Introduzione
Alla base di questo studio vi è un analisi quanto riguarda la governance europea
sui flussi migratori che ha contrassegnato l‟epoca attuale. Si pone l‟attenzione su
una serie di politiche che hanno contribuito l‟avviare di nuove dinamiche che
prevedono la formazione di spazi di esclusione indirizzati ad una determinata
categoria sociale: i migranti.
Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire tale tema hanno diversa
natura. In primo luogo e senza alcun dubbio una di queste corrisponde
all‟interesse che provo in merito ai temi discussi in questa tesi, che ho
progressivamente maturato durante il mio percorso universitario.
L‟obiettivo di questa tesi è quello di fornire un analisi accurata in base ai dati
raccolti in modo da verificare come le politiche migratorie che si sono
susseguite negli anni – con particolar riferimento a quelle politiche che hanno
preso forma dopo lo scoppio della crisi migratoria del 2015 – abbiano presentato
drammatiche criticità il cui prezzo da pagare è quasi sempre spettato ai migranti
stessi, tra queste ovviamente non si poteva fare meno di discutere del sistema
Dublino e delle relative procedure connesse ad un elevato numero di criticità che
con il passare del tempo hanno fatto pressione sulle capacità di determinati Stati
membri dell‟Unione, tra questi come ben sappiamo c‟è anche l‟Italia.
La tesi comincia introducendo nella prima parte il contesto in cui tutto questo si
va a collocare, un contesto apparentemente nuovo contrassegnato
dall‟indebolimento della democrazia rappresentativa: ciò che il sociologo Colin
John Crounch ha definito come “Post-Democrazia”, uno status particolare della
democrazia rappresentativa che pur essendo regolata da istituzioni e norme di
tipo democratico viene comunque pilotata da grandi lobby e dai mass media,
seguono ovviamente le relative cause che hanno permesso alla postdemocrazia
di consolidarsi ed essere sempre più evidente, favorendo quindi la formazione di
una nuova comunicazione politica – particolarmente basata su slogan di largo
impatto e non più su vere idee – che si fa sempre più vicino ad un concetto di
„comunicazione di massa‟. Sarà anche in discussione la formazione di nuovi
gruppi politici definiti come „pessimisti nostalgici‟, movimenti politici che non
hanno un vero e proprio orientamento in quanto possono nascere sia da destra
che a sinistra ma tuttavia appare comunque più indispensabile discutere su
quella parte di pessimismo nostalgico che mira ad estromettere e allontanare
minoranze etniche per lasciare il posto alla popolazione autoctona.
La tesi prosegue affrontando poi le dinamiche che si osservano nei processi di
formazione dei ghetti intesi come perfetti spazi di esclusione sociale.
Affrontando due casi singolari di marginalizzazione urbana in Italia: da un lato
l‟Hotel House di Porto Recanati, una vasta struttura che per una serie di motivi
diventa con il passare di pochi anni una struttura „invisibile‟; dall‟altro lato
invece viene affrontato il caso di Urbino 2, un quartiere inizialmente costruito e
pensato per studenti e pendolari ha finito per diventare uno spazio etnicizzato,
processi entrambi favoriti dall‟incremento dei flussi migratori degli anni ‟90.
In merito alla formazione di spazi di marginalizzazione non si poteva evitare di
discutere dello studio sui ghetti condotto da Loïc Wacquant, soprattutto quelli
relativi alla trasformazione dei ghetti comunitari in iperghetti e le relative fasi
che hanno contraddistinto questo processo di cambiamento.
La parte finale della tesi pone in discussione l‟oggetto nodale del lavoro stesso,
non evitando prima però di dare delle delucidazioni sul concetto stesso di
governance in quanto spesso viene frainteso con government, spiegando quindi
brevemente le differenze più sostanziali tra questi due tipi di approcci ed il
perché si utilizza un approccio a stile governance per le migrazioni.
Il primo punto che verrà affrontato in questo capitolo riguarderà la formazione
ed il funzionamento del sistema comune europeo di asilo (comunemente
indicato come CEAS), introducendo brevemente la storia dietro questo
meccanismo per poi passare subito alle sue relative criticità, in particolare quelle
problematiche nate a seguito della stesura dei trattati di Dublino, questo
regolamento dopotutto è spesso oggetto di critiche ed allo stesso tempo è uno dei
meccanismi più importanti del CEAS.
Un'altra discussione prenderà poi forma in merito ad un ennesimo meccanismo
adottato nel complesso mondo della governance delle migrazioni rappresentato
dalle esternalizzazioni di frontiere: un meccanismo caratterizzato dall‟intreccio
di diversi attori impegnati a svolgere ruoli diversi ma che tuttavia collaborano al
raggiungimento di scopi precisi. In questa parte era praticamente inevitabile la
discussione in merito ai famosi accordi tra UE e Turchia, ma come vedremo
anche l‟Italia ha stretto accordi di riammissione. A tal proposito è sorprendente
se non preoccupante constatare l‟esistenza di un accordo tra Italia e Sudan ed
allo stesso tempo constatare come il Sudan risulta essere un paese altamente
autoritario.
Detto questo è facilmente intuibile che dietro le esternalizzazioni ci siano dei
relativi costi da pagare, basti pensare per esempio ad alcune aree della Libia
dove la detenzione dei migranti non sembra avvenire nel rispetto dei più basilari
diritti umani.
Gli effetti della governance europea non tardano ad arrivare, questi sono ancora
più evidenti quando vengono analizzati i casi singolari di Italia e Grecia: tenendo
conto delle disposizioni dettate dal regolamento di Dublino queste due nazioni
sono geograficamente svantaggiate in quanto più vicine ai paesi di destinazione,
seguono a queste anche Spagna e Malta.
Il quadro illustrato fornisce già di suo un fenomeno complesso da gestire che
verrà ulteriormente aggravato nel corso del 2020 con lo scoppio della pandemia
da Covid-19. La malattia in questione ha avuto degli ovvi impatti sulle politiche
migratorie, in prima linea sul concetto stesso di accoglienza che viene
nuovamente trasformato in modo da non chiudere totalmente le frontiere ma allo
stesso tempo mettere in atto procedure di contrasto alla malattia di Covid-19.
Si può senza dubbio affermare che la governance europea sui flussi migratori
muta nuovamente a seguito dello scoppio della pandemia in quanto subiranno un
cambiamento particolare le procedure in materia di asilo politico, di
reinsediamento e di rimpatrio. Un cambiamento sostanziale che ha pure impatto
sui diritti degli immigrati stessi: dopotutto è quasi logico pensare che durante le
fasi storiche particolari come queste è più facile l‟emersione di disuguaglianze.
La tesi termina con una discussione finale in merito alla stesura di un nuovo
patto sull‟immigrazione. Il verificarsi di tutte le criticità hanno fatto larga
pressione sulla Commissione Europea a riguardo di un nuovo approccio sulle
politiche migratorie che tuttavia non sembra differirsi particolarmente dalla
vecchia retorica in quanto sono state proposte misure particolarmente note per
aver dato prove della loro inefficacia, fornendo quindi un nuovo patto la cui base
legislativa non è esente da problematiche.
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Capitolo 1
La crisi della democrazia e l’avvento della post democrazia
1. Colin Crounch: verso la postdemocrazia
Negli ultimi decenni di questo secolo la democrazia rappresentativa ha dimostrato
alcuni segni di indebolimento, nonostante l‟adozione di forme più o meno democratiche
in alcune aree del mondo – come la penisola Iberica, il Sudafrica, la corea del sud ed
altre nazioni dell‟asia orientale – in altre nazioni dove la democrazia rappresentativa è
più stagionata – è il caso perfetto di alcune aree industrializzate come Europa, Giappone
e perfino gli Stati Uniti – la situazione è più complessa di quanto sembrerebbe.
Un organismo composto da studiosi e ricercatori (che prende il nome di Commissione
trilaterale) tramite un analisi riguardante la diminuita capacità d‟azione dei politici e lo
scarso interesse dei cittadini per elezioni ha concluso affermando che la democrazia di
molte nazioni post-industriali presenta segni caratteristici di uno squilibrio nella
democrazia rappresentativa.
Da questo punto si può chiaramente evincere che lo scarso interesse verso temi politici
da parte dei cittadini si può tradurre a sua volta come un sintomo sulla salute negativa
della democrazia, seppur dall‟altro lato della medaglia si può anche considerare che la
popolazione sia soddisfatta dei risultati che raggiungono i vari governi e trovano il
mercato come rifugio a soddisfare ulteriori bisogni.
In Postdemocrazia (2003) Colin Crouch spiega perché sia indispensabile tenere a
mente un modello ideale di democrazia in modo da poterla progressivamente migliorare
con il passare del tempo.
La concezione contemporanea di democrazia non è assoluta e tende a coincidere con il
modello di democrazia liberale a stampo statunitense. Questa forma di democrazia è
elitaria oltre che essere limitata, seppur insiste particolarmente sulla partecipazione
elettorale come attività politica prevalente per la massa lascia una grossa fetta di potere
alle lobby economiche ed incoraggia la formazione di governi che non prendano in
considerazione un eventuale interferenza con l‟economia capitalista. La democrazia è
però più esigente in quanto vede la sua massima espressione quando vi è una
partecipazione dinamica delle masse non soltanto attraverso il voto ma anche tramite la
formazione di organizzazioni che marcano l‟obbiettivo di definire programmi
indispensabili per la vita pubblica, invece di limitarsi allo studio ed alla risposta dei
sondaggi.
L‟affermarsi sempre più costante del modello di democrazia liberale contribuisce ad
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accelerare il processo che porta alla formazione della postdemocrazia, di cui Crounch ci
da una prima definizione:
“le elezioni continuano a svolgersi ed a condizionare i governi, il dibattito elettorale è
uno spettacolo saldamente controllato, condotto da gruppi rivali di professionisti
esperti nelle tecniche di persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni
selezionate da questi gruppi. La massa de cittadini svolge un ruolo passivo,
acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo
spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall‟interazione tra i
governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici”
E‟ chiaramente un modello che potrebbe apparire come un‟esagerazione, ma tuttavia è
essenziale per dare un metro di misura tra modello ideale di democrazia ed il suo
modello deteriore verso il quale ci stiamo muovendo, ossia quello della postdemocrazia.
In questo contesto le lobby economiche trovano un ampio spazio di libera attività,
lasciando scarsa affermazione invece a quelle politiche di sinistra – e tutte le battaglie
storiche di questa forza politica che portavano avanti l‟obbiettivo di dare voce alla
popolazione comune affinché queste venissero prese in considerazione dallo stato –
anche se non si sta tornando indietro come si potrebbe banalmente dedurre, bensì si sta
attraversando un andamento a „parabola politica‟.
Crounch per farci capire cosa intende quando parla di parabola fa un esempio
prendendo in considerazione la forza lavoro debole del XX secolo, una massa esclusa
che ha progressivamente ingrossato la sua voce fino a raggiungere una fase di culmine
con l‟avvento delle politiche ad impostazione Keynesiana, con l‟affermazione del
Welfare State e con l‟istituzionalizzazione delle relazioni fra le parti sociali, a distanza
di parecchi anni la partecipazione politica di queste masse è più scarsa ed i successi
ottenuti vengono lentamente scomposti.
Prendendo come base questo ragionamento la democrazia segue lo stesso andamento a
parabola e nella fase contemporanea ci troviamo all‟inizio del declino, mentre la fase di
massima espressione democratica potrebbe essere indicata generalmente negli anni
successivi alla formazione di un regime democratico.
In un contesto del genere la partecipazione politica è più accesa, gli interessi di potere
vengono stroncati, è pressoché impossibile non guardare i veri bisogni del popolo ed
allo stesso livello i leader sono costantemente marcati da forti pressioni popolari.
Mediamente l‟avvento di questa fase di massima espressione democratica si colloca