5
Introduzione
L’idea per il presente lavoro parte da un aneddoto menzionato a
lezione di diritto privato comparato. Tale aneddoto era incentrato su una
domanda che il noto attore americano Bruce Willis si poneva in merito
alla possibilità di lasciare in eredità alle figlie la raccolta di mp3
comprata su iTunes. Come molti (ma non tutti) intuiscono, gli account
dai quali si acquistano opere digitali sono personali e sottoposti a precisi
termini di utilizzo che si accettano al momento della registrazione e che
quindi stabiliscono cosa l’utente possa e cosa non possa fare. Pertanto,
l’episodio in questione, più che sfociare in un caso giudiziale, è risultato
essere un quesito quasi retorico fatto rimbalzare sui vari media per dare
risalto alla notizia.
1
Da lì, comunque, è partito l’interesse per indagare sulle
conseguenze giuridiche più rilevanti che l’avvento delle tecnologie
digitali ha comportato nella distribuzione delle opere dell’ingegno e dei
contenuti, che previamente arrivavano all’utilizzatore su supporto fisico.
Lo strumento di indagine principale in materie come quella
oggetto del presente elaborato, caratterizzata da fenomeni globali
(deterritorializzazione) e regolata sempre di più da fonti sovranazionali e
contratti predisposti da multinazionali (destatalizzazione), non può che
essere la comparazione giuridica, da intendersi in una triplice accezione.
Un primo profilo può essere la comparazione storica (o
diacronica),
2
utile a capire le vicende che hanno portato alla nascita e
l’evoluzione di un istituto di diritto, nonché gli obiettivi di questo.
1
Per uno dei tanti articoli sul caso: https://www.corriere.it/scienze/12_settembre_03/bruce-willis-
apple-il-testamento-digitale-itunes_c7b2caee-f5c5-11e1-b714-22a5ae719fb5.shtml
2
F. DEL GIUDICE, Compendio di Sistemi Giuridici Comparati, 2013, p. 19.
6
Altra forma di comparazione (comparazione interna)
3
, utile a
trovare nuove possibili soluzioni soprattutto in assenza di una disciplina
giuridica ben delineata, è quella riguardanti istituti, norme o concezioni
consimili all’interno di un singolo ordinamento. L’esempio che si vuol
portare in tal senso, sta nella possibilità di applicare alcuni principi della
disciplina del software al tema delle opere digitali tour court.
Infine, la terza accezione è costituita dalla tradizionale
comparazione tra le discipline legislative di differenti ordinamenti
giuridici contemporanei (comparazione sincronica o orizzontale)
4
, con
l’appunto già summenzionato che l’importanza di tale forma di
comparazione risulta essere accresciuta quando si trattano argomenti che
per loro intrinseca natura interessano aree geografiche e ordinamentali
non definite.
Nella parte iniziale della trattazione, dopo aver esposto le
principali tipologie di prodotti digitali, analizzeremo i più rilevanti
problemi che l’avvento della distribuzione digitale delle opere
dell’ingegno ha comportato con riferimento alla mutazione del mercato,
alla funzione svolta dal contratto e al diritto d’autore. Il discorso
proseguirà poi con un’analisi delle misure tecnologiche di protezione, la
loro disciplina e le implicazioni che queste comportano. Infine si
concluderà con una disamina delle conseguenze per i
consumatori/utilizzatori, possibili rimedi e considerazioni de iure
condendo.
Fino a non molto tempo fa, leggere un libro sfogliandone le pagine
o ascoltare della musica tramite un lettore CD erano gli unici modi per
fruire di tali beni. La realtà odierna è invece molto diversa: lo sviluppo
3
Vedi: http://www.treccani.it/enciclopedia/comparazione-giuridica_%28Enciclopedia-delle-scienze-
sociali%29/
4
F. DEL GIUDICE, Compendio di Sistemi Giuridici Comparati, 2013, p. 19.
7
tecnologico degli ultimi venti anni ha cambiato radicalmente per il
consumatore il modo di accedere ai vari tipi di contenuti culturali e di
intrattenimento. In particolare, gran parte del consumo di tali beni è oggi
caratterizzato dalla diffusione e dall’accesso non solo in assenza di
supporto fisico ma anche con la possibilità di fruirne in qualsiasi luogo ci
si trovi e in qualunque momento.
Sempre di più quindi la fruizione dell’informazione passa
attraverso le tecnologie digitali e tutto ciò che prima poteva essere
rappresentato e comunicato solo tramite l’incorporazione in un supporto
fisico oggi può essere tradotto in codice binario e diffuso tramite internet
con un’efficienza ed una velocità prima impensabili.
Naturalmente tale evoluzione non ha investito solo i consumatori
ma tutto il settore, comportando notevoli mutamenti nel modo di
organizzare e concepire le industrie creative e il commercio. Il settore
delle tecnologie per la produzione, la distribuzione e il consumo di beni e
servizi digitali è ormai parte integrante della comunità sociale
organizzata, rivestendo grande importanza sia dal punto di vista culturale
che sotto il profilo economico. Sorprende pertanto che al tema della
circolazione digitale non sia dedicato un corpus di norme specifiche.
5
Questo, ovviamente, non significa che non esista alcuna
protezione in relazione a questi prodotti. La tutela loro offerta è
essenzialmente una combinazione tra regimi di protezione per altre opere
simili.
6
Uno studio sugli aspetti giuridici della circolazione e fruizione dei
contenuti digitali nelle reti telematiche non può comunque prescindere
dall’analisi di quali siano le norme cui fare riferimento. La risposta è
5
E. PROSPERETTI, L’opera digitale tra regole e mercato, 2013, p. 2.
6
I. A. STAMATOUDI, Copyright and Multimedia Products - A Comparative Analysis, CAMBRIDGE
PRESS, 2002, p.5.
8
che, allo stato attuale, la disciplina della circolazione digitale è
frammentata in vari settori del diritto che non trovano un coordinamento
unitario. Citando quelli più rilevanti, ci si ritrova pertanto a confrontarsi
con le norme sul commercio elettronico, sul diritto d’autore e sui
contratti con i consumatori.
9
CAPITOLO I
Beni Digitali e Diritto D’autore
1. Beni e servizi digitali
Come già detto, quando parliamo di contenuti digitali intendiamo
fare riferimento a “prodotti intellettuali resi disponibili in formato
elettronico digitale, funzionanti in computer o altri dispositivi in grado di
leggere contenuti digitalizzati”
7
. In tal modo, qualsiasi informazione
percepibile dall’umana sfera sensoriale (immagini, suoni, testi, forme)
viene “sintetizzata” e ridotta ad una serie più o meno complessa di 0 e di
1: viene cioè convertita in bit.
Queste caratteristiche, danno la possibilità di ottenere copie
identiche delle opere a costo zero, nonché di distribuirle ovunque senza
degrado qualitativo e con estrema rapidità. Una tale rivoluzione ha
scardinato equilibri normativi ed economici producendo enormi vantaggi
ma anche effetti negativi nella circolazione delle opere dell’ingegno.
Prima di addentrarsi nell’analisi del contesto normativo è
preferibile passare brevemente in rassegna le principali tipologie di beni
e servizi digitali, dove per principali si intende quelli che tendono a
destare più interesse da parte di produttori e consumatori.
7
P. SAMUELSON, Digital Media and the Changing Face of Intellectual Property Law, 16 Rutgers
Computer & Tech. Law Journal, 1990, p. 324.
10
1.1 Musica
A parte il settore di nicchia del vinile, oggi i supporti più utilizzati
per la distribuzione della musica sono il CD, che ancora riscuote una
discreta quota di mercato, e i file digitali, che però si caratterizzano per
la possibilità di essere fruiti in due modi alternativi, cioè tramite acquisto
e download (pay-per-download) o tramite servizi in abbonamento che
permettono lo streaming
8
musicale in cambio di un canone (quest’ultima
modalità risulta essere oggi la forma di fruizione prevalente).
9
Esistono
ormai un serie di siti e app che offrono non solo l’acquisto di brani e
album, ma anche l’accesso ad una libreria musicale contenente milioni di
brani tramite abbonamento.
10
Nel passaggio verso la musica digitale, di cruciale importanza è
stata l’invenzione del formato mp3, una tecnica di compressione
sviluppata in Italia negli anni ‘90 (precisamente dal Centro Studi e
Laboratori Telecomunicazioni di Torino) in grado di ridurre
drasticamente la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono,
mantenendo comunque una buona qualità audio.
Alla diffusione su larga scala ha contribuito anche la sempre
maggiore disponibilità di banda trasmissiva che ha permesso di
scambiare musica in tempi rapidi, tanto che il settore musicale digitale è
stato il primo ad essere colpito dal fenomeno della c.d. pirateria.
8
Lo streaming consiste in una memorizzazione temporanea di dati nel c.d. buffer del dispositivo.
9
Per un’analisi di mercato recente vedi: https://www.hdblog.it/2019/04/03/mercato-musicale-italia-
streaming-download-2018/
10
Degli esempi in tal senso possono essere Spotify, che offre vari abbonamenti alla sua libreria
musicale o Apple Music, nata appositamente per fare concorrenza nel settore della musica in
streaming.
11
Ci si riferisce in prima battuta alla piattaforma Napster, creata da
due giovani sviluppatori statunitensi, con l’obiettivo di scambiare musica
gratuitamente tramite rete peer to peer, un tipo di architettura di rete in
grado di fare a meno di server centrali in quanto basata sulla
condivisione di risorse tra utenti. Agli inizi degli anni duemila il
fenomeno era in rapida crescita con circa venti milioni di utenti che
usufruivano di piattaforme simili, cosa che destò l’allarme degli artisti e
delle case discografiche.
Per quanto illegale, tra le caratteristiche che determinarono il
successo di tali iniziative non vi era la sola gratuità ma anche una serie di
vantaggi che nel mercato tradizionale erano impensabili. Ad esempio la
possibilità di fruire facilmente ed ovunque dei brani in tale formato (reso
presto compatibile praticamente con tutti i dispositivi), di ottenere anche
un solo brano anziché un intero album, di reperire materiale magari non
più in vendita, nonché di permettere la pubblicazione di brani ad artisti
emergenti.
Queste stesse caratteristiche oggi sono sfruttate dalle grandi
piattaforme di distribuzione per vendere opere legalmente. Si può
concludere che il successo di piattaforme pirata come Napster ha in un
secondo momento aperto la strada agli attuali colossi della distribuzione
digitale come Amazon, iTunes, Google o Spotify e che quindi le
politiche di contrasto alla pirateria e gli accordi tra i fornitori di musica
ed i siti che la ospitano sembrano aver prodotto una progressiva
riduzione della pirateria.
11
11
Con riferimento ai dati in Italia: https://www.corrierecomunicazioni.it/media/pirateria-musicale-
online-in-italia-crolla-del-50/
12
1.2 Film e audiovisivi
La rivoluzione digitale ha apportato grandi cambiamenti anche nel
settore dei film e degli audiovisivi in genere. È cambiato il modo in cui
acquistiamo, noleggiamo e guardiamo tali prodotti.
Anche in questo campo si è passati dalla fruizione tramite supporti
fisici a quella tramite file digitali, così come anche sul fronte della
produzione si assiste al tramonto della classica pellicola a favore di
metodi di acquisizione e riproduzione digitali in grado di offrire enormi
vantaggi in termini di portabilità, velocità, aumento della qualità,
abbattimento dei costi e maggiori possibilità in post-processing.
Insomma si tratta anche in questo caso di un cambiamento
epocale, anche senza contare la nascita e l’enorme successo di
piattaforme di condivisione di user generated content (qui trattate solo
marginalmente in quanto forme di distribuzione che per loro natura non
sono remunerate o che sono remunerate prevalentemente della sola
pubblicità, pertanto non rientranti propriamente nel “commercio”
strettamente inteso). Dal punto di vista delle modalità di fruizione si
assiste anche in questo caso alla dicotomia tra download digitale e
servizi di streaming.
Con l’aumento della banda di trasmissione la pirateria ha
interessato anche questo settore dato che nonostante i tentativi di
protezione tecnologica, è stato ben presto possibile trasformare una copia
fisica in una versione digitale e condividerla in rete tramite download o
streaming.
13
Negli ultimi anni, per contrastare tale fenomeno molte major del
settore offrono una versione digitale del prodotto acquistato in forma
fisica (Digital Copy).
12
Strategie del genere e nascita di nuove piattaforme di streaming
legali e a costo relativamente basso (come ad esempio Netflix) stanno
riuscendo anche in questo ambito ad arginare parzialmente la perdita di
ricavi dovuti alla pirateria.
1.3 Editoria
Con riguardo alla moderna industria editoriale, il discorso va
suddiviso. Da un lato vi è l’editoria periodica, che ha subito la forte
concorrenza data dalla enorme disponibilità di contenuti editoriali free
disponibili sul web che ha messo in crisi il modello di business
tradizionale basato sulla vendita di copie e sulle inserzioni pubblicitarie.
In molti casi anche la pubblicità sui relativi siti non è riuscita a
compensare del tutto la perdita di ricavi derivanti dalle fonti tradizionali
così alcuni editori stanno sperimentando modelli in abbonamento di
fruizione dei contenuti diffusi attraverso internet.
Le tecnologie digitali hanno moltiplicato le possibilità e le
modalità di fruizione dei contenuti da parte del cliente finale, ma
l’industria editoriale stenta a monetizzare l’aumento del numero dei
contatti. Su scala internazionale si sta assistendo alla contrapposizione
fra gli editori tradizionali ed i nuovi operatori che, nati con il web,
svolgono prevalentemente l’attività di aggregazione di contenuti.
12
Per un esempio di tale servizio:
https://www.amazon.it/gp/feature.html?ie=UTF8&docId=1000734683
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Il fronte di questa contesa è in particolare il tema dei diritti di
proprietà intellettuale: la rivoluzione digitale non ha infatti messo in
discussione solo la struttura economica dell’industria editoriale, ma
anche la sua architettura giuridica.
In sintesi, anche in questo comparto la rivoluzione tecnologica è
foriera di rischi ed opportunità. Un rischio è il deterioramento della
qualità dell’informazione professionale dovuta alla difficoltà degli
editori a remunerare i fattori produttivi. Tuttavia sul versante delle
opportunità, le tecnologie digitali offrono uno straordinario strumento di
diffusione delle informazioni e di arricchimento delle stesse grazie ai
contenuti multimediali.
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L’altra faccia dell’editoria digitale riguarda invece il comparto
degli ebook. Un ebook è un libro in formato digitale pensato per essere
letto sui più vari dispositivi (computer, smartphone e tablet). Il modo più
comodo di fruire gli ebook è rappresentato però dagli eReader, appositi
dispositivi il cui display è costruito con particolare tecnologia (e-ink) che
non affatica gli occhi e che può essere utilizzato anche in ambienti molto
luminosi.
Oltre agli evidenti vantaggi nel poter inserire un’intera libreria
all’interno di un singolo dispositivo e nella possibilità di pubblicazione a
basso costo anche da parte di autori emergenti, gli ebook vantano la
possibilità di contenere, oltre al semplice testo, collegamenti alle note e
ai siti web, di poter ricercare nel testo velocemente frasi o parole, nonché
ridurre o aumentare le dimensioni del carattere per agevolare la lettura.
Anche qui non è tutt’oro ciò che luccica. Infatti sono nati diversi
formati di ebook, talora protetti da tecnologie di protezione differenti e
non tutti compatibili con tutti gli eReader in circolazione. Si tratta di un
13
AGCOM, Libro Bianco sui Contenuti, 2011, p. 7-8.