- 4 -
INTRODUZIONE
Il Choro brasiliano è un genere che precede di circa cinquant’anni i ben più noti stili
musicali Jazz, Samba e Bossa Nova, pur rappresentandone il germe della loro nascita e
diffusione.
Tutto ebbe origine dalla scia dei movimenti nazionalisti attivi in Europa i quali
svilupparono la necessità di costruire uno Stato fiero di sé stesso e delle proprie radici.
Oswald de Andrade e Mario de Andrade furono i promotori del cosiddetto Movimento
Modernista che sollecitava il superamento del periodo parnassiano della letteratura e
dell’arte più in generale, famoso per il solo scopo di esaltarne la bellezza a scapito di un
suo significato intrinseco piuttosto che l’utilità. È la rinomata teoria de «l'art pour l'art»
movimento mosso dai poeti francesi nel 1866 circa.
Si sentì quindi la necessità valorizzare la ricchezza culturale del Paese.
Tra tutti, la musica beneficiò di questa spinta Modernista con un po' di ritardo, ossia
quando in Europa era già sbocciato il gusto romantico: all'inizio della seconda metà
dell'Ottocento, Chopin utilizzò danze popolari come le Polacche o la Mazurka nelle sue
opere. Suggerì anche Liszt, per i componimenti Le Rapsodie Ungheresi, di ispirarsi ai
moti patriottici ungheresi del 1848.
In Brasile, purtroppo, non era presente una tradizione musicale popolare, quanto
piuttosto un amalgama di danze e musiche importate dai colonizzatori europei che
innescarono nella popolazione un processo di emancipazione che diede origine alla
cosiddetta Musica Popular Brasileira e, in particolare, al Choro.
Questo singolare processo portò il popolo brasiliano a nazionalizzare questo genere nato
non da elementi autoctoni della loro terra, ma da costituenti di origine europea e non
solo.
- 5 -
L’interrogativo quindi che mi ha spinto nello scegliere il Choro come argomento di Tesi
nasce dalla volontà di scoprire in che modo un genere musicale racconti la storia e
l’evoluzione di un popolo.
C’è da dire che i generi musicali giunti in Brasile subirono a loro volta una sorta di
rinnovamento, necessario per poter essere assimilati e trasformati secondo le esigenze
musicali del luogo, contaminandoli con gli elementi africani e etnici delle tribù
indigene.
Ecco perché il Choro, ancor prima di diventare un genere musicale, può essere
considerato un contenitore di varie danze, che assume vari stili a seconda della tipologia
di forma musicale in esso contenuta. I brani possono essere in stile Polka, Maxixe,
Schottish, Valsa e altri, pur definiti nella maggior parte dei casi, semplicemente Choro.
La sua origine è paragonabile a quella del Liscio in Italia: derivato anch’esso cioè dalle
danze ottocentesche come la Polka, Valzer e Mazurka.
Un aspetto che garantì al Choro di divenire simbolo dell’identità nazionale, oltreché
elemento della tradizione, fu non tanto legato prettamente agli aspetti ritmici o melodici,
quanto piuttosto la maniera di suonare per esprimere un valore sociale.
A titolo d’esempio di questo possiamo considerare La Roda de Choro, tipica
rappresentazione musicale improvvisata che si svolgeva nei bar e per le strade, dove la
Polka, la Mazurka e il Valzer divennero il simbolo della musica di intrattenimento sulle
quali virtuosi strumentisti si divertivano ad improvvisare per il divertimento degli
ascoltatori, senza remunerazione, ma semplicemente in cambio di cibo e bevande, con
lo scopo sostanzialmente di concludere in compagnia le giornate lavorative.
Con la nascita della radio, si verificò una maggiore diffusione musicale in tutto il paese,
accrescendo in modo importante la reputazione dei compositori e dei musicisti, i quali si
trovarono coinvolti in un boom commerciale. Questa nuova condizione esaltò il Choro
- 6 -
ai livelli della musica colta praticata in Brasile, tanto da dedicare veri e propri concerti
orchestrali, oltre che rappresentazioni teatrali raffiguranti, su un palco scenico, la
ricostruzione dello scenario della Roda de Choro.
Oggi a partire dai botecos (luoghi di ritrovo notturno degli artisti) brasiliani, il Choro
viene eseguito in grandi eventi musicali e festival importanti al fine di esaltarne non
solo la tradizione, ma anche l’aspetto commerciale in riferimento al mercato musicale,
pur sacrificando l’aspetto popolare.
In queste nuove vesti, e grazie a Heitor Villa-Lobos, il Choro entrò definitivamente nel
mondo della musica colta grazie, non solo alle proprie caratteristiche storico-musicale,
ma anche grazie alla forte esperienza del compositore e del suo gusto nazionalista e
modernista.
Nello stesso periodo i ricercatori del Movimento Modernista misero in atto una ricerca
antropologica ed etnografica sulle tradizioni attive in Brasile, dalla musica alla poesia.
Mario de Andrade catalogò ritmi, testi di canzoni, miti e poesie delle società attive sul
territorio.
Oswald de Andrade invece fu più attivo nella produzione di opere proprie, che saranno
poi i testi fondamentali del movimento; vero simbolo di questo fermento artistico fu il
Movimento Antropofagico. Questo movimento, a cui la maggior parte dei modernisti
aderì, fa capo ad un manifesto pubblicato nel 1928.
L'intuizione e provocazione di Oswald de Andrade, fu quella di considerare la cultura
brasiliana come divoratrice delle culture che varcano il suo territorio facendole proprie e
assimilandone le caratteristiche basilari per poi modellarle e utilizzarle a suo
piacimento.
Questo privilegia il racconto del contesto storico, sociale e di trasformazione che questi,
insieme al repertorio musicale, hanno subito con il passare dei secoli, con l’obiettivo di
- 7 -
dare gli elementi necessari affinché si possa avere una concezione generale del Choro,
oltreché cercare di definire i personaggi, i luoghi e gli usi che hanno contribuito a dare
celebrità e originalità alla musica brasiliana.
C’è da segnalare che il Brasile oggi, è uno dei pochi paesi che dedica attenzione alla
produzione di musica strumentale, rinnovandola e arricchendola con nuove influenze e
nuovi scambi sociali e culturali, che il mondo moderno propone grazie alle nuove
tecnologie.
La Storia ci insegna che l'origine delle cose non può essere ricercata in una sola
direzione, ma che è necessaria una visione a tutto tondo, essenziale per comprendere le
varie fasi di evoluzione attraversate affinché si comprenda il risultato finale a noi
giunto.
Fig. 1 - Choreos
- 8 -
CAPITOLO 1
Radici del Choro: ambito storico e sociale
1.1 Il colonialismo in Brasile
Per analizzare le ragioni che hanno portato alla pratica del Choro è necessario osservare
come il contesto storico del colonialismo sia parte fondante della attuale cultura
nazionale del Brasile. La popolazione che lo abita è per la maggior parte di tipo
meticcia, costituita fondamentalmente dai tre gruppi Caboclos, Mulatos e Cafuzos,
discendenti rispettivamente dagli incroci tra europeo ed amerindio, tra europeo ed
africano e tra amerindio e africano. Oggi anche a causa della forte immigrazione di
popoli provenienti da tutto il mondo, gli incroci presenti e possibili sono diventati
innumerevoli, tanto da creare sul territorio brasiliano, una mescolanza di culture che
hanno costituito, a partire dal XIX secolo, una identità nazionale mista sotto l’aspetto
culturale, sociale, storico e religioso, pur realizzando una coesistenza molto variegata
sotto ogni punto di vista.
Sotto l’aspetto musicale purtroppo non si evidenziano nella prima parte del periodo
coloniale, testimonianze di culture musicali perché quasi sicuramente perse o ignorate;
allo stesso modo per quel che riguarda le culture indigene che abitavano il luogo,
rimane poco alla musica nazionale. Nella ricerca di elementi risalenti al XVI secolo, è la
cultura religiosa che ci viene in aiuto, dato che in quell’epoca era l'unica pratica
socialmente riconosciuta dai colonizzatori.
Fu con lo sbarco sul territorio brasiliano del 23 aprile 1500 del navigatore ed esploratore
portoghese Pedro Álvares Cabral (Belmonte, 17 novembre 1467 – Santarém, 1520),
raffigurato in Fig. 2, che nel 1500 iniziò una veloce conquista territoriale e culturale da
- 9 -
parte del Portogallo, unita a quella degli imperi che con esso mercanteggiavano, tra i
quali in particolare Inghilterra e Francia.
Fig. 2 - Sbarco sul territorio brasiliano di Pedro Álvares Cabral (23 aprile 1500)
Questo portò con il tempo ad una colonizzazione anche musicale nei confronti degli
indigeni che abitavano i territori brasiliani, che possedendo un livello culturale molto
elementare e una bassissima percezione di appartenenza e di identità sociale, mediante
la musica, entrarono in contatto con loro fino ad essere indotti ad accettare la fede
cristiana e lavorare come schiavi nelle piantagioni e nelle miniere. Per tutto il periodo
coloniale, il Brasile verrà costantemente irradiato di musica europea, mentre la Chiesa
cattolica oltre a portare e diffondere il proprio culto, assicurerà assistenza spirituale a
questi popoli tramite le missioni.
Nei primi due secoli della colonizzazione portoghese, la musica diffusa in Brasile era
infatti vincolata totalmente alle operazioni di catechesi. Una delle grandi imprese dei