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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
Questo elaborato si pone come obiettivo l’indagine dell’impatto che la digitalizzazione ha avuto
e che potrà avere sulle imprese, con uno sguardo che si rivolge soprattutto alle persone che
lavorano in azienda. L’organizzazione è composta prima di tutto dal capitale umano, oltre che
dai fattori che partecipano alla produzione stessa degli output. Il focus principale della mia
ricerca è posto sul benessere dei dipendenti: l’importanza di questo è fondamentale ed ha un
forte impatto su ogni tipo di rapporto lavorativo. Molto spesso il benessere (o well-being in
inglese) non viene messo tra i primi problemi da affrontare nell’impostazione
dell’organizzazione aziendale interna.
Sempre più spesso, oggi, sentiamo parlare di temi come quello del digitale e delle tecnologie, di
come sono entrati a far parte della nostra quotidianità e delle nostre abitudini, di come ormai le
aziende debbano mettersi al passo con i tempi se vogliono restare sul mercato, adottando metodi
innovativi nella produzione e nella gestione di beni e servizi. La digitalizzazione è un fenomeno
che ha attecchito ormai da tempo e che fa parte della nostra normalità, è importante non
sottovalutarne l’effetto che può avere sulle persone ma anzi gestirla in ogni dettaglio. Va
considerato che in qualsiasi approccio o ottica adottiamo per l’analisi di un’azienda, al centro vi
sono comunque le persone in quanto tali, con sentimenti, personalità, caratteristiche proprie e
che quindi non sono soltanto strumenti o capitale utile all’impresa al fine di emettere un output.
Più nello specifico, il primo capitolo affronterà la definizione di well-being, per poi studiarne la
classificazione e i possibili parametri di studio, secondo vari approcci di rango internazionale e
non. Proseguirà con l’analisi del benessere sul lavoro, messo in relazione con la digitalizzazione
e con le tecnologie della comunicazione (ICT).
Il secondo capitolo si concentrerà soprattutto sulle conseguenze che le ICT e la tecnologia
possono avere sul benessere delle persone in azienda, queste possono riversarsi in rischi da
gestire o in benefici per l’organizzazione e per i lavoratori. Verrà presentato un case study in
modo tale da concretizzare le teorie presentate.
Il terzo e ultimo capitolo ha come obiettivo quello di affrontare il tema della sicurezza sul lavoro
in un’ottica delle tendenze degli ultimi anni. Inoltre, si parlerà di alcuni modelli e fattori che
ogni impresa dovrebbe considerare per la buona gestione del well-being e per ostentare i rischi
presentati nei capitoli prima.
Well-being: che cos’è, da che cosa dipende e come si misura
Parlando di “well-being” (WB), pensiamo ad un termine ormai sdoganato in tutto il mondo e
alle mille accezioni che questo può includere. Il WB non ha una definizione esatta, quella in
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inglese che troviamo nell’English Dictionary by Collins è: “WB is the condition of
beingcontented, healthy, or successful; or welfare” oppure ancora nel Cambridge Dictionary
troviamo: “the state of feeling healthy and happy” che, tradotto, significa che è la condizione
dell’essere contenti, in salute o di avere successo, oppure, lo stato d’animo di sentirsi felici e in
salute. Può essere espresso in italiano con la parola “benessere” oppure trova un riferimento più
generale nel termine di “qualità della vita”. Possiamo, infatti, studiare e analizzare il benessere
dal punto di vista psicologico, sociale, economico e addirittura politico, possiamo concentrarci
sul benessere fisico, mentale, ideale, di gruppo e non solo. Esistono diversi approcci alternativi
disponibili in letteratura per analizzare questo concetto, una caratteristica comune a tutti questi è
che non rappresenta semplicemente l'utilità derivante dalla ricchezza o dal reddito, ma piuttosto
caratterizza i sentimenti e la soddisfazione provati da un individuo nel partecipare a tale
ricchezza. Il benessere rappresenta un livello di soddisfazione che è caratterizzato da un insieme
di condizioni che possono essere i risultati economici, la salute, le interazioni sociali, la cultura,
la felicità e la prosperità. Va oltre la qualità della vita e le questioni discusse in relazione allo
sviluppo umano.
Tra gli approcci disponibili che studiano il benessere, due di essi sono abbastanza predominanti:
il benessere soggettivo (SWB) e il benessere oggettivo (OWB), e che concettualmente non si
escludono a vicenda.
Mentre il benessere oggettivo include un insieme di fattori osservabili, come ricchezza, salute,
beni e servizi tangibili, il benessere soggettivo si riferisce a quei fattori che influenzano la
soddisfazione derivante dall'interazione tra attività guidate da questioni economiche e dal
benessere psicologico. Questi altro non sono che i sentimenti di piacere e di felicità che gli
individui provano nella vita quotidiana.
Il OWB quindi tende ad essere uno strumento quantitativo, facilmente identificabile in forme
misurabili (come reddito, stato di salute, consumo e così via), mentre il SWB è guarda il punto
di vista psicologico e cioè la coscienza, gli atteggiamenti, i sentimenti etc. Sono complementari
perché la semplice ricchezza non trasmette necessariamente un alto livello di felicità. L'accesso
ai beni materiali potrebbe essere un indicatore proporzionale al livello di felicità, ma lo è fino a
un certo punto, dopodiché la relazione si indebolisce. Questo concetto assume un’importanza
rilevante in un contesto come quello attuale.
Tre approcci sono i più famosi per individuare il livello di felicità:
1) L'individuo tende a confessare a un livello di felicità che deriva dalla predisposizione
genetica piuttosto che da eventi della vita quotidiana. Questo è noto in psicologia come
“modello omeostatico” in psicologia e qui la soddisfazione deriva dal livello di adattamento.
2) Il livello di felicità individuale è influenzato dalla distanza a cui l’individuo si trova dai
parenti e dagli amici. Il livello di felicità è condizionato dal cambiamento delle preferenze e
dalla formazione di abitudini e aspettative.
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3) Il livello di soddisfazione può essere influenzato dal livello di reddito guadagnato e dal
raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Il “benessere materiale” è rilevante per la felicità solo quando si tiene conto di questi tipi di
benessere psicologico suddetti. Poiché i tipi di soddisfazione sopra menzionati non possono
essere osservati direttamente, i sentimenti di piacere e di felicità che i singoli hanno
sperimentato nella loro vita quotidiana sono stati classificati in modi leggermente diversi nella
letteratura empirica. Tuttavia, i distinti elementi di benessere psicologico, che sono
indirettamente osservabili, potrebbero essere spiegati tramite la soddisfazione della vita in
termini di presenza e assenza di stati d'animo positivi e negativi.
Possono essere misurati efficacemente in scala come da studi recenti. Una classificazione utile
si suddivide in “benessere edonico”, che rappresenta i sentimenti a breve termine, e in
“benessere valutativo”, che include l'autovalutazione a lungo termine della soddisfazione di vita.
E’ da sottolineare che, qualunque siano i metodi utilizzati, non è possibile isolare il punto di
vista psicologico della soddisfazione dal benessere materiale. C'è una felicità radicata che nasce
dall'interazione tra economia e psicologia. Ora, la domanda che ci poniamo è come poter
misurare il benessere edonico e valutativo. È stato osservato che una posizione popolare e
specifica di questa ricerca studia diversi fattori che influenzano il benessere su diversi domini
della vita.
Il fattore che ha ricevuto più attenzione nell’analisi è il reddito. Ancora una volta, il reddito
consente alle persone di acquistare beni (ad esempio, una bella casa, una grande TV moderna e
così via) e servizi (come viaggiare, perseguire hobby, imparare, leggere, assistenza sanitaria e
così via), che a loro volta influenzano il benessere materiale e offrono infatti diverse
opportunità. Oltre al reddito assoluto e al consumo, ci sono componenti di benessere soggettivo
(SWB) che rappresentano la soddisfazione influenzata dai redditi assoluti e relativi rispetto a
familiari, coetanei, colleghi, amici e così via.
In secondo luogo, un altro aspetto che influisce sulla felicità è la qualità della vita in un
ambiente, in cui interesse, impegno, autonomia e creatività sono legati a compiti\attività che una
persona svolge e che differiscono ampiamente a seconda delle skills e delle capacità individuali.
Hanno implicazioni dirette sull'equilibrio vita-lavoro e sulla soddisfazione sul lavoro.
Terza considerazione da fare: un individuo non può vivere e lavorare da solo, infatti interagisce
con gli altri e trae soddisfazione dalla vita sociale. Lo status individuale nella famiglia,
comunità, religione e regione fornisce un ingrediente della vita sociale e dà soddisfazione.
Inoltre, secondo la stessa logica, l'ambiente fisico (posizione, clima, geografia) include talvolta
anche il disagio individuale e la salute, che influiscono sulla soddisfazione.
Per di più, l'ambiente socio-istituzionale (governance, fiducia, criminalità, capitale sociale)
caratterizza il ruolo dell’individuo e incide nella percezione del rapporto Stato-impresa. questo
rileva direttamente una tensione sociale che determina un livello di soddisfazione.