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INTRODUZIONE
Le discipline del motorsport appassionano da sempre il grande pubblico grazie alla loro
spettacolarità, passando da quelle di terra (Rally, Formula 1, DTM, etc), a quelle di mare (..) e a
quelle di cielo (competizioni di aerei, elicotteri, etc). Gli ingenti investimenti dei settori interessati,
come quello dell’automotive e le varie sponsorizzazioni, per motivi di marketing ma anche, come
si vedrà nel nostro percorso, di ricerca e sviluppo, hanno consentito a questo settore di espandersi
sempre di più e di arrivare ad avere dimensioni determinanti per le economie mondiali. Questa
valenza ha portato, negli anni, a studi sempre più attenti e approfonditi riguardo alle migliori
tecniche per affrontare i processi che investire ed essere presenti nel motorsport consentono. Si
pongono quindi anche quesiti organizzativi, volti ad individuare metodi efficaci ed efficienti per
raggiungere gli obiettivi preposti. In particolare questi processi trovano studio e attualizzazione
soprattutto all’interno dell’organizzazione vista come team, ossia squadra con diverse componenti
al suo interno, compiti precisi e obiettivi predeterminati.
Essendo personalmente introdotto in questo ambiente come pilota, più specificatamente
nell’ambito della specialità del rally, ho osservato dai processi organizzativi più semplici ed
elementari (per lo più in piccoli team) a processi complessi e strutture altamente organizzate.
Provando ad approfondire questo aspetto dell’ambito in cui sono introdotto, e cercando quindi di
avere delle risposte organizzative che potessero implementare le mie prestazioni e quelle del
team, mi sono imbattuto in diversi lavori parziali di studio di queste strutture, ma non in un lavoro
omogeneo ed organizzato dell’insieme di contributi. Ciò che questo lavoro si prefigge, in
conseguenza a queste considerazioni, è quello di raggruppare i lavori da noi ritenuti più
significativi in una struttura che possa chiarire, per quanto possibile, la struttura tipica di un team
di rally, la composizione, i processi di apprendimento, le criticità. Non verranno trascurati i
contributi incrociati provenienti dalle altre discipline del motorsport, come la Formula 1, in cui
negli anni sono stati fatti maggiori investimenti in studi di questo tipo.
Il lavoro viene impostato seguendo due teorie guida, a cui verrà anche dedicato uno specifico
capitolo, che si è riscontrato poter essere considerate come le più rilevanti ed efficaci riferite ad
un’organizzazione come un racing team, il cui valore è basato sulle risorse e sulla conoscenza che
questo detiene. Le due teorie considerate sono la Resource Based View, una teoria che ha come
fondamento il valore che le risorse possono essere in grado di portare all’organizzazione, se
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utilizzate in modo corretto, e la teoria del Knowledge Management, basata sulla conoscenza e
sull’utilizzo di questa da parte del team.
Per quanto riguarda l’ampiezza della ricerca si è deciso di limitarsi a comprendere i team di alto
livello, in particolari quelli denominati come Team Ufficiali, ossia i team che sono diretta
emanazione della casa automobilistica o direttamente od indirettamente sostenuti da questa. Si è
deciso di limitare la ricerca a questa tipologia di team più organizzati e oggetto di studio negli anni
e tralasciare i team di minori dimensioni, che riteniamo necessitino di studi e ricerche
maggiormente approfonditi ed innovativi, essendo un comparto molto eterogeneo e pertanto non
facilmente oggetto di studi (sebbene i pochi contributi riguardanti questo settore rilevino come il
giro d’affari di questa parte di economia sia cospicuo e pertanto meriti delle elaborazioni
approfondite). Crediamo inoltre che un contributo di questo tipo, di studio e riorganizzazione della
letteratura in merito ai team ufficiali possa essere di grande giovamento a team medio-piccoli che
vogliano rendere la struttura più efficace ed efficiente, attraverso l’ampliamento della propria
conoscenza relativamente a metodi e teorie che possono essere applicati anche su piccola scala,
con le dovute accortezze.
Il nostro lavoro si suddivide in tre capitoli.
Nel primo capitolo abbiamo voluto inquadrare il team in quanto organizzazione, esponendone la
definizione, gli obiettivi e la composizione tipica dei team ufficiali nel motorsport in generale.
Nel secondo capitolo, basandoci e grazie all’aiuto di un caso di studio di Andreu e Sieber sulla casa
automobilistica Seat e la sua partecipazione al Campionato del Mondo Rally, disgreghiamo
l’organizzazione nelle sue componenti fondamentali. A partire da questa disgregazione
approfondiamo ogni funzione organizzativa, individuandone definizione, funzionamento e criticità
ma specialmente indagando quale tipo di processi di apprendimento e di teorie possiamo
osservare all’interno delle funzioni e tra le funzioni. Riteniamo infatti che solo dalla disgregazione
e successiva riaggregazione si possano capire a fondo i maccanismi che sostengono
l’organizzazione-team e permettono di ottenere dei risultati più o meno soddisfacenti. Infine, si è
voluto dedicare il terzo capitolo a due teorie che guidano i processi di un team, ossia quelle della
resource based view e del knowledge management. Già dal secondo capitolo queste teorie
vengono utilizzate direttamente nelle funzioni e comunque come linea guida all’impostazione del
lavoro, ma solo alla fine vengono approfondite nel dettaglio, per permette al lettore, a questo
punto conoscitore della struttura di un team e delle logiche che lo riguardano, di chiarire ed
approfondire il percorso fatto fino a questo momento.
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CAPITOLO 1
Team ufficiali: definizione, obiettivi e composizione di un team nel motorsport
Un racing team (in Italia chiamato anche scuderia) è definito come una “squadra che partecipa a
gare di corsa, specialmente automobilistiche e motociclistiche” (Garzanti). Il termine team indica,
infatti, “una squadra, un gruppo di persone che collaborano per uno stesso lavoro od uno stesso
fine” (Treccani), che nel caso specifico di un racing team diventa quello di partecipare alle
competizioni nell’ambito del motorsport (tra cui gare di auto, moto, sport motoristici d’acqua e di
cielo).
Concentrandoci nell’ambito delle gare su quattro ruote, il panorama mondiale si disgrega in un
numero davvero alto, e non definibile completamente, di diverse specialità tra cui la Formula 1 e
le sue sottocategorie, gare in pista con diverse categorie di auto, i Rally, il fuoristrada, etc.
Uno studio significativo sullo stato dell’arte, sugli obiettivi, e sulle criticità del settore motorsport è
stato pubblicato dall’Advanced Institute of Management Research di Londra (di seguito
denominato AIM), in particolare nella pubblicazione dal titolo “Racing For Radical Innovation –
how motorsport companies harness network diversity for discontinuous innovators”. Una ricerca
approfondita, in un ambito povero di pubblicazioni strettamente scientifiche, che ha coinvolto più
di cinquanta intervistati nell’ambito del motorsport, e sette case automobilistiche diverse di
Francia, Italia, Germania e Regno Unito.
I numeri rilevati dallo studio danno un’idea dell’ampiezza dell’industria del motorsport e delle
attività aggregate: nel solo Regno Unito, sono coinvolte 4.500 aziende, con un giro d’affari di 6
miliardi l’anno ed un export di 3.6 miliardi. Dato significativo poi, sempre riferito al Regno Unito,
per quanto riguarda i posti di lavoro: 38.500 tra part-time e tempo pieno, di cui 25.000 ingegneri.
Un comparto con volumi significativi, in grado di creare grande innovazione attraverso la
combinazione di ingegneria, creatività, sviluppo e manifattura.
In questo contesto formato da Racing Team, Industria dell’Ingegneria delle Prestazioni e le attività
di supporto alle competizioni, lo studio evidenzia come negli anni si sia passati dal concetto di
libera concorrenza nel mercato del motorsport alla creazione di reti di relazioni e di condivisione e
creazione della conoscenza. Un passaggio obbligato se pensiamo agli obiettivi cui tende il settore
delle competizioni: partendo dal più generale obiettivo di marketing, che ha come fine la vendita
delle auto di serie (core business delle aziende dell’automotive), ed arrivando ad obiettivi di
ricerca ed innovazione tipici di un mercato in rapido sviluppo.
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Tab.1: Macrodinamiche del comparto Automotive
Fonte: elaborazione Sole 24 Ore di dati ANFIA
Come si può vedere dal grafico della Tab. 1 il mercato è in crescita continua, con una variazione
negativa per la crisi del 2008.
“L’automotive è un settore che ha fatto da «volano della crescita per le economie delle principali
aree di produzione», sottolinea il focus dell’Anfia, “capace di generare valore grazie ai pesanti
investimenti in innovazione e tecnologia, ed effetti positivi sulle bilance commerciali” (Serrano,
2017). Sviluppo quindi trainato dall’innovazione e dall’ampliamento delle tecnologie esistenti, che
incentivano all’acquisto di nuove auto.
Per quanto riguarda gli obiettivi si ritiene rilevante un’intervista in tal senso ad un CEO di un team
di F1 da parte dell’istituto AIM in cui dichiara:
“A lot of our technology is developed in house … because [the parent company] wants to learn and is
prepared to invest for the long run, it wants to win obviously… if it was a marketing exercise then obviously
there wouldn’t be any other principle target, but our principle target is one of learning for ourselves.”
AIM – Racing for Radical Innovation pg. 17