2. Analisi delle metodologie didattiche
“Non c’è differenza sostanziale fra
l’uomo alle frontiere del sapere e il
giovane alle frontiere del suo sapere,
purché si sia maturata in ciascuno la
volontà di apprendere.”
23
J.S. Bruner
2.1 I contenuti
Come contestualizzare le istanze appena riassunte nello specifico ambito dell’insegnamento
della storia dell’arte nel liceo classico? In primo luogo dobbiamo inevitabilmente confrontarci
con il monte ore dedicato alla materia, ovvero formalmente 66 ore all’anno (che si riducono in
realtà a una cinquantina scarsa, se consideriamo le fatali coincidenze di giorni festivi,
assemblee di classe o d’istituto, uscite programmate e/o altre occorrenze). Secondo le
direttive , nelle 198 ore (o fra le 120 e le 150 volendo essere “prudenti”) degli ultimi tre anni
24
di Liceo vero e proprio, gli “argomenti-áncora” da affrontare sono i seguenti:
Terzo e quarto anno (primo biennio):
-
l’arte dalle sue origini
-
l’arte greca (la concezione estetica fondamentale dell’arte occidentale);
-
l’arte romana (il legame con la politica);
-
la prima arte cristiana (la dimensione simbolica dell’arte)
-
arte altomedievale (produzione suntuaria)
-
arte romanica (costanti formali e principali centri di sviluppo)
-
architettura gotica (una nuova spazialità)
-
Giotto e gli altri maestri attivi fra Due e Trecento
-
il Rinascimento (il docente deve proporre una selezione di artisti ed opere in modo da
fornire agli alunni un quadro d’insieme del periodo storico)
J. S. Bruner, Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture, Roma, Armando, 1964, p.29.
23
Cfr. Decreto Del Presidente Della Repubblica, 15 marzo 2010, n. 89, Allegato B.
24
23
-
il Primo Rinascimento a Firenze (artisti precursori, scoperta della prospettiva e
conseguenze per le arti figurative)
-
i rapporti fra arte italiana e arte fiamminga
-
la Terza Maniera: Leonardo, Michelangelo, Raffaello
-
la dialettica Classicismo-Manierismo
-
l’arte veneziana
-
Seicento e Settecento: Caravaggio, Annibale Carracci, il Barocco, Rococò e Vedutismo
Quinto anno:
-
Neoclassicismo (riscoperta dell’antico come ideale civile ed estetico)
-
Romanticismo (legami con il contesto storico, la produzione letteraria, il pensiero
filosofico)
-
Realismo: i riflessi del clima politico e sociale nella pittura
-
Impressionismo (i legami con la fotografia, gli studi sulla luce e sul colore)
-
Postimpressionismo e avanguardie storiche (la rottura con la tradizione)
-
Futurismo: il clima storico e culturale
-
il Ritorno all’ordine: l’arte fra le due guerre
-
Modernismo (nascita e sviluppi nell’architettura del Movimento Moderno)
-
principali linee di ricerca dell’arte contemporanea
Possiamo intanto notare che l’attenzione è focalizzata sulla storia dell’arte occidentale, in una
prospettiva che potrebbe risultare limitante per un soggetto che volesse sentirsi cittadino
livello globale: non sono formalmente prescritti ad esempio i collegamenti (che di consueto
propongono i manuali) ad esempio fra Post/Impressionismo e arte giapponese (sintetizzati nel
cosiddetto Giapponismo, il quale fra l’altro si inquadra a sua volta in una corrente più ampia
di ricezione dell’arte orientale o comunque esotica da parte della cultura europea del XVIII-
XIV secolo), fra Cubismo e arte africana e iberica. Se volessimo dare un’impronta globale
allo studio della materia (in modo da incoraggiare il confronto fra le diverse tradizioni
artistiche con una direzione che procede verso la valorizzazione delle differenze culturali),
sarebbe utile affrontare anche i temi dell’arte africana, cinese, giapponese, indiana, islamica,
precolombiana, coreana ed aborigena. Nel programma sono inoltre formalmente assenti le
24
specifiche declinazioni delle arti preistoriche, mesopotamiche, egizie, cretesi/minoiche, che in
ordine cronologico costituiscono il percorso della storia dell’arte dalle prime forme di
espressione dell’individualità e del sentimento magico/religioso alla costruzione delle prime
civiltà le cui figure hanno influenzato le modalità interpretative di ogni periodo della storia e
continuano a essere un potente richiamo anche per la cultura contemporanea, sia per quanto
riguarda il riutilizzo costante dell’immaginario da esse derivante (rielaborato in innumerevoli
prodotti delle arti figurative stesse, del cinema, della letteratura e dell’ambiente videoludico),
sia per quanto riguarda i dibattiti legati alla conservazione, alla tutela, alla fruizione dei siti
archeologici e di conseguenza alla sensibilizzazione rispetto all’ambiente in cui viviamo.
Il passato remoto è anche attualità: la recente scoperta di un nuovo sito neolitico nei pressi di
Stonehenge, dove ogni anno si tiene la celebrazione del solstizio d’estate (legata ai culti
druidici e pagani peraltro ancora attivi nella regione, a dimostrarci quanto il sito sia tutt’altro
che culturalmente inattivo, anzi fruito non solo dai turisti ma anche da gruppi religiosi che
continuano a professare le antiche fedi precristiane). Dalle parole del professor Richard Bates,
dell'università di St Andrews, dai nuovi scavi "emerge una società neolitica molto più
complessa di come avevamo immaginato” e che "pratiche molto sofisticate dimostrano che
quella gente era in connessione con gli eventi naturali molto più di quanto oggi noi possiamo
solo immaginare” . Forse gli antichi costruttori del sito avrebbero ancora qualcosa da
25
insegnarci, in un momento così delicato per la sensibilizzazione alla connessione fra uomo e
natura, senza contare che il dibattito riguardo all’inquinamento acustico e ambientale che
minaccia da anni lo stesso complesso monolitico è molto attuale e solo recentemente, dopo 40
anni di discussioni, si è giunti alla decisione di costruire un tunnel che attraversa il sottosuolo
del sito preistorico, così che "solo chi è interessato a fermarsi e ad ammirare da un parcheggio
uno dei luoghi più riconoscibili e fotografati del Regno, lo potrà ammirare, uscendo dalla
direttrice, anche se ancora non sono noti i dettagli su svincoli e parcheggi” .
26
Se il fascino dell’arte preistorica continua a generare interesse in svariati ambiti (letteratura
scientifica e pseudoscientifica, romanzi, cinema e serie tv, ecc), arte mesopotamica ed egizia
Scoperta a Stonehenge, trovato nuovo sito neolitico, ANSA, 23/06/2020 (https://www.ansa.it/sito/notizie/
25
cultura/arte/2020/06/22/scoperta-a-stonehenge-trovato-nuovo-sito-
neolitico_3e199068-5ab2-42f9-993e-9e042ad22c25.html).
Basta ingorghi sull'autostrada davanti a Stonehenge, «La Repubblica», 11/03/2020 (https://www.repubblica.it/
26
viaggi/2020/03/11/news/
basta_ingorghi_sull_autostrada_davanti_a_stonehenge_un_tunnel_passera_sotto-250960018/).
25
non sono da meno e sembrano anzi fornire alla contemporaneità una vastissima gamma di
repertori visuali e concettuali: il videogioco Serious Sam, sviluppato da Croteam, presenta
ambientazioni ricavate proprio da tali realtà, ricostruite con una perizia filologica che nelle
recenti edizioni in HD permette al giocatore di interagire con accurati e definitissimi
rifacimenti di ziggurat, piramidi, mosaici, scritture cuneiformi e geroglifici incisi sulle pareti
degli ambienti, i quali possono essere contemplati, agiti, modificati o finanche distrutti, a
seconda dell’indole di chi fruisce del gioco. Ubisoft invece ha sviluppato per il noto
videogioco open world Assassin’ s Creed la modalità Discovery, grazie alla quale il giocatore
può “scegliere una visita dalla mappa dell'Egitto o da un elenco di visite divise per
argomento” : è possibile visitare ad esempio la ricostruzione della gigantesca Biblioteca di
27
Alessandria. In un modo simile i musei propongono in maniera sempre più sviluppata le
mostre virtuali alle proprie collezioni, promuovendo un catalogo virtuale o permettendo al
visitatore di fruire di percorsi statici (che sono preconfigurati e non permettono allo spettatore
di sentirsi parte dell’ambiente in cui sono immersi per la meccanicità dell’interazione) che si
dipanano fra le gallerie dell’edificio.
Riguardo all’arte contemporanea, viene prescritta una descrizione generica delle principali
linee guida. L’ insegnante si trova a dover selezionare argomenti da una miriade di generi (e
sottogeneri) artistici che costellano l’universo della contemporaneità, a cominciare
(cronologicamente) dagli artisti che durante la Seconda Guerra Mondiale vennero definiti
come “degenerati”; fra questi Grosz, Dix, Kandinskij, Chagall, Klee, Heartfield, Kirchner,
Nolde, Ernst, Heckel, Lissitzky, Marc, Mondrian, gli stessi che, prendendo le mosse dalle
modalità artistiche delle avanguardie storiche, diverranno in seguito esponenti di punta di
movimenti quali Astrattismo, Surrealismo, Suprematismo. Seguono immediatamente, negli
anni ’50, Espressionismo Astratto e Situazionismo, Art brut, Informale, per poi proseguire nei
decenni successivi e fino ai giorni nostri con Arte cinetica, digitale, concettuale, psichedelica,
Fluxus, happening, Minimalismo, Mono-Ha, Neo-dada, Op art, performance, Pop art,
Postminimalismo, Arte ambientale, femminista, povera, frattale, Graffitismo,
Neoespressionismo, Neo-pop, Sound art, installazioni, Arte relazionale, Body art, Internet art,
Arte di strada, Fake art e l’elenco potrebbe dilungarsi notevolmente se volessimo descrivere le
sfumature che ognuna di queste definizioni sottintende.
Modalità Discovery tour di Assassin’ s Creed Origins, Ubisoft, 2020 (https://support.ubisoft.com/it-IT/Faqs/
27
000031846/Discovery-Tour-Mode-of-Assassin-s-Creed-Origins-ACO).
26
2.2 La memoria
A fronte della diffusione sempre più insistente delle immagini, accelerata dalla fine del XIX
secolo dal mezzo tecnico della fotografia, una delle configurazioni della storia dell’arte è
attualmente rappresentata dalla Bildwissenschaft, ovvero dalla scienza delle immagini, la
quale espande il significato precedente di storia dell’arte e propone lo studio delle immagini
in relazione alla capacità polisemica del termine, includendo in una prospettiva
interdisciplinare “any sort of picture, irrespective of the medium or the process through which
it is made, including painting, drawing, photography, computer-generated images, film, and
even sculpture” e analizzando quindi “non tanto la struttura, la forma e lo stile dell’opera,
28
quanto piuttosto i significati che la raffigurazione porta con sé e che sa trasmettere al
fruitore” . In questa prospettiva relazionale, che presuppone dunque un (almeno) doppio
29
senso, da una parte l’immagine ha un valore contestuale, riferito cioè alle circostanze storiche
della sua creazione; dall’altra viene preso in considerazione il fattore ricettivo che interessa il
fruitore, il quale, partecipando alla costruzione (e alla rigenerazione continua) del significato,
è influenzato da istanze soggettive. Al disordine, per come attualmente si presenta la
distribuzione esasperata delle immagini, viene contrapposta così la capacità razionale umana,
che tende a schematizzare, a dare un ordine all’esperienza. Attraverso questa interpolazione il
soggetto (o il gruppo sociale, costituito da più soggetti) costruisce la propria identità, con la
strutturazione di categorie critiche che cercano di definire “ciò che è vero e ciò che è falso, ciò
che è concepibile da ciò che è inconcepibile” . La cristallizzazione di queste categorie
30
critiche nel corso della storia ha spesso indicato una volontà di conservazione dello status
quo: se gli storici tardo imperiali del IV secolo (sia greci che latini), nel percepire la minaccia
delle invasioni barbariche (non sempre così violente, come invece ci sono state presentate fino
a tempi recenti), sviluppavano strategie tendenziose per delegittimare l’avvento degli estranei,
in modo analogo lo storytelling nazionalsocialista della prima metà del ‘900, unito alle
Cfr. J.Gaiger, The Idea of a Universal bildwissenschaft, «Estetika: The Central European Journal of
28
Aesthetics», 51, no. 2 (2014), pp. 208–29.
G. C. Sciolla, Studiare l’arte, 2010, Novara, De Agostini scuola, p.9.
29
W. Pohl, Le origini etniche dell’Europa, 2008, Roma, Viella, p.15.
30
27
capacità tecniche del progresso industriale, ha portato a una delle conseguenze più disastrose
della faziosa contrapposizione etnica (e quindi identitaria): l’olocausto.
Se le modalità persuasive dei mezzi di informazione di massa hanno contribuito
fisiologicamente alla promozione degli ideali totalitari, e poiché questi hanno portato al
secondo conflitto mondiale (ma non solo), è necessario che la percezione di tali metodologie
comunicative debba essere condotta in maniera critica e individuale.
Proprio questa “nebbiosità” dei media condusse lo studioso tedesco Aby Warburg alla nevrosi
(sfociata successivamente in psicosi): dall’inizio dello scoppio del primo conflitto mondiale,
con rigore filologico egli collazionò metodicamente (e in maniera sempre più ossessiva) le
notizie di guerra dalla lettura giornaliera di dieci quotidiani, di cui due stranieri. Questa
Verzettelung (catalogazione, ma anche frammentazione e smembramento ), eseguita secondo
31
le modalità di una “filologia del quotidiano” legata all’attiva e critica ricerca di informazioni,
era intenzionalmente finalizzata alla stesura di un “manuale della menzogna” , ma portò
32
Warburg al conflitto interiore.
La complessità del flusso informativo contemporaneo è imponente e probabilmente Warburg
rappresenta una delle prime vittime accertate di questa iperstimolazione, che presenta inoltre
un alto grado di diffrazione interpretativa dei contenuti e di conseguenza può risultare
perniciosa per una mentalità tendente all’analisi critica e filologica.
Alla retorica divisiva dei media Warburg dovette contrapporre quella aggregativa per ritrovare
la propria identità con la progettazione della sua opera più complessa, purtroppo incompleta
(ma forse non avrebbe potuto essere diversamente), Mnemosyne, in collaborazione con il
collega e amico Fritz Saxl.
L’approccio della ricerca consiste alla base di una teoria che riguarda la sopravvivenza
(Nachleben) delle immagini, e quindi presuppone un ritorno ciclico delle forme espressive
(Pathosformel) le quali, in relazione al contesto di rigenerazione, assumono significati diversi.
Nel Bilderatlas, atlante figurativo che consiste fisicamente di materiale eterogeneo
(fotografie, riproduzioni di opere d’arte, francobolli, ecc) giustapposto su pannelli, vengono
sviluppati collegamenti tematici (spesso abbastanza enigmatici) fra immagini che devono
P. Sanvito, Warburg, l’antagonismo Italia-Germania e la Guerra. Analisi di un cortocircuito politico e
31
interiore, in C. Cieri Via e M. Forti (a cura di), Aby Warburg e la cultura italiana. Fra sopravvivenze e
prospettive di ricerca, Milano-Roma, Mondadori, 2009, pp. 51-62.
S. De Laude, Il peso sulle spalle del nostro Atlante moderno, «Engramma», 127, maggio/giugno 2015.
32
28
rendere evidente il percorso reiterativo della memoria storica. Tanto stimolante quanto
impegnativo (finanche ostico), tale procedimento ha la grande intuizione di rendere aperta
l’azione interpretativa nei confronti degli oggetti di studio, poiché se da una parte vengono
esplicitati i motivi dell’accostamento di date immagini, dall’altra il significato di tali
collegamenti può variare in relazione al pensiero di chi li costruisce, secondo il proprio
inconscio, la propria esperienza, la propria struttura mentale e il proprio periodo storico.
La tavola 77 , nominata “Attualità della tradizione”, sviluppa il tema della rigenerazione
33
delle forme antiche in età moderna secondo scelte consapevoli, parzialmente consapevoli,
strumentali, inconsapevoli (engrammatiche) o con significato invertito: secondo questa chiave
di lettura ritroviamo in Delacroix la figura tragica di Medea (topos ricorrente della ricerca di
Mnemosyne), la cui descrizione del 1838 (fig.1) sembra rimandare alla madre morta dipinta
dallo stesso artista nel precedente Massacro di Chio del 1824 in fig. 3 (che può essere incluso
nel tema più generico della strage degli innocenti, e include perciò l’infanticidio). Una moneta
(5a) e due francobolli (5b e 5c) sviluppano poi la riproposizione strumentale della figura di
Nettuno nella propaganda di Carlo II d’Inghilterra, il quale incentivò l’arte (di cui era
appassionato) come strumento di promozione del proprio potere e si fece assimilare al dio
marino nelle nuove monete, nelle stampe e nei dipinti ufficiali . I francobolli delle Barbados
34
rendono probabilmente conto del collegamento con la numismatica inglese in quanto le isole
sono state colonia britannica dal 1625 e tuttora fanno parte del Commonwealth.
L’evoluzione della figura della Nike viene testimoniata dai francobolli francesi che ritraggono
La Semeuse (fig. 14), simbolo nazionale diventato tipo monetario nel 1897, durante la Terza
Repubblica, da una pubblicità di cosmetici che esalta la Vittoria della giovinezza (Sieg der
Jugend, fig.16) e da un’altra pubblicità di carta igienica che ritrae “la fata domestica” (fig.10).
Le foto dei campioni di golf (fig. 2 e 4) fanno riemergere secondo engrammi, ovvero tracce
mnemoniche che si sedimentano nel sistema nervoso, il pathos dionisiaco dato dal movimento
espressivo delle menadi, il cui fallico tirso, sormontato da una pigna e legato alla celebrazione
di Dioniso, può ricordare la mazza da golf.
Mnemosyne Atlas 77, «Engramma» (http://www.engramma.it/eOS/core/frontend/eos_atlas_index.php?
33
id_tavola=1077).
N. Degli Innocenti, Carlo II e l’arte come propaganda, «Il Sole 24 Ore», 5/01/2008 (https://
34
www.ilsole24ore.com/art/carlo-ii-e-l-arte-come-propaganda-AEmirKcD).
29
Il monumento a Hindenburg (fig 12) dove la figura dell’aquila “non è veicolo di ascesa”, ma
inverte gli attributi simbolici generalmente legati al re dei volatili; ciò allude probabilmente
alla politica dell’ex generale che non riuscì a sottrarre lo spazio allo sviluppo del
nazionalsocialismo e sembra anticipare il disastro del dirigibile Hindenburg, a lui stesso
dedicato, del 1937.
Questo complesso sistema di analisi figurativa riesce dunque a descrivere, attraverso l’analisi
formale applicata sia agli oggetti riconosciuti come artistici sia agli oggetti quotidiani, sia agli
oggetti antichi che a quelli contemporanei, i diversi significati che l’immagine può veicolare
secondo prospettive soggettive (relative all’interpretazione individuale) e oggettive (legate al
contesto storico). Tale modello interpretativo descrive quindi la formazione di una rete di
significati i cui nodi, rappresentati da temi costruiti su base concettuale, si collegano fra loro
in maniera potenzialmente infinita e sempre rinnovata in relazione all’ottica che si adopera
per analizzarli.
2.3 L’aspetto ludico
Il processo euristico dell’enigma presenta strutturalmente un carattere ludico, dove il termine
gioco deve essere inteso come una convenzione, “quella cioè di compiere entro un limite di
tempo e spazio, secondo date regole, in una data forma, qualche cosa che sciolga una tensione
e che esorbiti dal corso normale della vita” : analogamente, la didattica deve soddisfare le
35
tensioni cognitive conciliando la durata del periodo educativo con gli spazi (formali e
informali) dell’apprendimento, secondo le regole di ciascuna materia intesa come campo
semiotico specifico (e che quindi fornisce prospettive alternative rispetto alla vita quotidiana
del discente), attraverso la produzione di elaborati scritti, orali (o multimediali) che siano
finalizzati alla valutazione di ogni alunno.
La ricognizione letteraria indica che questa modalità enigmatiche, sin dalle testimonianze più
remote, sono connesse alla sopravvivenza degli déi e dell’uomo: la leggenda vuole che Omero
sia morto di vergogna (analogamente a Calcante) per non aver saputo rispondere a un
indovinello; umiliata da Edipo, la Sfinge si getta dal dirupo; il pegno della scommessa fra
J. Huizinga, Homo Ludens, Torino, Einaudi, 2002, p. 124.
35
30