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Introduzione
Il fine della parte iniziale del seguente elaborato è quello di mostrate le principali
evoluzioni che sono alla base del marketing: il marketing “vecchio stampo”, secondo il
quale bisognava trovare qualsiasi modo per vendere (e quindi generare profitti), ormai è
desueto. È una disciplina che sta cambiando, grazie anche alla spinta della
digitalizzazione e all’impatto dei social media.
Il social media marketing e il web marketing sono strumenti imprescindibili, e
dovrebbero essere alla base della strategia di ogni attività commerciale. Questi elementi
si coniugano, insieme a una nuova visione del mercato improntata sulla centralità della
dimensione umana, nel socialing, che rappresenta la naturale evoluzione del marketing
e il superamento completo della sua versione più tradizionale.
Nel secondo capitolo, invece, mi focalizzerò sul settore del turismo (e,
conseguentemente, sul marketing e il web marketing turistico). Mostrerò le principali
dinamiche in atto, e come esse si basino in larga parte sull’impatto delle dimensioni
digital e social.
Quali sono i principali trend del turismo per quest’anno e i prossimi anni? La
digitalizzazione sarà sempre più importante? Che viaggi si faranno nel prossimo futuro?
A tutte queste domande darà risosta nella terza sezione di questo paper, che si
occuperà, appunto, del futuro del marketing turistico.
Infine, nel quarto e ultimo capitolo, approfondirò il caso Matera Capitale europea della
cultura del 2019. In questa parte del mio elaborato metterò in luce le principali attrattività
della “Città dei Sassi”, anche quelle meno conosciute, mostrerò la situazione ricettiva
della Basilicata e di Matera, analizzerò le performance digitali e sociali dell’evento e, per
concludere, cercherò di fare alcune proposte concrete da mettere in atto anche nei
prossimi anni, per i futuri visitatori della città.
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1 Lo scenario passato e attuale del marketing
1.1 L’evoluzione del marketing: da tradizionale a digitale
Nell’iniziare questo paper di laurea ritengo di primaria importanza dare una
definizione generale al concetto di “marketing”, in quanto nelle parti successive
dell’elaborato cercherò di mettere in luce i cambiamenti che sono avvenuti in merito a
tale disciplina. Spiegherò, infatti, prima il cambiamento che c’è stato passando dal
marketing così detto “tradizionale” al marketing digitale, e poi l’evoluzione che deve
guidare il marketing del futuro, portandolo a diventare “socialing”.
La definizione di marketing è un argomento, però, piuttosto spinoso. Ci si può rendere
conto che essa è variata nel corso degli anni, e continua a mutare. Ogni autore, inoltre,
dà l’interpretazione che meglio crede, pur mantenendo fermi, tuttavia, i concetti generali.
Tutto questo a dimostrazione che questa disciplina è sempre stata in cambiamento e,
molto probabilmente, nel futuro lo sarà ancora di più.
A titolo d’esempio, ritengo utile riportare di seguito due definizioni che sono state
proposte dall’AMA (American Marketing Association), un’importante associazione
statunitense di marketer, rispettivamente nel 1985 e nel 2013.
“Marketing is the process of planning and executing the conception, pricing,
promotion and distribution of ideas, goods and services to create exchanges and satisfy
individual and organizational objectives.” (AMA Board, 1985)
“Marketing is the activity, set of institutions, and processes for creating,
communicating, delivering, and exchanging offerings that have value for customers,
clients, partners, and society at large.” (AMA Board, 2013)
Come è possibile notare, le definizioni hanno subito dei profondi cambiamenti, tuttavia
possiamo dire che alla base del marketing c’è il cosiddetto “marketing mix” (cioè
l’insieme delle variabili messe in atto per raggiungere gli obiettivi aziendali) espresso dal
modello delle 4 P:
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• Product
• Price
• Promotion
• Place
Come per la definizione di marketing, anche tale modello ha subito profonde
modifiche nel corso del tempo. Basti pensare che tale approccio, proposto da Edmund
Jerome McCarthy nel 1960, è stato poi ampliato da molti autori, fino ad arrivare ad avere
addirittura 15 variabili. Ecco una tabella sull’evoluzione dei principali modelli di marketing
mix (Bonetti, 2012).
In questi ultimi anni si sta invece sviluppando un nuovo modello, il quale, al posto di
mettere al centro il consumatore, punta sull’esperienza. È il modello delle 4E (World
Marketing Summit, 2018):
• Experience
• Everyplace
• Exchange
• Evangelism
McCarthy - 4P
(1960)
Judd - 5P
(1987)
Kotler - 6P
(1986)
Booms e Bitner - 7P
(1981)
Baumgartner - 15P
(1991)
Product People Public opinion Process Partition
Price Product Political power Physical evidence Prioritize
Promotion Price Product Participants Position
Place Promotion Price Product Profit
Place Promotion Price Plan
Place Promotion Performance
Place Positive implementation
Probe
Public relations
Politics
People
Product
Price
Promotion
Place
Figura 1.1 - L'evoluzione delle leve del marketing mix
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Tutti questi esempi servono a cercare di dimostrare quanto il marketing stia
evolvendo, quanto stia diventando una disciplina lontana dai vecchi stereotipi (anche se
la strada è molto lunga) e soprattutto sempre più digital. Insomma, al giorno d’oggi il
marketing tradizionale sta pian piano morendo.
Ma se il marketing tradizionale è ormai da considerarsi desueto, al suo posto sta
sempre più prendendo piede il marketing digitale, il quale, tra non molto, diventerà
semplicemente “marketing”, poiché il web sarà alla base di tutti i rapporti tra le aziende
e i clienti con le quali interagiscono (Peter, Donnelly, & Pratesi, 2017).
Ed è proprio così: nella società del 4.0 c’è bisogno di un marketing 4.0, ovvero il
marketing dell’economia digitale. Gli approcci del marketing 1.0 (che si concentrava sul
prodotto), del marketing 2.0 (che puntava invece sul cliente) e del marketing 3.0 (anche
detto “umanistico”) ormai non bastano più (Kotler, Kartajaya, & Setiawan, 2017). Ma non
bisogna scordarsi, però, che non c’è solo l’online. La vera sfida è coniugare il mondo “in
rete” (online) con quello offline. E questo perché la customer experience, cioè la reazione
che sviluppa il consumatore nel momento in cui ha un contatto con i prodotti di
un’azienda o con il brand stesso, inizia online, ma poi si sviluppa “nel mondo reale”, nello
store. Le aziende si vedono quindi costrette a dover governare in modo capillare tutti i
touch-point con il cliente, che con gli anni si sono moltiplicati dando vita al concetto di
“omni-channel” (Farinet, 2015).
Detto ciò, cerchiamo di fare chiarezza. Passiamo quindi a un’altra definizione, e cioè
cosa si intende per digital marketing. Innanzitutto, va detto che c’è una sostanziale
differenza tra il web marketing e il digital marketing. Partiamo dalla prima.
Il web marketing sfrutta tutte le potenzialità di Internet per fare marketing. Rientrano
in questo ambito l’utilizzo dei siti Internet, dei social media, della SEO ecc...
Il digital marketing, invece, può essere considerato come l’utilizzo di tutti gli strumenti
digitali per il raggiungimento di obiettivi di marketing. Esso quindi comprende tutte le
attività che, in qualche modo, prevedano l’utilizzo delle tecnologie digitali (di
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conseguenza anche la rete). Il web marketing si può perciò considerare una
sottocategoria del digital marketing.
Ciò che poi contraddistingue ancor di più la differenza tra l’approccio tradizionale al
marketing e l’approccio digitale è l’utilizzo dei mezzi di comunicazione e interazione con
i consumatori. I mezzi classici, i così detti below the line, sono la TV, i giornali, la radio,
il cinema ecc... I mezzi nuovi, del marketing più moderno (digital), sono invece i social
media, le app, i siti Internet, le e-mail ecc...
Come è possibile notare dal peso della spesa pubblicitaria in Italia (che, in base a dati
Nielsen, nel 2018 è stata pari a 8,4 miliardi di €), circa il 45% del capitale è investito nel
mezzo televisivo, segno che la TV “regge” ancora, ma pian piano si sta sempre più
sviluppando la parte “digital”, che supera il 30% (Nielsen, 2019).
Tutto ciò sta a significare ancora una volta che il marketing, in questi ultimissimi anni,
è in fortissimo sviluppo (sia per quanto riguarda l’aspetto tecnologico che quello etico).
Tuttavia, come vedremo alla fine del capitolo, il marketing in sé deve lasciare sempre
più spazio a una nuova disciplina: il socialing.
Detto ciò, analizziamo ora il web marketing e le sue potenzialità.
TV
45%
Radio
5%
Stampa
12%
Digital
32%
Direct mail
3%
Altro
3%
Figura 1.2 - Quote dei mezzi nel 2018 (Fonte: dati tratti da Nielsen)
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1.2 Gli strumenti del web marketing
Come detto in precedenza, il web marketing è, in sostanza, marketing su Internet.
Si tratta di una disciplina estremamente varia, immensa, che utilizza una quantità di
strumenti (tra i quali quelli di analisi dei dati, di analytics) davvero ingente. È proprio per
questo motivo che si possono ritrovare dei settori di “nicchia”, delle specializzazioni,
come il web marketing in ambito turistico; questo paper vuole analizzare proprio tale
ambito, e tutti gli approfondimenti del caso saranno proposti nel 2° capitolo.
Il web rappresenta uno mezzo estremamente potente, e il marketing lo sta rendendo
un veicolo fondamentale per tutta la sua strategia, e quindi anche per fare pubblicità:
infatti, gli strumenti di questa disciplina puntano soprattutto, ma non solo, a fare
advertising. Ma analizziamo meglio quali sono questi strumenti.
I principali strumenti del web marketing sono:
• Search Engine Optimization (SEO)
• Search Engine Marketing (SEM)
• Direct Email Marketing (DEM)
• Social Media Marketing (SMM)
Ora presenterò i primi tre strumenti, mentre per quanto riguarda il SMM ci sarà
un’apposita sezione del paper poco più avanti.
1.2.1 SEO
Con SEO si intendono quelle azioni effettuate da un’azienda che sono volte al
miglioramento della propria presenza nella sezione “naturale” di un motore di ricerca
(MdR) (Peretti, 2011).
Con sezione “naturale” (o organica) intendiamo quella parte dei risultati di un MdR
dove non sono presenti link sponsorizzati o “search ads”, e quindi è totalmente gratuita.
L’aspetto del pagamento è proprio ciò che distingue la SEO dalla SEM: la caratteristica
peculiare di quest’ultima, che dopo approfondirò, è proprio che non è gratuita. Ecco un