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definizione l’insieme degli interventi formativi che mirano ad aiutare il singolo
attraverso attività specifiche.
L’animazione si pone tra i suoi obiettivi di:
¾ sviluppare le potenzialità dei singoli soggetti in modo che essi
realizzino una vita più ricca e gratificante,
¾ aiutare i soggetti a raggiungere una matura identità individuale, storica,
culturale che li stimoli a partecipare attivamente alla vita sociale.
La progettualità che emerge dagli obiettivi sopraindicati si propone di
fornire all’individuo gli strumenti per rendersi creatore di spazi, di ambienti ed
espressioni di una storicità positiva.
Il piano dell’animazione culturale richiede:
¾ OBIETTIVI che mirano a evidenziare la necessità degli interventi,
¾ METODOLOGIA DI INTERVENTO che evidenzia i mezzi, gli strumenti
attraverso i quali attivare il piano,
¾ PROGRAMMA DI ATTIVITA’ che consta di una serie di proposte da
realizzare in équipe.
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Gli operatori museali a cui si è più volte accennato non si presentano
come semplici esecutori di un progetto, ma piuttosto come individui che in
virtù di una predisposizione mentale specifica, sinergicamente correlata
alle tecniche acquisite con la formazione e l’esperienza sono in grado di
progettare, in sintonia con il gruppo di lavoro, interventi adeguati alle
differenti situazioni.
L’aspetto più interessante e stimolante del lavoro è legato alla realtà
e non alla teoricità della situazione, non inventata bensì già esistente.
Nel primo capitolo si è analizzata la didattica museale a partire dalla
letteratura specifica presente, richiamando anche qualche cenno storico
necessario alla sua comprensione.
Si prosegue poi con una parte sperimentale costituita da otto
interviste somministrate ai responsabili della didattica museale di diverse
realtà milanesi correlata a una appendice metodologica che non intende
spiegare la metodologia della ricerca sociale, ma esporre brevemente i
principi ai quali si è fatto riferimento.
Nella parte finale si è accennato all’utilizzo delle nuove tecnologie nei
musei e con i musei; queste costituiscono oggi uno degli argomenti
all’avanguardia nell’ambito della didattica museale.
Infine è stata inserita una appendice sul Centro di Didattica Museale
presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione all’Università degli Studi
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di Roma Tre essendo attualmente il centro di studio e di ricerca più
avanzato nel nostro paese.
L’intera indagine si è posta sin dalla sua primitiva elaborazione lo
scopo di esplorare il pubblico del museo e il suo gradimento, le finalità
delle differenti attività, i contenuti proposti e la formazione degli operatori
museali.
La parte sperimentale di questa tesi ha richiesto maggior impegno
necessitando la collaborazione di personale specializzato particolarmente
impegnato e scontrandosi con difficoltà non collegate agli aspetti
puramente scientifici.
In conclusione il presente lavoro vuole caratterizzarsi come un’analisi
sulla didattica museale sia teorica-bibliografica, sia empirica-sperimentale.
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IL CONCETTO DI DIDATTICA MUSEALE NELLA
LETTERATURA SPECIFICA
In una società caratterizzata sempre più dall’instabilità, dalla crisi delle
istituzioni, dalla perdita dei valori, il museo luogo della memoria e
dell’educazione ai valori dell’arte, della storia ecc., diventa il perno per
instaurare percorsi conoscitivi capaci tanto di garantire un rapporto di
continuità col passato, quanto di introduzione al futuro. In altri termini il
museo propone una lettura consapevole del presente, stabilendo rapporti
con la popolazione che sono necessariamente destinati a mutare. Tutto ciò
non rappresenta una novità per i musei. L’aspetto rilevante è dunque il
cambiamento del rapporto col pubblico. Diviene per cui necessario che
questa istituzione elabori nuovi sistemi informativi, consentendo al visitatore
diverse forme di approccio, di lettura e di interpretazione.
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1.1. Museo ed educazione
Il tema dominante nel museo, anche sotto il profilo della
comunicazione, è non perdere di vista il ruolo educativo che gli è proprio.
Quali sono le relazioni tra il museo e l’educazione?
Questa questione apparentemente semplice riafferma l’evidente e
necessario incontro tra questi due universi.
Dall’analisi dei rapporti tra l’insegnamento e l’azione educativa dei
musei, si può vedere quanto il rapporto del museo con l’educazione sia
complesso.
Questa istituzione fin dalla sua creazione partecipa alla diffusione della
cultura nella società. Attualmente nella maggior parte delle realtà museali il
servizio didattico-pedagogico completa o diversifica gli altri servizi primari
(conservazione, ricerca, restauro), che rappresentano l’istituzione museale.
Taluni musei, sia a causa delle domande sociali di cui sono oggetto, sia a
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causa degli scopi che le istituzioni di tutela assegnano loro, fanno essi stessi
delle loro preoccupazioni educative una priorità. La forma dell’azione
educativa varia notevolmente secondo la natura delle istituzioni o del
pubblico. Ciò che importa soprattutto è il non ridurre la questione del ruolo
educativo a una antinomia tra educazione e specialisti di una cultura
raffinata, elitaria ed esigente.
- In che cosa il museo è luogo d’educazione?
- Quali sono le forme di questa educazione?
- Per quale pubblico?
- Questi programmi sono omogenei?
- Quale impatto possono avere sul destinatario?
E’ solo attraverso tali questioni complesse che si può analizzare il ruolo
educativo dei musei. Riducendo troppo i rapporti tra educazione e museo a
questioni di principio o a semplici dichiarazioni d’intento si rischia di
mascherare la complessità tra questi due luoghi. Il museo contribuisce alla
diffusione di varie forme di cultura, ma non dobbiamo identificarlo solo come
istituzione educativa, poiché i suoi modi di trasmissione del sapere si
differenziano nettamente dalla sfera scolastica. Distinguiamo quindi il ruolo
educativo del museo che possiamo considerare nel settore non formale, dal
ruolo educativo delle classiche istituzioni (scuola, università), che dispensano
un insegnamento accademico predefinito da programmi ministeriali ufficiali a
un gruppo omogeneo, rientrando nel settore cosiddetto formale. La visita al
museo deve invece diventare un’attività scelta, senza programmi prestabiliti
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e sistemi di valutazione, al contrario un momento in cui il gioco non è lontano
dal desiderio di apprendere e di conoscere.
Diviene importante quindi che l’insegnamento da una parte, e il museo
come luogo educativo non formale dall’altra, intrattengano legami, relazioni
collaborando reciprocamente per contribuire a quello che è l’obiettivo ultimo
cioè la formazione del futuro visitatore adulto.
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Per riuscire a porgere nelle corrette modalità e con esattezza di concetti
il senso del museo al pubblico è ovviamente necessario calarsi nella sua
identità e nel suo atteggiamento nei confronti della cultura posta al di fuori dei
canali tradizionali, quali ad esempio la scuola. Occorre quindi tenere ben
presenti le diverse fasce di età, il livello culturale, i nuovi rapporti col mondo
delle immagini e della tecnologia e calibrare di conseguenza gli interventi,
evitando una terminologia troppo complessa ed esaltando i momenti di
collaborazione partecipata e attiva col pubblico. Ne emerge un modo nuovo
di porsi da parte degli operatori museali: un po’ animatori culturali, ma
essenzialmente conoscitori del materiale che presentano e sostenitori della
necessità di aprire secondo i giusti canali il Museo alla società.
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Il concetto è ampiamente trattato in D. JACOBI, O. COPPEY, 1996, pp.10-20. E’
interessante rilevare che Jacobi (Universitè de Bourgogne) e Coppey (Direction des Musées
de France) rappresentano la punta più avanzata del pensiero museologico francese
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1.1.1. Ruolo educativo e sociale dei musei
“Per definizione, un museo è un’istituzione al servizio della società e del
suo sviluppo ed è generalmente aperto al pubblico (anche se si tratta di un
pubblico ristretto, come nel caso di certi musei estremamente specializzati,
quali i musei universitari o di medicina, per esempio). Il museo deve cogliere
tutte le occasioni di svolgere il suo ruolo di risorsa educativa utilizzabile da
tutti gli strati della popolazione o dal gruppo specializzato a cui il museo è
rivolto. Laddove il programma o le necessità del museo lo richiedono,
personale specializzato e qualificato, in possesso di una formazione nel
settore della didattica museale potrebbe essere incaricato di questo compito.
Il museo ha il dovere importante di attirare a sé nuove e più ampie fasce di
pubblico, proveniente da tutti gli strati della comunità, della località o del
gruppo che ha nei suoi fini di servire, ed esso deve permettere alla comunità
in generale, come alle persone e ai gruppi specifici che ne fanno parte, di
essere coinvolti nelle sue attività, e di poter sostenere i suoi obiettivi e la sua
politica.”
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2
Questa definizione è tratta da: ICOM, 1999, p.31.
ICOM (International Council of Museum): consiglio internazionale dei musei. Si tratta di
un’organizzazione professionale fondata a Parigi presso l’UNESCO nel 1946, per iniziativa
di Chauncey J. Hamlin, presidente dell’American Association of Museum e volta alla
promozione e allo sviluppo dei musei del mondo intero. Esercita la sua attività sui cinque
continenti e possiede più di 7300 membri in 120 paesi. La segreteria e il Centro di
documentazione si trovano a Parigi