7
INTRODUZIONE
Paul Watzlawitck all’interno del testo “Pragmatica della Comunicazione” affermava tra i principi
cardini della neonata scienza agli inizi degli anni Sessanta del Novecento, ovvero la PNL “Non si
può non comunicare, e ciò che importa è sia il come prima del cosa”. Per ciò, all’interno del
mondo della Programmazione Neurolinguistica, dove l’ambito fondamentale è il rispetto della mappa
mentale dell’altro, altro non si può che comunicare in diversi modi, o meglio linguaggi. Il linguaggio
è quello strumento funzionale alla comunicazione dove il mittente ed il destinatario altro non comunicano
mediante il simbolo. Tale modalità demiurgica altro non è un sistema di elementi a sé stante, anche se si
presenta in interazioni ad altre modalità comunicative, di natura non verbali volte a comprendere: il
messaggio che l’individuo esplica in un determinato momento (Cap. I, p.4.) Come si è potuto riscontrare
all’interno di quanto esposto, più che definire cosa comunicare, che resta tutto sommato l’assunto di base, la
PNL si occupa peraltro anche di definire le modalità con cui attuare tale processo comunicativo. Non a
caso all’interno della PNL si affronta di pluralità di linguaggi, comuni alla comunicazione classica “a due
vie”, ovvero quella formata da un mittente (colui* che inoltra il messaggio), ed il destinatario (chi riceve il
messaggio). Pertanto le modalità di linguaggio tradizionali sono: Verbale: Prevale il contenuto logico ed
analogico. Altro non risponde alle seguenti domande: “Che cosa dico?” “Quale codice linguistico uso
(Scritto/orale)?” “Quali parole utilizzo?; Paraverbale: Indica la modalità di trasmissione del messaggio.
“Come dico quel messaggio?”. In questo livello si fa riferimento all’uso del: tono, timbro, della voce, delle
pause, dei sospiri, sorrisi; Non verbale: Si utilizza la gestualità, il corpo intero. Essa riguarda alcuni aspetti,
di seguito riportati; La mimica: Come mi esprimo con il viso; La prossemica: Com’è la mia posizione
corporea rispetto agli altri; La cinesica: Mi esprimo con tutto il corpo(Cap I,p.5). Ciononostante, esiste
un linguaggio che ha delle origini antiche e coinvolge l’aspetto emotivo, razionale e viscerale
dell’essere umano, la metafora. “Uno strumento potentissimo che arriva direttamente al cuore, in grado
di fare vedere le cose da un altro punto di vista e di aprire la mente a una nuova visione. Questa
metodologia comunicativa è la “metafora”, un artificio linguistico o retorico, ritrovante
prevalentemente all’interno dei testi letterari e didattici, nello specifico “Esso permette di esprimere in
modo efficace il proprio pensiero e di creare delle connessioni inedite con concetti o immagini vari ambiti
del pensiero (Cap I,p.7). Questo lavoro di tesi attraverso una metodologia di natura compilativo
sperimentale, tenta di definire l’utilizzo ed applicazione della metafora, come strumento per costruire dei
piccoli versi all’interno dell’ambito della Gestione delle Risorse Umane, tentando di definire: Gli
approcci, le metodologie e relative applicazioni, per attuare un cambiamento e fornire nuovi
strumenti applicativi a partire dal linguaggio, o meglio dai linguaggi come strumenti comunicativi, di cui la
primaria applicazione della stessa avviene per mezzo della parola. La scelta di questo argomento è mossa da
una passione personale verso la poesia, uno strumento di crescita, benessere e sviluppo che mi permette di
essere libero gabbiano all’interno di un mondo ignoto, quello della realtà e sorvolare i mari
dell’esplorazione, insiti nel mio animo ancora fanciullesco, seppur cavalcato dall’onda della maturità. Oltre a
questo aspetto, mi ha incuriosito il modulo tenuto dalla mia relatrice la prof.ssa Daniela Poggiolini
“Metafore per Star bene e PNL bioetica”, dove all’interno dello stesso ho riscoperto la passione della
scrittura, del dialogo, e delle diverse modalità comunicative come possano variare da un individuo ad un
altro, tanto che come afferma chiaramente appunto la scienza della PNL “Altro non siamo delle mappe, dei
frammenti di vetro che caduti per terra crediamo di avere la verità”. Siamo esseri umani con diversi colori,
forme, linguaggi, ed ognun* di noi comunica in una maniera del tutto differente: Dipende da noi la
comunicazione, e soprattutto dal risultato che vogliamo ottenere. Proprio per questo che Paul Watzlawick
affermava chiaramente “Il comunicatore è responsabile al 100% degli obiettivi e dei risultati della
comunicazione”. Attraverso la metafora si possono attuare diverse azioni: Definire degli obiettivi, attuare un
cambiamento, semplificare una realtà, favorire la recezione di un concetto, e soprattutto guarire dal fatto che
esiste esclusivamente una realtà. Il seguente lavoro di tesi si suddivide in 3 capitoli:
- Nel primo capitolo “Linguaggi trasformativi” attraverso un metodo compilativo di natura
interdisciplinare richiamante l’ambito: filosofico, psicologico, sociologico, si è cercato di definire
l’origine della metafora, la funzione applicativa, e soprattutto gli ambiti di intervento. Secondo la
formatrice Consuelo Casula:
“Nella retorica la metafora è considerata una similitudine abbreviata in cui una parola viene usata al posto
di un’altra per attribuirle significati diversi. È considerata prima matrice di ogni discorso in quanto
consente di creare nuove rappresentazioni tramite parole e frasi che implicano selezioni e combinazioni, che
esprimono tipicità e similarità. La metafora serve da lievito che dilata il discorso, rende più fitta la trama,
colma le lacune del linguaggio denotativo e l’indigenza del vocabolario. Amplifica lo spazio linguistico, con
lo strano gusto di affermare che una cosa è quello che non è, e con un paradosso: due cose possono essere
contemporaneamente diverse e simili”
Per quanto concerne invece la caratteristica fondamentale, essa è formata da due aspetti importanti:
Contenuto –purché sia insaporita da ingredienti che catturano l’attenzione;
- Struttura linguistica, ovvero l’uso consapevole del linguaggio in ogni accezione possibile, ricco di simboli
evocativi, rinforzanti per l’io, ristrutturanti, e piene di indicazioni di possibili cambiamenti(D.
Poggiolini,2020).
D’altronde per quanto concerne gli ambiti di applicazione, essi variano dalla psicoterapia con la quale
secondo il noto monaco buddista Thich Nhat Hanh altro non pratichiamo la presenza mentale “L’energia
9
che ci fa essere vigili e consapevoli del momento presente, e praticando in fondo la consapevolezza mente e
corpo si unificano, permettendoci di aprirci e contemplare l’alba del momento presente”(T.N.Hanh,2012).
all’ambito della formazione, È uno strumento utile per l’apprendimento che talvolta può servire anche per
alleggerire una tensione, per far riposare l’emisfero sinistro dei partecipanti, per cambiare il livello di
attenzione, per seminare un concetto che verrà approfondito successivamente.
- Nel secondo capitolo “Dalla teoria all’esperienza” di natura sperimentale, si è utilizzata la metafora
per costruire un project work, narrando: I cambiamenti dovuti all’attuale momento storico segnato
dal Covid-19, le trasformazioni del lavoro, l’esperienza del tirocinio in modalità smart-working, e la
costruzioni di solide alleanze relazionali. I termini che sono stati utilizzati all’interno di questo lavoro
applicativo metaforico, richiamano la rielaborazione attraverso il linguaggio V.A.K.O.G. (Visivo,
Auditivo, Cenestesico, Olfattivo, Gustativo) della PNL, echeggiando la poesia di Jacques Briel
“Conosco delle Barche”:
Conosco delle barche che restano nel porto per paura che le correnti le trascinino via con troppa
violenza. Conosco delle barche che arrugginiscono in porto per non aver mai rischiato una vela
fuori. Conosco delle barche che si dimenticano di partire hanno paura del mare a furia di
invecchiare e le onde non le hanno mai portate altrove, il loro viaggio è finito ancora prima di
iniziare.
Conosco delle barche talmente incatenate che hanno disimparato come liberarsi.
Conosco delle barche che restano ad ondeggiare per essere veramente sicure di non capovolgersi.
Conosco delle barche che vanno in gruppo ad affrontare il vento forte al di là della paura. Conosco
delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco. Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora, ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi fianco a fianco in avanti a rischio di affondare. Conosco
delle barche che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti. Conosco delle barche straboccanti di sole perché hanno condiviso
anni meravigliosi. Conosco delle barche che tornano sempre quando hanno navigato. Fino al loro
ultimo giorno, e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti perché hanno un cuore a misura di
oceano.
L’utilizzo di questa poesia per instillare il project work ha fatto emergere come l’accostamento di
immagini, suoni, rumori, sapori, permette di traslare la mente con le emozioni in una realtà profonda
al fine di comprendere l’utilizzo della metafora come un linguaggio dell’anima possa esprimere
sentimenti profondi. Tra i termini chiave che prefigurano nel project work sono:
- Marinai: Per indicare lo spirito ingenuo di chi si accinge ad affrontare una nuova esperienza in mari
ignoti;
- Allievi marescialli: Student* del Percorso in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane
- Accademia Ikos: In senso platonico, una scuola che ha come obiettivo quello di formare l’essere
umano, al di là del percorso formativo che sceglie.
- Porto: Metafora dell’incontro con l’altr*, che le varie stanze del Centro Olistico Ikos, ed anche la
propria ed altrui città dove: i colori, suoni, sapori, viaggi permettono un valido arricchimento di sé
dettato dal fantomatico incontro;
- Barca: Metafora della perseveranza nella vita, nonostante le tempeste;
- Tempesta: Riferito all’attuale momento storico segnato dal Covid-19, il quale ha permesso nonostante i vari
rallentamenti di natura: vitale, sociale, professionale, umano, ha permesso di rendere valido e combattente il
gruppo dei futuri Gestori delle Risorse Umane volto a perseverare nel raggiungimento dei propri obiettivi;
- Nel terzo capitolo “Riscrivere le organizzazioni lavorative” intessuto da un approccio compilativo si è posta
l’attenzione sull’applicazione e descrizione della metafora all’interno dell’ambito aziendale, nonché in che
modo il Gestore delle Risorse Umane può utilizzarlo come strumento all’interno del suo agire dettato dal
senso. Tra le aree di applicazione, annoveriamo:
La comunicazione
- L’utilizzo della metafora è funzionale a: Semplificare la realtà: Utilizzare un linguaggio VAKOG(Visivo,
Auditivo, Cenestesico, Olfattivo, Gustativo) per provocare il cosiddetto “solletico” all’interno della
mente dell’interlocutore;
- Accrescere la motivazione: Favorire la volontà all’apprendimento, e soprattutto l’intento di crescere
e migliorarsi sia come singolo, che individuo all’interno di un gruppo;
- Attuare una crisi: Con questo termine si intende una ristrutturazione della propria mente, nonché
una rottura di schemi desueti, derivanti dalle proprie convinzioni limitanti, per far fronte a quelle
potenzianti, che mettono in atto il processo di conoscenza me-altro, non come esseri umani, ma
individui appartenenti allo stesso territorio(E.M.Torre,2017).
- Condurre l’individuo al cambiamento: Qualsiasi atto formativo è volto a migliorare sia il ruolo che
l’intero gruppo che vi partecipa, mediante la messa in atto
Nel gioco d’aula. Il gioco conduce in un mondo dimenticato fatto di gratuità, assenza di interessi personali e
politici dove la soddisfazione personale giunge entrando in una sorta di avventura alla ricerca delle mille
possibilità sconosciute e presenti nell’animo di ogni uomo. L’adulto ha sempre necessità di trovare uno