INTRODUZIONE
Le trasformazioni socio-economiche avvenute nel XXI secolo sono frutto
di cambiamenti tecnologici radicali, sconosciuti prima dei giorni nostri.
L’esponenziale sviluppo delle tecnologie informatiche ha permesso la nascita
di nuovi strumenti ed applicativi che consentono di rendere più rapida la
ricerca e lo scambio di informazioni. Per mezzo della maggiore conoscenza
condivisa, resa possibile grazie allo sviluppo di Internet e delle tecnologie
digitali, sono nate piattaforme «sociali» che vanno dall’intrattenimento agli
acquisti online, che permettono di far interagire persone da ogni parte del
mondo simultaneamente. Sono tantissime le tecnologie e i prodotti
innovativi introdotti nel mercato a partire dagli anni 2000: gli smartphone, le
mobile application, i servizi di intrattenimento on demand, la musica in
streaming, i social network e gli e-commerce, la Blockchain e le criptovalute,
lo sviluppo della robotica, dei droni e dell’intelligenza artificiale, lo sviluppo
di nuove fonti energetiche e di nuovi mezzi di trasporto sono solo alcune
delle innovazioni tecnologiche che hanno investito la maggior parte dei
settori economici. I principali promotori di questa corrente di progresso sono
gli imprenditori che hanno saputo individuare e cogliere tempestivamente le
opportunità di mercato realizzando ingenti profitti con la
commercializzazione di prodotti e servizi unici nel loro genere.
In questo elaborato partiremo dall’analisi dell’impresa, andando a
descrivere le caratteristiche e gli approcci principali individuati nella
letteratura economica per delineare efficacemente le particolari
caratteristiche del soggetto economico dominante. Si andrà a richiamare la
disciplina giuridica vigente per dare una migliore rappresentazione del
fenomeno economico. Inoltre, verrà fatta una breve sintesi dei momenti
principali che si sono susseguiti nel corso del tempo che hanno portato alla
trasformazione e alla nascita dell’impresa Novecentesca, per poi proseguire
nell’individuazione e nella descrizione della persona a capo dell’impresa. Si
analizzerà la figura e la personalità imprenditoriale nei suoi aspetti più
caratteristici, così da individuare quali sono le motivazioni e le competenze
di fondo che un individuo deve possedere per svolgere con successo l’attività
imprenditoriale. Il primo capitolo si concluderà con una ricerca sul tessuto
imprenditoriale Italiano effettuata attraverso i dati Istat.
Una volta definita l’impresa nella sua globalità si scenderà nel dettaglio
andando a descrivere una particolare categoria d’impresa che negli ultimi anni
si sta affermando nel mondo intero. Nel secondo capitolo, quindi, parleremo
delle startup, la nuova tipologia di impresa che si distingue rispetto le aziende
tradizionali per l’adozione di processi e di tecnologie ad alto contenuto
innovativo. Cercheremo nella più recente letteratura economica la
definizione che più si addice per descrivere questo nuovo fenomeno globale.
La stragrande maggioranza delle tecnologie di prodotto o di processo
descritte all’inizio di questo paragrafo sono state generate dalle startup: delle
organizzazioni che hanno introdotto e continuano ad introdurre un nuovo
modo di fare impresa attraverso la scoperta e l’implementazione di
innovazioni «disruptive». Dopo aver descritto le principali proprietà che
identificano una startup continueremo la trattazione sottolineando
l’importanza dei processi innovativi all’interno dell’impresa. Con la nascita
delle startup sono venuti alla luce nuovi settori di mercato e nuove figure
economiche che operano in maniera sinergica con la nuova impresa,
andremo a descrivere i processi di finanziamento e gli attori economici
coinvolti nelle varie fasi di sviluppo della nuova iniziativa imprenditoriale,
sino a dare una rappresentazione quantitativa, realizzata grazie alle
informazioni disponibili in materia, delle nuove organizzazioni. Per
concludere il secondo capitolo verrà riportata la disciplina normativa vigente
in Italia.
Come vedremo, le startup, ma in generale, tutte le imprese, si trovano a
fronteggiare un ambiente mutevole e pieno di incertezza causato dal gran
numero di player che si accingono a dominare i mercati; il successo di una
nuova iniziativa imprenditoriale è sempre più difficile da raggiungere senza
la predisposizione di strumenti atti a controllare tale complessità tecnologica
ed economica. Nel terzo capitolo si andranno a descrivere le caratteristiche
principali di uno degli strumenti della pianificazione aziendale più completi
in assoluto, parleremo cioè del business plan. Il business plan viene redatto
per pianificare le più delicate operazioni imprenditoriali, dall’avviamento
dell’impresa sino alla sua potenziale collocazione nei mercati azionari. È uno
strumento fondamentale per controllare il rischio imprenditoriale, per
guidare i processi aziendali verso la corretta destinazione e per comunicare
l’idea imprenditoriale all’esterno dell’impresa ad eventuali soggetti interessati
a finanziare l’attività aziendale. Il terzo ed ultimo capitolo di questo elaborato
delinea la struttura e le informazioni principali che deve contenere un
business plan funzionale al raggiungimento del successo aziendale in un
contesto di mercato turbolento e in rapida crescita.
1
CAPITOLO 1 - IMPRESA E IMPRENDITORE
1.1 Definizione di impresa
Non è semplice dare una definizione univoca di impresa poiché questa è
oggetto di studio di varie discipline, quali l’economia aziendale, il diritto, la
sociologia, la psicologia ecc.; che la studiano utilizzando diversi approcci
talvolta contrastanti tra loro.
Una prima definizione di impresa può essere cercata nella dottrina
giuridica, all’interno dell’ordinamento legislativo italiano nell’articolo 2082
del codice civile che disciplina l’imprenditore:
«È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica
organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi»
1
.
L’impresa quindi può essere definita come: un'attività economica
professionalmente organizzata al fine della produzione o dello scambio di
beni o servizi.
Dal testo giuridico si ricava che l’impresa è attività, ossia una serie
coordinata di atti volti al raggiungimento di un determinato scopo, che può
essere di produzione o di scambio di beni o servizi. Tale attività, inoltre, deve
rispondere ai requisiti di organizzazione, professionalità ed economicità.
Secondo il primo requisito, affinché vi sia attività d’impresa è necessario
che l’imprenditore svolga le proprie funzioni in maniera organizzata,
servendosi, cioè, di un apparato produttivo formato da risorse materiali,
immateriali ed umane. «Non è concepibile attività di impresa senza l’impiego
coordinato di fattori produttivi: cioè senza l’impiego di capitale e lavoro
propri e/o altrui»
2
. Tuttavia, è da considerarsi altresì imprenditore chi opera
solamente con il proprio lavoro intellettuale o manuale, quindi senza l’ausilio
di prestazioni lavorative derivanti da terzi soggetti; ad esempio, le attività
imprenditoriali gestite dal solo titolare.
Inoltre, è imprenditore anche colui che opera senza l’utilizzo di un
complesso di beni materialmente percepibili, ricorrendo al solo impiego di
mezzi finanziari propri o altrui, come nelle attività di investimento o di
finanziamento. Un sufficiente grado di organizzazione di lavoro altrui o di
1
Cfr. F. IZZO, Codice civile, Simone, Napoli, 2015, Art. 2082 cod. civ. Imprenditore.
2
G.F. CAMPOBASSO, M. CAMPOBASSO (a cura di), Manuale di Diritto Commerciale, Utet
Giuridica, Milano, 2016, p. 14.
2
capitale è la caratteristica che va distinguere la figura dell’imprenditore da
quella del lavoratore autonomo
3
.
Secondo il requisito dell’economicità, l’imprenditore che svolge attività
d’impresa deve operare con metodo economico, questo non implica che vi
sia il fine lucrativo, quindi non è vitale che vi sia l’intento di conseguire un
guadagno soggettivo, ma che vi sia quantomeno la copertura dei costi
attraverso i ricavi; non è da considerarsi, quindi, imprenditore chi produce
beni o servizi che vengono distribuiti gratuitamente. È doveroso ricordare
che anche le società cooperative che, per loro natura, non perseguono il fine
di lucro bensì quello mutualistico
4
, sono assoggettate alla disciplina prevista
per le imprese dall’ordinamento giuridico.
In ultimo troviamo il requisito della professionalità, l’attività produttiva
dev’essere svolta in maniera abituale e non occasionale affinché possa
rientrare nella disciplina dell’impresa. Il criterio della professionalità non
implica che l’attività debba essere svolta in maniera continuativa e senza
interruzioni. Si pensi, ad esempio, alle attività economiche stagionali. «È
sufficiente il costante ripetersi di atti di impresa secondo le cadenze proprie
di quel dato tipo di attività»
5
.
Inoltre, sempre rimanendo nell’ambito giuridico, è necessario distinguere
l’impresa dall’azienda. Nel linguaggio comune entrambi i termini vengono
spesso utilizzati come sinonimi, nel diritto non sono termini intercambiabili.
La nozione di azienda è contenuta nell’art. 2555 del codice civile
6
, è l’apparato
strumentale di cui l’imprenditore si avvale per lo svolgimento della propria
attività. «È un insieme di beni eterogenei (mobili e immobili, materiali e
immateriali, fungibili e infungibili), non necessariamente di proprietà
dell’imprenditore, che subisce modificazioni qualitative e quantitative, anche
radicali, nel corso dell’attività»
7
. Vi è un nesso funzionale tra impresa e
3
Art. 2222 cod. civ. Contratto d’opera. Quando una persona si obbliga a compiere verso un
corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di
subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il
rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV.
4
Scopo Mutualistico: secondo l’originaria Relazione al cod. civ. n. 1025 consiste nel «fornire beni,
servizi ed occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più
vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato». Questo preclude la piena distribuzione degli
utili tra i soci della cooperativa.
5
Cfr. G.F. CAMPOBASSO, M. CAMPOBASSO (a cura di), Manuale di Diritto Commerciale, Utet
Giuridica, Milano, 2016, p. 17.
6
Cfr. F. IZZO, Codice civile, Simone, Napoli, 2015, Art. 2555 cod. civ. Azienda: L'azienda è il
complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa.
7
Cfr. G.F. CAMPOBASSO, M. CAMPOBASSO (a cura di), Manuale di Diritto Commerciale, Utet
Giuridica, Milano, 2016, p. 63.
3
azienda: l’imprenditore si avvale dell’azienda per raggiungere lo scopo
dell’impresa.
La definizione e la concezione dell’impresa delineata dall’ordinamento
giuridico può essere considerata come un ottimo punto di partenza per
introdurre altre definizioni di tipo economico-aziendale, che vanno a
descrivere l’attività imprenditoriale in maniera più analitica, per una migliore
comprensione delle problematiche organizzative e gestionali, poiché
seguendo quanto detto da Luciano D’Amico:
«l’economia aziendale si propone la costruzione di un sistema di teorie che sia di
ausilio per la comprensione dei fenomeni della singola azienda reale e valga ad
indirizzare l’amministrazione aziendale per consentire il perseguimento dei fini
stabiliti»
8
.
1.1.1 L’azienda come sistema di forze economiche
L’impresa, seguendo l’approccio sistemico delineato da Giuseppe
Paolone, che l’analizza scomponendola in parti ed elementi di ordine
inferiore, può essere definita come “un sistema di forze economiche”
preposto allo sviluppo di un processo di produzione e/o di consumo
nell’ambiente di cui è parte complementare.
Parliamo di un sistema socioeconomico in quanto si relaziona con la società
collettiva, con le istituzioni politiche, con l’ambiente circostante e con altre
variabili macroeconomiche implicate in maniera più o meno diretta. Il
sistema-azienda può essere classificato come un sistema aperto, in quanto
viene influenzato e a sua volta influenza il sistema-ambiente
9
, ossia il
macrosistema in cui l’azienda si colloca; parzialmente deterministico poiché non
tutte le variabili si muovono in maniera determinata, alcune per loro natura,
si muovono in maniera stocastica; complesso, considerato l’elevato numero di
relazioni e di avvenimenti che vi sono all’interno dell’azienda; dinamico e
instabile, in quanto mutevoli sono nel corso del tempo le condizioni interne
di equilibrio facilmente condizionabili dagli agenti economici esterni; ed
infine, cibernetico in quanto instituito e condotto dall’uomo per il
raggiungimento di un determinato obiettivo
10
.
8
Vedi L. D’AMICO, L’evoluzione degli studi sull’economia d’azienda: brevi considerazioni sull’inquadramento
della disciplina in G. PAOLONE, L. D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale nei suoi principi
parametrici e modelli applicativi, G. Giappichelli Editore, Torino, 2001, pp. 27.
9
Sistema di ordine superiore al sistema-azienda, che composto a sua volta da subsistemi, va a
condizionare (e viene condizionato) in maniera sia positiva che negativa l’equilibrio aziendale.
10
«Il sistema è un insieme di elementi, materiali ed immateriali, legati da un reciproco nesso di
relazioni e tra di loro coordinati, e unitariamente integrati, per il raggiungimento di un obiettivo
comune». Questa è una definizione fornita sul sistema in generale da Giuseppe Paolone (Ordinario
4
L’impresa così delineata può essere ulteriormente scomposta in subsistemi
di ordine inferiore che facilitano l’analisi e la comprensione dei vari fenomeni
che definiscono la conduzione aziendale. Ripartendo il sistema-azienda in
relazione ai tre momenti principali dell’amministrazione economica,
l’organizzazione, la gestione e la rilevazione, possiamo individuare:
- il subsistema organizzativo;
- il subsistema gestionale (o decisionale);
- il subsistema informativo (o di controllo).
Il subsistema organizzativo si presenta molto articolato e complesso
considerata la mole degli elementi che troviamo al suo interno. «Organizzare
significa ordinare un sistema di parti indipendenti o correlate, ciascuna avente
una specifica funzione o rapporto rispetto al complesso»
11
. L’organizzazione
si occupa principalmente dell’individuazione delle risorse materiali (materie
prime, semilavorati, impianti, macchinari ecc.), immateriali (brevetti, diritti di
proprietà, segreti commerciali, marchi, immagine ecc.) e risorse umane
(lavoro intellettuale e manuale, competenze scientifiche, commerciali,
organizzative ecc.) e di ogni altro elemento necessario al corretto
svolgimento dell’attività d’impresa
12
. Si occupa di comporre i rapporti
gerarchici e funzionali tra gli organi, per una efficace divisione dei compiti e
dei ruoli tra gli individui interni all’azienda. Oltre ai problemi di
coordinamento e di ottimizzazione delle risorse spetta al subsistema
organizzativo valutare la convenienza economica ad istituire l’azienda, la
determinazione del fabbisogno finanziario necessario a raggiungere gli
obiettivi prefissati e la scelta ottimale dell’ubicazione fisica, che risulta essere
una tra le decisioni più importanti e meno flessibili per la sopravvivenza ed il
successo di un’impresa. Inoltre, vi è l’individuazione della dimensione
ottimale e di conseguenza quella della veste giuridica più idonea a
rappresentare l’azienda, decisione presa considerando il numero di
partecipanti all’iniziativa economica, l’intensità della partecipazione e il grado
di responsabilità e di rischio che intendono assumere.
«L’organizzazione riveste una funzione strumentale nei confronti della gestione;
questa, a sua volta, trova nel subsistema organizzativo i limiti e le condizioni che
concorrono a determinarne lo sviluppo, l’andamento, l’efficienza ed i risultati;
di Ragioneria Generale ed Applicata nel corso di laurea in Economia Aziendale della Facoltà di
Economia di Pescara dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti), La concezione sistemica dell’azienda,
in G. PAOLONE, L. D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale nei suoi principi parametrici e modelli
applicativi, G. Giappichelli Editore, Torino, 2001, pp. 35 e segg.
11
Cfr. F. PERRINI, Gestire un’impresa, collana: Il Management, Egea, Milano, 2018, p. 69.
12
Per un approfondimento in merito alle risorse strategiche d’impresa si rimanda a pag. 8-12 di
questo elaborato.
5
infine, le conoscenze desumibili dal subsistema informativo consentono la
soluzione delle problematiche operative»
13
.
È complesso operare una distinzione netta tra i diversi subsistemi che
compongono l’unità del sistema-azienda, poiché ciascuno di essi è
interdipendente dagli altri, lavorando in maniera coordinata per il
raggiungimento di un obiettivo globale.
Il subsistema gestionale (o decisionale), si occupa di combinare al meglio
le risorse disponibili all’interno dell’organizzazione, poiché secondo Riccardo
Palumbo «la scarsità delle risorse di cui l’uomo può disporre per il
soddisfacimento dei propri bisogni impone la razionalizzazione del loro
impiego»
14
. La combinazione delle risorse può considerarsi ottimale quando
vengono rispettati dei requisiti di funzionamento tra cui troviamo il requisito
dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità.
«Per efficacia di un’organizzazione s’intende il grado in cui essa riesce a realizzare
i sui fini: è efficace quando raggiunge con successo gli obiettivi prefissati, anche
in termini di accuratezza e completezza.
Con efficienza si intende il rapporto tra il risultato raggiunto e i mezzi impiegati
per ottenerlo. Un’organizzazione è efficiente quando utilizza in maniera
economica le diverse risorse a propria disposizione»
15
.
Quindi, la combinazione operata dal subsistema gestionale deve essere
funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissati impiegando il minor
numero di risorse.
Il significato di economicità si differenzia in base ai diversi approcci
utilizzati per descrivere il concetto di azienda (approccio “oggettivista” e
“soggettivista”). In via generale possiamo affermare che i processi di
trasformazione input-output di una azienda soddisfano il criterio di
economicità quando:
«il valore totale delle utilità attribuito ai fattori acquisiti sia inferiore al
complessivo delle utilità riconosciute ai prodotti e ai servizi ottenuti. L’azienda è
13
Per una maggiore analisi sul subsistema organizzativo si veda P. GIANSANTE (Ricercatore di
Economia Aziendale nel corso di laurea in Economia Aziendale della Facoltà di Economia di
Pescara dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti) Il subsistema organizzativo nei suoi peculiari aspetti
caratterizzanti, in G. PAOLONE, L. D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale nei suoi principi
parametrici e modelli applicativi, G. Giappichelli Editore, Torino, 2001, pp. 55 e segg.
14
Cfr. veda R. PALUMBO, Il subsistema gestionale (o decisionale) nell’individuazione dei suoi collegati aspetti
e dei relativi modelli rappresentativi, in G. PAOLONE, L. D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale
nei suoi principi parametrici e modelli applicativi, G. Giappichelli Editore, Torino, 2001, p 117.
15
Cfr. M. CATINO, Capire le organizzazioni, Il Mulino, Bologna, 2012, p. 36.
6
tesa a generare, dunque, un maggior valore che potrà essere successivamente
messo a disposizione per il soggetto aziendale»
16
.
La condizione di economicità viene soddisfatta quando si realizza
un’adeguata correlazione tra flusso dei costi e flusso dei ricavi.
à =
Il subsistema organizzativo integrandosi con quello gestionale dà origine al
“subsistema operativo”.
Infine, troviamo il subsistema informativo (o del controllo), che riveste
una funzione fondamentale all’interno del sistema-azienda. Questo,
servendosi di metodologie di tipo matematico-statistico, si occupa di
informare in maniera continuativa il subsistema operativo, che necessita di
informazioni razionali e selezionate utili per alimentare i processi decisionali-
operativi. Partendo dalla raccolta dei dati grezzi, che possono essere interni
all’azienda o esterni, relativi all’ambiente, il subsistema informativo procede
alla loro selezione ed elaborazione al fine di ottenere un flusso continuo di
informazioni economiche a supporto del subsistema operativo e preposte
alla comunicazione esterna. Difatti, vi è una duplice finalità del subsistema
informativo:
- la prima è quella di accrescere la razionalità e la qualità delle scelte
decisionali-organizzative interne all’impresa;
- la seconda è quella di fornire informazioni accurate all’esterno
dell’impresa, al fine di comunicare la situazione interna a tutti
quei soggetti esterni all’azienda ma allo stesso tempo interessati
ad essa, ovvero gli stakeholders
17
.
16
Per un maggiore approfondimento sul subsistema gestionale e sull’economicità aziendale che
viene ampiamente analizzata, considerando anche i diversi approcci (“oggettivista” e
“soggettivista”) al concetto di azienda, si veda R. PALUMBO, Il subsistema gestionale (o decisionale)
nell’individuazione dei suoi collegati aspetti e dei relativi modelli rappresentativi, in G. PAOLONE, L.
D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale nei suoi principi parametrici e modelli applicativi, G.
Giappichelli Editore, Torino, 2001, capitolo IV.
17
Con stakeholders intendiamo: i finanziatori, i clienti, i dipendenti, i fornitori e la comunità in
senso lato. Tutti questi attori si prefiggono, attraverso relazioni di scambio con l’organizzazione,
di soddisfare i propri bisogni e sono dunque denominati “portatori di interesse” nei confronti
dell’organizzazione. Cfr. R.N. ANTHONY, D.F. HAWKINS, D.M. MACRÌ, K.A.
MERCHANT, Sistemi di controllo. Analisi economiche per le decisioni aziendali, McGraw-Hill, Milano,
2016.
7
Il subsistema informativo deve possedere alcune caratteristiche affinché
possa essere davvero utile al suo scopo.
Deve essere flessibile ed elastico, cioè deve sapersi adattare continuamente ai
cambiamenti di configurazione cui è soggetto il subsistema operativo a causa
della variabilità ambientale; deve essere sempre coerente al sistema-azienda
altrimenti produrrebbe oneri di gestione ed informazioni prive di “valore”
per l’azienda; deve essere, inoltre, sempre pronto a soddisfare eventuali
fabbisogni di informazione particolari e saltuari provenienti dai diversi centri
decisionali.
Deve essere affidabile, cioè deve fornire informazioni veritiere e complete, in
modo da consentire «un efficace controllo dell’attività aziendale».
Deve essere efficace, cioè deve garantire un flusso continuo di informazioni
che «elevino il livello di razionalità del processo decisionale». Deve essere
orientato alle decisioni ossia «possedere una chiara individuazione delle esigenze
informative da soddisfare, riducendo così l’improvvisazione».
Deve essere efficiente, cioè che il costo di produzione delle informazioni non
deve essere maggiore al beneficio ottenibile dalle stesse.
Inoltre, deve essere selettivo, cioè deve selezionare e comunicare solo le
informazioni richieste e utili ai processi decisionali interni e al processo di
comunicazione esterna, eliminando le ridondanze di dati che
andrebbero ad appesantire i regolari processi comunicativi. Anche la forma
dell’informazione deve essere scrupolosamente curata, in modo tale da poter
essere utilizzata in maniera tempestiva dai vari destinatari interessati
18
.
L’impresa definita grazie all’approccio sistemico appare come un insieme
di elementi e sotto-elementi che si relazionano tra loro e cooperano
sinergicamente per il raggiungimento di un obiettivo o scopo comune. Grazie
a questo approccio si va a scomporre l’azienda in quelle aree corrispondenti
ai tre momenti fondamentali dell’amministrazione economica
(organizzazione, gestione e rilevazione), questo tipo di scomposizione facilita
l’analisi aziendale, andando ad esaminare uno ad uno i subsistemi che
compongono l’integralità del sistema-azienda.
18
Per una maggiore analisi sul subsistema informativo si veda C. SALVATORE (Ricercatore di
Economia Aziendale nel corso di laurea in Economia e Gestione dei Sistemi Turistici della Facoltà
di Economia dell’Università degli Studi del Molise) Il subsistema informativo (o del controllo) nei suoi
caratteri fondamentali, in G. PAOLONE, L. D’AMICO (a cura di), L’Economia Aziendale nei suoi
principi parametrici e modelli applicativi, G. Giappichelli Editore, Torino, 2001, capitolo V.