obiettivi
di marketing non sono pi� il volume di venduto e la quota di mercato ma la soddisfazione del cliente e la
conquista della sua fiducia e fedelt�. I mercati non sono pi� di massa poich� esprimono una domanda
sempre pi� differenziata e sempre pi� basata sulla qualit� dei beni e servizi. L�impresa � un sistema
cognitivo poich� basa le proprie capacit� di competere sul proprio patrimonio di conoscenza (Andreina
Mandelli, Internet marketing, Milano, McGraw-Hill Libri Italia, 1998, p. 79)>>.
30
Carl Shapiro, Hal Varian, Information rules, Milano, Etas, 1999, p. 42.