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anche che ,in seguito all� apporto di tali modifiche, il criterio di decisione adottato nello
schema SAP[1] debba essere modificato.Si passer� poi (Capitolo III) alla
determinazione delle prestazioni del nuovo sistema ( con modulazione QPSK) sia nel
caso di utilizzo di Canale Pilota sia nel caso in cui venga adoperato un Canale con
modulazione dati. Si forniranno infine delle indicazioni sulle prestazioni che tale
sistema offre quando la modulazione dati adoperata sia la D-BPSK (come nello
schema SAP di partenza ) in modo da fornire un confronto tra le due possibilit�.
3
Capitolo I
1.1 Schema del Modulatore CDMA DS/SS – DBPSK
Lo schema del Modulatore CDMA DS/SS D-BPSK prevede che il flusso dei dati
{ d(k)
( l )
}, con indice k variante alla velocit� di trasmissione di bit Rb = Tb
-1
, venga
suddiviso nei due flussi { dc(k)
( l )
} = { d( 2⋅k )
( l )
} e { ds(k)
( l )
} ={ d( 2⋅k+1 )
( l )
}.
Ciascuno di questi due flussi � caratterizzato da una velocit� di trasmissione pari a
Rs = Ts
-1
= � Rb. Entrambi i flussi vengono sottoposti a Spreading mediante la
moltiplicazione per la Sequenza Periodica di Chip (Sequenza di Spreading). Per
adeguare la velocit� di simbolo a quella di chip prima di effettuare lo spreading
occorre sottoporre ad un�operazione di sovracampionamento le sequenze dc(k)
e ds(k).
Le sequenze utilizzate sul ramo in fase e su quello in quadratura per effettuare lo
spreading sono, nel caso della D-BPSK, differenti. Per quanto riguarda la natura delle
sequenze di Spreading � opportuno distinguere il caso di sistema CDMA Sincrono
( S-CDMA) da quello di Sistema CDMA Asincrono( A-CDMA) . Il primo si riferisce
alla situazione in cui i segnali sono generati o coordinati presso un�unica postazione e
pertanto condividono lo stesso riferimento temporale: � ad esempio cos� nel caso di
forward-link tra Stazione Base e terminali di una rete telecomunicazione.Un segnale A-
CDMA � quello che viene generato, invece, quando non ci pu� essere sincronizzazione
tra i vari segnali : � evidentemente questo il caso in cui ci si trova quando si consideri il
4
cosiddetto return-link, ovvero il collegamento nella rete da terminali a Stazione base.
Nel caso di A-CDMA si � soliti assegnare ad ogni utente una diversa sequenza di
pseudo-rumore (sequenza PN). Quando invece tutti gli utenti sono sincroni si pu�
procedere assegnando a ciascun utente una delle sequenze ortogonali di Hadamard-
Walsh (H-W)[2] . Illustriamo molto brevemente le principali propriet� delle funzioni H-
W: esse sono caratterizzate dall�avere funzioni di crosscorrelazione nulle e da una
funzione di autocorrelazione che pu� essere approssimativamente considerata una delta
di Kroneker. L�utilizzo di dette sequenze consente, proprio in virt� di tali propriet�, di
minimizzare la interferenza multicanale (MAI) complessiva proveniente dal resto del
sistema su ciascun utente . Le prestazioni migliorano se si prevede la copertura della
sequenza H-W con una sequenza di Gold o con una sequenza P-N (sequenza di Pseudo-
Noise) ( viene di fatto eseguita un� operazione di XOR chip a chip tra le due sequenze )
allo scopo di rendere casuale le crosscorrelazioni tra le sequenze e di smussare la
densit� spettrale di potenza senza alterare il Process Gain[3] . In fig. 1.4 � riportato
(per il caso L=64) l�andamento delle funzioni di Autocorrelazione relative alle sequenze
di chip ottenute moltiplicando una sequenza H-W per una sequenza P-N o per una
sequenza di Gold di lunghezza L�=63 �prolungata� aggiungendo in coda alla
sequenza stessa un chip di valore 1. Si osserva anche ad una semplice analisi visiva
che nel caso H-W*P-N i picchi secondari sono in numero inferiore e di entit� ridotta
rispetto al secondo.
figura 1.1: Modulatore QPSK-CDMA generalizzato
5
Ritornando alla descrizione del modulatore, dopo la moltiplicazione per la sequenza di
spreading i segnali sui due rami vengono sottoposti ad ulteriori elaborazioni : in
particolare essi vengono inviati ad un filtro ( ad esempio ad un filtro di Nyquist con
roll-off α ). Seguono gli stadii di conversione a frequenza intermedia, la trasformazione
digitale-analogico (D/A), il Filtraggio della frequenza immagine e la conversione a
radiofrequenza. Lo schema del Modulatore ( Parte a monte degli stadi di conversione a
radio frequenza) � illustrato in fig. 1.1 .
1.2 Schema del Demodulatore CDMA DS/SS - DBPSK
Lo schema base del Demodulatore CDMA DS/SS � DBPSK prevede un primo stadio
che deve eventualmente provvedere al recupero dell� offset di frequenza e,
successivamente alla Elaborazione del segnale mediante un filtro gT(t) chip-adattato
( chip matched filtering C.M.F. ) e al campionamento a chip rate Rc = Tc
-1
.
Eseguite tali operazioni il segnale viene suddiviso in due flussi ( ottenuti estraendo la
parte in fase e quella in quadratura del segnale in ingresso). Ciascuno dei due flussi
viene inviato su due linee di elaborazione. Il segnale su ciascuna linea viene inviato ad
un blocco di elaborazione in cui viene eseguita una operazione di Correlazione
Coerente ( despreading ). L� operazione di Despreading � descrivibile come una
Correlazione tra il segnale ricevuto e la sequenza di chip generata localmente.
6
fig. 1.2 Demodulatore CDMA-QPSK generalizzato
Tale operazione produce, per effetto delle propriet� di crosscorrelazione ed
autocorrelazione gi� descritte delle sequenze di chip, la soppressione almeno parziale
delle componenti del segnale composito dovute alla trasmissione dei segnali di utenti
differenti da quello che si desidera ricevere. Le correlazioni non sono estese, in questo
schema, a pi� intervalli di simbolo, ma effettuate su un unico periodo di simbolo Ts. I
segnali prodotti sono indicati rispettivamente con Scc(k), Scs(k), Sss(k), Ssc(k) ( in cui
k varia alla velocit� di chip Rc = Tc
-1
, il primo indice stabilisce quale delle due
componenti del segnale ( reale o quella immaginaria ) vada in ingresso al correlatore,
mentre il secondo indica con quale sequenza ( {Cc} o {Cs} ) di chip venga effettuata la
Correlazione) .Segue, per ciascuno dei quattro segnali determinati all�uscita dei quattro
correlatori, una operazione di quadratura . I segnali cos� determinati vengono sommati
ed inviati ad un blocco denominato S/P. Tale blocco, che funge anche da decimatore,
produce su L linee (L � la lunghezza della sequenza di Spreading e quindi il numero
delle fasi di chip possibili) di uscita un uguale numero di flussi. Si osservi che il blocco
S/P produce ogni volta L nuove uscite, ma la distanza temporale tra queste uscite e le
precedenti � L⋅Tc. Indicati po(h), p1(h),�,pL-1(h) i segnali prodotti dal blocco S/P,
vengono infine prodotte le statistiche zi ( con i = 0,1, .. L-1 ) utili alle decisioni
7
di SR (signal recognition ) e CA (code aquisition ). Tali statistiche sono ottenute su
ciascuna delle L linee effettuando una media su una finestra di W valori successivi del
generico pi(h) (Media a Finestra Mobile). Il circuito prevede che la decisione sulla
presenza del segnale venga effettuata confrontando la variabile zi massima tra quelle
uscente dagli integratori a finestra mobile con una soglia opportuna calcolata
effettuando una media delle restanti zi. Appurata la eventuale presenza del segnale utile,
la decisione sulla fase di chip avviene nuovamente ricorrendo a zmax ed in particolare
scegliendo come fase trasmessa la fase i-ma associata alla variabile zi tale che zi =zmax.
Queste modalit� di decisione e la loro efficacia sono in realt� condizionate fortemente
dalle statistiche delle v.a. zi : i criteri esposti per il circuito SR/CA presentato sono stati
infatti determinati[1] supponendo di poter modellare la variabili aleatorie zi come
indipendenti. Lo schema del circuito SR/CA per il caso appena considerato � riportato
in fig.1.2 . Nei paragrafi successivi ci si occuper� della determinazione degli schemi del
modulatore e del Demodulatore/Circuito di rivelazione iniziale riferiti al caso specifico
di utilizzo di modulazione dati QPSK.
1.3 Schema del Modulatore DS/SS-CDMA QPSK
Lo schema di un modulatore QPSK DS/SS-CDMA generalizzato, prevede che i dati
{ d(k)
( l )
} ( con d(k)
( l )
= dc(k)
( l )
+
j ds(k)
( l )
) entranti nel modulatore con bit rate
Rb = Tb
-1
( Tb � il periodo di bit ), vengano suddivisi in due flussi paralleli contenenti
rispettivamente le sequenze { dc(k)
( l )
} e { ds(k)
( l )
}. Tali sequenze,dopo essere state
sottoposte ad un sovracampionamento M ( per semplicit� nel seguito si supporr�
M = L)
1
, vengono inviate ad un moltiplicatore che esegue il prodotto per la sequenza
di chip { C(i)
(l)
} nel caso del ramo in fase e per la stessa sequenza sul ramo in
quadratura ( viene in tal modo effettuato lo spreading ). Il chip-rate con cui
varia l'indice i � Rc = Tc
-1
.Dopo lo spreading il segnale prodotto viene inviato ad un
filtro di Nyquist a radice di coseno rialzato ( con roll-off α ) gT(t). Essendo L = M
( ovvero un periodo della sequenza di chip coincide con la durata di un intervallo di
simbolo ) si trova che l' espressione dell�equivalente in banda base del segnale
trasmesso dall'utente l-imo S(t)
( l )
� la seguente:
1
Nei sistemi CDMA M = Rc/Rs � il fattore di Spreading. In generale esso viene scelto in modo che sia
L = n⋅M con n intero e con L che rappresenta il numero di chip contenuti nel periodo della sequenza
di spreading. Nel presente lavoro di tesi si � assunto che n=1.
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S(t)
( l )
=Ps
1/2 (l)
⋅Σ i = -∞ �+∞ (C
(l)
|k-δ |L⋅dc[k-δ ]L + j C
(l)
|k-δ |L ⋅ds[k-δ ]L)⋅gT(t - i Tc) (1.3.1)
In tale espressione
[k-δ ]L = int (i / L). (1.3.2)
|k-δ |L = i mod L = i - L [i]L (1.3.3)
Naturalmente seguiranno degli stadi di filtraggio del segnale e di conversione a radio
fig. 1.3 Modulatore QPSK (Sezione a monte degli stadi di conversione a RF)
frequenza del tutto analoghi a quelli gi� esaminati per il modulatore D-BPSK. L�unica
differenza tra i modulatori risiede dunque nel fatto che nel caso della QPSK viene
utilizzata un�unica sequenza di chip per effettuare lo spreading sui due rami.
1.4 Segnale in uscita dal front-end del ricevitore
Assumendo che la frequenza della portante venga perfettamente recuperata, l'inviluppo
complesso del segnale all'uscita del filtro adattato gR(t) nel front-end del ricevitore ( che
rimane invariato per D-BPSK e QPSK) � data da :
R(t)= Σ j = 1�.N S(t)
( j )
+ n(t) (1.4.1)
In cui n(t) � rumore gaussiano bianco con componenti nc(t) e ns(t) le cui densit�
spettrali di potenza bilatere sono SNc(f) = SNS(f) = No⋅|Gr(f)|
2
= No⋅GN(f)/Tc. Per
quanto riguarda invece la generica componente S(t)
( l)
utile relativa all�utente l-imo:
9
S(t)
(l)
= Ps
1/2 (l)
exp( jθ
(l)
)
Σ i = -∞ �+∞ C
(l)
|k-δ |L (dc[k-δ ]L+jds[k-δ ]L) gN( t-iTc-τ
(l)
) (1.4.2)
In cui τ
(l)
sono ritardi incogniti ( si supporr� tuttavia noto al ricevitore l�istante di
campionamento ottimo per semplificare la determinazione degli algoritmi di rivelazione
della presenza del segnale e della fase di chip) e θ
(l)
shift di fase sulle portanti.
Supporremo inoltre Ps=1 (normalizziamo rispetto alla potenza trasmessa).
La sincronizzazione di portante, di clock e di chip nei demodulatori coerenti per sistemi
S-CDMA pu� essere facilitata dalla presenza e dall'utilizzo di un canale pilota espanso
(spread pilot signal) che porti informazioni aggiuntive sui riferimenti di fase, clock e
chip che in tali sistemi sono comuni per tutti gli utenti. Tale canale pilota viene
multiplato con i canali informativi.
A seconda delle applicazione il canale pilota pu� prevedere anche la presenza di una
modulazione dati , ovvero pu� essere non modulato ( dc(k) = ds(k) = 1).
Tipicamente la potenza del canale pilota viene posta uguale a quella del singolo canale e
non � sottoposta ad alcun controllo ( essendo comune a tutti gli utenti ).
La presenza di tale canale suggerisce la sintesi di un ricevitore che sfrutti le
informazioni su di esso presenti al meglio per risolvere il problema della decisione
sulla presenza del segnale, e quello della determinazione del corretto riferimento di fase
sul codice di chip.
1.5 Deduzione della Struttura del Ricevitore
Si affronta, allora, seguendo la stessa linea di calcolo gi� utilizzata in [1], il problema
della determinazione della struttura della parte a valle del front-end del ricevitore per
un segnale con modulazione dati QPSK . Supponendo di voler estrarre dal segnale
composito la componente relativa all�utente l-imo e supponendo per il momento di
poter trascurare gli effetti della presenza degli altri canali, consideriamo il segnale R(k)
(estrapolato da quello complessivo) composto dal segnale utile e dal rumore :
R(k) =
exp( jθ ) ( C|k-δ |L dc[k-δ ]L + j C|k-δ |L ds[k-δ ] L) + n(k) . (1.5.1)
10
In cui n(k) = n(tk) � un segnale tempo discreto AWGN le cui componenti hanno
varianza No/Tc e δ = [ τ ]L � lo shift dovuto al ritardo di propagazione τ .
Se si considera il caso di canale pilota senza modulazione dati dc[k-δ ]L= ds[k-δ ]L=1. In
tali condizioni il segnale Rk si presenta nella forma
R(k) =
exp( jθ ) C|k-δ |L ( 1 + j ) + n(k). (1.5.2)
La prima operazione che il ricevitore dovr� effettuare sar� quella di verificare la
effettiva presenza del segnale. Il problema che si affronta � dunque quello classico di
confronto tra due ipotesi possibili ( rispettivamente quella di Presenza (Ho) o di
Assenza (H1) del segnale). Una volta che sia stata eventualmente appurata la presenza
del segnale, il ricevitore dovr� risolvere il problema della stima dello shift di fase δ .
Tale shift pu� essere modellato come una variabile aleatoria discreta uniformemente
distribuita che pu� assumere valori 0,1,2,..,L-1. Il segnale R(k) che si presenta all'uscita
del filtro adattato all'impulso di chip C.M.F. (Chip Matched Filter) nella forma generale
(1.2.1) si riscriver� pi� sinteticamente:
R(k) = S(k,δ ,dc, ds) exp( jθ ) + n(k) (1.5.3)
in cui δ rappresenta la fase iniziale da stimare e θ � la fase della portante, anche
essa modellabile come una variabile aleatoria uniformemente distribuita su [0,2 π ). Per
quanto riguarda n(k) = nc(k) + j ns(k), esso � un rumore complesso gaussiano bianco
le cui componenti, in fase ed in quadratura, sono a media nulla ed a varianza
σ � = No/(Ps Tc) = ( Ec/No)
-1
. Il criterio a massima verosimiglianza per la stima di δ �
[1]:
δ stimato : Λ (δ stimato) = max { Λ (δ )} per δ ∈ [0, 1,�..,L-1] (1.5.4)
con
Λ (δ ) = E dc,ds,θ { pR ( R | δ ,dc,ds,θ } (1.5.5)
in cui quindi si suppone che l'aspettazione venga effettuata sulle variabili dc, ds e θ .
11
Con pR si indica la densit� di probabilit� del vettore dei campioni di segnali ricevuti
R =[ R(δ ),R(δ +1),� � ,R(δ +Wi⋅L-1)] nell� intervallo di osservazione Wi⋅L⋅Tc ( si
assume,senza perdita di generalit� che l�intervallo di osservazione copra un numero
intero Wi di intervalli di simbolo). Dalla (1.5.3), per effetto del condizionamento si
ottiene:
pR ( R | δ ,dc,ds,θ } }∝ exp { - (Ec/2No) ∑ k= δ ..Wi⋅ L+δ -1 |R(k)- S(k,δ ,dc, ds) |� }
∝ exp { (Ec/2No) ∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Re [ R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)⋅exp( -jθ ) ]}
∝ exp { (Ec/No) ⋅ |∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Re [R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)⋅exp( -jθ )] |� }⋅
⋅ cos( arg [∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)] - θ ). (1.5.6)
Edc,ds,θ { pR (R |δ ,dc,ds,θ )∝ Io{(Ec/No)⋅|∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅ S(k,δ ,dc, ds)|}. (1.5.7)
Essendo Io(x) la funzione di Bessel modificata del primo tipo e ordine zero.
Poich� (Ec/No) <<1 ⇒ |x|<<1 ⇒ Io(x )≈ 1+x�/4 . Pertanto trascurando i termini
costanti:
E dc,ds,θ { pR (R | δ ,dc,ds,θ } ∝ |∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)|� . (1.5.8)
|∑ k= δ ..WL+δ -1 R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)|� =
= [ ∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds) ∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R*(k)⋅S(k,δ ,dc, ds)] =
= [ ∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅( C|k-δ |L dc[k-δ ]L -j C|k-δ |L ds[k-δ ] L )
∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R*(k)⋅(C|k-δ |L ⋅ dc[k-δ ]L +j C|k-δ |L⋅ds[k-δ ]L )] (1.5.9)
In particolare utilizzando l'espressione valida per il segnale nel caso di QPSK e canale
Pilota senza modulazione dati:
12
|∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅S*(k,δ ,dc, ds)|� =
∝ ∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R(k)⋅C|k-δ |L ⋅(1-j)⋅∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 R*(k)⋅C|k-δ |L (1+j) (1.5.10)
∝ {(∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Rc(k)⋅C|k-δ |L)�+(∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Rs(k)⋅C|k-δ |L)�}
(1.5.11)
Pertanto il criterio determinato per la stima della fase �:
δ stimato = δ s = δ ∈ [0, 1,�..,L-1]
tale che
Λ (δ s)=max{(∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Rc(k)⋅C|k-δ |L)�+(∑ k= δ ..Wi⋅L+δ -1 Rs(k)⋅C|k-δ |L)�} (1.5.12)
Tale criterio chiarisce (almeno relativamente al caso di utilizzo del canale pilota) la
questione relativa alla convenienza di un�eventuale estensione della operazione di
correlazione effettua sul segnale prodotto dal front-end da uno solo a pi� intervalli di
simboli. A tale proposito il criterio indica che, se si osservano Wi intervalli di simbolo,
la stima a massima verosimiglianza si ha proprio estendendo la correlazione su un
intervallo di identica durata. La struttura del ricevitore che implementa tale criterio
prevede l'estrazione della parte reale Rc(k) e della parte immaginaria Rs(k) del segnale
in ingresso .Tali segnali vengono elaborati mediante due correlatori che in pratica
moltiplicano i campioni rispettivamente di Rc(k) e di Rs(k) per le sequenze di chip
( generate localmente) ed eseguono la somma di tali prodotti su un intervallo di durata
Wi⋅L⋅Tc.Successivamente le uscite dei correlatori devono essere inviate a due blocchi
che eseguono la quadratura di tali uscite. Un sommatore genera infine il segnale e(k).
13
fig 1.2 Generazione del Segnale e(k)
Su e(k) si pu� applicare, in teoria direttamente, ( supponendo il segnale presente ) il
criterio per la stima della fase: a tale fine e(k) viene inviato ad un blocco S/P che
produce ogni L⋅Tc ( cio� ad ogni intervallo di simbolo) L segnali ei che
rappresentano in qualche modo i valori assunti dalla funzione di verosimiglianza in
corrispondenza degli L diversi possibili shift di fase (� evidente che il blocco S/P svolge
anche la funzione di decimatore ). Al fine di ridurre gli effetti della presenza del rumore
sulle uscite del blocco S/P si possono introdurre degli integratori ciascuno dei quali
deve effettuer� una media di W valori assunti dagli ei su un intervallo temporale lungo
W⋅Ts producendo le uscite zi .In tal caso, ovviamente, le uscite zi saranno in qualche
modo il risultato dell�osservazione del segnale da parte del ricevitore su un intervallo di
durata Wi⋅W⋅Ts. Ovviamente l�optimum, ai fini della stima della fase sarebbe, stando
alla stima MV applicata, eseguire una correlazione estesa a tutto l�intervallo Wi⋅W⋅Ts.
Nella ipotesi di poter considerare indipendenti i segnali ei la stima dello shift di fase si
riconduce alla selezione del massimo tra gli zi. Tuttavia si verificher� che tale ipotesi �
solo un'approssimazione della situazione reale essendo i segnali ei e quindi anche i
segnali zi interdipendenti. Proprio da tale osservazione, che verr� supportata dai calcoli,
parte l'analisi del sistema: tale analisi condurr� anche alla determinazione di strategie di
rivelazione della presenza del segnale e di stima della fase del codice che mettano in
conto le caratteristiche statistiche che legano le variabili zi.