Autore: Michel e Contorni
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1.2 I COLLETTI BIANCHI
Parallelamente allo sviluppo di questa teoria, negli anni ’30 del
ventesimo secolo, Sutherland comincia ad occuparsi di una
criminalità fino ad allora sconosciuta ed ignorata. Inizia così uno
studio approfondito su settanta grandi società americane.
Sutherland decide di prendere in considerazione società che
hanno commesso reati quali restrizioni della concorrenza,
pubblicità menzognera, contraffazioni, illeciti di lavoro e ribassi, e
di considerarle lungo 45 anni di attività. Questa ricerca darà vita
alla sua opera “Il Crimine dei Colletti Bianchi”, un volume
pubblicato “parzialmente” per la prima volta nel 1949 e in
versione integrale solo 35 anni dopo. Grazie a questa opera il
crimine dei potenti viene portato alla ribalta dalla stampa, e inizia
ad essere studiato e valutato dal punto di vista sociologico,
criminologico e giuridico. Nel suo libro Sutherland inizia chiarendo
che la sua tesi è dimostrare come le ricerche condotte fino ad
allora sui fattori criminogeni siano state gravemente incomplete,
in quanto hanno mancato di considerare le violazioni dei ricchi e
dei potenti come veri e propri reati.
CHI E' IL COLLETTO BIANCO
La definizione di Sutherland del reato da “Colletto Bianco” è la
seguente: «Crimine dei colletti bianchi può definirsi
approssimativamente il reato commesso da una persona
rispettabile e di elevata condizione sociale nel corso della sua
occupazione».
17
La definizione “colletto bianco” viene coniata per
17 E. Sutherland, “Il Crimine dei Colletti Bianchi” , Giuffrè Editore, 1987,
pag. 8.
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creare una netta distinzione con il “colletto blu”, ovvero l'individuo
appartenente alla classe operaia, e quindi la classe sociale
“inferiore”. L'oggetto di studio cui la terminologia venne dedicata
infatti riguardava la condotta criminosa tipica della classe sociale
“superiore”, fino ad allora praticamente mai indagata.
Il colletto bianco, essendo appartenente a questo strato di
società, è una persona di influenza, con un'occupazione rispettata
e una reputazione positiva agli occhi dei pari. Egli/ella ha
completato il processo di studi, facendo l'università nella quasi
totalità dei casi, e possiede grandi nozioni scientifiche riguardanti
la sua professione. Ad esempio un finanziere conosce molto bene i
meccanismi del mercato, mentre un avvocato sa orientarsi con
facilità dinanzi all'apparato legislativo. Queste caratteristiche gli
permettono di occupare posizioni di rilievo e responsabilità
all'interno di aziende private oppure nel settore pubblico. La
posizione sociale gli conferisce il potere, un elemento essenziale
per poter esercitare la condotta criminosa tipica del colletto
bianco. Egli/ella lo esercitano talvolta anche in modo illecito per
raggiungere scopi finanziari o di accrescimento del potere stesso;
se tal processo viene attuato correttamente (cioè senza essere
scoperti) accrescerà anche la posizione sociale dell'individuo e la
sua rispettabilità. La motivazione che lo spinge alla delinquenza è
la volontà di emergere e di accrescimento del proprio potere; una
sorta di avidità e invidia che alimentano il sentimento di
competizione del colletto bianco.
Ci sono state ricerche svolte in passato che hanno tentato di dare
una connotazione fisica ad alcuni tipi di colletti bianchi.
Nonostante non si possano universalizzare, è utile citarle per farsi
un'idea del possibile personaggio. Nel 1970 la U.S. Fidelty and
Guarantee Company fece una ricerca su 845 uomini e 156 donne
colpevoli di appropriazione indebita. Il profilo del criminale uscito
da questa ricerca è quello di un individuo fra i 31-35 anni sposato,
con figli e proprietario della casa familiare locata in un quartiere
borghese.
18
Un'analoga ricerca venne condotta da Kellens nel
1974, che tentò di stilare un identikit del criminale colpevole di
18 Bandini T., Gatti U., Gualco B., Malfatti D., Marugo M., Verde A.,
“CRIMINOLOGIA: il contributo della ricerca alla conoscenza del crimine e della
reazione sociale- VOLUME 2”, Giuffrè Editore, 2004, Pag. 149.
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bancarotta. Secondo tale ricerca egli è un maschio fra i 31-50
anni, sposato, appartenente alla piccola borghesia; il profilo
psicologico tipico sarebbe quello di un uomo con un desiderio
compulsivo di raggiungere potere e ricchezza, con alta
predisposizione al gioco d'azzardo.
19
Nel compiere le sue azioni, il colletto bianco attua una scrupolosa
valutazione dei rischi e degli eventuali benefici provenienti dalla
condotta illecita. Per spiegare questo meccanismo è utile utilizzare
la “teoria della scelta razionale” di Gary Becker.
20
Egli propone una formula matematica per spiegare la criminalità
in generale:
O = (P, F, U).
Dove:
-O corrisponde al numero di reati commessi in un certo momento;
-P corrisponde alla probabilità di essere condannati per quei reati;
-F corrisponde alla sanzione prevista per quel reato;
-U corrisponde ad una variabile che comprende tutti gli altri fattori
che incidono sulla decisione.
Se evidentemente questa funzione non può sempre essere
corretta, poiché nel caso di un crimine passionale ad esempio il
reo può agire d'impeto, si adatta molto bene al crimine dei colletti
bianchi. All'interno di questa criminalità gli obiettivi e le
aspettative possono essere considerate le medesime: minor
rischio possibile per ottenere il massimo beneficio possibile.
Il colletto bianco, nel giusto momento, non esita dunque a
infrangere le leggi che lo ostacolano; può contare infatti quasi
sempre sull'appoggio dei pari e dei colleghi e su contatti con il
mondo politico. Un meccanismo che può essere paragonato per
funzionamento alla lodevole solidarietà di classe in una versione
malata si registra nel mondo politico, che mostra una certa
complicità con questo mondo in quanto composto da persone
19 Ibidem pag. 149.
20 D. Scarscelli e O. Vidoni Guidoni, “La Devianza”, Carocci Editore, 2008.
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appartenenti alla medesima classe sociale.
STORIA E CARATTERISTICHE
Questa tipologia di reato, come descrive Sutherland, era già
presente e riscontrabile fin dal 1800; il primo autore ad occuparsi
di reati da colletto bianco fu Wright Mills.
21
Egli descrisse il
cambiamento sociale che l'industrializzazione aveva portato.
Mentre precedentemente a questo fenomeno l'appartenenza alla
classe borghese era necessariamente legata ai grandi
possedimenti di terre o beni, con l'avvento dell'industria e del
sistema finanziario moderno si creano nuovi mestieri in grado di
conferire alle persone potere e ricchezza. Nascono cosi le figure
dei finanzieri, dei dirigenti e dei magnate di industria. Il rapido
sviluppo industriale diede l'opportunità ai “grandi ricchi” di
partecipare alla “costruzione”
22
degli Stati Uniti d' America,
facendo enormi investimenti in ambiti quali medicina, costruzione
di strade e ferrovie ed edilizia. In questo contesto storico, si
registrarono i primi fenomeni che daranno vita alla criminalità da
colletto bianco.
A tal proposito ricordo una affermazione di A.B. Stickney
(magnate ferroviario) che nel 1890, a colloquio con altri 16 suoi
colleghi disse: «Nutro il massimo rispetto per lor signori come
persone, ma come presidenti di ferrovie non vi affiderei un attimo
il mio orologio.»
23
. O ancora, Charles Francis Adams, politico
statunitense: «Un problema dell’industria ferroviaria… è l’avidità,
la mancanza di buona fede, il basso livello morale dei direttori di
compagnie, la totale assenza di un adeguato standard di onestà
21 Wright Mills C., “Colletti bianchi, la classe media americana”, Einaudi,
1967.
22 Per costruzione degli Stati Uniti d' America intendo il massiccio
processo di modernizzazione che portò la nazione vicina ad essere come la
conosciamo oggi. Mi riferisco a costruzione di ferrovie, strade, città, ecc. ecc.
23 E. Sutherland, “Il Crimine dei Colletti Bianchi” , Giuffrè Editore, 1987,
pag. 9.
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17
commerciale»
24
.
Perché queste azioni criminali - presenti fin dalla fine dell '800 -
non sono mai state prese in considerazione dagli studi sociologici
o perseguite dalla legge fino all'epoca di Sutherland?
Secondo il sociologo americano le statistiche criminologiche del
tempo, non includono questi reati principalmente per due motivi:
1-Le persone coinvolte erano (e sono tutt'ora) appartenenti a ceti
socio-economici superiori e godevano di un maggiore potere
politico ed economico; per questo motivo avevano più probabilità
di sfuggire alla condanna e all'arresto rispetto a persone che
invece non detenevano questi poteri. Un uomo facoltoso infatti, se
accusato di un certo reato, poteva avere la possibilità di essere
difeso dai migliori avvocati sul mercato; possibilità non disponibile
certamente per un delinquente da strada appartenente ai ceti
inferiori.
25
2-La giustizia penale risultava essere parziale nelle leggi che si
applicano esclusivamente al mondo degli affari e delle professioni.
Per tali violazioni non era quasi mai previsto l’arresto di poliziotti
in uniforme, il giudizio penale ed il carcere, motivi per cui questi
reati non venivano mai inclusi nelle statistiche criminali del tempo.
La popolazione, per le difficoltà di individuazione che comporta
questo reato che descriverò successivamente, non era mai riuscita
a creare neanche un abbozzo di protesta nei confronti di chi
utilizzava la sua posizione per delinquere.
Questa tipologia di reato viene commessa da imprenditori o
“uomini d’azienda” ovvero dipendenti al servizio di società
industriali.
All’interno del reato da colletto bianco si può distinguere fra
“Corporate Crimes”, ovvero reati commessi per avvantaggiare la
società per cui si lavora, e “Occupational Crimes”, cioè violazioni
commesse per portare beneficio direttamente a sé stessi
26
. Le
24 Ivi.
25 E. Sutherland, “The professional thief”, University of Chicago, 1989.
26 “White Collar Crimes. Criminalità economica italiana ed internazionale”
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persone che commettono questi reati spesso sono individui che
all’inizio della carriera possiedono scrupoli e morale. Sutherland
riporta ne “Il Crimine dei Colletti Bianchi” vari racconti di lavoratori
che al momento dell’assunzione erano ben intenzionati ad agire
secondo legge e moralità. I racconti mostrano come le persone si
siano adattate poi agli ordini dei superiori o alle leggi della
concorrenza per mantenere il loro lavoro, il loro stipendio o la loro
posizione sociale. La condotta solitamente viene appresa dai
superiori oppure viene adottata dalle aziende per aumentare il
livello di competitività sul mercato. Semplici venditori di scarpe
che devono mentire sulla qualità dei materiali o importanti
assicuratori che passano somme “sotto banco” ai medici degli
infortunati, gli individui una volta a contatto con un certo apparato
normativo differenziale apprendono ben presto le nuove modalità
di azione.
Trova così una concreta applicazione la teoria delle “associazioni
differenziali”; gli individui apprendono la condotta deviante da altri
devianti, mediante imitazione. Una volta che queste persone
cominciano l’attività criminale, possono premeditare i loro reati ed
avranno ben più possibilità di riuscita rispetto ad un delinquente
comune. Come riporta Veblen
27
infatti: «Nella mancanza di
scrupoli con cui piega beni e persone ai propri scopi,
nell’impassibile noncuranza per i sentimenti e desideri altrui e per
le conseguenze ultime delle proprie azioni, il tipico uomo
“pecuniario” assomiglia al tipico delinquente; rispetto a
quest’ultimo, tuttavia, egli possiede un più acuto senso di classe e
una maggiore lungimiranza, che gli consente di perseguire mete
più lontane»
28
.
Durante la loro carriera i colletti bianchi imparano a raffinare le
tecniche di reato ed ad acquisire sempre più malizie. Un colletto
bianco, ad esempio, valuta sempre quale reato commettere e
verso chi commetterlo.
articolo di Barbins.
27 Thorstein Veblen, economista e sociologo (1857-1929).
28 E. Sutherland, “Il Crimine dei Colletti Bianchi” , Giuffrè Editore, 1987,
pag. 289.
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Il sociologo riporta alcuni racconti biografici che ben spiegano
questa metodologia. Nella scelta di quale reato commettere
l’individuo opterà per quel reato con minor pericolo di
identificazione. Il reo sa che realizzando il reato dovrà
danneggiare qualcuno; egli dunque cerca sempre di danneggiare i
rivali meno scomodi, meno pericolosi. Secondo questa teoria, un
colletto bianco cercherà sempre di non inimicarsi potenti finanzieri
o rivali, ma di causare danno a chi più difficilmente può
organizzare una vendetta. Daniel Drew, colletto bianco, racconta:
«Cominciai a rendermi conto che non è bene per i pezzi grossi di
Wall Street combattersi l’un l’altro. Se l’avversario è un re della
finanza, anche una vittoria può essere pericolosa. Prendiamo il
caso che mi è capitato. Avevo ottenuto un grosso guadagno
dall’affare Eire e quasi in tutto in moneta sonante. A rimetterci
però, e qui stava il guaio, era stata una persona sola… Vanderbilt.
Naturalmente la cosa gli dispiacque molto. Aveva abbastanza
potere da rendermi la pariglia. E fu esattamente quello che fece
(…)Se il denaro l’avessi tolto a degli sconosciuti, il guadagno
complessivamente sarebbe stato lo stesso ma i danneggiati,
sparsi per tutto il paese, non sarebbero riusciti a mettersi insieme
e a reagire.»
29
In questo senso le vittime preferite da questi
criminali risultano essere i consumatori. Essi infatti sono dispersi e
disorganizzati; il reato stesso inoltre può essere considerato
atipico. Infatti mentre nel caso di un'aggressione violenta è molto
semplice per la vittima sentirsi come tale, se un venditore fa
pubblicità menzognera su un prodotto lo stesso meccanismo non
si verifica.
Oltre al danno diretto che il colletto bianco arreca ai consumatori
vittime del reato, si crea un danno molto più grande, che
coinvolge tutta la società. Normalmente infatti, il reato violento
come rapina a mano armata o omicidio, pur arrecando un danno
enorme alla/e vittima/e crea coesione sociale. Il reato del colletto
bianco invece, oltre a causare un grosso danno economico, arreca
un'offesa ancora più grave ai rapporti sociali: essendo abusi della
fiducia altrui, creano sfiducia deprimendo la morale sociale e
danno vita a disorganizzazione sociale.
29 Ibidem, p. 300.
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20
Questo meccanismo di sfiducia che si crea all'interno della società,
porta ad una sfiducia verso le istituzioni, per due motivi:
-il primo, è frutto della deterrenza praticamente nulla che si ha da
parte delle leggi nei confronti di questi reati visto che solitamente
rimangono impuniti o mal-puniti. Questo può portare alla
diffusione di credenze che si radicano fra la popolazione: ad
esempio -il reato è poco perseguito perché non costituito da una
condotta grave- oppure -lo fanno tutti e nessuno va in galera
quindi posso farlo anche io-;
-il secondo, è semplicemente dato dal fatto che molto spesso si è
visto commettere reati da colletto bianco dagli stessi politici o
funzionari pubblici.
Di fronte alla pericolosità di questi reati, la reazione sociale appare
disunita e non stigmatizzante. Ciò che solitamente abbina al reato
uno stigma, è il processo penale, oltre che l'arresto e il carcere.
Nel caso del colletto bianco, la rimozione di un possibile stigma
parte dalla legislazione stessa: spesso e volentieri questi reati
sono considerati come “violazioni amministrative”, o se sono
disciplinate dal codice penale, godono di politiche quali la
“decarcerizzazione” o la “probation”. Da questo punto di vista si
può affermare che la criminalità da colletto bianco viene trattata
dalla legge come la criminalità giovanile: in entrambi i casi si
cerca di non applicare stigmi ai rei e di evitare loro il carcere,
come se un finanziere che froda lo stato per milioni di dollari
possa essere equiparato ad un quattordicenne che ruba per “gioco
adrenalinico” in un negozio di alimentari.
Questo fenomeno avviene grazie al potere economico-politico
detenuto dai colletti bianchi; si possono elencare in
principalmente sei punti i motivi per cui questi personaggi “sono
perseguitati con meno severità dallo stato:
a) Esiste nel complesso omogeneità culturale tra chi riveste
incarichi governativi e gli uomini d'affari, dato che entrambi
appartengono agli strati superiori della società;
b) Molti funzionari governativi provengono da famiglie i cui
membri esercitano anche attività economiche;
c) Numerosi uomini d'affari hanno stretti rapporti di amicizia con