CAPITOLO I
Struttura, organizzazione e metodi della ricerca
1.1 La scelta del Goi
La decisione di portare avanti una ricerca sulla massoneria (o libera muratoria) – che, nello
specifico, si focalizza sull'analisi dell'Obbedienza del Grande Oriente d'Italia (Goi) – prende avvio
da una serie di motivi, il principale dei quali nasce dalla verifica dell'esistenza di vari filoni di
letteratura che affrontano l'analisi dell’oggetto di studio da punti di vista divergenti, offrendo spesso
due opposte immagini dello stesso. Se, infatti, da una parte ci troviamo di fronte ad
un'organizzazione di carattere iniziatico e filantropico, dall'altra tende ad emergere l'immagine di
un'associazione dai risvolti opachi, che intesse relazioni col mondo della politica, della finanza,
della criminalità organizzata: «The “problem” of studying an organization like Freemasonry is
precisely that it is neither simply a secret society, as its detractors would argue, nor simply a
publicly registered non profit association, as some of my informants claimed» (Mahmud 2012,
426). In sostanza esistono un'auto-rappresentazione e un'etero-rappresentazione dell'oggetto di
studio che hanno connotati piuttosto divergenti. Far comunicare le diverse letterature e i materiali a
disposizione può aiutare a comprendere in modo migliore il fenomeno studiato, evitando di
metterne in luce solo un particolare aspetto – rituale, filantropico, iniziatico, politico, giudiziario ecc
– e offrendone un quadro in cui le incongruenze, gli aspetti di eterogeneità interna e finanche i
paradossi possano essere messi in comunicazione, analizzati e – nei limiti delle possibilità di questa
ricerca – chiariti.
La scelta di concentrare l'attenzione sul Goi deriva innanzitutto da motivi pratici: considerati il
tempo e i mezzi a disposizione e l'esistenza di un tessuto massonico italiano altamente articolato e
complesso, occorreva focalizzare l'attenzione su Obbedienze specifiche. Il Goi è l'Obbedienza
massonica più antica d'Italia e quella che conta il maggior numero di membri, circa 23.000. Le altre
due Obbedienze più importanti (la Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori e la
Gran Loggia Regolare d'Italia) nascono da scissioni intervenute all'interno dello stesso Goi, la prima
nel 1908, la seconda nel 1993. Una ricerca comparata tra queste Obbedienze sarebbe stata possibile
selezionando un obiettivo di ricerca più circoscritto, ma ho ritenuto opportuno – vista anche la
scarsità di ricerche in ambito sociologico, specie nel contesto italiano – approfondire lo studio di
una sola Obbedienza, riservandomi la possibilità di poter comparare l'analisi di più Obbedienze in
tempi successivi.
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In questa ricerca il Goi è pensato come una qualsiasi organizzazione di cui occorre comprendere, in
particolar modo, i seguenti aspetti:
gli scopi e i valori di base
la struttura interna;
le motivazioni d'ingresso;
le caratteristiche dei membri e la relazione base/vertice;
i rapporti tra fratelli di loggia e fratelli di diverse logge;
i rapporti e l'apertura nei confronti dell'ambiente esterno;
la parte più nascosta e latente
Farò largo uso degli Statuti e dei Regolamenti del Goi e della letteratura massonica per delineare un
quadro ufficiale del Goi, a cui seguirà l'analisi del materiale empirico che mi consentirà di
problematizzare il quadro offerto inizialmente.
1.2 Letteratura e rilevanza del tema
Per quanto riguarda la letteratura sul tema, sia a livello internazionale che in ambito italiano la
maggior parte delle ricerche è di stampo storico e si ferma al periodo subito successivo le due
guerre mondiali:
[…] academic work – especially that produced by Masonic scholars – largely emphasizes historical and
philological matters […]. Indeed, to the limited extent that a sociological focus exists in research, it largely involves
study of the roles played and the meanings articulated by Freemasonry in social history. […] there has been a
relative paucity of sociological work on the contemporary meaning of active participation for members themselves
(Kenney 2016, 1).
Da un punto di vista storico, in ambito italiano i maggiori riferimenti vanno al lavoro di Carlo
Francovich (1974), che ha preso in esame le vicende della libera muratoria in Italia dalle origini
fino alla Rivoluzione Francese, a cui segue una ricostruzione della storia delle Obbedienze
principali della Penisola nel periodo dell’Italia liberale, dal Risorgimento fino all’avvento del
Fascismo (Conti 2003). Santi Fedele (2016) ha provato a ricostruire le vicende della libera
muratoria nel periodo fascista durante il quale le logge, per legge, furono disciolte e la gran parte
dei fratelli scelse - o fu costretta - all’esilio, e tentò di mantenere in vita all’estero l’esperienza della
massoneria italiana.
Importante poi ricordare i lavori di Marco Novarino incentrati sullo studio dell’associazionismo
laico massonico, soprattutto in ambito piemontese (2008) e il rapporto tra massoneria e socialismo
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dalla nascita del Partito Socialista Italiano fino allo scoppio della prima guerra mondiale (2015).
Per una ricostruzione storico-sociale della massoneria negli anni successivi la seconda guerra
mondiale, come scrive Fabio Martelli (2006, 722), «la storia della massoneria italiana […]
rappresenta un problema storiografico di difficile inquadramento sotto il profilo metodologico»
dovuto alla frammentarietà delle fonti. Se si privilegiano, infatti, quelle interne alle Obbedienze, si
corre il rischio di concentrarsi solo sugli aspetti rituali e sui rapporti con le altre Obbedienze
straniere, perdendo di vista il ruolo che la massoneria ha avuto nella storia del nostro Paese.
Focalizzandosi invece sulle biografie di «massoni eccellenti», si può pervenire ad una storia
parziale e segmentata, che rispecchia più la vita dei singoli individui che non quella
dell’Obbedienza.
Per una trattazione della massoneria in chiave più contemporanea occorre citare il contributo di
Giorgio Galli e Massimo della Campa (1998) che hanno provato ad inquadrare il ruolo e le
responsabilità della massoneria italiana nel periodo della prima Repubblica, soprattutto in relazione
alla vicenda della loggia P2 e al rapporto con i partiti politici. Il riferimento principale rimane
comunque il volume degli Annali della Storia d’Italia (Cazzaniga et al. 2006) dedicato interamente
alla massoneria, che prende in esame tutto il periodo della prima Repubblica fino alla dissoluzione
degli storici partiti dei governi centristi e di unità nazionale.
Per quanto riguarda la contemporaneità, occorre ricordare alcune ricerche di Conti (2015),
limitatamente alla storia della massoneria umbra dall’Unità ai nostri giorni e il tentativo di Gian
Mario Cazzaniga (1999) di presentare la libera muratoria italiana come una sorta di «religione dei
moderni», i cui valori di uguaglianza e fraternità, col passare del tempo, escono dalle logge per
trovare nuova sede nelle sezioni del partito politico, esperimento che solo oggi, con la cosiddetta
crisi dei partiti, secondo l'autore pare volgere al termine. Riguardo alla ricerca storica, scrive Conti
(2015):
[...] su questi anni, come del resto su tutto il periodo dell'Italia repubblicana, la ricerca storica deve ancora
indagare in profondità, ricostruendo un profilo più accurato dell'istituzione massonica che, al di là delle vicende dei
vertici, ne delinei il radicamento nel tessuto sociale del Paese, la sua distribuzione geografica, le sue iniziative nella
sfera pubblica. E soprattutto sappia spiegare, anche sotto un profilo antropologico, le ragioni della continuità di una
presenza associativa, da taluni giudicata anacronistica o addirittura inammissibile in una moderna democrazia, le
cui origini e le cui regole risalgono agli albori del XVIII secolo.
Le ricerche sociologiche sono pressoché tutte nordamericane e sono molto esigue quelle che
prevedono interviste all'interno delle Obbedienze. L’analisi più completa, da questo punto di vista, è
quella svolta da J. Scott Kenney e pubblicata nel 2016 in un volume intitolato Brought to Light:
Contemporary Freemasonry, Meaning, and Society, che mira principalmente a comprendere i
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motivi per cui, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, nel Nord America – Canada e Stati
Uniti – si assista ad un declino nel numero dei membri a causa di un minor tempo di permanenza
all’interno delle Obbedienze, a fronte però di un abbassamento dell’età degli iniziati e di una
crescente partecipazione dei giovani. Le primarie fonti di dati per la ricerca di Kenney consistono in
interviste con fratelli appartenenti ad Obbedienze canadesi (121 in Nuova Scozia e 49 nel
Newfoundland), nell’analisi di un lungometraggio sulla massoneria contemporanea e nei 15 anni di
esperienza dell’autore in qualità di massone. Il lungometraggio si intitola Inside Freemasonry
(Arcadia Entertainment/Vision TV, 2004) e racconta il percorso di un gruppo di uomini all’interno
delle loro rispettive Obbedienze, con uno specifico focus sui momenti dedicati ai primi 3 passaggi
di grado
4
. Il documento combina interviste e discussioni con 27 individui (21 massoni, 3 giornalisti,
2 mogli di massoni e 1 accademico) più 47 brevi interviste svolte fermando in maniera casuale
persone del pubblico cosiddetto profano – cioè individui non iniziati ad alcuna Obbedienza
massonica – per comprendere quale fosse la loro percezione della libera muratoria.
Un'altra ricerca cui farò riferimento è quella svolta da Lilith Mahmud (2014), antropologa
dell'Università della California, che ha studiato l'Obbedienza femminile più importante d'Italia, la
gran Loggia Massonica Femminile d'Italia. In questo suo lavoro l'autrice ha avuto modo di
intervistare anche alcuni esponenti del Grande Oriente d'Italia, che andranno ad arricchire le mie
analisi.
Alcuni cenni saranno fatti anche ad una tesi specialistica discussa da Elena Coggiola per
l'Università di Torino nell'anno accademico 1994-95, dal titolo L'associazionismo massonico oggi.
Un'indagine sociologica su un campione di aderenti alla regione massonica piemontese della Gran
Loggia d'Italia degli A.L.A.M., Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi. La Gran Loggia
d'Italia è la seconda Obbedienza italiana più importante d'Italia per numero di affiliati, ma alcune
riflessioni, come vedremo, possono essere estese anche al Grande Oriente d'Italia. Occorre poi
rilevare come questa tesi sia stata discussa a metà anni Novanta, più di vent'anni fa; questa distanza
temporale può offrire spunti interessanti di riflessione per capire se alcuni aspetti – ad esempio, la
riluttanza di molti degli affiliati a farsi intervistare oppure l'apertura delle Obbedienze nei confronti
del mondo profano – siano andati incontro a modifiche o si siano mantenuti più o meno invariati.
4
Come già accennato nell'Introduzione, il percorso iniziatico dell’Ordine libero muratorio si suddivide in tre gradi
principali – Apprendista, Compagno d’Arte, Maestro. Questi gradi fanno parte della cosiddetta «massoneria
azzurra», ossia la massoneria di base, l’Ordine, che si distingue dai Riti, che sono dei percorsi di perfezionamento
che un massone può decidere di intraprendere dopo aver acquisito il grado di Maestro.
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1.2.1 La forma elitaria: inclusione/esclusione
Sempre in ambito sociologico il riferimento principale per lo studio della massoneria va a Georg
Simmel e alla sua opera dedicata alle società segrete (Simmel 1908) in cui, tra le altre cose, l’autore
suggerisce come la separazione che si viene a formare all’interno di questo tipo di raggruppamenti
tra chi è incluso e chi è escluso, faccia sì che i membri del gruppo finiscano per percepirsi come una
sorta di aristocrazia.
Per quanto riguarda il segreto, è stato osservato come questo stimoli e comporti una forma di
socialità, conforto e connessione emotiva tra i membri del gruppo (Morrison 2012, Hoffman 2001,
Carnes 1989) che contribuisce a rafforzare i legami interni di fratellanza, e ad irrobustire quel
confine tra interno ed esterno, grazie anche al largo uso dell’elemento rituale.
Inoltre vedremo come, all'interno della libera muratoria, esistano diversi tipi di segreto
considerando che la massoneria non è una società segreta, bensì una società di segreti (Giarrizzo
1994). Se il segreto “vero e proprio” è quello iniziatico e, per ciò stesso, incomunicabile, gli altri
tipi di segreto – definiti nei termini di riservatezza e discrezione – hanno una funzione regolativa
più che ontologica, essendo più principi organizzativi che strumenti di occultamento (Sorrentino
2011).
Circa la dinamica inclusione/esclusione, il riferimento principale andrà alla ricerca di Norbert Elias
e John L. Scotson (2004) sulla comunità di Winston Parva in cui vengono identificati due gruppi
principali di abitanti, i radicati e gli esterni, i primi investiti della qualità carismatica, i secondi del
disonore di gruppo, recando su di sé un vero e proprio stigma. L'elemento interessante è che,
solitamente, lo stigma sociale viene “attaccato” dai membri del gruppo radicato al gruppo esterno
mentre, nel caso di questa ricerca, è possibile affermare che lo stesso gruppo dei radicati – i
componenti del Goi – abbia su di sé uno stigma che affonda le sue radici alle origini della
massoneria speculativa e che si è mantenuto ancora oggi. Uno stigma che, come vedremo, diventa
parte integrante della propria identità e, ancora, forte fattore attrattivo.
Dal punto di vista dell’analisi della ritualità massonica e dell’impatto che questa può avere sui liberi
muratori, importante è il lavoro di Mark C. Carnes (1989) sui «liminal rituals» che hanno la
funzione di incanalare le ansie dei membri del gruppo senza che questi debbano farle emergere
esplicitamente, dando voce a sensazioni e stati emotivi che rimarrebbero probabilmente inespressi e
risolvendo simbolicamente le contraddizioni delle esperienze della vita di tutti i giorni (Clawson
1989). Il tema della ritualità come separazione tra un prima e un dopo, tra un dentro e un fuori è
preso in considerazione anche da Arnold Van Gennep (1960) che ha scritto molto sulla funzione che
i riti di passaggio esercitano sulla vita dei singoli, tema declinato da altri in termini più critici
(Wilson 1980), notando come questo tipo di legame si venga a creare tra un gruppo di persone con
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caratteristiche biografiche e sociali molto simili, così da formare una sorta di religione civile
«WASP» (White Anglo-Saxon Protestant), quindi con caratteri specifici che sono parzialmente in
contrasto con i richiami alla pluralità, alla tolleranza e all’uguaglianza che da sempre
contraddistinguono, in termini ufficiali, la libera muratoria.
1.2.2 Genere, identità, esplorazione del sé
Le questioni di genere sono abbastanza rilevanti quando si parla di massoneria perché, nonostante
esistano Obbedienze miste e anche interamente femminili, la massoneria rimane primariamente
un’organizzazione maschile (Mahmud 2012). Le donne sono state escluse – e lo sono tutt’ora da
alcune Obbedienze, tra cui il Goi – sulla base di vari motivi, più o meno legati alla tradizione libero
muratoria, che vedremo meglio nel corso della ricerca. Qui interessa specificare come la massoneria
– in particolare l’Obbedienza alla quale faccio riferimento – costituisca una importante occasione di
solidarietà maschile all’interno della nostra società (Morrison 2012; Hoffman 2001; Carnes 1989;
Clawson 1989), un luogo in cui poter ancora sperimentare pratiche storicamente e culturalmente
legate all’universo maschile.
Questo tipo di solidarietà tra fratelli diviene uno dei motivi del loro coinvolgimento all’interno di
un’Obbedienza massonica, che ha inevitabili implicazioni sulla formazione dell’identità dei
membri. Un processo che passa dall’esplorazione del sé e da un generale e supposto accrescimento
della consapevolezza di sé (Hoffman 2001), coinvolgimento che comporta anche una forma di
supporto reciproco soprattutto in periodi di particolare crisi e stress e può costituire una sponda di
conforto e sicurezza (Summers 2003; Hetherington 1997).
Mettendo in discussione i valori ufficiali dell'Obbedienza grazie, soprattutto, all'analisi delle
interviste e ad una lettura attenta del linguaggio utilizzato dai miei interlocutori, si proverà a
dimostrare come l'ideologia del Goi, in apparenza piuttosto debole, si accompagni invece ad una
identità di gruppo dai connotati forti e definiti. Questa stessa identità può costituire uno dei poteri
attrattivi dell'Istituzione, che fa sì che i nuovi bussanti – ignari, il più delle volte, di cosa sia e di
cosa si occupi la libera muratoria – esprimano la volontà di entrare perché riconoscono un certo
potere a quella determinata cerchia di riferimento (Pizzorno 1991, 2000, 2007) che suscita, nel
neofita, il desiderio di diventare “uno di loro/come loro” (Mahmud 2014). L'elemento dell'ideologia
e dell'identità è da tenere in considerazione quando si pensa al motivo per cui questa Istituzione
continui a sopravvivere a 300 anni dalla fondazione della massoneria speculativa, ossia la
massoneria nella forma in cui la conosciamo oggi.
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1.2.3 Trasformazioni della libera muratoria
Molte delle analisi sulla massoneria sopra riportate non prendono in considerazione la
contemporaneità e, come sostiene Kenney (2016, 10), necessitano di aggiornamenti e rivisitazioni
in chiave più attuale:
I must stress that the vast majority of these writers were discussing the role of symbolism in relation to historical
studies of Freemasonry (i.e., the nineteenth century). […] the fact is that they are speaking about the significance of
Freemasonry either in a far different time, or, in other cases, in cultures quite different from that found in, for
example, contemporary North America. Gender, race, and class relations have changed greatly […] new times, new
cleavages, new changes, and new contexts necessitate a fresh investigation of the processes involved.
Risulta chiaro da molte ricerche come il coinvolgimento all’interno della massoneria abbia un
impatto sui suoi membri, sulle loro identità e sul contesto in cui questi si trovano ad agire, ma le
dinamiche attraverso cui questi meccanismi sono spiegati sono scarsamente elaborate o troppo
parziali. Spesso l’approccio metodologico è stato quello di partire dallo studio del contesto sociale
generale per capire come la massoneria e i suoi membri si collocassero al suo interno. Nella ricerca
di Kenney (2016) – come anche in questa – l’approccio è in parte ribaltato poiché si cerca di partire
da una dimensione micro: attraverso le testimonianze e i significati che i protagonisti di questa
ricerca offrono, si intende capire come loro e l’Obbedienza stessa si situino all’interno della nostra
società, tenendo in considerazione particolari aspetti della stessa.
Negli Stati Uniti, dove solitamente la massoneria viene presentata come più pubblica e aperta
rispetto a quella europea, in particolare quella italiana, si registra un declino significativo nel
numero degli aderenti dagli anni Sessanta del secolo scorso:
Explanations range from the gradual replacement of Freemasonry’s social service and insurance functions [...]
and the undermining of social capital [...] to the thesis that a relatively long period of prosperity fostered a “culture
of contentment” among the “middle classes”, the relative lack of economic crisis undercutting the feeling of
“uncertainty” traditionally conducive to membership growth (Kenney 2016).
Dagli anni Novanta, inoltre, la massoneria americana ha registrato un ulteriore calo negli iscritti
dovuto, secondo Kenney, alla iper istituzionalizzazione e burocratizzazione della massoneria stessa.
Nonostante ciò, in alcune aree del paese si registra un crescente interesse da parte soprattutto dei
giovani – giovani se consideriamo l’età media degli appartenenti – tra i trenta e i quaranta anni.
Alcuni motivi, secondo l’autore, sono da riferirsi alla “popular culture”, cioè film e libri che parlano
di massoneria, e all’avvento di Internet
5
che apre le porte anche a quei fratelli che non hanno
conoscenze all’interno dell’Obbedienza. Riferendoci, poi, al motivo dell’incertezza – soprattutto
economica – che spinge le persone a cercare delle sponde sicure all’interno di una cerchia ristretta
5
Tschorn, A. 2008. “Freemasons in Midst of Popularity, Membership Boom”, Los Angeles Times, 18 maggio,
<http://www.latimes.com/features/lifestyle/l-ig-masons18-2008may18,0,562412.story>, [ultima cons. 01-05-2017].
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di fratelli, può anche darsi che la generazione attuale dei trenta/quarantenni risenta maggiormente di
questa crisi rispetto alle persone più anziane e rispetto a momenti di più florido benessere. Al di là
di questi motivi, una delle ragioni per cui credo sia particolarmente rilevante uno studio della
massoneria in Italia è che il nostro paese è in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri
paesi, Stati Uniti in testa, rispetto al numero degli iscritti che è andato costantemente aumentando
negli ultimi vent'anni.
1.2.4 La parte “nascosta” dell'Obbedienza
Nell'ultima parte della ricerca prenderò in esame i rapporti che il Goi ha tenuto, nel corso dei
decenni, con la sfera della politica e con la criminalità organizzata, analizzando due casi-studio,
quello della vicenda P2 e di alcune logge che tra il 2013 e il 2015 sono state demolite in Calabria.
Occorre sin da subito precisare che una storia organica di questi rapporti risulta ancora troppo
frammentaria, soprattutto in riferimento alla criminalità organizzata, ma anche nei riguardi della
sfera politica dal secondo dopoguerra in poi. Quello che ho cercato di fare è stato gettare le basi per
eventuali ricerche future.
Per quanto riguarda la vicenda P2, i documenti cui faccio riferimento sono i volumi prodotti dalla
Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2, con particolare riferimento alle relazioni di
maggioranza e minoranza che portano la firma di Tina Anselmi e degli altri commissari. Per
entrambi i casi-studio il riferimento andrà anche ad una ampia produzione saggistica svolta da
giornalisti e scrittori che hanno ripreso e analizzato documenti di numerose inchieste e processi e
riportato interviste ad alcuni magistrati titolari delle stesse inchieste (Cipriani 1993; Costanzo 2006;
Fabiani 1978; Faenza, Fini 1976; Forgione, Mondani 1994; Guarino 2004, 2006; Mola 1976, 2001;
Pinotti 2007; Rossi, Lombrassa 1981; Teodori 2003). Come avrò modo di ribadire, nell'affrontare
questo tipo di letteratura, spesso risulta complicato rintracciare il confine tra verità accertate e
supposizioni e, del resto, molti punti rimangono aperti e passibili di varie interpretazioni.
In particolare, con riferimento ai rapporti tra massoneria e criminalità organizzata – nello specifico
mafia e 'ndrangheta – farò uso delle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia di entrambe le
organizzazioni, per cercare di delineare i contorni di quella zona grigia (Catino 2014; Sciarrone
2009, 2011) costituita dai rapporti tra mafie e poteri di diversa natura.
Per entrambe le vicende farò riferimento anche alle interviste svolte a studiosi di massoneria e ai
fratelli massoni sia in Piemonte che in Calabria, per capire quali siano le loro posizioni nei confronti
dei fenomeni considerati. In particolare, per il caso delle logge demolite, i riferimenti andranno alle
vicende – e all'intervista – di un ex massone calabrese espulso dal Goi per aver denunciato
pubblicamente infiltrazioni malavitose all'interno di alcune logge della sua regione. Le sue denunce
24
hanno dato stimolo concreto alle recenti indagini della Commissione parlamentare antimafia che,
proprio mentre si stava ultimando questo lavoro, nel marzo 2017, ha sequestrato gli elenchi delle
logge siciliane e calabresi del Grande Oriente d'Italia e di altre Obbedienze.
1.3 Metodologia
L’approccio utilizzato per questa ricerca è qualitativo e si basa sulla conduzione di interviste
sottoposte a tre categorie di persone: liberi muratori; ex liberi muratori; studiosi di massoneria. Si
tratta di interviste in profondità semi-strutturate che hanno coinvolto precisamente 30 liberi
muratori (tra logge locali e vertici dell’Obbedienza), 6 ex liberi muratori, 4 studiosi. Per quanto
riguarda i liberi muratori, come accennato, si tratta di 20 fratelli piemontesi e 7 fratelli calabresi più
tre massoni che ricoprono cariche nazionali e, precisamente, il Gran Maestro, uno dei due Gran
Maestri Aggiunti e il Grande Oratore. La scelta del Piemonte è stata dettata da considerazioni
pratiche poiché la ricerca si è svolta a Torino e i primi contatti con il mondo libero muratorio li ho
avuti in questa città. L'idea di ampliare la ricerca in Calabria è nata soprattutto in riferimento
all'episodio delle logge recentemente demolite in questa regione.
Gli studiosi intervistati sono Gian Mario Cazzaniga, Fulvio Conti e Giorgio Galli che, come
accennato e come vedremo nel corso della ricerca, si sono occupati a vario titolo di massoneria.
Inoltre ho avuto vari colloqui con Marco Novarino, grazie al quale sono riuscita a stabilire contatti
con i vertici dell'Obbedienza e, conseguentemente, ad avere accesso al campo per effettuare le
interviste.
Per la gran parte delle interviste ai liberi muratori verrà mantenuto l'anonimato, eccetto per coloro
che detengono le cariche principali a livello nazionale, le cui identità sono pubbliche
6
, e per un ex
libero muratore – Amerigo Minnicelli – il cui nome è ormai noto essendo legato alle recenti
inchieste della Commissione parlamentare antimafia sulle presunte infiltrazioni malavitose
all'interno di alcune logge del Grande Oriente d'Italia.
Nel caso delle interviste per cui si è deciso di mantenere l'anonimato, per ogni brano citato
riporterò il codice di riferimento dell'intervista, l'età dell'intervistato e la Regione in cui l'intervista
ha avuto luogo, senza specificare la città per evitare, soprattutto, che i fratelli massoni possano
facilmente riconoscersi tra loro. Nel caso dei fratelli che ricoprono cariche il cui profilo risulta noto,
riporto il cognome e la carica posseduta (GM – Gran Maestro; GMA – Gran Maestro Aggiunto; GO
– Grande Oratore). Nel caso degli ex massoni, non riporterò la Regione di appartenenza per evitare
6
Mi riferisco al Gran Maestro Stefano Bisi, al Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso e al Grande Oratore Claudio
Bonvecchio.
25
che si possa risalire alla loro identità.
Riguardo alla ricerca sul campo, il rischio principale consisteva nel non avere certezza alcuna circa
la possibilità di accesso. Non avendo vie preferenziali per entrare all'interno del mondo massonico, i
primi mesi sono stati dedicati alla costruzione di contatti e relazioni con l'obiettivo di riuscire a dar
voce ai diretti interessati, ossia ai membri delle logge locali.
Grazie soprattutto all'aiuto del professor Novarino sono riuscita a mettermi in contatto con i vertici
dell'Obbedienza (nello specifico il Gran Maestro Aggiunto, la seconda carica dopo quella del Gran
Maestro). Dopo avergli presentato la ricerca, sono riuscita ad intervistare tre membri della Giunta
nazionale (Gran Maestro, Gran Maestro Aggiunto, Grande Oratore), che mi hanno consentito di
prendere contatti con il Presidente del Collegio circoscrizionale di Piemonte e Valle d'Aosta per
poter iniziare le interviste “alla base”, quelle rivolte ai fratelli delle logge locali, nello specifico
torinesi.
Una volta ottenuto il “via libera” si sono presentati altri due rischi che consistevano nel tipo di
persone che il Presidente del Collegio mi avrebbe permesso di intervistare e nelle informazioni che
avrei ottenuto dalle stesse. Per quanto riguarda la tipologia di persone, inizialmente avevamo
concordato un modello di campionamento che prevedeva la selezione dei fratelli in base a tre fasce
di età (21-35; 36-60; oltre i 60) e in base al grado raggiunto (Apprendista, Compagno d'Arte,
Maestro). Per ogni fascia d'età avevamo stabilito di intervistare almeno 9 fratelli, 3 per ogni grado.
In tutto avremmo dovuto ottenere minimo 27 interviste. Questo modello di campionamento si è
rivelato presto utopico per una serie di motivi, il principale dei quali consiste nella reticenza da
parte di molti fratelli, soprattutto over 55, a farsi intervistare. Ciò ha portato il campionamento a
divenire piuttosto casuale, anche se sono riuscita ad intervistare fratelli per ogni grado iniziatico ed
è stato fatto il possibile per evitare di intervistare troppi fratelli appartenenti ad una stessa loggia.
Se da una parte ho riscontrato una chiusura da parte di alcuni membri del Goi, dall'altra ho
instaurato rapporti continui e piuttosto confidenziali con tre fratelli, i quali si sono prodigati per
farmi ottenere interviste fuori Torino, per la precisione 5 ad Asti ed 1 a Vercelli. Queste interviste,
soprattutto quelle svolte ad Asti, si sono rivelate utili anche per allargare il raggio di analisi a realtà
diverse da Torino e per tentare un confronto tra una città capoluogo di regione che conta circa
novecentomila abitanti e un capoluogo di provincia che ne conta circa settantamila. Grazie infine
alla disponibilità del Gran Maestro, sono riuscita ad ottenere interviste all'interno di alcune logge
calabresi, nello specifico nelle località di Vibo Valentia, Reggio Calabria e Palmi. La scelta di
questa regione, come ho accennato, è motivata dalla decisione di dedicare l’ultimo capitolo – quello
sulla parte nascosta e latente dell’organizzazione – alla trattazione di due casi specifici di studio, la
vicenda P2 e l’episodio della chiusura di tre logge calabresi tra il 2013 e il 2015 per possibili
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