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INTRODUZIONE 
L'argomento di questa tesi parla della possibilità di introdurre uno strumento valido di 
aiuto per figli adolescenti, che non sia necessariamente di natura clinica, nel contesto di 
una forte crisi familiare come può essere quella rappresentata dalla separazione dei propri 
genitori.  
Le separazioni e i divorzi purtroppo “avvengono” e non tengono conto di figure primarie 
come i figli o altre più marginali, che verranno coinvolte in questo evento così traumatico 
costringendole, loro malgrado, ad assumere un ruolo che spesso è e rimane solo quello 
dello spettatore. In queste situazioni le parole sembrano “concesse” solo alle due parti in 
causa, dimenticandosi dei figli presenti e non considerando che solo attraverso 
l'espressione verbale l'essere umano ha modo di elaborare i contenuti delle vicende e dare 
un senso agli accadimenti. Questo lavoro parla dell'innovazione rappresentata dai Gruppi 
di Parola come strumento di aiuto per i figli attraverso il quale, in un contesto di confronto 
tra pari e adulti competenti, viene data la possibilità finalmente di esprimere un proprio 
pensiero sulla separazione familiare, esternando sensazioni e sentimenti a volte soppressi 
in ragione di non arrecare un ulteriore disagio alla famiglia già tormentata.  
La letteratura fornisce già da anni risultati sugli effetti futuri di questi eventi traumatici 
familari, con particolare attenzione alla fascia di età che riguarda i bambini. La minore 
attenzione di studi e ricerche sugli effetti delle separazioni coniugali durante l'adolescenza, 
sembra dovuta al fatto che si dia quasi per scontato che un figlio adolescente abbia 
raggiunto un grado superiore di conoscenza e comprensione di fatti ed eventi tale da 
giustificare una sua minore difficoltà. Dati sugli esiti futuri dimostrano invece che la 
sofferenza provata e riferita dagli adolescenti in queste situazioni è simile a quella di un 
bambino con una compromissione seria delle rappresentazioni dei legami futuri.  
La scelta di questo argomento di tesi è nata da un particolare vissuto personale, che 
rispecchia le condizioni di partenza di questo studio, avendo la sottoscritta vissuto una 
separazione con una figlia di 15 anni. Tralasciando la parte relativa alle non buone 
relazioni con l'ex coniuge, ho potuto constatare direttamente la difficoltà di esprimere 
un'opinione propria sull'accaduto da parte di mia figlia, quasi rappresentasse un evento del 
destino da accettare incondizionatamente e del quale non si parla per troppa sofferenza.
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Proprio per queste premesse, quando nel corso di una lezione di Psicologia Evolutiva ho 
sentito parlare dei Gruppi di Parola e di come operano, il mio interesse si è subito acceso 
ed ho capito che avevo scelto il mio argomento di tesi.  
Attraverso questo elaborato ho voluto dimostrare per prima cosa l'esistenza di stili 
genitoriali differenti, che portano a loro volta a separazioni con esiti diversi, dove le 
modalità di interazione con i figli possono essere più o meno vicine a loro. Durante una 
separazione si perdono gli equilibri familiari, creandosi crepe comunicative e relazionali, 
vedendo affiorare stati emotivi profondamente diversi che ogni membro deve gestire 
personalmente. In questo momento nasce forte l'esigenza di un “terzo” che riesca a mettere 
in contatto le diverse parti, valorizzando l'espressione verbale dei propri stati emotivi e 
sollecitando le proprie impressioni su tutto l'accaduto. Solamente entrando a far parte di un 
Gruppo di Parola è possibile per i figli adolescenti come per i loro genitori ritrovare un 
contatto e cercare di riorganizzare il proprio assetto familiare. 
L'obiettivo che questo studio si propone è un'analisi accurata delle situazioni di partenza e 
delle possibilità di intervento, anche di natura non strettamente clinica come appunto lo è 
un Gruppo di Parola, affinchè un evento traumatico come la separazione possa essere 
attraversato da figli e genitori, tutelando la preziosità del legame genitoriale e restituendo 
fiducia in quelli futuri.  
Il metodo che sottende la stesura di questa tesi è un'attenta ricerca della letteratura esistente 
sugli argomenti trattati, partendo da interpretazioni teoriche più lontane fino ad arrivare a 
riferimenti  attuali, dettati dai cambiamenti della società.  
La struttura del documento è articolata su quattro capitoli nei quali, partendo dalla nascita 
della coppia si affronta il tema della genitorialità e delle possibili instabilità che possono 
minare il percorso educativo dei figli. Successivamente viene studiato il periodo 
dell'adolescenza che rappresenta la fascia di età deputata per questo lavoro di tesi.  Anche 
la separazione e il divorzio vengono prima analizzati sotto diversi punti di vita e messi in 
relazione all'adolescenza, con le possibili problematiche che possono insorgere. L'ultima 
parte della tesi presenta il Gruppo di Parola come forma di intervento, da realizzarsi senza 
aspettative di carattere clinico e terapeutico, ma applicabile in un'ottica di prevenzione al 
disagio e al trauma dei figli, con una restituzione di benessere relazionale estendibile a tutti 
i componenti della famiglia coinvolta nella separazione. 
Nel primo capitolo si parla del significato di amore e di coppia in una società come quella 
di oggi, dove forte è l'idealizzazione di un Sè artefice unico del proprio destino. Quando la 
coppia diventa genitoriale nasce una nuova dimensione “familiare” nella quale, attraverso
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la co-genitorialità vengono riscoperte funzioni primarie come la cura e l'accudimento. Le 
nuove generazioni purtroppo arrivano tardi e impreparate alla formazione di una famiglia 
che, per molti versi non gode di basi solide che le permettano di resistere nel tempo, 
complici radicate abitudini acquisite dove c'è poco spazio per qualsiasi forma di sacrificio. 
E' in questo momento che si assiste alla comparsa delle prime difficoltà per i figli alla 
ricerca di modelli di riferimento stabili.  
Il secondo capitolo affronta il tema della fascia di età che interessa questo lavoro, partendo 
dalle interpretazioni universali fino ad analizzare compiti e funzioni che le sono stati 
attribuiti nel corso di anni di ricerche. Questo periodo viene analizzato anche attraverso le 
sue differenti concezioni, influenzate dalla società e dal contesto culturale di appartenenza. 
Questa età è soprattutto il tempo nel quale si forma lo sviluppo morale dell'adolescente e 
cresce la propria autonomia comportamentale e dove il ruolo del genitoriale riveste un 
carattere particolarmente importante, perchè fonte primaria di esempio.  
Il divorzio viene affrontato nel terzo capitolo come quella fase cruciale attraverso la quale 
viene sciolto il vincolo matrimoniale e di coppia. Nel rispetto della normativa che tutela 
questo evento, vengono riportate analisi sulle componenti emotive coinvolte, dal punto di 
vista della coppia genitoriale e da quello dei figli, osservando una vasta panoramica di 
possibili reazioni per entrambi. L'interessamento va verso le fasce adolescenti e le loro 
possibili esternazioni, da un rifiuto al contrasto con le figure genitoriali, fino a forme 
estreme come la PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale).  L'analisi delle tecniche di 
aiuto destinate a genitori e figli utilizzate in diverse parti del mondo chiude questo 
capitolo. 
L'ultimo capitolo affronta l'argomento chiave di questo lavoro di tesi sui Gruppi di Parola 
e, dopo una breve storia sulla sua origine e le sue promotrici, ne illustra  ambiti di 
intervento e cornici tematiche affrontate. Attraverso questo strumento di intervento viene 
tutelato e restituita fiducia nel  legame genitoriale e in quelli futuri,  ristabilendo un legame 
comunicativo tra figli e genitori a volte interrotto, passando attraverso il riconoscimento 
legittimo e l'esternazione di stati emotivi provati,  riconoscendolo a tutti gli effetti nella sua 
importanza come strumento di prevenzione a sostegno della genitorialità.
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CAPITOLO 1  
1. La coppia 
Parlare oggi del significato di amore e di coppia non è cosa  facile, perchè quella che 
stiamo vivendo viene sempre più spesso definita come l'era “della solitudine”, dove si 
vedono tramontati concetti come la morale sociale o le ideologie personali. Anche i 
comuni contenitori sociali come la famiglia, le convenzioni e la netta distinzione di ruolo 
del maschile e del femminile stanno venendo meno e l'individuo moderno viene  
considerato come l'unico artefice della propria felicità (Verhaeghe P., 2018). 
In tale situazione di isolamento sembra che l'uomo non senta quasi più il bisogno delle 
relazioni ma, paradossalmente, è proprio di queste che necessita, ancor più che in passato. 
L'amore e la relazione rimangono difatti l'unico spazio in cui l'individuo può esprimersi 
liberamente, fuori da quei ruoli a lui imposti da una società “tecnicamente organizzata”, 
che riconosce purtroppo l'identità di ciascuno spesso solo in base alla propria funzionalità e 
idoneità al sistema di appartenenza (Galimberti, 2013). 
In sintesi quindi si potrebbe affermare che anche per l'uomo moderno la felicità individuale 
è al centro dei propri sforzi e l'amore di coppia ne rappresenta una fase cruciale, con una  
ricerca dell'altra metà che rimane ancor oggi fondamentale per la propria autorealizzazione.  
Una coppia nasce come punto di incontro di due realtà differenti che portano dietro di sé 
un passato ed ha al suo interno un progetto futuro. Volendo rendere con immagini 
personali la nascita di una coppia, il pensiero che viene alla mente è quello di due 
ingranaggi che, oltre a trovare il loro perfetto incastro, riescono anche a girare insieme, 
generando un percorso in avanti.  
In definizioni più complesse, come quella di Neuburger (2001) si afferma che questo tipo 
di legame trascende la sfera individuale e crea un organismo complesso, con un codice 
affettivo particolare, che definisce quasi una specie di “microistituzione”.  
Da  molto tempo si cerca di comprendere l'alchimia che sta alla base della nascita di una 
coppia, con particolari interpretazioni anche di carattere evolutivo, che la definiscono 
invece semplicemente come un processo di “estensione” del proprio Io, per il 
raggiungimento di una dimensione maggiore. Attraverso la fase di innamoramento 
avverrebbe una fusione tra l'identità propria e quella dell'altro essere, con una generale
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sensazione di estasi, che determina il crollo del confine individuale dell'Ego, la scomparsa 
della solitudine e l'espansione di se stessi verso l'essere amato.  
Ogni coppia è diversa l'una dall'altra e rappresenta un mondo a sé, anche se tutte 
conservano un unico desiderio: essere felici. La felicità rappresenta il motivo che porta a 
mettere insieme due persone ma è anche la mancanza di questo requisito che induce oggi 
spesso a lasciarsi.  
 
1.1 Coppia e genitorialità 
La genitorialità non è necessariamente un processo di generatività biologica, perchè 
guardando alla vita di ogni individuo osserviamo che anche nel corso della propria vita egli 
utilizza nei confronti degli altri tutta una serie di competenze sia a livello fisico che 
affettivo-relazionale. Queste capacità personali, che consistono nell'interpretazione dei 
bisogni altrui o nell'offerta di protezione e di accudimento, non sono rivolte pertanto 
solamente verso i figli o le persone vicine, ma si allargano a tutto il contesto di vita. Le 
prime forme di genitorialità in un bambino si possono addirittura osservare dalla fine del 
primo anno di vita, insieme all'acquisizione delle prime competenze intersoggettive e alla 
comprensione con desiderio di soddisfacimento dei bisogni dell'altro.  
Alla genitorialità appartengono due caratteristiche peculiari: 
− l'autonomia 
− la processualità 
Con la prima definizione si intende una competenza che mantiene un dominio di 
funzionamento autonomo, anche se non scisso, rispetto ad altri di natura individuale e 
affettivo-relazionale. Questa particolarità viene spiegata  ad esempio con il comportamento 
di alcuni genitori che, sebbene affetti da gravi patologie o disadattamenti come la 
dipendenza da sostanze, riescono ancora a mantenere un buon livello di cura e sensibilità 
nei confronti del bambino; diversamente, casi di adulti ben adattati che, in momenti di 
particolare difficoltà (come ad esempio dopo la separazione dal partner) non riescono più 
ad assolvere agli obblighi di accudimento dei propri figli. 
Per processualità della funzione genitoriale si intende una validità che non si può definire 
scontata e immutabile per sempre, ma che oscilla in base alle condizioni e alle relazioni di 
una persona; lo spirito di sensibilità e di accoglimento verrà attivato soprattutto tenendo 
conto di alcune importanti variabili come: storia personale, sensibilità ed esperienza 
relazionale  (Fava Vizziello, 2003).
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Secondo una interpretazione tradizionale la matrice primaria dello sviluppo della funzione 
genitoriale è sempre stata la relazione madre-figlio, seppure oggi con una nuova 
considerazione verso il ruolo del padre. La clinica moderna si è interrogata sullo sviluppo 
di questa competenza sia su basi diadiche (adulto-bambino) che triadiche (entrambi i 
partner con il bambino), convenendo verso una nuova forma di co-genitorialità “triadica” 
dove si costruiscono interazioni tra genitore-bambino-altro genitore. Questa co-
genitorialità parte e si evolve con la gravidanza, periodo nel quale essi attivano alcune 
rappresentazioni agite,  che consistono in comportamenti anticipatori di quello che sarà il 
loro stile genitoriale; questi modelli comportamentali sono di fatto in grado di rivelare la 
natura delle interazioni genitoriali e il livello di cooperazione che i partner saranno in 
grado di sostenere alla nascita del loro bambino (McHale 1995). 
Ma una coppia con la rispettiva prole rappresenta più della semplice somma dei propri 
membri, essi rappresentano una famiglia e proprio la fase in cui si inserisce un “terzo”, 
bisognoso di cure e accudimento, diviene il momento centrale di questo nuovo nucleo. 
Esso viene rappresentato come un sistema  “aperto”, formato da regole interne, che è volto 
al raggiungimento e alla soddisfazione dei bisogni umani, al quale si potrebbero attribuire 
tre grandi gruppi di funzioni: 
1) Soddisfare bisogni affettivi e sessuali di dipendenza e appartenenza dei coniugi; 
2) Colmare le esigenze fisiche ed affettive di figli, favorendo il normale processo di 
separazione-individuazione ed emancipazione; 
3) Trasmettere ai figli la cultura della propria collettività. 
La famiglia, per essere in grado di rispondere positivamente ai diversi tipi di sollecitazioni, 
deve però godere di una stabilità interna, con una chiara definizione di Sè sia verso 
l'esterno, con le relazioni verso le rispettive famiglie di origine e la società, che verso 
l'interno ed i suoi sottosistemi (Lidz T.,1963).   
Studi sulla psicologia individuale, familiare e anche la sociologia si sono interessati  di 
spiegare a quale tipo di legame appartenga quello “familiare” e la risposta è che questa 
unione rappresenta un livello superiore a qualsiasi altro gruppo sociale, tranne alcuni a 
carattere religioso o ideologico. Nella famiglia non esistono infatti ruoli o funzioni 
“vicariati”, come accade in altri sistemi o istituzioni, da questa si esce solamente con il 
decesso, anche se emotivamente a volte non avviene neppure con questo.  
La creazione ed il percorso familiare può essere accomunato in senso metaforico quasi a 
quello di un adolescente in quanto deve riuscire ad integrare quanto possibile le esperienze
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ed i legami del passato, riuscendo tuttavia a costruirsi una vita nuova, autonoma e 
indipendente (Cicognani, Zani, 2003). 
 
1.1.1 Instabilità di coppia e crescita dei figli 
A differenza delle generazioni passate, si potrebbe affermare che tra le molteplici scoperte  
ve ne è una di epocale importanza: l'uomo moderno ha bisogno di “relazioni pure”, non 
generate o influenzate da fattori esterni, come legami di sangue, tradizioni o doveri sociali; 
questo tipo di unioni si basa su intimità e impegno, con un occhio critico costante al 
rapporto, alla fiducia e ad un progetto comune. Spesso all'interno di queste coppie vi sono 
“smarrimenti” del rapporto, a favore della crescita personale di una delle due parti; 
l'esempio migliore di questa affermazione è la comune rivendicazione per un sentimento di 
oppressione vissuto all'interno della coppia (Fruggeri, 2005). 
Queste nuove unioni si basano sull'amore e, qualora questo subisca delle inflessioni, o il 
contatto intimo non renda più soddisfazione emotiva, ne consegue una ripercussione diretta 
sul rapporto e spesso una rottura.  
Alcune ricerche della psicologia umanistica
 
su generazioni cresciute negli Stati Uniti negli 
anni '50 e poco dopo in quelle Europee più avanzate, hanno evidenziato come questi nuovi 
partner siano stati allevati con maggiore permissività e desideri altissimi di felicità. Questa 
condizione pare abbia determinato nel tempo un alto tasso di divorzi mai registrato, con la 
presenza di individui insoddisfatti, frustrati e più  inclini alle separazioni.  
Poiché questo argomento interessa più tematiche sociali, viene da chiedersi se tutte queste 
separazioni rappresentano allora solo il declino della società moderna, oppure sono la 
dimostrazione che ci si sta orientando verso un mondo che privilegia valori e sentimenti 
veri? 
Una coppia solitamente ha anche dei figli, ma spesso si osserva che neppure questi bastano 
per legarla in quanto, pur essendone il frutto, rappresentano delle unità considerate 
“esterne” alla relazione stessa. 
La prospettiva di separazione genera molti interrogativi che affrontano temi sempre più 
complessi, andando ad immaginare il futuro assetto familiare o studiando la nuova 
tipologia di nucleo che verrà a formarsi: da chi e come verrà portata avanti la famiglia e se 
sarà anche con un solo genitore, fino ad ipotizzare anche quale fermezza potranno avvertire 
figli cresciuti in due o tre abitazioni  (Taurino A, Bastianoni P., De Donatis S., 2011).