5
Introduzione
Di cosa abbiamo bisogno per consentire al nostro presente di mantenere lo
stato di benessere sociale acquisito e di cosa abbiamo bisogno per garantirne
uno equivalente o migliore ai nostri figli?
Una risposta ci viene fornita dal Global Footprint Network che ogni anno
calcola il consumo di beni naturali prodotti dalle attività umane e che nel
2019 ha stabilito che il nostro Overshoot Day ( il giorno che indica
l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare
nell’arco di 1 anno) è caduto il 29 luglio, stabilendo che per soddisfare le
esigenze umane, avremmo bisogno 1,75 pianeti Terra, ogni anno dal 1975
(in quella data l’overshoot day ricadeva il 28 novembre) creiamo debito
naturale non ripagabile che intacca non solo i limiti di benessere
raggiungibili dalla popolazione umana, ma anche la sopravvivenza di tutte
le altre specie.
Insomma, se vogliamo sopravvivere a noi stessi dobbiamo consapevolmente
scegliere un cambio nella strategia di sviluppo della nostra società.
Basta lanciare un rapido sguardo al grafico sottostante per comprendere
come la situazione globale sia non solo iniqua, ma insostenibile, in quanto
creatrice di straordinarie ed incolmabili differenze. Una parte del mondo, in
particolare alcuni paesi asiatici, medio orientali ed i paesi occidentali che
godono di un alto livello di benessere, hanno un livello di consumo delle
risorse naturali semplicemente troppo alto; dall’altro lato invece i paesi in
via di sviluppo consumano meno di quanto gli spetterebbe e che quindi
vivono al di sotto del minimo livello di benessere.
6
E’ sorprendente notare come nessun paese si collochi nel quadrante in basso
a destra (sopra il livello di 0,8) quello all’interno del quale, lo sviluppo, ed il
benessere sociale si associano ad una equa distribuzione delle risorse.
Per le ragioni di cui sopra e per il continuo sopravvenire di crisi, economico,
sociali ed ambientali alle quali siamo sempre più spesso sottoposti, che
testimoniano il raggiunto limite dell’attuale modello socioeconomico, è
diventato centrale nelle agende internazionali la ricerca ed il dibattitto sulla
ricerca di soluzioni alternative che consentano una crescita globale che sia
sostenibile, equa e che possa garantire il futuro benessere del pianeta.
Insomma, abbiamo urgente bisogno di un’alternativa al modello economico
lineare che ha esaurito la sua efficienza, anzi ha evidenziato uno sviluppo a
“debito” delle generazioni future, che deve essere sostituito con un modello
olistico che non escluda, ma includa il capitale ambientale presente e futuro
come matrice primaria della crescita sociale.
7
Questa modello presuppone una transizione, una rivoluzione politica ed
economica che a differenze delle altre deve essere sviluppata entro il
prossimo ventennio prende il nome di Green Economy e si basa sulla
capacità di un sistema di non superare i limiti ecologici, consentendo una
produzione di beni e servizi che non violi la rigenerazione delle risorse del
pianeta e che possa prevenire ulteriori danni irreparabili all'ecosistema.
Siamo sulla soglia della necessità e contemporaneamente dell’opportunità, il
cambiamento genera sempre costi sociali inizialmente difficilmente
accettabili e che vanno gestiti con l’uso di politiche di perequazione che
garantiscano ai perdenti di questa rivoluzione incentivi e soluzioni per non
uscire dal contesto sociale, ma ai tanti e noi ci auguriamo moltissimi, uomini
e donne che si faranno interpreti ed attori della Green Economy un mix di
grandi occasioni con le quali orientare il prossimo sviluppo umano.
Vale la pena anche solo citare qualche numero che consenta di avere una
visione chiara di quello che ci aspetta:
• entro il 2030 ci si attende che 3 miliardi aggiuntivi di consumatori
appartenenti alla classe media con il conseguente bisogno di risorse;
• il prezzo reale delle Commodities è cresciuto del 147% rispetto ai valori
presenti nel 2000 (McKinsey, 2012);
Uno studio di Mc Kinsey dimostra che il 60 e l’80% delle risorse è sprecato
all’interno del percorso di estrazione-produzione-consumo-rifiuto tipico
delle economie usa e getta. Rendere efficiente questo spreco è un obbiettivo
di sistema che crea valore e sarà possibile applicando un nuovo design,
creando prodotti duraturi (il contrario della logica dell’obsolescenza
8
programmata), la riprogettazione del packaging, l’accorciamento della
lunghezza delle filiere, ecc.
L’economia circolare potrà senza dubbio essere il nuovo Driver della
crescita mondiale, avendo la capacità di traghettare anche quei Paesi in via
di sviluppo verso la riduzione dei gap a livello internazionale e rendendo il
termine crescita, un sostantivo sinonimo di benessere diffuso.
In questa tesi viene discussa una delle problematiche principali inerenti
all’Economia Verde, la produzione dei rifiuti. Dopo un’attenta analisi che
passa dai temi generali e globali che coinvolgono questi fenomeni, discussi
quasi ogni giorno dai e nei vari media, verrà sviluppata un’analisi della
sostenibilità e dell’attuale situazione inerente alla produzione, raccolta,
smaltimento e riciclo dei rifiuti solidi urbani in Italia.
Il primo capitolo fornirà una panoramica del e sul concetto di Green
Economy, verranno discussi vari punti di vista, importanti concetti
all'interno di questo dibattito, come ad esempio, la sostenibilità ambientale,
l’economia circolare, i costi ed i limiti alla crescita e la responsabilità
collettiva, ponendosi l’obbiettivo di chiarire bene il quadro intorno al quale
si compone e si sviluppa il concetto di Green Economy.
Similarmente, nel secondo capitolo verranno discussi i concetti chiave, i
problemi e le opportunità legati alla corretta gestione del ciclo dei rifiuti
solidi urbani, investigando i vari indicatori ed i modelli applicati per rendere
più ecologici e meglio utilizzabili gli scarti prodotti dalle nostre comunità.
Il terzo capitolo riguarda la legislazione prodotta dalle direttive della
Comunità Europea che profilano varie soluzioni alle problematiche relative
9
al settore dei rifiuti solidi urbani. Questa analisi riguarderà il ruolo di vari
attori economici e politici, come governi, istituzioni, imprese e società civile
che hanno generato soluzioni come il cap and trade, l'implementazione di
barriere commerciali per beni non ecologici e la pressione politica delle
comunità che va dal basso verso l'alto e che obbliga i nostri decision maker
a tenere altra l’attenzione sul tema.
Successivamente, il quarto capitolo analizzerà la corrente situazione dei
rifiuti solidi urbani in Italia e le soluzioni offerte per ridurre gli impatti
negativi derivanti da una eccessiva produzione degli scarti e l’incapacità dei
vari attori coinvolti nello sviluppare strategie adeguate alla loro raccolta,
smaltimento e riciclo. Sebbene ogni soluzione abbia i suoi punti deboli, tutte
contribuiscono al miglioramento del processo di recupero che ci avvicina al
pieno raggiungimento dei parametri previsti dall’economia circolare.
È importante anticipare che, a causa dello spazio limitato di questa tesi, la
revisione del discorso potrebbe risultare non pienamente esaustiva. Allo
stesso modo, le proposte considerate non sono un elenco completo di tutte le
possibili soluzioni, ma una selezione di quelle ritenute più significative.
Questa tesi mira a fornire al lettore una visione dettagliata del discorso
esistente riferito alla Green Economy e alle problematiche generate dalla
produzione dei rifiuti solidi urbani.
10
Capitolo 1: Green Economy
1.1. Definizione di Green Economy
La Green Economy è l’ultimo sostantivo, in questo momento di gran moda,
nato e strettamente correlato allo sviluppo della politica ambientale e dal
bisogno di traguardare uno sviluppo sostenibile che in primis possa
fortemente incidere sul climate change e sulla conservazione di tutte le
risorse naturali ed esauribili. Parlare di Economia Verde, economia verde e
di soluzioni che possano rendere la crescita del PIL anche un tema di
sostenibilità ambientale, sono allo stato attuale il principale punto di
discussione di ogni agenda politica, regionale, nazionale e globale, tanto è
che la creazione del “Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente” è stato
il protagonista nella costruzione di progetti globali che possano traguardare
il miglioramento del benessere umano e dell'equità sociale, riducendo
significativamente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche. Quindi la
Green Economy è quel modello economico che combina il benessere
ambientale, economico e sociale, il raggiungimento degli obbiettivi postulati
impone alle economie industrializzate e in via di sviluppo un radicale
cambiamento nei processi produttivi e di consumo che abbiano come fine
ultimo quello di non avere output inutilizzabili. L'obiettivo globale è
indirizzare gli investimenti pubblici e privati verso tecnologie a basse
emissioni di carbonio migliorando l'efficienza energetica, utilizzando
energie alternative a quelle fossili e tentare di rompere il legame tra crescita
e inquinamento e ottenere una significativa decarbonizzazione
dell'economia. Allo stesso tempo è importante garantire l'inclusione sociale
e migliorare la qualità della vita al fine di trovare l'accettazione sociale per i
necessari cambiamenti che saranno profondi ed in molti casi nel breve
dolorosi.