Software libero, standard aperti. Opportunità o necessità per la Pubblica Amministrazione?
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2
Esempio dell’applicazione di queste linee guida è rappresentato dalla
GNU GPL (General Public License) della Free Software Foundation: questo
tipo di licenza è applicata, ad esempio, al sistema operativo Linux, ai
software forniti dalla Free Software Foundation e a molti altri.
Il capitolo uno di questo lavoro si occupa proprio di approfondire
l’argomento delle licenze sotto cui vengono distribuiti i vari software e la
tutela di cui godono, cercando di chiarire il loro funzionamento ed
evidenziando pregi e difetti. Il capitolo introduce anche la differenza, seppur
sottile, tra free software e open source software e analizza le varie tipologie
di software esistenti, classificandole in software “aperto” e software
“chiuso”.
Il secondo capitolo presenta il nuovo, per certi versi rivoluzionario,
modello di produzione del software: un modello che potremmo chiamare
“open development”, fulcro della maggior parte degli studi effettuati ad oggi
sul fenomeno. Esso viene analizzato a partire dal modello tradizionale di
sviluppo e inquadrato nella vasta disciplina dell’ingegneria del software,
attraverso le classiche fasi del ciclo di vita: analisi, progettazione,
realizzazione e manutenzione. Prima di fare questo, tuttavia, viene descritta
la nascita e l’evoluzione di un progetto open source e la struttura
organizzativa all’interno della quale si svolge il processo (la comunità di
sviluppo).
A questo punto, viste le caratteristiche salienti di questo nuovo modo
di concepire il software, viene spontaneo domandarsi perché la nostra
Pubblica Amministrazione (ma anche quelle europee) non debba aprirsi
verso questa opportunità o addirittura non ne debba fare una sua necessità.
Nel terzo capitolo, ho esaminato approfonditamente la situazione della
Pubblica Amministrazione italiana, mettendo in luce tutte le recenti
iniziative volte a inserire software open source nei suoi apparati. Il dibattito
è molto acceso e sono molte le iniziative da parte di associazioni e parti
politiche volte a sensibilizzare l’Autorità per l’informatica nella Pubblica
Amministrazione (AIPA) e il Governo verso questo argomento.
Introduzione
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3
L’esigenza di un intervento urgente da parte governativa in questo
campo, da tempo sottolineata dalle ricerche di autorevoli esperti, è stata di
recente ribadita anche da un ordine del giorno approvato dal Senato il
17.12.2000, il quale ha riconosciuto che “(...)l'adozione del free software,
altrimenti detto open source, presenta vantaggi essenziali in ordine:
• al contenimento dei prezzi;
• alla trasparenza dei prodotti software;
• alla non dipendenza da un singolo fornitore, in quanto consente
di scegliere su un mercato più vasto e concorrenziale con evidente
riflessi sui prezzi;
• ai risparmi che derivano dalla possibilità di riutilizzare i codici
sorgenti e le applicazioni;
• allo sviluppo delle economie locali e dell'occupazione,
determinato dal fatto che la produzione degli applicativi può essere
affidata ad aziende indipendenti, invece di spedire oltre oceano
svariati miliardi di cosiddetti “diritti d'autore”(…)”
Secondo l’ordine del giorno del Senato, l'open source, che è già
ampiamente in uso in Francia e Germania, consentirebbe all'Italia di giocare
una partita di vitale importanza e di scegliere tra la perpetua dipendenza e le
prospettive di sviluppo che possono essere innescate da questo nuovo
modello. Il Senato ha quindi impegnato il Governo, sentita l'Autorità per
l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, ad emanare entro 180 giorni
un regolamento per l'esame di progetti e la progressiva adozione di sistemi
operativi e soluzioni applicative non proprietari, in funzione delle esigenze
informatiche delle singole amministrazioni, tenendo conto dei possibili
risparmi di spesa e delle opportunità di sviluppo della produzione di
software nazionale senza impegnare il bilancio dello Stato.
Per concludere, mi è sembrato doveroso studiare la situazione negli
altri Paesi della Comunità Europea. A tal fine, ho usufruito di un recente
studio condotto all’interno del programma IDA (Interchange of Data
Software libero, standard aperti. Opportunità o necessità per la Pubblica Amministrazione?
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4
between Adminstrations), un’iniziativa strategica guidata dalla Comunità
Europea che usa avanzati strumenti tecnologici di informazione e
comunicazione per supportare rapidi scambi elettronici di dati tra le
amministrazioni degli Stati membri. Lo studio dell’IDA sull’uso del
software open source nel settore pubblico prende in esame i casi di sei Paesi
europei: Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia. In tutti questi
paesi sono già utilizzati software open source, sebbene con differenze molto
evidenti:
• La Francia e la Germania sono i due leader innovativi in questo
settore (la Germania per le realizzazioni concrete e le linee guida,
la Francia per un supporto crescente da parte del Governo agli
open standards e all’open source).
• La Spagna segue subito dopo, per quanto concerne i dipartimenti
in cui competenti sostenitori dell’open source hanno dimostrato la
sua efficienza, la convenienza economica e la supportabilità della
soluzione.
• In Belgio, Italia e Svezia le realizzazioni esistenti sono il risultato
di sforzi individuali che non sono stati finora attivamente
supportati da una politica di governo.
La situazione è , come si può notare, in evoluzione continua in tutta
Europa e mostra la grande attenzione con cui i Governi dei vari Stati stanno
osservando il fenomeno, anche se, per ora, le realizzazioni pratiche sono
molto limitate. Nonostante questo, emerge che il software libero non è in
fondo una cosa strana e misteriosa, ma una plausibile promessa, credibile
nel lungo termine. Affrontare questo tema ci costringe ad un notevole
esercizio mentale poiché sovverte l’ormai tradizionale concezione del
software e apre la strada verso nuovi, appassionanti interrogativi.
CAPITOLO 1
FREE SOFTWARE E OPEN SOURCE
1.1 Cos�� il free software
1.1.1 Libero o gratuito?
�Come ciascuno pu� leggere quello che da altri � stato scritto e
rielaborare le idee ivi contenute, come ciascuno pu� utilizzare le
dimostrazioni di matematica e le teorie di fisica per i propri scopi, allo
stesso modo ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare i
programmi esistenti, perch� il patrimonio culturale informatico possa
accrescersi a beneficio di tutti gli utenti di calcolatori e, pi� in generale, per
un utilizzo proficuo della tecnologia attuale. In effetti, nei primi anni di
sviluppo dell�informatica, tutto il software era liberamente disponibile a
tutti.�
1
Spesso la definizione di free software, ovvero software libero, viene
fatta coincidere col concetto di software gratis, ma non � corretto. Il
software libero � una questione di libert�, non di prezzo. Come ricorda
1
Il giornale dell�Ingegnere, Verso un’etica del software,
http://animal.unipv.it/linux/rubini/italiano.html
Software libero, standard aperti. Opportunit� o necessit� per la Pubblica Amministrazione?
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6
Richard M. Stallman
2
, per capire questo concetto, bisognerebbe pensare alla
�libert� di parola� e non alla �birra gratis�
3
.
Il termine free pu� essere attribuito al software perch� � possibile
ottenerlo dalla rete a costo zero, anche per scopi puramente commerciali, ma
questo non significa che il codice sorgente del software
4
(ovvero il suo
DNA) sia leggibile da tutti. In questo senso ha fatto scuola il caso del
famoso browser di Microsoft �Internet Explorer�, che ha fatto scattare il
provvedimento della commissione anti-trust americana.
Un'altra parte di software � chiamato �free� perch� � collocato in rete
unitamente al codice sorgente, per diventare di pubblico dominio, cio�
libero dalle restrizioni del copyright.
Le restrizioni imposte dalle licenze che consentono la libera
circolazione del software, ma non il pubblico dominio, sono piuttosto severe
in quanto proibiscono, salvo il pagamento di tasse o oneri al produttore, la
rivendita e la ridistribuzione non autorizzata; inoltre vietano la modifica e la
diffusione di tali versioni.
Ancora, esistono delle licenze che permettono la diffusione della
sorgente del software, la rielaborazione e la distribuzione delle copie
modificate, ma impongono al possessore di rilasciare le revisioni nella
medesima licenza.
Secondo la Free Software Foundation (FSF) con il termine software
libero ci si riferisce alla libert� dell�utente di eseguire, copiare distribuire,
studiare, cambiare e migliorare il software.
Pi� precisamente, ci si riferisce a quattro tipi di libert� per gli utenti
del software:
• libert� di eseguire il programma per le proprie esigenze;
2
Profeta del free software e ideatore della filosofia GNU (acronimo di Gnu is Not Unix),
che ha permesso lo sviluppo e la protezione di un bene pubblico come il sistema operativo
Linux.
3
Il termine �free� in inglese significa sia gratuito che libero, in italiano il problema non
esiste.
4
Il codice sorgente � la vera e propria struttura del programma cos� come la scrive il
programmatore; generalmente sar� una sequenza di istruzioni o comandi espressi in un
determinato linguaggio di programmazione.
Free Software e Open Source
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7
• libert� di studiare il funzionamento del programma per adattarlo
alle proprie necessit� (precondizione necessaria � l�accesso al
codice sorgente);
• libert� di ridistribuire copie del programma;
• libert� di migliorare il programma e distribuzione pubblica delle
modifiche apportate (anche in questo caso precondizione
necessaria � l�accesso al codice sorgente).
Un programma � software libero se l�utente ha tutte queste libert�. In
particolare, si � liberi di ridistribuire copie (con o senza modifiche, gratis o
addebitando le spese di distribuzione) a tutti ed ovunque. Essere liberi di
fare queste cose significa anche che non bisogna chiedere o pagare nessun
permesso.
Questa esigenza di libert� nel settore del software � sempre stata
sentita e per questo motivo, alla fine degli anni �80, � nata negli Stati Uniti
la Free Software Foundation, grazie all�opera di Richard Stallman,
ricercatore del Massachuttes Institute of Technology (MIT) e figura cardine
dell�intero movimento, nonch� suo grande ispiratore. La Free Software
Foundation � nata con il preciso scopo di creare e diffondere la filosofia del
software libero (inizialmente chiamato free software e attualmente open
source) e per liberare gli utilizzatori di software dalle leggi che permettono
restrizioni e vessazioni all�uso del software stesso.
Il prodotto software, secondo la FSF, deve essere visto come un
teorema di matematica o una qualsiasi teoria scientifica: forse che un
insegnante, per spiegare il teorema di Pitagora, deve pagare delle royalties
agli eredi di Pitagora? Forse che un alunno, ogni volta che utilizza lo stesso
teorema per risolvere un problema, deve pagare altrettante royalties?
E� proprio per questo motivo che la FSF assoggetta il suo software ad
una particolare licenza che si chiama GNU GPL (General Public License) la
quale, al contrario delle licenze proprie del software commerciale, non
limita la diffusione legale del software, bens� la favorisce impedendo al
tempo stesso speculazioni sul software stesso.
Software libero, standard aperti. Opportunit� o necessit� per la Pubblica Amministrazione?
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8
Questa licenza permette di mettere una copia del software in ogni
computer, a casa, a scuola o al lavoro, di prestarlo agli amici, ecc.
La stessa licenza consente a chiunque di ridistribuire o di modificare il
software (gratuitamente o a scopi di lucro), purch� tali attivit� siano rese
disponibili a tutti.
Fondamentale � specificare che il termine software libero non
significa necessariamente software gratuito: anche su questo un venditore
pu� farsi pagare, ma si deve sapere che l�utente paga il servizio, la
manutenzione, l�addestramento, ma non il software (il teorema di Pitagora).
Gratuito, di converso, non necessariamente significa libero, nel senso
che potremmo avere un software commerciale dato gratuitamente (come la
suite �StarOffice� distribuita dalla Sun
5
), ma senza sorgenti e senza la
possibilit� di �metterci su le mani�.
Il software sotto licenza GNU GPL � libero e gratuito nel senso che
per ogni programma vengono forniti i codici sorgente e vengono consentite
le modifiche (libero); per il programma e il suo codice non si deve pagare
nessuno (gratuito).
1.1.2 Oggi si chiama anche open source
Il free software � oggi noto anche come software open source ; l�Open
Source Definition precisa che questo termine non significa solamente
accesso al codice sorgente, in generale, i termini di distribuzione di un
programma open source devono rispettare i criteri seguenti:
1. Libera ridistribuzione.
La licenza non pu� limitare nessuna delle parti nella vendita o nella
fornitura di software come componente di una distribuzione di
software aggregati, contenente programmi provenienti da fonti
5
http://www.sun.com
Free Software e Open Source
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9
diverse. La licenza non pu� richiedere il pagamento di una royalty o di
diritti per tale rivendita.
2. Codice sorgente.
Il programma deve includere il codice sorgente e ne deve consentire la
distribuzione sia sotto questa forma che in modalit� compilata
6
. Nei
casi in cui un prodotto non venga distribuito con il codice sorgente,
deve esserci la possibilit�, ben pubblicata, di scaricare il codice
sorgente via Internet senza costi aggiuntivi. Il codice sorgente deve
essere la forma privilegiata con cui il programmatore modificher� il
programma. Codice sorgente deliberatamente nascosto non �
ammesso. Forme mediate, come l�output di un preprocessore, non
sono ammesse.
3. Prodotti derivati.
La licenza deve consentire l�attuazione di modifiche e di prodotti
derivati, consentendo inoltre la loro distribuzione sotto gli stessi
termini di licenza del software originale.
4. Integrit� del codice sorgente dell�autore.
La licenza pu� imporre limitazioni sulla distribuzione del codice
sorgente in forma modificata solamente se essa consente la
distribuzione di file �patch�
7
insieme al codice sorgente, con lo scopo
di modificare il programma durante l�esecuzione del �build�
8
. La
licenza deve consentire esplicitamente la distribuzione di software
6
Dal codice sorgente si ricava, attraverso l�operazione di compilazione, il programma in
forma binaria o compilata; solo in questa forma il programma pu� essere eseguito da un
elaboratore.
7
Una patch, ovvero una �pezza� � un termine usato per indicare file che servono a
correggere errori o mancanze in un programma.
8
L�esecuzione del build serve a �costruire� un programma fatto in pi� parti.
Software libero, standard aperti. Opportunit� o necessit� per la Pubblica Amministrazione?
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realizzato a partire dal codice sorgente modificato. La licenza pu�
richiedere che i prodotti derivati portino un nome o un numero di
versione diverso dal software originale.
5. Nessuna discriminazione verso singoli o gruppi.
La licenza non deve porre discriminazioni verso qualsiasi persona o
gruppo di persone.
6. Nessuna discriminazione verso campi di applicazione.
La licenza non deve porre limitazioni sull�uso del programma in un
particolare campo di applicazione. Per esempio, non pu� impedire
l�uso del programma in un�azienda o per la ricerca generica.
7. Distribuzione della licenza.
I diritti allegati al programma devono applicarsi a tutti coloro a cui
viene ridistribuito il programma, senza la necessit� di applicare una
licenza supplementare per queste parti.
8. La licenza non deve essere specifica per un prodotto.
I diritti allegati al programma non devono dipendere dal fatto che il
programma faccia parte di una distribuzione particolare. Se il
programma viene estratto da tale distribuzione e usato o distribuito nei
termini della sua licenza, tutte le parti a cui il programma viene
ridistribuito devono avere gli stessi diritti garantiti in occasione della
distribuzione originale del software.
Free Software e Open Source
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9. La licenza non deve contaminare gli altri programmi.
La licenza non deve porre limitazioni su altro software che venga
distribuito insieme con quello in licenza. Per esempio, la licenza non
deve asserire che tutti gli altri programmi distribuiti sullo stesso
supporto devono essere software open source.
Il free software � quindi software protetto da particolari licenze che
rispettano determinate propriet�. Queste sono le definizioni �tecniche� di
free software e software open source. I due termini sostanzialmente si
equivalgono, anche se il primo pone pi� l�accento sulla necessit� etica e
morale che il software sia libero, mentre l�altro � svincolato da questa
accezione e perci� pi� vicino al mondo degli affari.
Il significato ovvio di software open source �: �puoi guardare il codice
sorgente�. Questa � una espressione meno vigorosa di software libero e il
suo significato non � quello propriamente inteso dai suoi sostenitori (come
abbiamo visto la loro definizione ufficiale � molto simile a quella di
software libero).
Il principale argomento a favore dell�espressione software open source
� che il software libero pu� far sentire a disagio. Ed � vero, sostiene Richard
Stallman:
�Parlare di libert�, di problemi etici, di responsabilit� cos� come di
convenienza � chiedere di pensare a cose che potrebbero essere ignorate.
Questo pu� causare imbarazzo ed alcune persone possono rifiutare l�idea di
farlo. Questo non vuol dire che la societ� starebbe meglio se smettessimo di
parlare di questi argomenti.�
Anni fa, gli sviluppatori di software libero si accorsero di queste
reazioni di disagio e iniziarono a cercare una soluzione a questo problema.
Pensarono che mettendo in secondo piano l�etica e la libert� e parlando
piuttosto dei benefici pratici immediati di qualche software libero, sarebbero
stati in grado di vendere il software pi� efficacemente ad una determinata
utenza, in particolar modo alle aziende. Il termine open source viene offerto
Software libero, standard aperti. Opportunit� o necessit� per la Pubblica Amministrazione?
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come un modo per venderne di pi�, un modo per essere pi� accetabili dal
mercato.
Il movimento del Software Libero e quello Open Source sono come
due partiti politici all�interno della nostra comunit�, sostiene sempre
Stallman:
�All�interno del movimento Software Libero non vediamo il
movimento Open Source come un nemico. Il nemico � il software
proprietario.�
1.1.3 Caratteristiche del software proprietario
In una fiera, alla fine del 1998, dedicata al sistema operativo Linux, il
relatore di turno era un alto dirigente di un�importante azienda di software.
Era stato probabilmente invitato poich� la sua azienda aveva deciso di
�supportare� questo sistema. Sfortunatamente, la forma di �supporto�
consisteva nel rilasciare software non libero che funzionasse con il sistema
in questione; in altre parole, sostenne Stallman, �utilizzava la nostra
comunit� come un mercato e non vi contribuiva affatto�.
Sia il software libero che proprietario sono entrambi commerciali, la
differenza di fondo consiste nel fatto che il software proprietario pu� essere
solo usato, ma non conosciuto, in quanto il produttore non ne distribuisce i
codici sorgente in nessuna forma.
Il software commerciale � sviluppato da un�azienda con scopo di
lucro. Il codice sorgente non accompagna il programma, non � possibile
copiarlo o ridistribuirlo, se non dietro autorizzazione del proprietario o, in
alternativa, dietro acquisto di nuove copie. In verit�, il software
commerciale non viene di solito venduto, viene invece ceduto in licenza
d�uso, rimanendo legalmente di propriet� del produttore. Le clausole della
licenza possono essere molto rigide e prevedere altre limitazioni per
l�utilizzatore: tipicamente possono imporre un contratto di assistenza
obbligatorio oppure possono essere attenuate consentendo, ad esempio, la
Free Software e Open Source
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possibilit� di fare una copia di salvataggio. In ogni caso, il software e il suo
codice sorgente restano saldamente nelle mani del suo produttore.
A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che un normale utente di
un prodotto software non ha certo bisogno del codice sorgente per svolgere
il suo lavoro, in moltissimi casi non saprebbe nemmeno leggerlo. A prima
vista, il valore aggiunto di questa caratteristica del free software (la
disponibilit� del programma sorgente) sembra molto ridotto. A questa
obiezione, emersa nel dibattito tenutosi nel corso del Convegno
�Informatica e scuola: il fenomeno Linux
9
�, ha risposto molto bene il Prof.
Roberto Di Cosmo
10
con una interessante analogia tra il software e la teoria
scientifica:
�Nessuno conosce il modo per verificare personalmente la fondatezza
di tutte le teorie su cui � basato l�edificio delle scienze. Ma la presenza di
una comunit� scientifica ci garantisce che qualcun altro potr� farlo al posto
nostro comunicando pubblicamente, ad esempio, che l�ipotesi scientifica
secondo cui il sole gira attorno alla terra � stata verificata come falsa e che
invece risulta vera l�ipotesi che la terra gira attorno al sole. Nessun utente
finale ha dimostrato questa teoria vera, ma tutti possiamo fare affidamento
sulla comunit� scientifica che continuamente verifica le varie teorie per noi.
La verificabilit� della giustezza delle ipotesi e la ripetibilit� degli
esperimenti � il fondamento della scienza moderna: quindi il software libero
funziona meglio perch� � verificabile da una comunit� di specialisti che si
scambia pubblicamente le informazioni senza nascondersi dietro il
paravento del segreto industriale�
Anche molte teorie scientifiche sono di difficile verifica sperimentale,
tanto � vero che solo pochi specialisti hanno i mezzi per ripetere le
esperienze che ne rappresentano la base sperimentale. Nonostante ci�, la
comunit� scientifica, nel suo complesso, rappresenta una garanzia sulla
controllabilit� delle asserzioni contenute nelle teorie scientifiche. Quindi, se
9
Seminario Informatica e scuola: il fenomeno Linux, Trento, 22 e 23 febbraio 2000. Gli atti
sono reperibili al seguente indirizzo http://provincia.tn.it/istruzione/
10
Roberto Di Cosmo, Per una politica del free software in ambito scolastico,
http://provincia.tn.it/istruzione/
Software libero, standard aperti. Opportunit� o necessit� per la Pubblica Amministrazione?
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� vero che l�analisi del codice sorgente di un programma alla ricerca delle
cause di un errore � una attivit� alla portata di pochi specialisti, ci� non deve
indurre nell�errore di sottovalutare l�importanza della pubblica disponibilit�
del sorgente. Infatti, anche se pochi sono gli specialisti che sanno
effettivamente scrivere e controllare software, su scala mondiale si tratta di
un gruppo che � consistente. Grazie alla presenza di un potente strumento di
comunicazione come Internet, lo scambio di informazioni si � talmente
sviluppato da creare una comunit� internazionale di programmatori che ha
dinamiche non dissimili da quelle della comunit� scientifica.
Questa analogia tra software e teoria scientifica naturalmente non va
assolutizzata, poich� le differenze tra i due mondi sono molte: tanto per
cominciare le scienze empiriche si confrontano con la realt�, mentre il
software � una realt� virtuale chiusa in se stessa. Ci� nonostante, la chiave
di lettura offerta da questa analogia � molto stimolante e per questo molto
utilizzata, tanto � vero che spesso, negli ambienti del free software, si sente
dire che, proprio perch� gli algoritmi di programmazione sono da equiparare
alle scoperte scientifiche, � illegittima e dannosa qualsiasi forma di
limitazione al loro libero utilizzo, proprio come se si volesse imporre il
pagamento dei diritti d�autore sull�utilizzo degli algoritmi della matematica.
Il software libero sta alla scienza moderna come il software
proprietario sta al dogma: il primo � verificabile, modificabile e
condivisibile in quanto aperto e libero, il secondo � un sistema chiuso che
solo il costruttore conosce e pu� modificare nella parte essenziale.
Insomma, come quando la scienza del 1600 doveva scontrarsi con il dogma
di Aristotele, Galileo poneva l�esperienza e l�esperimento come occasione
di verifica condivisibile del fenomeno, mentre la scienza accademica
accettava solo l�autorit� del dogma.
La filosofia del software libero ha sprigionato intelligenze, creativit� e
forze produttive. Grazie soprattutto a Internet si � formata una comunit� di
sviluppatori e utilizzatori del software libero che pian piano � riuscita a
creare un nuovo modo di produzione del software, definito da E. S.
Free Software e Open Source
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15
Raymond
11
, con una metafora, stile bazaar, un po� anarchico, ma
estremamente dinamico e innovativo. Sempre seguendo la metafora di
Raymond, al suo opposto, troviamo lo stile cattedrale, proprio del software
proprietario, che deprime l�innovazione, volto a difendere posizioni di
privilegio.
Molti, parlando di questa comunit� degli sviluppatori free software,
tendono a mettere in luce alcuni aspetti che, con le parole di Paul K.
Feyerabend, si potrebbero definire come �anarchici�. Si tratta in sostanza di
un ambiente segnato da un caos creativo, dove ogni giorno nascono progetti
nuovi e altri in corso di sviluppo vengono abbandonati per mancanza di
interesse da parte degli sviluppatori.
Questa comunit� � in grado di trovare gli errori nel software e
correggerli in brevissimo tempo, cosa assolutamente impossibile per un
produttore di software proprietario che non potr� mai disporre di una cos�
vasta comunit� di sviluppatori che verifichi, gratuitamente, i suoi
programmi.
Cos� si spiega perfettamente perch� il produttore monopolista non
abbia alcun interesse a portare avanti lo sviluppo tecnologico, anzi il suo
interesse sar� quello di soffocare ed eliminare qualsiasi nuovo potenziale
concorrente innovativo si presenti nel mercato.
1.1.4 Tipologia del software
Vediamo ora come il software viene protetto giuridicamente e cosa
prevedono i vari tipi di licenze, per fare chiarezza su alcuni concetti.
Oggi il software � protetto, nella maggior parte dei paesi del mondo,
dalle varie leggi sul diritto d�autore; unica eccezione � quella che, per scelta
dell�autore, viene sottoposta ad un altro istituto, esistente anche in Italia
sotto il nome di Pubblico Dominio.
11
E. S. Raymond � il presidente dell�organizzazione �Open Source�, autore del famoso
saggio La cattedrale e il bazar, http://apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html