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INTRODUZIONE
Da un punto di vista economico-industriale, l’epoca che stiamo vivendo, è identificata
come Quarta Rivoluzione Industriale o Industria 4.0. Se da un lato i concetti chiave
collegati a questo fenomeno sono ormai stati ampiamente dibattuti dai media specializzati,
dai tecnocrati e dagli imprenditori più innovativi, dall’altro essi risultano ancora poco
conosciuti dalla massa della popolazione e dalla gente comune.
Il mero fatto di non conoscere da un punto di vista teorico le tecnologie alla base della
Quarta Rivoluzione Industriale di per sé non rappresenterebbe nemmeno il problema
principale. Il problema vero è la mancanza di consapevolezza degli impatti che le
tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale stanno avendo ma soprattutto avranno in
futuro sul mercato del lavoro, sull’occupazione, sulle competenze richieste dalle imprese e
in generale sull’economia e sulla vita delle persone. Emerge anche che questa
inconsapevolezza non si limita al singolo cittadino ma si estende anche a molte istituzioni,
soprattutto se si parla di sistemi di formazione e istruzione.
Secondo diversi economisti la Quarta Rivoluzione Industriale porterà a delle
conseguenze negative e ingenti al mercato del lavoro. In molte economie sviluppate si son
manifestati già oggi segnali di insofferenza nel mercato del lavoro: la diminuzione delle
retribuzioni, l’aumento della disoccupazione, il ristagno del numero di assunzioni post-
recessione, l’aumento della disuguaglianza salariale, reddito mediano sempre più basso
ecc… L’impatto su tutti questi parametri deve essere analizzato in maniera approfondita
prima di poter raggiungere facili conclusioni e puntare il dito sulla Quarta Rivoluzione
Industriale e sulle tecnologie ad essa collegate. Non è questo il momento per arrivare a
formulare tali conclusioni però, ciò che è certo, è che molti economisti, al di la delle
motivazioni riconducibili ai cicli economici, alla difficoltà di superare completamente gli
strascichi della Grande Recessione del 2008 e al di là delle problematiche strutturali dei
singoli paesi, individuano l’agente scatenante di questa insofferenza economica
nell’avvento della Quarta Rivoluzione Industriale, le cui origini risalgono, secondo gli
storici economici, al 2011 a seguito della contestuale accelerazione dell’innovazione
tecnologica e dei crescenti tassi di investimento in robot e software.
È come se indirettamente il progresso tecnico fosse accusato da molti economisti di
essere la causa dei problemi della società e soprattutto del mercato del lavoro. Per costoro
molti lavoratori rischiano di essere spiazzati dall’avvento della robotica, dagli sviluppi
dell’intelligenza artificiale, dall’Internet of Things, dai Big Data e da tutte le tecnologie
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collegate all’industria 4.0. Il mercato del lavoro richiederà nuove competenze che non
troveranno riscontro in quote sempre più ampie della popolazione lavorativa. Oltretutto il
fenomeno, sembrerebbe poter estendersi anche a lavori che richiedono un certo grado di
qualifica. Vedremo però che questa preoccupazione però è sempre sussistita dinnanzi a un
grande cambiamento tecnologico.
La disoccupazione tecnologica, tanto invocata da Keynes, sembra acquisire oggi sempre
più nuova linfa vitale. Diventa auspicabile chiedersi che ruolo può avere l’uomo all’interno
di questo scenario, rappresentato da diversi economisti come “apocalittico”, soprattutto in
termini di occupazione, salario e disuguaglianze? L’uomo sarà schiacciato dalle macchine
oppure riuscirà a adeguarsi ad esse e a sfruttarle per raggiungere nuovi livelli di
produttività?
Sarà compito di questo elaborato cercare di rispondere a tali domande, ma prima di fare
ciò sarà indispensabile inquadrare le dimensioni del fenomeno: c’è chi pensa che queste
preoccupazioni siano infondate e chi invece le sostiene fermamente preannunciando la fine
del sistema capitalistico e possibile causa di forti crisi socio-economiche.
Si cercherà, pertanto, di analizzare i diversi punti di vista in letteratura per capire dalle
evidenze empiriche qual è lo scenario futuro più attendibile e ragionevole. Tuttavia,
effettuare previsioni non è mai facile, soprattutto in un contesto ancora non delineato come
questo. Pertanto, si cercherà di delineare da un lato le capacità che, quanto meno nel breve
periodo, differenzieranno nettamente l’uomo dalle macchine e dall’altro le competenze che
bisognerà sviluppare per rimanere al passo con le macchine e in un contesto lavorativo in
rapida evoluzione come mai prima d’ora.
Verrà delineata infine, l’importanza che riveste l’istruzione nel “forgiare” individui
creativi e rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro. Nello specifico, si evidenzierà
come il sistema istruttivo tradizionale si sia rivelato stantio nel corso del tempo e di come
questo presenti notevoli margini di miglioramento.
Questo elaborato in sintesi affronterà il tema relativo al rapporto uomo-macchina
nell’epoca della Quarta Rivoluzione Industriale, gli impatti dell’automazione sul mercato
del lavoro e le azioni da intraprendere per adattarsi a questa nuova era lavorativa. È
innegabile che trattasi di una tematica di grande rilevanza nell’economia in avvenire, anche
per via dell’impatto che i fenomeni collegati alla Quarta Rivoluzione Industriale
potrebbero avere per le società tutta e per l’uomo, sia direttamente che indirettamente.
La questione cruciale sarà capire la forza di impatto del fenomeno in oggetto e
soprattutto individuare le raccomandazioni e gli obiettivi di policy per cavalcare, anziché
contrastare, l’onda della Quarta Rivoluzione Industriale. Contrastare il propagarsi della
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Quarta Rivoluzione Industriale potrebbe significare il precludersi della possibilità di
attingere a notevoli opportunità di crescita economica per la singola società e per i singoli
individui.
Al di là dell’utilità di conoscere le strategie d’azione che l’uomo e i le istituzioni
possono implementare nel processo di adattamento alla Quarta Rivoluzione Industriale, la
scelta di voler trattare il rapporto uomo-macchina nell’industria 4.0 è derivata anche dalla
curiosità di conoscere cosa ci riserverà il futuro del lavoro. Fin dall’inizio le domande a cui
voler dare una risposta con questo elaborato sono state molteplici. Spesso anche un po’
troppo ambiziose. Il fatto è che nemmeno in letteratura c’è una visione unanime. Questo
porterebbe alla conclusione che nessuno può conoscere con esattezza il futuro del lavoro
ma non significa che non valga la pena affrontare la tematica.
Per farlo è stato indispensabile consultare la letteratura degli autori più rilevanti e
autorevoli che si sono occupati di studiare il rapporto uomo/lavoro-macchine in ambito
internazionale, talvolta contrapponendo i diversi punti di vista, al fine poi di elaborare un
punto di vista proprio in rivisitazione della letteratura esistente e un’immagine prospettica
per cercare di fornire possibili strategie di adattamento all’era dei robot. Si è agito
adottando un approccio macroscopico al fenomeno, senza addentrarsi nelle normative
sull’industria 4.0 dei vari paesi.
Il primo capitolo dell’elaborato è denominato “Il lavoro nell’industria 4.0”. In questa
prima parte, dopo aver presentato una breve tassonomia delle tecnologie della Quarta
Rivoluzione Industriale, si è voluto fare un breve resoconto della situazione attuale del
mondo del lavoro nell’epoca dei robot: cosa è già cambiato, cosa sta cambiando, quali sono
i più evidenti trend sull’influenza delle tecnologie sul mercato del lavoro. Questo però non
solo in un ottica presente ma anche previsionale futura.
Ottica futura che verrà trattata ampiamente nel secondo capitolo dell’elaborato. Questa
parte evidenzierà uno scenario diviso tra chi vede un futuro roseo per tutti i parametri
qualitativi e quantitativi del mercato del lavoro e chi vede uno scenario futuro
preoccupante e di significativi cambiamenti. Questa carrellata di proiezioni, evidenze, studi
e indagini servirà per giungere a delle conclusioni e per fornire una sintesi delle evidenze
mostrate, intrecciando le molteplici evidenze tra loro al fine di avvicinarsi ad una propria
interpretazione, frutto del confronto tra i tecno pessimisti e i tecno ottimisti.
Questa interpretazione lascia spazio a margini di preoccupazione e spingerà la
discussione, nel terzo capitolo, denominata “Come adattarsi al cambiamento”. In questo
terzo capitolo, ci si pone l’obiettivo di dimostrare che nei fatti la tecnologia non è che il
risultato dell’uomo e non deve prevalere sull’uomo, ma lo deve completare e potenziare. In
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tal contesto verranno presentate le abilità che differenziano maggiormente l’uomo dalla
macchina e infine verrà evidenziata la necessità di un cambiamento culturale e nei sistemi
formativi. In questo senso, la creatività e lo sviluppo di un’istruzione che stimoli tale
creatività assumerà, come vedremo, un ruolo fondamentale.
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CAPITOLO I
IL LA VORO NELL’INDUSTRIA 4.0
1.1 LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
La locuzione “Quarta Rivoluzione Industriale” e “Industria 4.0” sono pressoché
identiche ed hanno origini nel 2011 in Germania, nell’occasione in cui il governo tedesco
utilizzò proprio tali locuzioni per indicare la strategia innovatrice del paese, volta all’
implementazione delle tecnologie più recenti all’industria manifatturiera (Freddi, 2017,
p.25). Ma la Quarta Rivoluzione Industriale non si limita all’industria e a differenza delle
precedenti incorpora una molteplicità di tecnologie, talvolta molto diverse e talvolta tra
loro combinate, accomunate solo dall’alto tasso di innovatività. Tant’è che risulta difficile
anche solo fare una lista esaustiva di tutte le tecnologie della Quarta Rivoluzione
Industriale. Pertanto si fornirà solamente una descrizione delle principali e solamente ai
fini di facilitare la comprensione dell’elaborato. In particolare, le tecnologie principali
della Quarta Rivoluzione Industriale, prendendo spunto dalla classificazione del World
Government Summit sui megatrend fino al 2071 (World Government Summit, 2018, p. 76,
77), sono le seguenti:
• Internet of Things. L’internet delle cose consiste nella possibilità di collegare ad
internet qualsiasi oggetto fisico e comunicare con altri oggetti, trasmettendo
informazioni e dati che verranno utilizzati da persone o da computer. Le principali
applicazioni dell’internet of things, riguardano le smart cities e le smart factory (le
quali verranno descritte nel corso del primo e del secondo capitolo). Il report del
World Government Summit si apre anche alla possibilità di connettere ad internet le
persone e non solo le cose.
• Cloud e secure cloud. La tecnologia del cloud consiste nella possibilità di accedere a
server remoti di grandi dimensioni attraverso la rete internet ad alta velocità. È già
oggi usata da gran parte della popolazione, ma nella Quarta Rivoluzione Industriale si
prevede che amplierà il suo raggio d’azione consentendo la crescita dell’internet of
things e permetterà agli individui di sfruttare la potenza di calcolo del server senza
aver bisogno di un personale dispositivo computazionale. Inoltre, da questa tecnologia
è auspicabile anche un significativo risparmio energetico ottenuto dal risparmio di
potenza computazionale, in vista della salvaguardia ambientale. Il cloud fa sorgere già