non compie una netta distinzione tra norme che regolano i rapporti
uomo - Dio e norme che regolano i rapporti uomo - uomo: sono
considerate entrambe norme giuridiche e solamente negli ultimi
secoli si è sviluppato l'uso di chiamare "Halachà" quell'insieme di
norme assimilabili alle materie considerate giuridiche nel mondo
occidentale.
Comunque non si deve trascurare che l'analogia occupa un posto di
primaria importanza nell'interpretazione di tutte le norme, anche
quelle di natura penale, fatto eccezionale o espressamente vietato
dai diritti moderni, ma che si può ritrovare richiamato nel Diritto
Canonico.
La comparazione può continuare osservando come in entrambi
questi diritti l'offesa contro l'uomo si rifletta in offesa contro Dio, in
quanto sorgente di quell'obbligo, traendo da ciò il suo avere forza di
legge.
Oggi, si può notare come nella legislazione del parlamento israeliano
(Knesset) viene usato il termine "din Torah" (letteralmente "decisione
della Torah”) per far riferimento a quella parte, il diritto della persona,
recepita nel corpus di leggi dello stato di Israele. E' però
fondamentale tenere separato il diritto ebraico, di cui fanno parte le
norme riguardanti matrimonio e divorzio valide per tutti i circoncisi,
dal diritto israeliano, che è norma statale così come è stato stabilito,
dopo la fine del protettorato inglese, dai suoi organi democratici,
spesso indipendentemente od addirittura in contrasto con la
tradizione giuridica ebraica (Torah,Talmud, Mishnà).
Per diritto ebraico si considera principalmente il contenuto del
Pentateuco (Torah = insegnamento); gli studiosi di questo diritto si
occupano della sua evoluzione volta a venire incontro alle nuove
necessità sorte col trascorrere dei secoli.
Anche in questo caso vi sono precetti di ordine strettamente giuridico
ed altri più generali: il popolo ebraico deve da sempre osservare i
613 precetti di fare o non fare contenuti nella Torah; ma si dice
anche che, essendo improbabile che questi vengano osservati per
intero da un singolo per tutta la sua vita senza mai trasgredirvi, sia la
somma della dedizione dei singoli ebrei a rendere la comunità nel
suo complesso osservante di tutti i precetti. Inoltre, secondo
l'interpretazione talmudica, nella Torah sono contenuti anche i
cosiddetti sette precetti noachidi , dati cioè da Dio ad Adamo e Noè e
che per ciò devono essere osservati da tutta l'umanità.
Questi sono:
1°) obbligo di stabilire dei tribunali
2°) divieto di blasfemia
3°) divieto di idolatria
4°) divieto di uccidere il prossimo
5°) divieto di furto e rapina
6°) divieto di immoralità sessuale
7°) divieto di mangiare un arto tratto da animale vivo
2
Lo studio completo del diritto biblico deve comprendere le fonti, le
persone e la famiglia, le successioni, le "res", le obbligazioni,
l'amministrazione della giustizia ed il governo centrale.
Il diritto moderno, che è ciò di cui ci occuperemo ora, si è sviluppato
soprattutto attraverso i "responsa" (Teshuvot): questi sono le
decisioni prese per dirimere questioni pratiche, venutesi a creare in
particolar modo nei rapporti tra comunità ebraiche e stati sovrani,
durante la diaspora e le persecuzioni della seconda guerra mondiale,
o fra i singoli. Il presente elaborato si occuperà in particolare di una
di queste questioni pratiche e cioè dei precetti, che il diritto ebraico
prevede nel caso di matrimonio e nel caso di divorzio; per
completezza bisogna subito rilevare le grandi diversità ideologiche e
sostanziali che lo dividono dal diritto canonico e come queste
finiscano nella pratica per intralciare, quando non impedire,
2
Toseftà, Avoda Zhara 8, 4; Talmud babilonese, Sanhedrin, 56a
l’interscambio tra queste due culture. Prima fra queste la diversità
strutturale, che vede il diritto canonico rimpicciolire rispetto alla
completezza e soprattutto alla praticità del diritto ebraico, il quale
proprio grazie alla sua peculiare impostazione è in grado di
rinnovarsi, dando risposte sempre pronte ai nuovi quesiti che pone la
vita moderna: ritengo si possa dire che la sua forza stia proprio nella
capacità di un’analisi costante dei testi, alla luce di quelle che sono le
necessità pratiche. Di conseguenza, anche se da tempo l’uso
quotidiano del diritto ebraico è limitato al diritto della persona, esso
rimane sempre pronto a esprimere pareri utili e di immediata efficacia
anche al di fuori di questo campo (bioetica, medicina, ecc.). Credo
che, di contro, il diritto canonico si trovi in una posizione di inferiorità
storica, poiché non è mai stato in grado di essere il diritto del popolo
cristiano prima e cattolico poi, limitandosi tutt’al più ad essere il diritto
dei suoi ministri. Questo perché non è esistito uno stato in cui il diritto
canonico abbia rappresentato l’unico diritto di fonte divina vigente
“erga omnes”.
Tornando più strettamente al diritto delle persone, evidenziamo
subito quale è la differenza sostanziale tra disciplina del matrimonio
canonico ed ebraico: primo e più importante fatto, il matrimonio
canonico è un sacramento ed è per ciò considerato indissolubile,
tranne che nel caso in cui sia venuta a mancare la consumazione e
nei casi in cui sia stato contratto con vizi relativi al consenso ed alla
forma, mentre quello ebraico è un atto di diritto civile consacrato e
benedetto da un rabbino, che prevede possibilità di divorzio, per
varie motivazioni, assimilabili a quelle richieste dal diritto italiano. Nel
diritto ebraico, infatti, sono previste tutta una serie di regole pratiche
per il matrimonio, riguardanti la dote e la definizione di altre questioni
pratiche, che trovano in parte giustificazione nell’atto speculare del
divorzio e che comunque vanno ben oltre la pura e semplice liturgia.
CAPITOLO PRIMO
I PRELIMINARI E LA CELEBRAZIONE DEL MATRIMONIO
1.1 - Gli atti preliminari al matrimonio
1.1.1 - I Tena im
Una volta che la coppia ha deciso di sposarsi, il
primo passo Ł quello di organizzare un incontro tra
i rispettivi genitori.
La tradizione ebraica considera questa una fase
molto significativa per ottenere l assenso al
matrimonio delle proprie famiglie. Nel caso che i
genitori, tuttavia, facessero obiezione alla scelta
del partner, il diritto ebraico permette che un
uomo ed una donna si sposino ugualmente, nonostante
il parere contrario della famiglia. Poi la coppia
ne dar annuncio agli amici ed ai parenti.
Il Talmud cita ad esempio Rachele che spos Rabbi
Akiva contro il parere di suo padre
3
.
Secondo le usanze l uomo dona alla donna un regalo
di fidanzamento, e nelle comunit dell est questo Ł
solitamente un anello con diamante. In passato era
usanza che l uomo fornisse una dote in gioielli
alla sua futura moglie
4
: non Ł questo, comunque, un
atto obbligatorio, ma solamente facoltativo.
Secondo la tradizione Ł preferibile che l anello
sia dato in privato, per evitare che la presenza di
testimoni assimili questo all atto fondamentale del
matrimonio, rendendo cos necessario l uso del
get
5
.
In alcune comunit ortodosse, il fidanzamento Ł
formalizzato dalla firma delle Condizioni di
Fidanzamento, denominate appunto Tena im. Questo
rito si compie durante un ricevimento a cui
partecipano le due famiglie, i parenti stretti, e
3
Rema su Shulchan Arukh, Yoreh De ah 240, 25; Sefer Chasidim
561; Ketubbot 62b.
4
Rashbam su Bava Batra 145a.
5
Shulchan Arukh, Even HaEzer 45,1.
gli amici della coppia. E prevosta, inoltre, una
cerimonia formale per la firma del contratto di
fidanzamento, nel quale si stabilisce la data del
matrimonio ed altri particolari dettagli, tra cui
ad esempio il luogo di giurisdizione del
matrimonio, gli impegni finanziari che i genitori
si prenderanno nei confronti dei coniugi, ed altro
ancora. Il contratto contiene anche una clausola
penale, da usarsi in caso di inadempienza dei
contraenti.
Normalmente questo contratto Ł scritto da un
rabbino che, dopo la firma, lo legge ad alta voce e
ne consegna una copia ad entrambi
6
.
La festa viene celebrata con canti e discorsi fatti da rabbini in cui
vengono sottolineati i tratti caratteristici degli sposi cosicchè tutti i
presenti possano conoscere la novella coppia.
In alcune comunit aschenazite, v Ł anche l uso di
rompere un piatto in due parti, per portare fortuna
agli sposi; in alcuni casi, poi, pezzi di questo
6
Otzar Hagheonim 50, 6.
piatto vengono regalati alle amiche nubili della
sposa.
La rottura dei tena im Ł considerata un azione
gravissima, tanto grave da spingere il Gaon di
Vilna (1720-1797) a sostenere che sia meglio
scrivere un get piuttosto che rompere un patto di
fidanzamento.
Oggigiorno, proprio a causa delle gravi
implicazioni relative alla stesura di un documento
di tena im, questa usanza sta andando lentamente in
disuso.
Ci nonostante, Ł sempre possibile compiere una
cerimonia di fidanzamento, anche senza
sottoscrivere un documento di tena im : anche in
questa situazione la cerimonia conserva tutti i
suoi significati di promessa solenne, e in caso di
rottura del patto sar un tribunale a decidere
l entit del risarcimento dovuto alla parte
abbandonata, tenuto conto del danno morale e di
quello di immagine sofferto
7
.
7
Shulchan Arukh, Even HaEzer 50, 3-4; Ba er Heitev 15.
1.1.2 - La ketubb h
La ketubbàh è un documento che riporta gli obblighi finanziari assunti
dal marito nei confronti della moglie in occasione ed in costanza del
loro matrimonio: oneri questi che derivano dalla legge ebraica.
All epoca del Talmud presso alcune comunit non si
considerava necessario redigere la ketubb h,
confidando nel fatto che gli impegni come s Ł
detto sono in ogni caso imposti dalla legge
8
;in
seguito, tuttavia, la halakh h stabil che tali
effetti dovessero essere sempre messi per iscritto
a mezzo di una ketubb h , sino a stabilire il
divieto di coabitazione tra marito e moglie nel
periodo di vacanza precedente la consegna della
medesima nelle mani della sposa
9
. I futuri sposi,
dunque, possono coabitare solamente dopo il
matrimonio, e la ketubb h deve essere pronta per
essere consegnata alla sposa quando vengono
recitate le benedizioni nel fidanzamento (binkhot
8
Ketubbot 16b
9
Maimonide, Yad, Ishut 10, 7; Shulchan Arukh, Even HaEzer
66, 1.
ha-erusin), oppure prima che vengano recitate le
benedizioni matrimoniali (binkhot ha-nissu in).
Oggi, ormai, si pu dire che tutte le comunit
celebrino nello stesso tempo le due cerimonie di
Kiddushin nissu in , tanto che Ł sufficiente che
l atto sia pronto prima della cerimonia stessa; il
rito prevede che la ketubb h sia letta dallo sposo
e dai testimoni ed infine firmata in calce
10
.
La ketubb h fu istituita con lo scopo di proteggere
la donna
11
, rendendo all uomo molto oneroso e
complicato divorziare; difatti questo contratto
obbliga il marito a pagarle una forte somma,
normalmente superiore a ci che sarebbe spettato
alla donna secondo la legge, in caso di divorzio.
Essendo questo il fine ultimo della ketubb h,
alcuni studiosi sono dell opinione che a partire
dal cherem di Rabbenu Gershom, che proib il
divorzio dalla propria moglie contro il suo volere,
l oggetto stesso della tutela Ł venuto a mancare.
10
Vedi A. A. Rodner, Mishpetei Ishut, 179 f.
11
Ketubbot 11a; Yevamot 89a.
Si Ł anche detto che per analogia con Ketubbot
54a non c Ł piø nessun motivo perchØ si debba
scrivere una ketubb h .
Ci nonostante Ł sopravvissuta la halakh h, secondo
la quale questo documento deve essere scritto
12
.
L ammontare specificato nel documento Ł
rappresentato dalla somma minima prevista per legge
e dai suoi incrementi, e dalla dote e dai suoi
incrementi, il cui totale spetta alla moglie in
caso di divorzio o di morte del marito
13
.
Questo minimo che il marito deve alla moglie nei
casi previsti, secondo gli studiosi della Tor h, Ł
contemplato nel Pentateuco
14
,malahalakh h
prevede che l istituzione della ketubb h sia una
norma rabbinica
15
. La cifra minima, come riportata
dal Talmud, era di 200 zuz in caso di una vergine e
di 100 zuz in tutti gli altri casi
16
.
12
Rema su Even HaEzer 66, 3.
13
Shulchan Arukh, Even HaEzer 93, 1.
14
Es. 22, 15-16.
15
Yad, Ishut 10, 7.
16
Ketubbot 10b; Shulchan Arukh, Even HaEzer 66, 6.
Sino a che si sono seguiti in tutto ci gli usi
locali, il minimo per la ketubb h era fissato
secondo i costumi ed il tipo di valuta ivi
corrente
17
.
Perci le autorit , per salvaguardare l onore ed i
diritti della donna, condannano la coabitazione
come fosse prostituzione, se la somma fissata Ł
inferiore al minimo previsto dalla ketubb h ose
addirittura questo atto viene a mancare
18
. L unico
caso in cui il marito Ł autorizzato a fare a meno
di questo documento si ha quando la moglie vi
rinunci spontaneamente, secondo quanto previsto
dalle norme vigenti.
Se lo desidera, il marito pu aggiungere un
incremento al minimo fin qui considerato,
conosciuto come tosefet ketubb h.
17
Shulchan Arukh, Even HaEzer 66, 6; Ketubbot 66 b; Yad,
Ishut 23, 12.
18
Ketubbot 51a.