Abstract
L’essere umano ` e parte (e non al di sopra) del regno animale. Ci` o riguarda anche l’emozio-
ne, come pure ricorda il titolo, tributo al lavoro di Charles Darwin, in particolare l’Origine delle
Specie (1859) e L’Espressione (1872). Le famiglie emotive (i.e. insieme di stati di breve durata che
condividono pa ern neuro-vegetativi, espressioni e reazioni comportamentali e che sono volti a
rispondere a particolari macro-categorie di input) potrebbero essere cara erizzate da una certa
diversi cazione e variet ` a inter-specie (ipotesi della divergenza emotiva). In termini logenetici,
l’utilit` a spiega la funzione, ma la causa dipende da forze (i.e. selezione naturale, accoppiamento
non casuale, deriva genetica, mutazione e migrazione) e vincoli (e.g. co-esistenza nell’organismo
di diverse stru ure) che plasmano l’evoluzione. L’emozione ` e un processo stocastico o aleato-
rio, ovvero avviato da input (elicitor) di di erenti tipologie (e.g. gli stimoli chiave, ovvero aspe i
limitati dell’ambiente), composto da elementi (pre-a ivazione coordinata, espressione ed espe-
rienza) che ne rivelano le funzioni principali (coordinamento, comunicazione e informazione) e
che produce e e i coordinati sui sistemi che compongono l’organismo (e.g. percezione e a en-
zione, apprendimento e memoria, obie ivi e priorit ` a, risposte comportamentali complesse). Il
modello integrato sopra descri o viene “testato” su tre famiglie emotive (paura, rabbia e gioia) e
su altre anti stimoli chiave come possibili elicitor ( Paura del Serpente, Stimolo Zeigarnik, Facelike
Pa ern ). Anche se restano alcuni aspe i da chiarire (e.g. specializzazione emisferica e ontoge-
nesi), un approccio integrato potrebbe perme ere di capire perch´ e e quando si avvia il processo
emotivo e, di conseguenza, migliorare protocolli di ricerca, tra amenti clinici, benessere delle
persone e qualit` a delle interazioni (anche con gli altri animali).
Introduzione
“Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.”
Mahatma Gandhi
Il paradosso dell’asino di Buridano pone uno sfortunato asino, a amato e assetato, di fronte
a due secchi, uno d’acqua e uno di eno. Nella storia, l’asino non sa scegliere, resta fermo e,
pertanto, fa una bru a ne.
A parte le implicazioni loso che, nella vita reale l’asinello non avrebbe problemi a sceglie-
re, neanche se, mentre beve o mangia, percepisce la presenza di un nemico: in tal caso, senza
pensarci, scapperebbe via. Resterebbe assetato e a amato, certo, ma pur sempre vivo.
L’asino ci perme e di usare un pratico espediente per a rontare alcune questioni ancora
aperte riguardo l’emozione.
Purtroppo, la conoscenza del processo emotivo ` e incompleta. Spesso viene data poca impor-
tanza a elementi chiave degli studi scienti ci quali, ad esempio, le de nizioni dei costru i (e.g.
ancora oggi si usano termini come emozione, sentimento e umore come sinonimi) e degli ante-
cedenti dell’emozione (e.g. la “scintilla” che innesca l’emozione ` e solo appresa o anche innata?):
ci` o non pu` o non avere un impa o sulla ricerca.
Pertanto, il presente lavoro ha lo scopo di evidenziare al tempo stesso la continuit` a loge-
netica e la speci cit ` a del processo emotivo nei di erenti taxa e propone l’ipotesi che esista una
categoria speciale di elicitor (i.e. le “scintille” di cui sopra) dell’emozione, ovvero gli stimoli chia-
ve (i.e. stimoli che gli animali riconoscono grazie a poche cara eristiche salienti). L’uso della
parola “origini” ( logenetiche e come input che avviano il processo emotivo) nel titolo vuole,
tra l’altro, essere un tributo al lavoro di Charles Darwin, mescolando i titoli di On the Origin
of Species (1859) e e Expression of the Emotions in Man and Animals (1872, alle volte indicato
semplicemente come L’Espressione) e “altri” serve a ricordare che gli esseri umani fanno parte (e
non sono al di sopra) del regno animale.
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LE ORIGINI DELL’EMOZIONE
Nel Capitolo I si cerca di chiarire alcuni principi evolutivi (spesso ogge o di equivoco in
psicologia), sono presentati sinteticamente alcuni dei sistemi neurobiologici con cui il processo
emotivo interagisce nonch` e le prospe ive storiche di studio dell’emozione.
Il Capitolo II ` e dedicato alle origini dell’emozione in termini logenetici e processuali (elicitor,
elementi costituenti e outcome del processo emotivo).
Nel Capitolo III ` e descri o il passaggio dal conce o di emozione singola a quello di fa-
miglia emotiva, necessario per chiarire alcune delle ambiguit` a descri e in precedenza. Sono
approfondite tre famiglie: paura, rabbia e gioia.
Il Capitolo IV propone tre esempi di possibili elicitor dell’emozione appartenenti alla categoria
degli stimoli chiave, uno per ciascuna delle tre famiglie descri e nel capitolo precedente.
Nel Capitolo V si cerca di trarre le conclusioni, individuare i problemi aperti e i possibili
indirizzi per la ricerca futura.
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Capitolo I
Principi e Riferimenti Teorici
1 (Mis)concezioni sull’Evoluzione
Si fa spesso appello al processo evolutivo per spiegare a posteriori la presupposta e cacia di
stru ure e processi, quasi che l’evoluzione fosse infallibile, sempre in grado di produrre la so-
luzione migliore a qualsivoglia problema. Siccome tali presupposti sono fuorvianti, occorre fare
chiarezza su alcuni conce i.
Stingo (2016) [225] de nisce l’ evoluzione come un “processo di trasformazione di cara eri-
stiche ereditabili tra generazioni successive” (pag. 826). Si tra a di un processo con una certa
tendenza ad utilizzare stru ure esistenti per nuovi scopi, spesso de ato dall’opportunismo.
Un altro conce o importante ` e quello di successo evolutivo (o tness , cfr. Stingo, 2016 [225],
pag. 26). Secondo Manning e Dawkins (1998/2015) [146] “In termini evolutivi, avere “successo”
signi ca generare prole in grado a sua volta di riprodursi; il successo individuale, d’altra parte,
` e breve ed e mero” (pag. 439). Ne consegue che la sopravvivenza del singolo non ` e, per se,
centrale dal punto di vista evolutivo: ci` o che conta ` e che l’animale possa sopravvivere abbastanza
da riprodursi e generare prole che sia in grado di fare altre anto. Il successo evolutivo viene
conseguito a raverso diverse strategie come, ad esempio l’ eterocronia, ovvero la variazione di
velocit` a, durata o inizio dello sviluppo di un individuo rispe o ai suoi predecessori (cfr. Stingo,
2016 [225], pag. 32).
La peramorfosi consiste in accelerazione, ipermorfosi e anticipazione dello sviluppo (cfr.
Stingo, 2016 [225], pagg. 32-33). In questo caso, il successo evolutivo si fonda sulla rapida ri-
produzione degli organismi. Maturazione precoce signi ca maggiori possibilit ` a di testare nuove
combinazioni morfologiche in un periodio di tempo limitato, ma anche una minore “armoniz-
zazione” con l’ambiente. Si tra a di una strategia particolarmente ada a a condizioni instabili
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LE ORIGINI DELL’EMOZIONE
dove, quindi, la sudde a armonizzazione ambientale non ` e necessariamente un vantaggio (cfr.
Gould, 1977/2013 [98], pagg. 273-306).
Invece, la pedomorfosi consiste in un ritardo della maturazione che avviene a raverso ipo-
morfosi, regressione e neotenia (cfr. Stingo, 2016 [225], pagg. 32-33), quest’ultima ado ata anche
dagli esseri umani. Non ` e una dilazione in termini assoluti (cfr. Gould, 1977/2013 [98], pagg.
306-307). Ad esempio, negli esseri umani la maturazione sessuale ` e pi` u rapida di quella cere-
brale. La strategia neotenica richiede un maggior dispendio di energie per perme ere alla prole
di raggiungere l’et` a adulta ma, al tempo stesso, perme e agli individui un lento e progressivo
ada amento al proprio ambiente (cfr. Morris, 1967/2014 [167], pagg. 35-67).
L’evoluzione ` e un processo determinato dall’alterazione del materiale genetico che chiama
in causa diversi fa ori (e.g. forze e vincoli). Nel tentativo di spiegare l’origine e le funzioni di un
sistema, occorre innanzitu o tenere presente che utilit` a e causa sono due concetti diversi (e.g.
identi care quanto un arto o un organo sensoriale siano utili non signi ca spiegarne l’origine)
e che, spesso, i dati che si possiedono sono parziali, quindi gli alberi logenetici certi sono
rari (cfr. Stingo, 2016 [225], pagg. 752-753). Per i sudde i motivi, risulta necessario ado are un
approccio multi-deterministico nel tentativo di delineare gli eventi ed i fenomeni che hanno
plasmato l’emozione negli esseri umani.
Forze evolutive. Le forze che in uenzano il processo evolutivo sono (cfr. Stingo, 2016 [225],
pagg. 26-33): la selezione naturale (i.e. l’ambiente favorisce la persistenza di alcune varian-
ti), l’accoppiamento non casuale
1
(i.e. i membri di una popolazione che hanno pi` u successo
riprodu ivo trasme ono in misura maggiore i loro cara eri), la deriva genetica (e.g. quando,
a causa di eventi casuali come gli incendi, sopravvive solo una parte dei membri di una popo-
lazione), la mutazione (e.g. errori di duplicazione del DNA) e la migrazione (e.g. lo scambio
migratorio fra due popolazioni tende a mischiarne il pool genetico).
Vincoli evolutivi. Sono i fa ori che limitano il processo di ada amento. Ad esempio, ogni or-
ganismo ha una sua stru ura (diversi sistemi che devono co-esistere), ` e costre o costantemente a
confrontarsi con vari problemi (predazione, accoppiamento, e cos` ı via) che possono anche essere
in con i o tra loro (e.g. un piumaggio appariscente pu ` o favorire l’accoppiamento, ma anche il
rilevamento da parte dei predatori). Le variazioni che producono risposte ada ive vengono, al
ne o degli eventi (e.g. incendi, terremoti), premiate (cfr. Stingo, 2016 [225], pagg. 26-33).
1
Darwin si riferiva all’accoppiamento non casuale con il termine selezione sessuale.
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