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INTRODUZIONE
Il calcio è lo sport più popolare e praticato al mondo e sono moltissimi i giovani che
ambiscono a far parte di squadre professionistiche. Tuttavia, in Italia solo un giocatore su
circa 35.000 raggiunge questo obiettivo. Diventa, quindi, importante per le società
sportive riuscire a individuare quel giocatore che, per attitudini e capacità, può dimostrare
maggiore probabilità di accedere al professionismo. Questo aspetto del mondo
calcistico si identifica con la problematica relativa all’identificazione ed alla
promozione del talento giovanile (D’Ottavio,
2005).
Uno dei problemi più delicati, ma allo stesso tempo affascinanti nel calcio e in generale nello
sport, è infatti quello della gestione dei giovani e della scoperta dei talenti, cioè dei possibili
futuri campioni, che possono essere individuati in un ambito sportivo con un certo anticipo, al
fine di poterne favorire lo sviluppo e di poterli sostenere per realizzare la definitiva
manifestazione (Vanni, 2015). L’identificazione del talento è molto complessa, perché in essa
vengono coinvolti moltissimi fattori tra i quali, come successivamente meglio dettagliato nel
corso dell’elaborato, i predittori di performance, i predittori antropometrici, i predittori
sociologici e i predittori psicologici. Questi ed altri fattori ancora devono essere analizzati e
tenuti in considerazione dalle figure professionali che si occupano della selezione e
crescita degli atleti. Oggi l’identificazione del talento (TI) è divenuto indubbiamente anche un
grande business, nell’ambito del quale «i ricercatori, assieme ai coach ed agli agenti, cercano
di trovare metodi efficienti per identificare i migliori performers del futuro. Il TI può essere
definito come un processo utile a riconoscere gli atleti con un potenziale adeguato al fine di
diventare sportivi d’élite. Lo sviluppo del talento (TD) invece, mira a creare un ambiente di
apprendimento il più appropriato possibile per permettere, ai selezionati, di realizzare e
consolidare il proprio potenziale. Quest’ultimo si riferisce quindi all’insieme di processi a
lungo termine che mirano al miglioramento del livello prestativo (Perna, 2020). Le strategie e le
metodiche di promozione del talento sportivo stanno prendendo sempre più piede in quanto,
per rimanere competitivi, i club mirano ad investire quantità significative di denaro nel
tentativo di scovare e coltivare giocatori potenzialmente d’élite. Identificare individui con
alta probabilità di eccellere nello sport sin dalla giovane età, assicura che questi ricevano
una formazione specializzata per accelerare il processo di sviluppo del talento » (Perna, 2020).
Dopo un’analisi generale di tale vasta tematica, traendo spunto ed elementi informativi
dall’ampia letteratura esistente in materia, l’elaborato si concentrerà sulla identificazione del
talento nel calcio, trattandosi dello sport del
* "Il talento sportivo" di Andrea Rachini, pubblicato in Scienza e Movimento - N.16 Ottobre-Dicembre 2018 -
https://www.scienzaemovimento.it/wp-content/uploads/2020/11/23-talento-sportivo.pdf
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quale sono maggiormente appassionato e in cui ho maturato esperienze come giocatore e
allenatore del settore giovanile. Questa tesi cercherà principalmente di rispondere alle seguenti
domande:
• Quali sono le caratteristiche fondamentali che permettono di riconoscere un talento
sportivo?
• Come avviene lo sviluppo del talento una volta che viene individuato?
• Chi sono le persone incaricate di ricercare il giovane campione?
• Quali sono gli errori che vengono comunemente commessi nel mondo dello sport nel
momento in cui avviene la selezione dei futuri atleti e quali invece sono le metodologie
più efficienti e valide per ottimizzare il processo di selezione?
Verrà dunque fatto il punto sulle più moderne analisi riguardanti il tortuoso processo che porta
un promettente giovane calciatore a divenire un atleta professionista e si cercherà di definire
quali sono gli elementi che a parità di “talento naturale” permettono ad un ragazzo di belle
speranze di emergere e raggiungere effettivamente i livelli che da lui ci si aspettava, al contrario
di molti altri che resteranno nell’anonimato non divenendo giocatori professionisti.
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CAPITOLO 1
IDENTIFICAZIONE DEL TALENTO SPORTIVO
1.1 CHE COS’È IL TALENTO?
Qualsiasi appassionato di sport, guardando una manifestazione o semplicemente leggendo le
notizie sportive nei giornali ha sicuramente incontrato la parola “talento”, utilizzata per
descrivere un atleta, ma che cosa è un talento sportivo? Dare una vera e propria definizione non
è semplice, poiché non esiste ancora una teoria (scientifica) adatta a definirlo. La definizione
che viene maggiormente utilizzata è quella di Vaeyens (2008), per il quale “un individuo di
talento è dotato di un maggiore potenziale per eccellere in un determinato sport ed è capace di
utilizzare in modo sistematico le proprie abilità, posizionandosi a un livello superiore del 10%
rispetto ai coetanei praticanti la stessa disciplina (Toselli & Campa, 2021). Questa definizione ci
permette di evincere alcuni aspetti fondamentali. Il primo è il “potenziale”, che fa emergere le
capacità globali dell’individuo, comprendenti caratteristiche fisiche, psicologiche, cognitive e
socio-affettive tra loro connesse. Il secondo aspetto, che riguarda la capacità del soggetto di
“utilizzare in modo sistematico le proprie abilità”, che risulta fondamentale, in quanto non basta
avere una buona prestazione per essere definito un talento, ma è necessario sapersi ripetere e
quindi utilizzare le proprie capacità in maniera non occasionale. Un altro aspetto sul quale è
fondamentale concentrarsi è la collocazione dell’individuo dotato di talento rispetto ai soggetti
di pari età o di pari categoria, ad un livello superiore del 10% rispetto a quest’ultimi, perché ci
permette di comprendere la natura dinamica del talento e del suo sviluppo, in quanto un soggetto
potrebbe risultare talentuoso in una particolare fase del suo sviluppo, ma non esserlo più
successivamente (Toselli & Campa, 2021). Per questo motivo è importante avere una visione
longitudinale del talento e non soffermarsi unicamente a ciò che si osserva nella singola
prestazione. Un alto livello prestazionale dipende da una molteplicità di fattori e questi devono
essere presenti congiuntamente per permettere all’atleta di raggiungere il suo completo
potenziale.
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Tra questi troviamo:
• fattori antropometrici;
• fattori fisici e fisiologici;
• fattori tecnici e cognitivo-motori;
• fattori socio-affettivi e psicologici;
• fattori sulla performance.
«I fattori antropometrici riguardano tutti quei dati sulla composizione e sulla
costituzione corporea dell’atleta come: statura, peso, BMI, proporzioni dei segmenti ecc.
Quelli fisiologici e fisici sono VO2 max, capacità anaerobiche ed aerobiche, mobilità
articolare e gli elementi delle capacità motorie (forza, velocità e resistenza). I fattori
tecnici e cognitivo-motori consistono in tutte le abilità motorie necessarie per adempiere ai
presupposti della disciplina di riferimento come: equilibrio, differenziazione cinestesica,
ritmizzazione ecc. Nel quarto punto rientrano molti elementi fondamentali come tutte quelle
caratteristiche comportamentali, psicologiche e sociali quali l’impegno, la motivazione, la
capacità di superare lo stress, lo stile di vita, il rapporto con l’allenatore, il background socio
economico ecc. »* (Rachini, 2018). Il solo talento quindi, non accompagnato da un adeguato
allenamento, e dunque da un adeguato sviluppo, non permetterà all’atleta di raggiungere
i livelli d’élite e per questo motivo è fondamentale in ogni fase del percorso di crescita
dell’atleta, la presenza di un allenatore preparato, il quale conoscendo il trend di uno
specifico sport sia in grado di formulare un piano di sviluppo del soggetto ben strutturato e
che permetta di massimizzare tutte le capacità elencate in precedenza (Toselli & Campa,
2021). Per queste ragioni è facilmente intuibile che il talento è dato dall’interazione tra geni e
stimoli ambientali, anche se con gli attuali studi non è ancora chiaro quanto un carattere sia
espressione della componente genetica e quanto dato dai fattori ambientali. In ambito
sportivo spesso individui di talento provengono da famiglie di talento, il che suggerisce
che la genetica sia in buona parte responsabile delle caratteristiche fisiche, fisiologiche e
antropometriche necessarie al raggiungimento del successo atletico. Perciò è difficile
che un soggetto diventi un talento senza caratteristiche genotipiche appropriate ma è
altrettanto vero che anche avendo a disposizione una base genetica che permetterebbe di
ottenere ottimi livelli prestativi, essa da sola non sia sufficiente senza le sollecitazioni
adeguate provenienti dal mondo in cui l’atleta cresce e vive (Toselli & Campa, 2021).
* "Il talento sportivo" di Andrea Rachini, pubblicato in Scienza e Movimento - N.16 Ottobre-Dicembre 2018 -
https://www.scienzaemovimento.it/wp-content/uploads/2020/11/23-talento-sportivo.pdf
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1.2 PUNTI CHIAVE NELL’IDENTIFICAZIONE DEL TALENTO
Figura 1: Punti chiave nell’identificazione del talento (tratto da Vayens et al., 2008)
Nella figura 1 viene mostrata, da una prospettiva scientifica, la conquista dell’eccellenza in
ambito sportivo che viene analizzata a partire da quattro punti (Russell, 1989; Williams & Reilly,
2000):
1. Detection (Scoperta, Reclutamento)
2. Identificazione del talento
3. Sviluppo del talento
4. Selezione del talento
• La Scoperta (Detection) consiste nell’individuazione di soggetti potenzialmente validi
non praticanti l’attività sportiva in questione o non praticanti attività sportive in assoluto.
Questa variabile è fortemente influenzata dal numero della popolazione di riferimento e
dalla percentuale di partecipanti ad attività motorie polivalenti.
• L’Identificazione del talento (TID) fa riferimento al processo di riconoscimento di
soggetti potenzialmente validi tra coloro che svolgono l’attività sportiva di riferimento.
Questa variabile è influenzata dal numero di tesserati delle società promuoventi l’attività
di riferimento. Chiaramente vi è una netta differenza nei criteri di verifica della validità
dei soggetti analizzati nella fase di scoperta rispetto alla fase di identificazione, in quanto
durante quest’ultima il soggetto possiede una conoscenza del gioco, ed un adattamento
motorio che vanno oltre le misure grezze come statura, peso, ecc; le quali sono facilmente
rilevabili durante la scoperta.
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• Lo sviluppo del talento (TDE) riguarda il processo di insegnamento-apprendimento nel
quadro di un’organizzazione programmata atta a permettere e facilitare l’espressione delle
caratteristiche peculiari del potenziale talento. In un’ottica moderna e complessa del
processo di valorizzazione del talento, questa fase assume particolare rilevanza rispetto
alla scoperta e l’identificazione.
• La selezione del talento si riferisce alla scelta di soggetti o gruppi di soggetti adatti a far
parte di una squadra o un progetto di sviluppo (Ungureanu, 2014).
1.3 TEORIE SULL’IDENTIFICAZIONE DEL TALENTO
Per quanto riguarda l’identificazione e la selezione dei talenti sono state proposte tre teorie:
1. Pratica deliberata;
2. Programmazione deliberata;
3. Modello differenziato della dotazione del talento.
1.3 TEORIA DELLA PRATICA DELIBERATA
Il modello della pratica deliberata pone molta importanza sui fattori ambientali, infatti secondo
questa teoria le prestazioni di alto livello si raggiungono attraverso l’esperienza. I fattori
ambientali che vengono considerati sono rappresentati principalmente dalla durata e dalla
struttura delle attività. Secondo questa teoria un atleta per raggiungere eccellenti abilità di
performance deve svolgere 10 anni o 10000 ore di corretta esercitazione, per la quale si intende
la programmazione adeguata in termine di volume, intensità e frequenza abbinate a delle
corrette metodologie di insegnamento-apprendimento (Toselli & Campa, 2021). La
programmazione passa attraverso tre fasi: la prima ha inizio con l’introduzione del soggetto alla
pratica specifica delle attività e termina con l’inizio della pratica deliberata. La seconda consiste
nella preparazione per un lungo periodo di tempo e termina con l’impegno a perseguire l’attività
specifica a tempo pieno e la terza comporta l’impiego a tempo pieno finalizzato a migliorare la
performance specifica e termina quando il soggetto avvia la carriera professionistica. Esiste
inoltre in realtà anche una quarta fase in cui i soggetti vanno oltre la conoscenza degli
insegnamenti per dare un contributo innovativo specifico al loro dominio (Ford et al., 2016).