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Capitolo 2. Malintzin, Marina, Malinche: cosa c’è dietro a un
nome
Malintzin, Malintzin, Malintzin…. Marina, Marina,
Marina…. Malinche, Malinche, Malinche…. Tres fueron
tus nombres, mujer: el que te dieron tus padres, el que te
dio tu amante y el que te dio tu pueblo.
20
In questo capitolo, si analizzeranno i diversi nomi che furono dati all’interprete di
Hernán Cortés: Malintzin, Marina, Malinche sono alcuni degli appellativi che Carlos
Fuentes, nella sua opera Todos los gatos son pardos, utilizzò per alludere a lei. Scrittori
e storiografi si riferirono all’indigena in questione impiegandone anche un altro:
Malinalli.
Tutti questi nomi rimandano alla stessa persona reale, ma è necessario
domandarsi se ciascuno di questi la rappresenti allo stesso modo anche mentalmente.
A questo proposito, Sandra M. Cypress ipotizzò un’analisi dei differenti nomi con i
quale l’interprete apparse: «El sistema de nombres sigue aquí las tres funciones de los
nombres propios: identificación, clasificación, significación, con el resultado de que
la elección del significante diferencia entre los diversos significantes cuando se
refieren al mismo referente físico»
21
.
Questa ipotesi crea altre domande, come ad esempio quali siano le principali
rappresentazioni alle quali si associarono i differenti nomi e in che modo gli autori li
utilizzarono per riferirsi a lei durante le differenti epoche. Al fine di rendere più chiara
l’evoluzione etimologica, si analizzerà ciascun nome ed in quali circostanze socio-
storiche le venne attribuito.
20
Carlos Fuentes, Todos los gatos son pardos, México, Siglo XII editores, 2011 (23.
a
ed.), p. 13.
21
Sandra M. Cypress, La Malinche in Mexican Literature: from History to Myth, Texas, University of
Texas Press, 1991, pp. 101.
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2.1 L’origine dei diversi nomi
Malinalli, Marina, Malintzin o la Malinche sono gli appellativi più frequenti con i quali
si designò la figura dell’interprete del Nuovo Mondo ed esistono varie ipotesi sul loro
significato ed origine.
Malinalli è il nome d’origine náhuatl che ricevette alla nascita, e si stima che
successe durante il dodicesimo simbolo del calendario azteco – Malinalli –. Secondo
la tradizione indigena, era consuetudine assegnare il nome del simbolo del calendario
nel quale una persona nasceva, come spiega Cristina González Hernández:
cada día o tonalli tiene un conjunto de funciones y significados: además de ser
el signo y número de cada día, representa el nombre y la presencia de un dios
determinado, pudiendo constituirse también en nombre de los seres humanos,
principalmente en función del día de su nacimiento.
22
Il segno del Malinalli, secondo Bernardino de Sahagún nella sua Historia general de
las cosas de la Nueva España I
23
, era considerato nefasto. Successivamente, alcuni
autori, principalmente del Romanticismo, sfruttarono questi dati per tingere in modo
più drammatico la biografia di Malinalli e la descrissero come una donna-vittima sin
dalla tenera età
24
di un destino tragico. Come esempio lampante di questa corrente di
autori, Eligio Ancona, nella sua opera Los mártires de Anáhuac (1870), descrisse il
momento successivo alla nascita, nel quale i sacerdoti predissero il futuro di Malinalli
ai suoi genitori: «Vuestra hija ha nacido bajo un signo fatal […] Cuando esa niña llegue
a la adolescencia, amará al mayor enemigo de nuestra raza. Este amor la arrastrará a
renegar de los dioses, a vender a sus hermanos y a entregar su patria al extranjero»
25
.
Bisogna però sottolineare che ancora apparteneva alla corrente del Romanticismo e,
22
Cristina Gonzáles Hernández, op. cit., p. 184.
23
Bernardino de Sahagún, Historia general de las cosas de la Nueva España I, Barcelona, Red ediciones
S.L., 2012, p. 263.
24
Ireneo Paz, Doña Marina. Novela histórica [online], México, Imprenta y litografía del autor, 1883,
p. 13, disponibile online <https://archive.org/stream/doamarinanovela00pazgoog#page/n6/mode/2up>
(Ultima consultazione: 06/04/2019)
25
Eligio Ancona, Los mártires del Anáhuac [online], México, Imprenta dirigida por José Batiza, 1870,
pp. 34-35, disponibile online <https://archive.org/details/losmrtiresdelan00ancogoog/page/n6>
(Ultima consultazione: 06/04/2019).
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come altri autori, descrisse i fatti della vita di Malinalli come conseguenze di un amore
che le fu predeterminato per essere nata sotto una cattiva stella.
Il secondo appellativo che le venne attribuito fu Marina, che ricevette al
battesimo, come si può leggere nella cronaca di Bernal Díaz: «Y así se llamó después
de vuelta cristiana»
26
. La scelta di questo nome fu studiata da molti e la teoria variò da
autore in autore, alcuni credettero che le fosse stato assegnato poiché era la
combinazione dei nomi dei genitori di Cortés
27
– Martín e Cristina –, altri invece
sostennero che le fu dato per la somiglianza con il suo nome náhuatl
28
. Ciò che
accomuna tutte le teorie è la non casualità con cui questo nome le venne assegnato.
Malintzin, invece, è la variante azteca del nuovo nome cristiano, poiché agli
indigeni risultava difficile la pronuncia, dato che nel loro sistema fonetico non
esistevano alcuni dei fonemi del sistema vocalico spagnolo. Il suffisso ‘tzin’
equivaleva al sostantivo spagnola ‘doña’ come spiega Cristina González Hernández:
«es la desinencia indígena de carácter reverencial
29
». D’altro canto, Rosa María Grillo
propose un’altra possibile evoluzione: «Los indios siguieron llamándola Malinalli y a
Cortés ‘el señor de Malinalli’, ya que señor, dueño, en nahua, se indica con el sufijo
‘tzin’, de respeto. […] Cortés pasó así a ser Mallinalli-tzin»
30
. Si può quindi ipotizzare
che potesse essere utilizzato anche per riferirsi al conquistador.
L’ultimo appellativo preso in analisi è Malinche, il più impiegato per alludere
all’interprete e pare che sia il risultato della pronuncia spagnola del vocativo Malintzin
o Malintzé
31
. Molti autori contemporanei alla Conquista scrissero che il nome
Malinche era utilizzato dagli indigeni per riferirsi sia all’interprete che a Cortés, come
raccontò Bernal Díaz del Castillo:
26
Bernal Díaz del Castillo, op. cit., p. 93.
27
Rosa María Grillo, “El mito de un nombre: Malinche, Malinalli, Malintzin”, Mitología hoy, 4, p. 16,
disponibile online <https://revistes.uab.cat/mitologias/article/view/v4-Grillo/15> (Ultima
consultazione: 06/04/2019).
28
Cristina González Hernández, op. cit., p. 183.
29
Ivi, p.181.
30
Rosa María Grillo, op. cit., p. 16.
31
David Wright, “Malinche/ Marina/ Malintzin/ Mali:ntzin”, disponibile online
<http://listserv.linguistlist.org/pipermail/nahuat-l/2009-January/003918.html> (Ultima consultazione
06/04/2019).
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En todos los pueblos por donde pasamos, o en otros donde tenían noticia de
nosotros, llamaban a Cortés Malinche; y así le nombraré de aquí adelante
Malinche en todas las pláticas que tuviéramos con cualesquier indios […] y no
lo nombraré Cortés sino en parte que convenga. Y la causa de haberle puesto
aqueste nombre es que, como doña Marina, nuestra lengua, estaba siempre en
su compañía, especialmente cuando venían embajadores o pláticas de caciques,
y ella lo declaraba en lengua mexicana, por esta causa le llamaban a Cortés ‘el
capitán de Marina’, y para más breve le llamaron Malinche.
32
Si potrebbe supporre, pertanto, che Cortés venisse chiamato Malinche, poiché era visto
in più occasioni accanto all’interprete, era la sua lengua indispensabile per la
comunicazione con gli ambasciatori dell’Impero di Moctezuma. Dopo la disfatta
dell’Impero azteca erano considerati una sola persona, raggruppati sotto al nome di
Malinche
33
. Riguardo a questa ultima ipotesi, Cristina González Hernández osservò
che: «Es probable que el designar a Cortés con el mismo nombre estuviera motivado
por el simple hecho de que ambos fueran concebidos indisolublemente unidos por los
indígenas, ya que Marina era la voz mediante la que hablaba Cortés, y junto a él
aparecía en todo momento»
34
.
2.2 I significati nascosti
Malintzin, dijeron tus padres: hechicera, diosa de la mala suerte y de la
reyerta de sangre … Marina, dijo tu hombre, recordando el océano por
donde vino hasta estas tierras … Malinche, dijo tu pueblo: traidora,
lengua y guía del hombre blanco. […] Diosa, Malintzin; puta, Marina;
madre, Malinche.
35
Malinalli, Marina, Malintzin e Malinche sono i quattro nomi che in ordine cronologico
furono assegnati all’interprete del Nuovo Mondo e sono anche i marcatori delle
differenti tappe della sua vita durante la quale crebbe anche di stato sociale.
A seconda dell’appellativo utilizzato, venne data una diversa connotazione alla
figura della donna; come sottolineò Rosa María Grillo, il nome non è solo un’etichetta
32
Bernal Díaz del Castillo, op. cit., p. 187.
33
Cristina González Fernández, op. cit., pp. 224-225.
34
Bernal Díaz del Castillo, op. cit., p. 188.
35
Carlos Fuentes, op. cit., pp. 13-14.
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neutra ma rappresenta la persona che lo porta
36
. In considerazione dell’idea della Grillo
si può, quindi, supporre che ciascun autore scegliesse fra i vari nomi dati all’indigena
in base all’ideologia o alla visione che le si voleva attribuire.
In base alle ricerche effettuate dall’autrice González Hernández, l’indigena
appare regolarmente con l’appellativo Malinalli nelle fonti indigene, vengono citati ad
esempio Los Anales de Tlatelolco o Los Anales Tepanecas, codici manoscritti in lingua
nahuatl
37
. L’appellativo in questione non venne usato con molta frequenza fino agli
ultimi decenni del XX secolo, quando venne impiegato, ad esempio, da scrittrici come
Laura Esquivel. Bisogna sottolineare che Malinalli è il nome maggiormente utilizzato
da molti autori per distinguere la figura dell’indigena da quella storica e dal mito.
In ordine cronologico, apparse il nome Malintzin negli scritti di autori creoli a
cavallo dei secoli XVI e XVII, venne qui descritta con parole lodevoli e vennero
evidenziate le sue origini nobili. Per gli autori di questo periodo rappresentava una
sorta di eroina per il suo intervento trionfante nella conquista e la conseguente disfatta
dell’Impero azteco
38
. Ad esempio, si può citare lo storico e scrittore messicano Muñóz
Camargo, nel cui libro Historia de Tlaxcala
39
viene evidenziato il speciale trattamento
che gli indigeni riservavano alla donna: «Por los naturales fue llamada Malintzin y
tenida por diosa en grado superlativo, que así se debe entender, que todas las cosas que
acaban en diminutivo es por vía reverencial, y entre los naturales tomado por grado
superlativo …»
40
.
Come fece Muñóz Camargo anche altri autori creoli descrissero Malinalli nei
propri scritti come un’eroina, influenzati dalle tendenze letterarie europee. Di
conseguenza, agli occhi di questi autori si trasformava in una sorta di donzella delle
novelle cavalleresche, senza dar peso alla sua figura reale e storica.
Una visione simile emerge nelle fonti dei cronisti ufficiali del XVIII secolo,
come ad esempio Francisco Javier Clavijero e António de Solís, i quali utilizzarono
maggiormente l’appellativo Marina, al quale solitamente aggiungevano il titolo di
36
Rosa María Grillo, op. cit., p.16.
37
Cristina González Fernández, op. cit., pp. 181-189.
38
Ivi, p. 53.
39
Diego Muñóz Camargo, Historia de Tlaxcala, Red ediciones S.L., 2012, disponibile online
<http://www.cervantesvirtual.com/obra-visor/historia-de-tlaxcala--0/html/1b8b1fa4-b981-4eff-8e8e-
29bba72dbdc8_41.html> (Ultima consultazione 22/07/2019)
40
Ivi, p. 95.
15
“doña”. Nella cronaca Historia antigua de México
41
di F. J. Clavijero venne
sottolineato, nonostante il suo stato di schiava dell’esercito spagnolo, il suo lignaggio
nobile e che fra le schiave consegnate a Cortés: «Había una doncella noble, hermosa,
de mucho ingenio y de gran espiritu, natural de Painala, […] su padre había sido
feudatario de la corona de Mexico, y señor de muchos pueblos»
42
.
Inoltre, vennero sottolineati il suo ruolo di interprete e la sua lealtà nei confronti
degli spagnoli:
Fue constante fiel a los españoles y no se pueden encomiar bastante los
servicios quel es hizo, pues no solo sirvió de intérprete y de instrumento en
sus negociaciones con los Tlaxcaltecas, con los mexicanos y con las otras
naciones de Anáhuac, sino que les salvó muchas veces la vida, anunciándoles
los peligros que los amenazaban, e indicándoles los medios de aludirlos.
43
A partire dalla Indipendenza fino al XX secolo la maggior parte degli storici e dei
romanzieri utilizzarono Marina, il nome che le fu dato al momento del battesimo dagli
spagnoli, al fine di evidenziare la sua conversione religiosa ed il consecutivo
tradimento alle sue credenze indigene. Il battesimo cristiano fu considerato un punto
chiave nel processo di evoluzione storica negativa della figura dell’interprete. Sandra
M. Cypress commentò come nell’opera pubblicata in anonimo Xicoténcatl, lo stesso
autore si riferisca all’indigena con il suo nome di battesimo cristiano, differenziandola
dall’altra protagonista, Teutila, che viene indicato con il suo nome indigeno. In questo
caso, l’autore differenzia un personaggio negativo rivestito da Marina da uno positivo
come Teutila: «Al utilizar exclusivamente su nombre español, Marina, al tiempo que
a la otra mujer da un nombre amerindio, el narrador de Xicoténcatl deja claro que
Marina representa para él la amerindia europeizada, a quien vitupera»
44
.
Carlos María Bustamante fu uno dei primi che descrissero l’interprete con
parole poco lodevoli, arrivando a compararla con Fulvia, l’amante di Cicerone che gli
41
Francisco Javier Clavijero, Historia antigua de México, Libro octavo, México, Imprenta de Lara,
1844, disponibile online
<https://ia601701.us.archive.org/35/items/historiaantiguadem01clav/historiaantiguadem01clav.pdf>
(Ultima consultazione 22/07/2019)
42
Ivi, p. 9.
43
Ivi, pp. 8-9.
44
Sandra M. Cypress, op. cit., p. 44.