2
Insomma, la visione di scene cruente, l’uso della violenza
all’interno dei videogiochi, la stessa cronaca nera giornalistica non
possono da sole scatenare l’impulso criminogeno.
Bisogna capire come e perché questi fattori, uniti ad altri
rendono possibile il passaggio dal pensiero all’azione, dal proposito
all’esecuzione vera e propria del reato, magari utilizzando le stesse
modalità precedentemente apprese.
A parte alcuni casi eclatanti di influenza diretta, il potere che i
media esercitano è il più delle volte indiretto, subdolo e, perciò,
ancora più difficile da smascherare e debellare.
Cionostante è doveroso ricordare che ogni mezzo di
comunicazione è anzitutto uno strumento, un “mezzo”, appunto, che
veicola informazioni, immagini, suoni e, in quanto tale assolutamente
neutro rispetto agli effetti, positivi o negativi che può provocare. Ed è
per questo che un barlume di ottimismo compare alla fine di questo
lavoro, laddove i media sono presentati come strumenti di prevenzione
criminologica e di educazione comportamentale.
3
CAPITOLO I
MASS MEDIA: DEFINIZIONE E FUNZIONI
1.1 Problemi definitori
Tutti conosciamo e conviviamo con i mass media, ma darne una
definizione univoca è difficile, si rischia o di essere banali o di
coglierne solo alcuni aspetti. Ognuna di esse nasce in relazione a un
singolo medium, diverso nella forma e nelle funzioni
1
e, perciò, non
ha valenza onnicomprensiva.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che le diverse teorie sono lo
specchio delle ideologie che vi sono alla base e che vi si riflettono
inevitabilmente. In genere con il termine mass media si individuano
tutti quegli strumenti, elettronici e non, in grado di informare e
diffondere conoscenze non a un pubblico ristretto, ma alla massa.
1
McQuail D.,Le comunicazioni di massa, Bologna, Il Mulino, 1989, p.18
4
Volendo essere più precisi, i mezzi di comunicazione di massa,
servendosi di un supporto tecnologico realizzano forme di
comunicazione che permettono a un emittente centrale di veicolare
conoscenze verso destinatari anonimi decidendo il tempo e il
contenuto del messaggio trasmesso.( cd. Sistema a stella)(Tessarolo).
Questa definizione sicuramente valida per gli attuali mass
media, potrebbe non esserlo più per i new media,ovvero quegli
strumenti in cui il ricevente non ha un mero ruolo passivo, ma è in
grado di interagire con l’emittente
2
.
I mezzi di comunicazione di massa sono, inoltre, delle
istituzioni sociali, dotate di proprie regole e norme, sono fonte di
definizioni e immagini della realtà sociale, esprimono valori, offrono
uno spazio in cui si svolgono importanti processi culturali,
contribuiscono a fissare comportamenti tipici, individuando ruoli
sociali e ne permettono la circolazione simbolica.
I mezzi di comunicazione sono anche un’organizzazione,
un’industria in fase di crescita e cambiamento che fornisce
occupazione, beni e servizi; sono una fonte di potere, un mezzo di
2
McQuail, D., ibidem, p.19
5
controllo, di gestione e di innovazione della società, canali mediante i
quali si da direzione e impulso ai mutamenti sociali.
I mass media sono tutto questo e quant’altro serve a
comunicare. La parola chiave è, dunque, comunicazione. Dobbiamo
capire perciò cos’è, perché è fondamentale, quali sono le forme più
importanti e quali i mezzi attraverso cui si realizza. Solo così il quadro
si completa ed è possibile cogliere l’essenza rivoluzionaria dei mezzi
di comunicazione nell’attuale società.
1.2 Cosa significa comunicare?
Cartesio diceva: “Cogito, ergo sum” (penso, dunque sono), ma a
cosa serve un pensiero se non è esternato ad altri? La comunicazione,
verbale e non, è la nostra password per la società.
Tutto ciò che ci permette di interagire con gli altri è
comunicazione ed è fondamentale; non possiamo esistere come esseri
sociali se non comunicando. Senza comunicazione, l’organizzazione
6
sociale è impossibile. I modelli di comunicazione tra i membri dei vari
gruppi sono una chiave importante della struttura sociale
3
.
Secondo una recente definizione “la comunicazione è il
processo attraverso il quale gli uomini creano, mantengono e alterano
l’ordine sociale, le relazioni tra loro e la loro stessa identità”
4
.
Da essa appare chiaro quale funzione assolutamente basilare
svolge la comunicazione all’interno della vita sociale e, quanto
radicali debbano essere le conseguenze generate dalla evoluzione delle
tecnologie utilizzabili per porla in atto
5
.
A gesti, a parole, con i segnali di fumo, con i geroglifici, da
sempre l’uomo ha cercato di tramandare le proprie esperienze. Il
bisogno di comunicare nasce con l’uomo stesso, in senso storico e
anche in senso fisico: il bimbo che piange comunica alla mamma le
proprie sensazioni di fame, sete, sonno; a lei l’arduo compito di
interpretarle!
Ecco individuati, con un banale esempio gli elementi base del
processo comunicazionale: un soggetto (emittente) che trasmette un
Miller, G.A., Linguaggio e comunicazione,La Nuova Italia, Firenze, 1972, P.351
4
Cfr. Cronen V. E., Pererce W.B.,Harris L. M. “The Coordinated Meaning”,in F.E.X. Dance (ed),
Human Communication Theory, New York, 1982
5
Damascelli N., Le rivoluzioni della comunicazione, Franco Angeli, Milano,1998, p. 9
7
determinato contenuto (messaggio) ad un altro (ricevente), cui spetta il
compito di decodificarlo. Questo il modello base.
Nella realtà intervengono altri elementi a complicare il tutto. Si
passa dalla comunicazione interpersonale
6
(emittente e ricevente
privato) che può assumere tono formale o informale a seconda del tipo
di messaggio veicolato e del tipo di rapporto tra i due, fino ad arrivare
a comunicazioni assolutamente impersonali tra emittente centrale
(pubblico o privato) e ricevente indeterminato e anonimo.
Secondo altra parte della dottrina per aversi per avere un atto di
comunicazione sono essenziali almeno sei fattori: l’emittente, cioè chi
produce il messaggio, un codice, che è il sistema di riferimento in base
al quale il messaggio viene prodotto, un messaggio, che è
l’informazione trasmessa e prodotta secondo le regole del codice, un
contesto in cui il messaggio è inserito e a cui si riferisce, un canale,
cioè un mezzo fisico ambientale che rende possibile la trasmissione
del messaggio, un ricevente,colui che riceve e interpreta il messaggio
7
.
6
McQuail, D.,Le comunicazioni di massa,op. cit.,p.351
7
Ricci Bitti Pio E., Zani B., La comunicazione come processo sociale, Bologna, Il Mulino, 1983,
P. 23
8
CANALE CONTESTO
codifica decodifica
1.3 La comunicazione attraverso i secoli
E’ possibile, inoltre, tracciare gli stadi dello sviluppo della
comunicazione umana, vedere come nel corso dei secoli, l’uomo è
stato in grado di scambiare, tramandare, recuperare e diffondere
informazioni.
E’ stata elaborata una teoria delle transizioni che spiega la
storia dell’esistenza umana distinguendo fasi distintive dello sviluppo
della comunicazione umana, ciascuna delle quali di importanza
fondamentale sia per la vita individuale che collettiva. In sintesi,
ciascuna di queste fasi è individuata, rispettivamente, dall’uso
emittente messaggio ricevente
9
organizzato dei segnali, dalla parola, dalla stampa e, infine, dalla
comunicazione attraverso gli odierni mass media
8
.
La prima di queste fasi fu l’età dei segni e dei segnali, poi con
l’aumento di volume della massa celebrale e lo sviluppo della capacità
di apprendimento, si passò all’età della parola e del linguaggio con la
comparsa dell’uomo di Cro Magnon, circa 40.000 anni fa.
Il passaggio all’età della scrittura risale a soli 5.000 anni fa,
nell’antica Mesopotamia. Nel 1455, a Magonza, in Germania, Johann
Gutenberg inaugura l’era della stampa; solo all’inizio del XIX secolo,
con la comparsa dei media elettrici, come il telefono e il telegrafo e,
poi, all’inizio del XX secolo con l’invenzione e la diffusione capillare
del cinema, della radio e della televisione, siamo entrati nell’età delle
comunicazioni di massa.
Adesso ci troviamo nell’età del computer e dei new media, una
nuova tecnologia che ridefinisce le funzioni e le potenzialità di tutto il
sistema comunicativo.
E’ importante ricordare che per la teoria delle transizioni
ciascun passaggio è una fase di un processo di accumulazione e non
8
DeFleur,M.L.,Ball-Rokeach, S.J.,Teorie delle comunicazioni di massa,Bologna, Il Mulino, 1995,
p.19
10
un periodo in sé distinto e concluso
9
.Ciò significa che nel corso della
storia i sistemi di comunicazione si sono mescolati e combinati tra
loro anziché passarsi l’un l’altro le consegne.
La Scuola canadese di studi sulla comunicazione (la cosiddetta
“Medium Theory) rappresentata da Harold A. Innis e dal suo allievio
Marshall McLuhan propone una lettura della storia come storia delle
tecnologie di comunicazione.
I momenti storici che rappresentano quelle che sono state
definite le “Cinque Rivoluzioni della Comunicazione”
10
sono i
seguenti:
1. l’alfabeto: l’invenzione dell’alfabeto si iscrive come una
delle maggiori compiute dall’umanità, certamente pari all’invenzione
della ruota. Con l’alfabeto l’uomo scopre il “miracolo” di “scrivere”i
suoni: a ogni fonema (suono) corrisponde un grafema (segno),
indipendentemente dalla lingua di volta in volta usata. Il passaggio
dalla scrittura pittografia al geroglifico, al cuneiforme e infine
all’alfabeto copre un periodo di circa duemila anni;
9
DeFleur M.L.,Ball-Rokeach S.J., Teorie delle comunicazioni di massa, op.cit., p.20
10
Damascelli N., Le rivoluzioni della comunicazione, Franco Angeli, Milano, 1998, p.13
11
2. la carta: la scoperta della tecnica di fabbricazione della carta
intorno all’anno Mille favorisce la grande fioritura culturale e anche
un’attività di ricopiatura e di traduzione in arabo dei classici greci,cui
farà da pendant, in Occidente la grande scuola di traduttori di Toledo.
Si pongono le basi della futura cultura umanistica e rinascimentale;
3. la stampa: l’invenzione della stampa (fine del XV secolo)
innesca un processo che porta alla nascita del mondo moderno e
all’indiscutibile preminenza della civiltà europea su scala mondiale.
La stampa costituirà lo strumento principe per l’affermazione della
Riforma protestante e per l’affermazione degli stati nazionali.[…] La
stampa costituisce anche un potente fattore per il grande sviluppo
della scienza e della tecnica, che si ha in Europa dal 1600 in avanti,
sviluppo che è alla base della rivoluzione industriale e della borghesia;
4. l’applicazione dell’elettricità alla comunicazione: l’
invenzione del telegrafo, del telefono e, poi, della radio e della
televisione, del computer e del compact disc, consentono all’industria
di superare l’ambito del mercato locale, sfruttare le economie di scala
e acquisire le dimensioni proprie della grande industria moderna. Sul
piano politico e sociale le tecnologie di comunicazione che utilizzano
l’elettricità (e l’elettronica) portano allo sviluppo della “società di
12
massa” con le immense trasformazioni che tale fenomeno ha indotto
in campo economico, sociale e politico: infatti, grazie ai nuovi mezzi
di comunicazione, le masse vengono introdotte prepotentemente nella
vita politica, sorgono i movimenti ideologici di massa;
5. le “nuove tecnologie di comunicazione”(Ntc): esse sono
caratterizzate dal processo di integrazione tra diverse tecnologie
elettriche ed elettroniche (telefono, radio, televisione, compact
disc,World Wide Web, ecc.), i satelliti per telecomunicazione, il
computer e il conseguente istituirsi di una rete mondiale di elaboratori
elettronici intercomunicanti. Le Ntc aprono così la strada a
sconvolgenti mutamenti nella società, nel modo di fare politica,
nell’organizzazione delle imprese.
La tabella che segue illustra graficamente la rapida evoluzione
e, potremmo dire l’accelerazione, che la storia e la società hanno
subito grazie allo sviluppo delle tecnologie e dei mezzi usati per
comunicare.
13
- Tecnologie di Comunicazione – tempo di gestazione,momento dell’esplosione e tempo
che intercorre con l’esplosione di una nuova tecnologia
11
Tecnologia di
comunicazione
Tempo di
gestazione
Esplosione Tempo che
intercorre
con
l’esplosione
della
tecnologia
seguente
Alfabeto 3000 anni
(dal 3500 al
500 a. C.)
500 a.C.
(redazione del
Pentateuco[Torà];
Atene Classica)
1500 anni
Carta 200 anni
(dal 900 al
1100)
1100-1300 500 anni
Stampa 150 anni
(dal 1450 al
1600)
1600 320 anni
Elettricità 60 anni
(dal telegrafo:
1840 alla radio:
1900)
1920 servizi radio
regolati
75 anni
Nuove
Tenologie
11 anni
(dal 1957:
Sputnik; al
1965:
invenzione
dell’ipertesto,
al 1968:
Arpanet)
1995 diffusione
della rete WWW
11
Damascelli N., Le rivoluzioni della comunicazione, op. cit., p.113
14
1.4 Perché comunicare?
L’uomo è un animale parlante, un animale che ha bisogno di
comunicare per crescere
12
. Abbiamo già detto che l’uomo utilizza tutte
le forme di comunicazione per esprimersi come essere sociale; in
primo luogo il linguaggio, ma anche la mimica e tutte le posture e gli
atteggiamenti corporei esprimono i nostri pensieri e le nostre
intenzioni, forse anche meglio di come si possa fare con le forme di
comunicazione verbale.
L’attenzione degli studiosi si è spostata dalle persone che
comunicano al complessivo comportamento della comunicazione, in
cui il linguaggio si integra con gesti, movimento del viso, contatti,
distanza interpersonale,e così via
13
.
Considerando che ben il 65% di tutta la comunicazione umana
viene trasmessa non verbalmente, non stupisce il crescente interesse
verso questo tipo di ricerche.
12
Ferrarotti F., Mass media e società di massa, Bari, Laterza, 1992, p.75
13
Mastronardi V., Le strategie della comunicazione umana, Milano, Franco Angeli, 1998, p.150
15
Passando, ora, ai motivi per cui si innesta il processo
comunicazionale, Muller
14
sostiene che ci sono quattro ragioni alla
base della comunicazione sociale: 1) accrescere l’uniformità
dell’informazione 2) accrescere l’uniformità dell’opinione 3)cambiare
la propria posizione nel gruppo 4) esprimere emozioni.
Secondo altri
15
la comunicazione svolgerebbe le seguenti
funzioni: a) referenziale b) interpersonale c) auto e eteroregolazione,
cioè di controllo d) coordinazione delle sequenze interattive e)
metacomunicazione.
Le diverse funzioni si sommano tra loro, perché è vero che lo
scopo primario è quello referenziale, ossia informare l’interlocutore su
un determinato messaggio, ma è importante anche il modo in cui tale
messaggio viene trasmesso, le emozioni trasmesse e il controllo di noi
stessi per salvaguardare l’immagine che diamo agli altri.
14
Muller G.A., Linguaggio e comunicazione, La Nuova Italia, Firenze, 1972, p.358
15
Ricci Bitti Pio E., Zani B., La comunicazione come processo sociale, Bologna, Il Mulino, 1983,
p.54