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INTRODUZIONE
“Nel caso in cui mi reincarnassi, mi piacerebbe tornare
sottoforma di un virus mortale, in modo da poter contribuire in
qualche modo a risolvere il problema della sovrappopolazione”. Con
questa dichiarazione, rilasciata ad un’agenzia di stampa tedesca, il
Principe Filippo d’Edimburgo prende parte nel 1988 al dibattito, oggi
più che mai attuale, sul ruolo svolto dalla sovrappopolazione in tema
di crescita economica, della pressione che essa esercita sulle risorse –
alimentari e non –, del contributo che gli accresciuti bisogni di una
maggior quantità di popolazione ha sull’inquinamento ambientale,
schierandosi con chi, a partire da Malthus, guarda alla popolazione
come un problema da risolvere più che una possibilità.
Il tema trattato nella presente tesi riguarda, come si può capire,
l’incidenza della pressione demografica su alcuni fattori che sono
determinanti per lo sviluppo e per il benessere sociale, in particolare,
l’effetto che ha sulla crescita economica.
Partendo da un’analisi delle principali teorie che vedono in
Malthus e nei Neo-malthusiani e nei Cornucopiani due fronti
contrapposti, passando per gli studiosi della NTC e del fenomeno
della transizione demografica (Capitoli 1 e 2), si cercherà di valutare
gli effetti che la sovrappopolazione ha avuto, ha ed avrà in Nigeria
(Capitolo 3), un Paese che presenta un’infinità di contraddizioni: è il
Paese con il PIL più alto dell’intero continente, ma ha un PIL pro
capite pari a poco meno di 1.960$ USD (fonte: Banca Mondiale); è
classificata come la ventiduesima economia mondiale, ma è anche il
Paese col più alto numero di poveri al mondo (il 50% circa della
5
popolazione); Lagos e il Sud corrono ed assumono stili di vita e ritmi
occidentali, mentre il Nord arranca ed è sempre più tecnologicamente
arretrato e povero.
Si esamineranno le carenze strutturali che presenta il Paese in
termini di accesso all’istruzione, alla sanità, al mondo del lavoro, alla
disparità ancora esistente e persistente tra uomini e donne, alle
pressioni esercitate dal mondo religioso e dalle organizzazioni
“tribali” che complicano la diffusione di informazioni, assistenza e
accesso alle pratiche contraccettive e alla pianificazione familiare.
Un ultimo passaggio riguarderà una rassegna delle legislazioni
approvate dai vari governi nigeriani che hanno tentato, con scarsi
risultati, di ridurre drasticamente il tasso di crescita della
popolazione.
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1 L’IMPERATIVO È DIMINUIRE
La relazione tra tasso di crescita della popolazione e crescita
economica iniziò ad essere studiata a partire dal XVI Secolo quando,
in tutta Europa, si diffuse il Mercantilismo
1
. Le forti pressioni
demografiche di quel periodo spinsero molti studiosi ad assumere un
atteggiamento favorevole rispetto a questo fenomeno. Come sostiene
Houmandis «i mercantilisti consideravano la popolazione come il
fattore fondamentale per lo sviluppo dell’economia di uno Stato»
2
.
Una carenza di popolazione, infatti, avrebbe avuto serie ripercussioni
sull’intero sistema economico poiché, considerandola come bacino di
lavoratori e come destinataria della produzione manifatturiera, ne
avrebbe frenato la crescita economica. L’insufficienza di manodopera
avrebbe comportato dei salari più elevati, rendendo la loro merce
prodotta più costosa e, quindi, non competitiva sul mercato
internazionale, con gravi ripercussioni sulla bilancia commerciale del
Paese. Inoltre, la sottopopolazione avrebbe avuto conseguenze
negative anche da un punto di vista militare poiché avrebbe reso
difficile il reclutamento di nuovi soldati e, di conseguenza, avrebbe
esposto la Nazione a gravi rischi in caso di guerra: una Nazione
1
Il Mercantilismo fu una politica economica, protezionistica, diffusasi in Europa
tra il XVI e XVII secolo e si basava sul concetto che la potenza di una Nazione si
misura in base al surplus commerciale, ossia quando si osserva un maggior valore
delle esportazioni rispetto alle importazioni nella bilancia commerciale di una
Nazione. È la prima corrente economica distaccata da qualsiasi contaminazione di
carattere religioso o morale e misura la potenza di uno Stato con la quantità di
moneta disponibile nelle sue casse (bullonismo).
2
Houmandis, L. Th. (1977) I mercantìlisti e lo Stato, in «Il ruolo dello Stato nel
pensiero degli economisti», a cura di R. Finzi il Mulino, Bologna, pp. 75-76
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doveva essere potente sia dal punto di vista militare, potendo contare
su un imponente esercito, sia dal punto di vista economico.
Il problema di una eventuale sovrappopolazione, per i
mercantilisti, sarebbe stato del tutto temporaneo e facilmente
risolvibile spingendo la popolazione in eccedenza ad emigrare verso
gli altri continenti e, in particolar modo, nelle colonie americane le
quali, presentando una vastità di terreni incolti, gettavano le basi per
lo sviluppo di una nuova e fiorente economia che sarebbe diventata
anche un importante mercato presso cui collocare i prodotti delle
maggiori manifatture europee e dal quale attingere, a basso prezzo, le
materie prime.
L’atteggiamento di favore nei confronti dell’aumento della
popolazione si incontra anche in studiosi come Botero che, due secoli
prima di Malthus, comprese le differenti progressioni alle quali la
produzione alimentare e la popolazione crescono, ma, a differenza di
Malthus, non vide in ciò un ostacolo e, anzi, sostenne che la crescita
della popolazione era necessaria per la difesa dello Stato e per lo
sviluppo economico e che, quindi, il compito dei governanti era di
mettere in pratica tutte quelle politiche volte a sostenere lo sviluppo
del settore agricolo in modo tale da garantire cibo a sufficienza per
tutti.
È nell’800 che l’Europa conosce una rapida e vasta crescita
demografica causata, innanzitutto, dalla Rivoluzione Industriale.
L’aumento del tasso di crescita della popolazione, dovuto alla
riduzione del tasso di mortalità e all’aumento del tasso della natalità,
segna l’inizio della transizione demografica (v. pag. 60). Questo
8
fenomeno è causato, anzitutto, dal miglioramento delle condizioni
economiche e dal conseguente miglioramento della condizione
alimentare, nonché dal miglioramento delle condizioni igienico-
sanitarie. Inoltre, l’incremento del Tasso di Fecondità Totale (TFT)
era dovuto anche ai matrimoni precoci e all’incremento delle nascite
di figli illegittimi, fenomeno molto diffuso nei grandi centri urbani. È
in questo contesto socio-economico che Malthus sviluppa la sua teoria
che, tra oppositori e sostenitori, ancora oggi mantiene vivo e acceso il
dibattito economico sugli effetti prodotti dal tasso di crescita della
popolazione sulla crescita economica di un Paese.
1.1 Malthus
Nella sua opera principale An essay of the principle of the
population as it affects the future improvement of society, Malthus
investiga su quali fattori incidono sul ritardo del progresso sociale ed
economico di una Nazione.
3
Tra le varie cause, ritiene che il
principale ostacolo alla crescita economica sia la crescita
demografica, solo parzialmente studiata e compresa dagli altri
studiosi impegnati nel campo dell’economia politica.
Il principale contributo rinvenibile in tale opera è la legge della
popolazione che, analizzando e confrontando i tassi di crescita delle
colonie americane con quelli inglesi e, richiamandosi agli studi e alle
tavole statistiche elaborate da alcuni studiosi tra cui Frenklin
4
e Petty,
stabilisce che «la popolazione, quando non è arrestata da alcuno
3
Malthus, T. R. (1798). An essay on the principle of population as it affects the
future improvement of society.
4
Franklin, B. (1751). Observations Concerning the Increase of Mankind.
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ostacolo, si raddoppia ad ogni periodo di 25 anni, crescendo così in
progressione geometrica»
5
. Invece, considerando la scarsità della
terra coltivabile, immaginando di mettere a coltura un appezzamento
dopo l’altro, prima o poi si giungerà ad una situazione di pieno
sfruttamento e, dunque, non si potrà produrre oltre una certa quantità
di risorse agricole a causa della lentezza del progresso tecnico (molto
lento all’epoca) e dei rendimenti decrescenti dei fattori produttivi.
Dunque, secondo Malthus, i mezzi di sussistenza crescono, in periodi
propizi, seguendo una progressione aritmetica. Assumendo che si
parta da una situazione nella quale i mezzi di sussistenza siano
sufficienti a soddisfare il fabbisogno della popolazione, dopo due
generazioni il differente andamento delle due progressioni causerà la
catastrofe malthusiana nella quale la crescita demografica, che è
esponenziale, avverrà ad un ritmo maggiore rispetto alla produzione
agricola, che è lineare, e, di conseguenza, la penuria di cibo
provocherà una riduzione della popolazione. La popolazione
decimata dalla fame raggiungerà un nuovo livello di equilibrio nel
quale la produzione agricola sarà di nuovo sufficiente al
sostentamento degli individui (figura 1.1). Dunque, la scarsità di cibo
è la forza che funge da grande ostacolo alla crescita della popolazione
che non opera in modo immediato, salvo che nei casi di carestia.
5
Malthus, T. R. op.cit. p. 6
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Figura 1.1 LA CATASTROFE MALTHUSIANA
6
Fonte: Wikipedia
Solitamente, agiscono degli ostacoli immediati che servono,
appunto, come freno alla crescita della popolazione e sono di due tipi:
i) preventivi, ii) repressivi; essi agiscono simultaneamente e con più
o meno forza per contenere la popolazione entro i livelli dei mezzi di
sussistenza.
Gli ostacoli preventivi sono esclusivi dell’essere umano e
attengono alla sua capacità di discernimento; invece, piante e animali
sono portati, istintivamente, a riprodursi senza alcun freno per evitare
l’estinzione, contendendosi territori e accesso al cibo che nel mondo
animale avviene anche attraverso lotte che conducono alla
decimazione, finanche all’estinzione, della popolazione di una
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By Malthus_PL.svg: Kravietzderivative work (translation): Jarry1250 -
translated from Malthus_PL.svg, CC BY-SA 3.0,
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