4
Introduzione
Negli ultimi 20 anni l'industria del calcio europeo ha conosciuto una fase di progresso continuo che
ancora oggi avanza inarrestabile. Il calcio è diventato un fenomeno di proporzioni mondiali, le
entrate sono cresciute in modo esponenziale e le partite sono diventate importanti eventi sportivi e
commerciali. I nuovi investimenti, i contratti di sponsorizzazione e i prezzi pagati per gli ingaggi e
gli acquisti dei calciatori hanno raggiunto cifre impossibili da immaginare fino a pochi decenni fa,
contribuendo a delineare un quadro così affascinante e attraente per i tifosi e gli addetti ai lavori, ma
anche preoccupante per le autorità. La realtà delle società di calcio professionistiche si è evoluta di
pari passo con la disciplina normativa che regola la loro speciale attività, con l’istituzione di
regolamenti sempre più stringenti e severi necessari per tutelare un settore sempre più rilevante dal
punto di vista sociale ed economico. In un simile contesto, è senz’altro importante cercare di
comprendere come le società di calcio sono tenute a valutare contabilmente il loro asset strategico
più importante, rappresentato dai diritti allo sfruttamento delle prestazioni sportive dei calciatori
della propria squadra. Infatti, la voce contabile “diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei
calciatori” è l’elemento che ha maggiore peso nell’attivo di bilancio di una società di calcio, e
assume una rilevanza notevole nelle valutazioni dei club più ricchi nel calcio dei nostri giorni.
Come è noto, le società di calcio professionistiche europee svolgono la loro attività e predispongono
la propria informativa di bilancio sulla base della disciplina contenuta nel regolamento UEFA Club
Licensing and Financial Fair Play Regulations, emanato appunto dalla massima autorità del calcio
continentale. Il regolamento UEFA deve essere obbligatoriamente applicato dalle società calcistiche
iscritte nei massimi campionati organizzati dalle federazioni nazionali europee, e costituisce
requisito necessario per poter partecipare alle competizioni internazionali UEFA, obbiettivo
primario dei principali club del vecchio continente. Il regolamento disciplina ogni aspetto
dell’attività tipica dei club, compresa la gestione economico-finanziaria, e detta le regole di base per
la predisposizione del bilancio d’esercizio delle società calcistiche. I club interessati, quindi, devono
osservare e rispettare una serie di criteri e requisiti contabili fissati dal regolamento, con particolare
attenzione dedicata alla valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori. Questa voce di
bilancio viene considerata come un’attività immateriale, e deve essere contabilizzata secondo le
regole previste per tale tipologia di attività. Secondo il UEFA Club Licensing, i diritti pluriennali
alle prestazioni dei calciatori devono essere valutati inizialmente secondo il criterio del “costo”, e
ammortizzati lungo la loro vita utile pari alla durata del contratto stipulato tra il club e il giocatore.
Inoltre, devono essere sottoposti annualmente a impairment test per l’identificazione di eventuali
perdite di valore e quindi eventualmente svalutati. Un impairment test viene eseguito per valutare se
un elemento dell’attivo patrimoniale è iscritto in bilancio ad un valore effettivamente recuperabile.
Il valore contabile di un’attività deve essere ridotto se in seguito all’impairment risulta che
l’elemento patrimoniale considerato presenta un valore effettivo inferiore. In questo senso, il
regolamento UEFA è dichiaratamente ispirato ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e, in
modo particolare, allo IAS 38 in tema di valutazione delle attività immateriali e allo IAS 36 per
quanto riguarda il trattamento contabile delle perdite per riduzione di valore delle attività. Dunque,
sebbene le società calcistiche europee tenute ad applicare i principi contabili internazionali
rappresentino una minoranza, è importante tenere in considerazione il fatto che la disciplina
generale che detta le norme contabili e di redazione del bilancio nel settore calcistico sia stata scritta
sulla base dei principi IAS/IFRS. L’obiettivo di questo lavoro, quindi, è innanzitutto quello di
capire come le società di calcio professionistiche valutano contabilmente il loro asset strategico più
importante. Più specificamente, si vuole comprendere come devono essere applicate le norme che
impongono l’esecuzione periodica dell’impairment test per queste attività immateriali, così
particolari da richiedere un’opportuna interpretazione dei principi contabili di riferimento che si è
tradotta nella stesura di uno specifico corpo normativo aggiuntivo dedicato alla loro trattazione. Il
tema assume notevole importanza nelle valutazioni di bilancio delle maggiori società calcistiche
5
internazionali. Per la realizzazione di questo studio è stato selezionato un campione costituito da 12
società calcistiche europee quotate in borsa e che partecipano ai principali campionati nazionali
europei, individuate tra i 24 club europei attualmente presenti nei mercati finanziari. Le società
analizzate sono: Ajax, Benfica, Borussia Dortmund, Celtic, Juventus, Lazio, Lione, Manchester
United, Porto, Rangers, Roma, Sporting Lisbona. Nell’individuazione del perimetro di analisi, non
sono state prese in considerazione le società appartenenti alle federazioni nazionali ritenute di
minore interesse da un punto di vista sportivo. La scelta dei club elencati non è casuale, ed è
motivata dal fatto che la natura di tali società implica l’obbligo e la necessità di fornire un elevato
livello di informativa di bilancio, in considerazione della portata dei soggetti interessati alle loro
vicende economiche e finanziarie. Una società di calcio quotata in borsa deve redigere un bilancio
che è destinato principalmente agli investitori attuali e potenziali, e in questa prospettiva appare
chiara l’importanza di valutare nel modo più opportuno la voce contabile che assume il maggior
peso nell’attivo patrimoniale di un’impresa calcistica. Alla luce delle considerazioni sopra esposte,
si ritiene che, per poter comprendere meglio il significato contabile della voce “diritti pluriennali
alle prestazioni sportive dei calciatori”, si rende necessario sviluppare un’ampia trattazione non solo
della disciplina dettata dalla UEFA, ma anche dei principi contabili internazionali IAS/IFRS
considerati. L’elaborato, in questo modo, mira ad illustrare come tali principi contabili sono
applicati nel mondo delle imprese calcistiche. Dunque, la tesi è articolata in sei capitoli più una
parte conclusiva. Il primo capitolo introduce i principi contabili internazionali e la disciplina sulla
redazione del bilancio d’esercizio in ambito IAS/IFRS, mentre il secondo e il terzo capitolo offrono
un approfondimento sui due già citati principi contabili specifici, lo IAS 38 “Attività immateriali” e
lo IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”. Il quarto capitolo, invece, descrive il bilancio delle
società di calcio professionistiche, nelle sue caratteristiche peculiari, e illustra la disciplina
normativa di riferimento per le società oggetto dello studio, contenuta nel regolamento UEFA Club
Licensing. Il quinto capitolo presenta un approfondimento teorico sul tema dei diritti alle
prestazioni sportive dei calciatori, con una revisione della letteratura disponibile e un
approfondimento tecnico-pratico sulla valutazione contabile di tali attività in base al quadro
normativo di riferimento per il settore. Il sesto capitolo, infine, si propone di investigare
sull’applicazione delle norme che regolano e impongono l’esecuzione dell’impairment test per i
diritti alle prestazioni dei calciatori nella realtà operativa delle società di calcio professionistiche. La
lettura e l’analisi delle più recenti relazioni finanziarie pubblicate dalle società studiate ha
consentito di trarre delle opportune considerazioni finali espresse sulla base delle evidenze
applicative ottenute, esposte nella parte conclusiva dell’elaborato.
11
1.2 Applicazione dei principi contabili internazionali nell'Unione Europea
L'introduzione dei principi contabili internazionali all'interno del quadro normativo europeo ha
seguito un lungo percorso intrapreso dalla CEE
11
col processo di armonizzazione contabile che ha
interessato i paesi membri, a partire dall'emanazione della IV Direttiva nel 25 luglio 1978
12
. Il
desiderio di dare vita a un solido sistema economico, capace di garantire prosperità ai Paesi aderenti
e dimostrarsi competitivo a livello mondiale, ha portato la CEE ad ideare una serie di interventi
mirati ispirati dall’esigenza di maggiori qualità, trasparenza e comparabilità delle informazioni
economiche-finanziarie prodotte dalle imprese e di una migliore comparazione dei bilanci delle
società europee. La IV Direttiva CEE è stata in seguito rivista dalla successiva VII direttiva del 13
giugno 1983. Questa aveva il preciso obbiettivo di regolare l’armonizzazione a livello contabile del
bilancio dei gruppi societari, prevedendo l’obbligo di redigere il consolidato in tutti i Paesi membri.
Le direttive sono norme sovranazionali che necessitano di essere recepite negli ordinamenti
nazionali dei diversi Paesi membri dell'Unione Europea (allora CEE), e che presentano al loro
interno una serie di opzioni di scelta che i governi locali sono tenuti ad esercitare per applicare la
normativa. Il percorso di armonizzazione contabile perseguiva il fine di creare un sistema contabile
comune tra gli Stati europei, ma l'adeguamento di questi ultimi ha reso necessario includere
un'eccessiva presenza di opzioni riguardanti la rappresentazione dei valori in bilancio e dei criteri di
valutazione delle poste. Questo avrebbe dovuto agevolare l'introduzione delle direttive nelle
legislazioni nazionali, ed ha comportato, invece, lunghe tempistiche di recepimento e interpretazioni
sensibilmente differenti su alcuni principi contabili da parte dei Paesi membri
13
. I forti cambiamenti
10
Cfr. Dezzani F., Biancone P. P., Busso D., IAS/IFRS, IPSOA, ediz. I, 2010, pag. 19.
11
La CEE, fondata con i trattati di Roma del 25 marzo 1957 (siglati da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), costituisce la
prima forma di organizzazione economica sovranazionale in Europa. Nel corso degli anni sono aumentati i Paesi membri e la loro integrazione. Ciò
ha portato ad una graduale evoluzione che, il 7 febbraio 1992 con il Trattato di Maastricht, ha dato vita all’attuale Unione Europea a cui aderiscono
oggi 27 Paesi.
12
IV direttiva del Consiglio del 25 luglio 1978 basata sull’articolo 54, paragrafo 3, lettera g), del trattato e relativa ai conti annuali di taluni tipi di
società (78/660/CEE). Pubblicata sulla GU n. L 222 del 14 agosto 1978, pag. 11.
13
L ’Italia, con i suoi 13 anni per il recepimento della VII direttiva comunitaria, è uno dei casi più esemplari. Essa infatti ha avuto attuazione in Italia
con Il D. Lgs 127/1991.
12
che hanno interessato lo scenario internazionale nei decenni successivi, in particolare nel corso
degli anni '90, con la rapida evoluzione tecnologica e conseguentemente dello scenario finanziario e
dei mercati, ha portato l'Unione Europea a rivedere la propria strategia. Con la Comunicazione n.
508 del 14 novembre del 1995, l'UE riconosce l'esigenza di implementare un quadro normativo
contabile uniforme, abbandonando così il progetto di armonizzazione contabile europea in favore
dell'adozione di principi contabili internazionali. Le imprese europee in espansione avevano la
necessità di operare e reperire capitali al di fuori del proprio Paese, e quindi di avere la possibilità di
negoziare i propri valori mobiliari sui mercati internazionali. Tali imprese lamentavano
l'insostenibilità dei costi e la complessità dovute alla predisposizione di due diverse serie di conti e
dell'informativa economico-finanziaria necessaria per l'ammissione alla quotazione dei Paesi
extraeuropei. La comunicazione 508/95 CEE si inserisce in questo contesto, e gli obbiettivi
perseguiti dall'UE che il documento esprime, sono riassumibili nei seguenti punti:
a) eliminazione del divario esistente tra prescrizioni della normativa comunitaria e le esigenze dei
mercati internazionali;
b) proseguimento dell’attività finalizzata al miglioramento della comparabilità dei conti;
c) partecipazione dell’UE al dibattito internazionale sull’armonizzazione contabile;
d) costituzione di un organismo europeo di normalizzazione contabile con compiti di accertamento
della comparabilità dei principi contabili internazionali con le direttive comunitarie.
Si passò in questo modo da un concetto di “armonizzazione” a quello di “standardizzazione”,
ovvero di omologazione, e seguì un grande dibattito in merito alle regole contabili che l'Unione
Europea avrebbe dovuto individuare per la redazione del bilancio delle imprese sopra citate. Le
alternative di scelta in questo senso, erano date dalla possibile realizzazione di un corpo di principi
contabili europei, e l'utilizzo di principi contabili già esistenti, e in quest'ultimo caso, le due opzioni
erano i principi contabili internazionali IAS e i principi contabili statunitensi, questi ultimi accettati
dalle maggiori borse nel mondo. Fino a quel momento, nell'ambito delle grandi imprese europee
operanti a livello internazionale, sia i principi emanati dallo IASC sia quelli emanati dal FASB,
erano riconosciuti e già ampiamente utilizzati. La scelta dell'UE è ricaduta sull'adozione dei principi
contabili internazionali, in quanto gli US GAAP
14
erano ritenuti non idonei in quanto redatti sulla
base della specifica realtà del contesto americano, oltre che caratterizzati da uno standard
qualitativo giudicato inferiore rispetto agli IAS. Tale decisione venne motivata dall'UE tramite la
Comunicazione 232 del 99, che garantiva una preventiva verifica della compatibilità di tali principi
con le finalità espresse dalle direttive comunitarie IV e VII. Il processo di adozione dei principi
contabili internazionali in Europa prese ufficialmente avvio tramite il Consiglio Europeo di Lisbona
del 23 e 24 marzo 2000
15
, che invita la Commissione a prendere misure per migliorare la
comparabilità dell'informativa pubblicata dalle aziende quotate. L'iniziativa si concretizza con la
Comunicazione n. 359 del 13 giugno 2000, che pianifica il nuovo percorso di armonizzazione
contabile in Europa, annunciando l'introduzione, entro il 2005, dell'obbligo per le società quotate
nei mercati regolamentati dell'UE di redigere i loro bilanci consolidati in conformità agli IAS. Con
la pubblicazione del Regolamento n. 1606 del 2002
16
, l'Unione Europea ha dunque imposto alle
14
Negli Stati Uniti la contabilità delle imprese è retta dai Generally accepted accounting principles (Gaap). L’enfasi è sul general, nel senso che questi
“principi contabili generalmente accettati” stabiliscono solo linee-guida generali, e possono essere applicati in maniere diverse, tutte formalmente
corrette.
15
Consiglio Europeo di Lisbona 23 e 24 marzo 2000: Conclusioni della presidenza, I) Occupazione, Riforme economiche e coesione sociale, 2)
Predisporre il passaggio a un’economia competitiva, dinamica e basata sulla conoscenza.
16
GU della Comunità Europea (11/09/2002), Regolamento (CE) N. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 19
luglio 2002 relativo all’applicazione dei principi contabili internazionali.
13
società quotate l'adozione dei principi contabili internazionali nella redazione del bilancio
consolidato, lasciando la facoltà agli stati membri di estendere l'obbligo o permettere che gli stessi
principi fossero utilizzati anche nel bilancio d'esercizio delle società quotate e nei bilanci d'esercizio
e consolidati delle altre società (non quotate). Il Regolamento, si applica dagli esercizi che hanno
avuto inizio il 1° gennaio del 2005, e di conseguenza i primi bilanci IAS/IFRS in Europa sono stati
pubblicati nella primavera del 2006. L'adozione dei principi IAS/IFRS da parte dell'UE, ha
impegnato quest'ultima nell'ideazione di una particolare metodologia di omologazione dei principi
contabili
17
. A tal fine, per quanto riguarda l’omologazione regolamentare è stato istituito il Comitato
di regolamentazione contabile o ARC (Accounting Regulatory Committee), che coinvolge i
rappresentanti di tutti gli Stati membri, e ha il compito di fornire pareri sull’opportunità o meno che
l’UE adotti uno specifico principio contabile IAS/IFRS. Mentre per quanto concerne la procedura di
omologazione contabile, l'UE ha fondato il Comitato tecnico di contabilità, avente natura
prevalentemente consultiva in merito all'adozione degli IAS/IFRS. Fondamentale per quest’ultimo
punto è stata la creazione nel giugno del 2001 dell’EFRAG (European Financial Reporting
Advisory Group), un'organizzazione privata sostenuta dagli standard setter nazionali, associazioni
di categoria e di regolamentazione dei mercati borsistici e altri. I principali compiti dell'EFRAG
sono:
a) effettuare la valutazione tecnica degli IFRS e degli IFRIC.
b) presentare proposte di variazione alle direttive contabili UE, al fine di modificare la normativa
comunitaria ed evitare divergenze con gli IFRS.
Con la pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 29 settembre 2003, del
Regolamento CE n. 1725/2003, vengono finalmente approvati i principi contabili internazionali. I
principi elencati dal Regolamento erano 32 e coincidevano con la totalità dei principi fino ad allora
emanati dallo IASB26, ad esclusione degli IAS 32 “Financial Instruments. Disclosure and
Presentation” e IAS 39 “Financial Instruments. Recognition and Measurement”
18
. La successiva
Direttiva CE n. 51 del 18 giugno 2003
19
, nota come “Direttiva di modernizzazione”, ha introdotto
diverse novità funzionali al processo di convergenza verso la normativa contabile internazionale. Le
principali modifiche introdotte dalla direttiva sono:
a) l’integrazione dei principi generali di redazione del bilancio di esercizio, con il principio di
prevalenza della sostanza sulla forma;
b) modifiche ai prospetti di bilancio per quanto attiene alla forma e al contenuto: oltre allo Stato
Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa si aggiungono, in base allo IAS 1 (Presentazione
del bilancio), e il Rendiconto Finanziario;
c) modifiche relative ai criteri particolari di valutazione;
d) modifiche relative alla relazione sulla gestione e al controllo legale dei conti.
Il fine di queste modifiche era quello di completare la fase di preparazione all’applicazione dei
17
L ’applicazione dei principi contabili internazionali all’interno del contesto europeo è stata subordinata a una verifica di compatibilità con le direttive
contabili europee: tecnicamente si dice che i principi contabili internazionali sono sottoposti a un processo di omologazione (endorsement process).
18
Saranno comunque entrambi applicati, IAS 32 e IAS 39, con il Regolamento CE n. 1126/2008 della Commissione del 3 novembre 2008.
19
GU dell’Unione europea (17/07/2003), Direttiva n. 2003/51/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2003 che modifica le
direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE, 86/365/CEE e 91/674/CEE relative ai conti annuali e ai consolidati di taluni tipi di società, delle banche e altre
istituzioni finanziarie e delle imprese di assicurazione.
14
principi contabili internazionali IAS/IFRS, il quale avrebbe garantito per il bilancio d'esercizio la
capacità di offrire “un quadro fedele della posizione finanziaria e delle prestazioni di un’impresa”,
come evidenziato nel punto 4 della Direttiva. Tuttavia, la completa applicazione del corpo dei
principi contabili internazionali nel territorio europeo risulterà difficoltosa, in particolare in merito
all'adozione del criterio del fair value, in quanto tale criterio è spesso ritenuto incompatibile coi
principi dettati dal quadro contabile di riferimento delle singole realtà nazionali. L'applicazione
degli IAS/IFRS in Italia è disciplinata dal D.Lgs. n. 38/2005, il quale ne dispone l'obbligo di
utilizzo nella redazione del bilancio consolidato e nel bilancio d'esercizio per:
a) società quotate in mercati regolamentati nell'UE;
b) società aventi strumenti finanziari diffusi presso il pubblico;
c) banche e intermediari finanziari;
d) imprese di assicurazione
20
;
Sempre il D.Lgs. n. 38/2005 dispone la facoltà di utilizzo degli IAS/IFRS per il bilancio consolidato
per:
e) imprese incluse in un consolidato redatto dalle imprese da a) a d);
f) imprese che redigono il consolidato diverse da quelle da a) ad e), con facoltà di utilizzo per il
bilancio di esercizio solo se si utilizzano gli IAS/IFRS per il consolidato;
Si ha inoltre facoltà di utilizzo degli IAS/IFRS per la redazione del bilancio d'esercizio per le
società diverse dalle precedenti. Il legislatore italiano inoltre, esclude dall'ambito di utilizzo degli
IAS/IFRS le imprese che possono redigere il bilancio d'esercizio in forma abbreviata. In merito
all'applicazione dei principi contabili internazionali, la situazione nei restanti stati membri dell'UE
può essere riassunta dalle seguenti tabelle.
Per quanto riguarda le società quotate:
Bilancio d'esercizio Bilancio consolidato
IAS/IFRS obbligatori per le
quotate
Danimarca, Grecia, Repubblica
Ceca, Estonia, Lituania, Malta,
Slovacchia, Slovenia
UE
IAS/IFRS facoltativi per le
quotate
Finlandia, Germania, Irlanda,
Lussemburgo, Paesi Bassi,
Portogallo, Regno Unito,
Norvegia, Islanda, Lichtenstein,
Polonia
Nessuno
20
Per tali imprese l'obbligo per il bilancio d'esercizio si ha solo se sono quotate e non redigono il bilancio consolidato; negli altri casi vi è il divieto di
utilizzare gli IAS/IFRS per il bilancio d'esercizio.
15
IAS/IFRS vietati per le quotate Austria, Francia, Spagna,
Svezia, Ungheria, Lettonia
Nessuno
Mentre per quanto concerne le società non quotate nell'UE, la situazione è la seguente:
Bilancio d'esercizio Bilancio consolidato
IAS/IFRS obbligatori per non le
quotate
Estonia(*), Lettonia(*),
Lituania(*), Malta, Slovenia(*)
Germania(**), Lettonia,
Lituania, Malta, Portogallo(*),
Estonia(*), Lettonia(*),
Lituania(*), Malta, Polonia(*),
Slovacchia, Slovenia(*)
IAS/IFRS facoltativi per le non
quotate
Danimarca, Finlandia,
Germania, Grecia, Irlanda,
Lussemburgo, Paesi Bassi,
Portogallo, Regno Unito,
Norvegia, Islanda, Lichtenstein,
Estonia, Polonia, Slovenia
Tutti tranne Lettonia, Lituania e
Malta
IAS/IFRS vietati per le non
quotate
Austria, Francia, Spagna,
Svezia, Repubblica Ceca,
Ungheria, Slovacchia
Nessuno
(*) solo per banche e istituzioni finanziarie.
(**) solo per le società che richiedono l'ammissione alle quotazioni in borsa.
1.3 Il bilancio d'esercizio secondo gli IAS/IFRS
Il principio contabile internazionale IAS 1
21
ha la finalità di definire i criteri per la presentazione di
tutti i bilanci redatti per scopi di carattere generale, preparati secondo gli International Financial
Reporting Standards (IFRS)
22
. Lo IAS 1 definisce quindi le regole di base per la presentazione del
bilancio, le componenti del bilancio e i requisiti minimi per il contenuto dei prospetti che lo
compongono. Il principio è applicato da tutti i tipi di entità per l'informativa contabile annuale, sia
per il bilancio d'esercizio di una singola entità, sia per il bilancio consolidato di un gruppo
23
.
Secondo quanto definito dallo IAS 1, l'obbiettivo del bilancio è di fornire informazioni strutturate
sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari di
un'entità
24
. Le informazioni presentate nel bilancio devono essere utili per l'utilizzatore, e devono
cioè essere in grado di consentirgli di prendere decisioni economiche consapevoli, e per questo
devono essere caratterizzate da una qualità adeguatamente elevata. L'informazione, inoltre, deve
essere attendibile in modo tale che:
21
International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018.
22
International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018, par. 2.
23
Per le informazioni contabili infrannuali si deve fare riferimento allo IAS 34.
24
International Accounting Standard Board, IAS 1, 2018, par. 7.