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CAPITOLO 1
LA GUERRA CIVILE NELLO SRI LANKA
1.1 La nazione e la sua popolazione
L’isola splendente, l’isola di Serendipity
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e il paradiso terrestre sono solo
alcuni dei appellativi utilizzati per descrivere la nazione dello Sri Lanka, il cui
nome ufficiale è Repubblica Democratica Socialista dello Sri Lanka, ma che molti
ancora conoscono come Ceylon
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ovvero il nome attribuitogli dagli inglesi ed
utilizzato fino al 1972. Lo Sri Lanka si trova nell’Oceano Pacifico al largo della
costa sud-orientale del subcontinente indiano da cui è separato da un tratto di
mare di 22 miglia chiamato lo Stretto di Palk. Il suo territorio a forma di lacrima
si estende per 64˙ 740 km
2
e raccoglie innumerevoli bellezze naturali.
L’isola ha una delle società più complesse dal punto di vista etnico e
religioso: attualmente convivono all’interno del territorio 19,630,230 persone
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, le
quali, nonostante appartengano tutte allo Stato dello Sri Lanka, si possono
suddividere in vari gruppi a seconda della loro etnia, lingua e religione.
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La parola serendipity fu coniata da Horace Walpole nel 1754 sulla base di una leggenda intitolata
"I Tre Principi del Serendip" ovvero l’antico nome arabo dello Sri Lanka. Walpole utilizzò questa
parola per descrivere la capacità di scoprire, in maniera del tutto casuale, qualcosa di inatteso e
meraviglioso che non ha nulla a che vedere con quanto si stava cercando.
2
Deriva dal portoghese.
3
Dato aggiornato al 2006. Fonte: Country Profile, Sri Lanka Review 2007.
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Le lingue ufficialmente riconosciute
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sono il sinhala, il tamil e l’inglese.
Queste tre lingue sono completamente diverse tra di loro: hanno non solo una
struttura linguistica ma anche dei caratteri differenti. Il sinhala appartiene alla
famiglia linguistica indoeuropea mentre il tamil è di origine dravidica. Poiché la
maggior parte della popolazione parla solamente una delle due lingue nazionali,
esistono innumerevoli difficoltà di comprensione tra gli abitanti dell’isola. Proprio
per ovviare a questo problema, è riconosciuta come lingua ufficiale anche
l’inglese, che, utilizzato in particolare durante il passato periodo di colonizzazione
britannica, ha la funzione di lingua veicolare.
Sul piano etnico esistono i Cingalesi, i Tamil, i Musulmani, i Burgher e i
Wanniyala-Aetto o comunemente Veddahs. I Cingalesi sono senza dubbio il
gruppo più folto, contando infatti circa il 74%
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della popolazione totale. Il termine
Cingalese deriva dal nome del popolo Sinhala, ovvero discendente del leone, e la
sua spiegazione ha origine nei libri di mitologia antica. La loro cultura ha origine
indiane, ma ha subito forti influenze anche dai Portoghesi, dagli Inglesi e dagli
Olandesi, sotto il cui dominio hanno a lungo vissuto, ed in parte anche dalla
cultura burmese e thai, con le quali condivide il culto della religione buddista.
Non tutti i Cingalesi seguono la religione buddista - la praticano circa i 2/3 di loro
– ciononostante spesso la parte buddista tende ad enfatizzare la propria influenza
sulla restante parte del gruppo. Questo fa sì che il popolo Cingalese faccia
coincidere la propria identità etnica con la lingua – il sinhala – e con la religione –
il buddismo therevada - e che si vantino del fatto che il sinhala è una lingua
4
In seguito al 13esimo emendamento alla costituzione del 14 novembre 1987.
5
Dato aggiornato al 2006. Fonte: Country Profile cit.
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specifica dello Sri Lanka, parlato solo in questo luogo del pianeta e che, a partire
dal 240 a.C., il buddismo è sempre stato seguito, coltivato e preservato.
Il secondo gruppo più folto è quello dei Tamil, con circa il 18%
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della
popolazione. Bisogna innanzitutto fare una distinzione fra Tamil ceylonesi e
Tamil indiani. I Tamil ceylonesi hanno origini molto antiche e hanno vissuto
nell’isola dello Sri Lanka sin dalla metà del primo millennio a.C. governati dai
loro re. La maggioranza di loro segue l’induismo ma numerosi sono anche coloro
che si sono convertiti al cattolicesimo in seguito all’avvento degli europei nel XVI
secolo. La cultura dei Tamil ceylonesi, benché abbia dei tratti distintivi esclusivi,
è più simile a quella della popolazione del Tamil Nadu, regione dell’India
meridionale che, tra l’altro, è molto vicina ai territori srilankesi a maggioranza
Tamil, che a quella Cingalese. Anche i Tamil indiani parlano la stessa lingua e
appartengono alla religione induista ma il loro arrivo è ben più recente: sono stati i
Britannici, a partire dal 1823, ad obbligare circa un milione di Tamil provenienti
dal sud dell’India a trasferirsi nel centro dell’isola, nelle alture a sud di Kandy, per
lavorare prima nelle piantagioni di caffé e poi di tè. Hanno vissuto a lungo in
condizioni precarie: al limite della schiavitù, in povertà e senza un’educazione
adeguata. Il gruppo dei Tamil ceylonesi e quello dei Tamil indiani hanno sempre
convissuto in maniera distinta senza mai fondersi sia a causa della loro diversa
collocazione geografica sia per il rigido sistema delle caste indù, nel quale i
lavoratori delle piantagioni occupano i gradini “bassi” della scala gerarchica.
Ovviamente, non vi è convergenza negli obiettivi politici e sociale dei due gruppi
ed infatti i Tamil indiani non partecipano attivamente al processo di indipendenza
6
Ibid.
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iniziato dal Tamil ceylonesi, ma esprimono al massimo una solidarietà generica
verso i loro ideali.
I mori costituiscono circa 7%
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di abitanti e si trovano nell’isola da prima
del X secolo. Provengono dall’India ma la loro origine è araba; per questo sono di
religione musulmana. Si sentono, e vengono percepiti dagli altri, come gruppo
etnico a sé stante nonostante parlino anche loro la lingua Tamil. All’interno del
conflitto hanno sempre mantenuto una posizione scettica nei riguardi delle
aspirazioni secessioniste dei Tamil e, in generale, a concedere soluzioni di ampia
autonomia a parti del territorio. Di fatti, a livello politico, si sono spesso
identificati con i partiti nazionalisti piuttosto che con quelli di formazione etnica o
religiosa.
I Burgher e Wanniyala-Aetto costituiscono assieme circa l’1%
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della
popolazione. I primi discendono dai matrimoni tra europei di antica venuta, in
maggioranza olandese e la popolazione locale. I loro costumi sono europei,
parlano l’inglese e praticano la religione cristiana. I Wanniyala-Aetto
rappresentano i discendenti dei primissimi abitanti dell’isola e hanno vissuto nelle
foreste dello Sri Lanka orientale fino al 1983; erano autosufficienti e vivevano di
caccia, raccolta ed agricoltura a rotazione su piccola scala. Sono stati costretti a
lasciare le loro terre quando il governo le ha destinate ad area protetta istituendo il
Parco Nazionale Maduru Oya. Oggi vivono in campi allestiti dal governo fuori dai
confini del parco, e sono state loro proibite sia la caccia sia la raccolta di
sussistenza.
7
Ibid.
8
Ibid.
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Le religioni predominanti sono quindi il buddismo e l’induismo mentre i
cristiani, che si suddividono a loro volta in cattolici e protestanti, e gli islamici (in
maggioranza sanniti) formano rilevanti minoranze.
Esaustivo il diagramma 1.1 riportato di seguito nel quale è riassunto il
rapporto tra i principali gruppi etnici e quelli linguistici e religiosi.
LINGUA GRUPPO ETNICO RELIGIONE
Sinhala Cingalese Buddismo
Cristianesimo
Tamil Ceylonesi
Tamil Tamil Indiani Induismo
Mori Islamismo
Fig. 1.1 – I principali gruppi etnici, linguistici e religiosi dello Sri Lanka
1.2 Cenni storici: dalle origini all’indipendenza del 1948
La storia dello Sri Lanka ha senza dubbio origini millenarie: numerose
sono leggende ed i poemi epici che narrano le vicende storiche di questa isola sin
dal primo millennio a.C.. La narrazione più antica nella quale viene citata l’isola è
quella di Rama, re dell’India settentrionale, che gettando, con l’aiuto di scimmie e
orsi, pietre nel mare creò il Ponte di Adamo per poter giungere nell’isola e salvare
la sua sposa Sita rapita da Ravana, re di Lanka, ovvero Sri Lanka. Questa
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leggenda viene narrata nel grande poema epico della letteratura indiana, il
Ramayana, ambientata appunto nel I millennio a.C.
Le prime fonti storiche risalgono al VI d.C., il Mahavamsa, un poema in
lingua pali scritto da monaci buddisti che descrive le gesta dei re Cingalesi e gli
eventi religiosi dal V secolo a.C. alla fine del III d.C.. Secondo questo racconto il
primo re Cingalese fu Vijaya, che nel 483 a.C., giungendo dal nord dell’India,
approdò per caso nell’isola e vi si stabilì iniziando così il periodo di
Anaradhapura, prima capitale del regno Cingalese. Importante in questo periodo
fu la costruzione di un sistema di irrigazione, mediante canali, grandi dighe e
laghi artificiali tuttora presenti. A testimoniare questa epoca storica vi sono inoltre
molte costruzioni religiose come dàgobe e monasteri buddisti. Il popolo Cingalese
e i suoi re sono storicamente stati sempre molto religiosi, ma tolleravano anche le
altre religioni, come si può evincere dai templi indù costruiti nella capitale.
A partire dal V sec d.C., per oltre 700 anni, l’isola diventò teatro di
continue guerre fra i vari regni Cingalesi e tra quest’ultimi ed i sovrani Tamil
provenienti dall’India meridionale, quali i Panda, i Pallava e i Cholas, che
cercavano di espandersi e conquistare nuovi territori. Anni di invasioni e
saccheggi affiancarono periodi di pace e stabilità e le dinastie si contendevano
l’isola. Nel 1018 d.C. la dinastia dei Cholas, sotto il comando di Rajendra,
acquistò una tale forza da riuscire a conquistare l’intera isola per 75 anni ed ad
imporsi anche come minaccia a regni lontani situati nell’attuale Malesia ed
Indonesia. In questo periodo, inoltre, si assistette ad una ampia espansione
dell’induismo a scapito del buddismo che tuttavia mantenne numerosi seguaci.
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Attorno al XIII secolo la situazione si stabilizzò. Nella costa occidentale,
vicino all’attuale capitale Colombo, sorgeva un primo regno Cingalese con
capitale a Kotte, che rivendicava diritti sull’intera isola, oltre che, per ovvie
ragioni, su un secondo regno Cingalese che invece sorgeva a Kandy, una città nata
sulle sponde di un lago situato proprio al centro dello Sri Lanka. Al nord dell’isola
e precisamente nella penisola di Jaffna si era formato invece un regno Tamil.
Nessuno dei tre regni aveva la forza sufficiente per conquistare l’intero territorio e
dunque i Tamil e i due regni Cingalesi convissero separati tra loro dalla folta
giungla esistente nella parte centro-settentrionale del paese. Questa separazione
geografica portò ad una profonda diversificazione culturale fra le due etnie, i
primi ispirati ai principi induisti e alle tradizioni dell’India meridionale mentre i
secondi legati alla loro formazione buddista.
I Portoghesi furono i primi europei a raggiungere lo Sri Lanka nel 1505 e,
sfruttando i contrasti e le divisioni tra i regni già esistenti, ad insediarsi lungo le
coste, ad iniziare una proficua esportazione di spezie, nonché ad introdurre la
religione cristiana. Ben presto, però, l’importante posizione strategica dello Sri
Lanka per il commercio nell’Asia orientale venne alla luce, e così l’isola divenne
oggetto delle espansioni coloniali di altri paesi europei. Nel 1600, difatti, gli
Olandesi riuscirono ad allontanare i Portoghesi e conquistare a loro volta tutti i
porti occidentali, meridionali e orientali dell’isola: Negombo, Galle, Batticaloa e
Trincomalee.
Nel 1806 a seguito delle vicende che si svolgevano in Europa ed in
particolare alla vittoria degli Inglesi a discapito dei Francesi nella battaglia di
Trafalgar, le colonie Olandesi in Asia, ed nello specifico i possedimenti nello Sri