4
CAP1. TEORIA E DAI PER L’ANALISI EMPIRICA
Prima di procedere all’analisi empirica è bene innanzitutto ricordare la teoria macroeconomica che vede fra
i protagonisti il tasso d’interesse, pertanto si rende necessario un ripasso teorico dei modelli IS-LM e AS-AD.
Si procede poi a evidenziare alcune caratteristiche utili dei dati utilizzati, come alcune statistiche descrittive
(fra cui la media e la deviazione standard) e alcune correlazioni fra le variabili.
1.1 RIPASSO TEORICO DEI MODELLI IS-LM e AS-AD
Prezzi, Pil e quantità di moneta sono ritenute fondamentali per la variazione del tasso d’interesse. Si vuole
quindi innanzitutto proporre un ripasso teorico delle dinamiche che le legano al tasso, attraverso i modelli
IS-LM e AS-AD.
1.1.1 Domanda e offerta di moneta
Prima di introdurre i modelli IS-LM e AS-AD, è bene osservare i meccanismi di domanda e offerta di moneta.
La moneta (M) si può vedere come un normale bene economico, di cui se ne può volere di più o di meno.
Il tasso d’interesse può essere visto come il suo prezzo, o meglio come il costo-opportunità a detenere più o
meno moneta. Si consideri il tasso d’interesse sui titoli, se esso aumenta conviene detenere meno moneta e
preferire investire nei titoli, mentre se il tasso diminuisce diventa preferibile detenere più moneta.
La curva di domanda di moneta (Md) è quindi inclinata negativamente come una tipica curva di domanda.
La curva d’offerta (Ms) è rigida e verticale: si assume fissata, poiché decisa esclusivamente dalla banca
centrale che è l’autorità monetaria.
5
1.1.2 Il modello IS-LM
Il primo modello da cui ricaviamo utili determinanti del tasso d’interesse è il modello IS-LM. Il modello IS-
LM è un modello valido nel breve periodo.
Nel modello, sull’asse delle ordinate troviamo il tasso d’interesse, mentre sull’asse delle ascisse troviamo il
Pil denominato con Y
1
.
La curva LM.
Si compone dei punti d’equilibrio fra l’offerta di moneta (Ms) e la domanda di moneta (Md).
Figura A
1
Nella tesi, il Pil sarà chiamato anche reddito, produzione, Y, ed infine anche GDP (Gross Domestic Product), in modo
del tutto indifferente.
6
Gli spostamenti della curva LM.
Figura B
Verso destra, sono l’effetto di un’espansione monetaria (aumento di Ms, da Ms a MS’), e provocano una
riduzione del tasso d’interesse.
Verso sinistra, sono l’effetto di una contrazione monetaria (riduzione di Ms) e provocano un aumento del
tasso d’interesse.
La curva IS.
Si ricorda che la curva IS si trova a partire da Y= C(Y-T) + I(Y,r) + G + NX(Y,Y*,ε)
dove Y la produzione (PIL), dipende da:
- C i consumi, che aumentano se aumenta il reddito Y e diminuiscono se aumentano le tasse T
- I gli investimenti, che aumentano se aumenta il reddito Y e diminuiscono se aumenta il tasso
d’interesse reale r
- G la spesa pubblica
- NX le esportazioni al netto delle importazioni, che aumentano all’aumentare del reddito estero Y* e
peggiorano (aumentano le importazioni) all’aumentare del reddito nazionale Y e del tasso di cambio
reale
Gli spostamenti della curva IS.
Gli spostamenti verso destra della curva IS sono provocati da aumenti delle componenti appena descritte (C,
I, G, NX), mentre gli spostamenti verso sinistra da diminuzioni.
Gli spostamenti verso destra (sinistra) della IS, lungo la curva LM, sono generati da aumenti (diminuzioni)
della produzione Y, il che genera una maggior (minor) domanda di moneta e dunque un aumento
(diminuzione) del tasso d’interesse.
Figura C
7
Nei capitoli successivi, utilizziamo quindi le determinanti della curva IS come variabili esplicative del tasso
d’interesse, tuttavia in maniera implicita utilizzando il Pil che le raggruppa.
APPROFONDIMENTO SU REGIME DI CAMBIO E QUANTITATIVE EASING
In generale dobbiamo tenere conto anche di altre variabili che incidono direttamente sul tasso d’interesse,
che possono essere, tra l’altro, spiegate tramite il modello IS-LM stesso.
Il regime di cambio
se i cambi sono flessibili, l’autorità monetaria del paese potrebbe permettere alte fluttuazioni del cambio e
quindi del tasso d’interesse, in seguito a variazioni di Y (o nei mercati finanziari). In altre parole potrebbe non
intervenire, non cambiando la quantità di moneta in circolazione.
Se i cambi sono fissi, il paese dovrà modificare la quantità di moneta per non far modificare il tasso d’interesse
a causa di cambiamenti di Y. Ci aspettiamo quindi che non vi siano variazioni nel tasso d’interesse.
Supponiamo un aumento di Y dovuto ad uno spostamento a destra della curva IS: il tasso d’interesse
aumenterebbe, e pertanto, in regime di cambi fissi, si immette quantità di moneta (spostamento a destra
della LM), per far tornare il tasso d’interesse al livello iniziale.
Graficamente:
Figura D
In questa spiegazione, nell’ambito di regimi di cambi fissi, si è vista la stretta relazione fra tasso d’interesse e
tasso di cambio: per far variare il tasso di cambio, si fa variare il tasso d’interesse a breve (attraverso l’offerta
di moneta).
Nei nostri modelli panel si omette quindi il tasso di cambio fra le determinanti del tasso d’interesse a breve,
poiché entrambi possono essere spiegati generalmente dalle stesse variabili.
Per maggior precisione si consideri tuttavia che ciò non è sempre vero: il tasso di cambio corrente riflette
anche le aspettative sul tasso di cambio futuro, quando queste sono diverse tasso di cambio corrente, allora
l’andamento del tasso d’interesse a breve può essere diverso dal tasso di cambio e dai tassi d’interesse a
lungo
2
. Tali relazioni possono essere meglio comprese tramite la Parità scoperta dei tassi d’interesse (che
omettiamo).
2
pag 490 e pag 392 di “Macroeconomia una prospettiva europea”
8
Il nostro fine è quello di indagare sulle determinanti del tasso d’interesse, e poiché in generale si può
considerare valido
3
che il tasso di cambio corrente segua il tasso d’interesse e che dipenda dalle stesse
variabili, non inseriamo il tasso di cambio nei modelli panel.
Il Quantitative Easing
Infine si deve tener conto di altre politiche monetarie come il Quantitative Easing.
Il QE è una politica che può essere intrapresa in caso di “trappola di liquidità”, in cui i tassi d’interesse sono
già nulli e dunque un’espansione monetaria classica non avrebbe effetti.
Il QE consiste nell’acquisto, da parte della banca centrale, di attività (es obbligazioni) delle banche, dunque
immettendo moneta (LM si sposta ancora destra) e permettendo alle banche di continuare l’attività di
prestito, facendo risalire gli investimenti I (la IS si sposta a destra).
Si suppone che il tasso d’interesse rimanga comunque nullo, in altre parole lo spostamento a destra della IS
(dovuto al rialzo degli investimenti) non è maggiore dello spostamento iniziale della LM.
Graficamente:
Figura E
In paesi nei quali è presente il QE, o comunque politiche monetarie espansive che perdurano nel tempo, ci si
aspetta tassi d’interesse bassi. Supponiamo che alcune determinanti del tasso d’interesse (es consumi,
investimenti ecc.) abbiano un effetto al rialzo sul tasso (curva IS si sposta a destra), le politiche monetarie
espansive (curva LM si sposta a destra) lo ridurrebbero e l’effetto netto è determinato dall’entità di tali
spostamenti.
3
pag 151,152,153 di “Macroeconomia una prospettiva europea”
9
1.1.3 Il modello AS-AD
Vediamo questo modello al fine di includere i prezzi fra le determinanti del tasso d’interesse di breve
periodo.
La curva AD
Per mostrare la curva AD è necessario definire più formalmente la domanda di moneta Md. Essa infatti non
dipende solo dal tasso d’interesse ma anche dal reddito Y (Pil).
Md= $YL(i)
All’aumentare del reddito (produzione) Y, aumenta la quantità di moneta domandata Md (da Md a Md’).
Figura F
Si noti infatti che prima (in figura C), coerentemente ad ora (figura F) ad un aumento della IS (fissata la LM)
corrispondeva un aumento di Y ed un aumento del tasso d’interesse.
Ora osservando la domanda Md= $YL(i)
si noti come il reddito Y e Md siano grandezze nominali.
Ora, anziché nominali, si considerino Y e Md “reali”, cioè in relazione ai prezzi:
= ( )
Se i prezzi diminuiscono (aumentano), la quantità di moneta reale aumenta (diminuisce).
Nel modello AS-AD, la curva AD si compone dei punti d’equilibrio fra la curva IS e la curva LM. Nel modello
AS-AD sull’asse delle ordinate vi è il prezzo P e sull’asse delle ascisse vi è Y.
Supponiamo una diminuzione dei prezzi: la quantità di moneta aumenta, dunque la curva LM si sposta verso
destra, ci si muove lungo la AD verso destra, dove si può vedere il prezzo più basso (dal punto A al punto B in
figura G).
10
Figura G
Gli spostamenti lungo la curva AD indicano variazioni dei prezzi. Le variazioni dei prezzi spostano la curva LM.
Gli spostamenti della curva AD.
Da un lato le variazioni dei prezzi fanno spostare la curva LM, dall’altro lato invece, ogni variazione della curva
LM o della curva IS (tranne la variazione dei prezzi) fa spostare la curva AD.
Figura H
Spostamenti a destra della AD (da AD a AD’) avvengono in seguito a spostamenti a destra della LM (espansioni
monetarie) o in seguito a spostamenti a destra della IS (ad es. un aumento della spesa pubblica).
Spostamenti a sinistra della AD (da AD a AD”) avvengono in seguito a spostamenti a sinistra della LM o della
IS.
11
La curva AS.
P= (1 + ) (1 −
, )
Dove:
: prezzi attesi
: mark-up sul prezzo (differenza fra prezzo di vendita e costi di produzione)
1 −
: tasso di disoccupazione (sotto alcune ipotesi semplificatrici), dove L= forza lavoro
z: altri fattori come sussidi, salari minimi ecc.
Un aumento di z, provoca un aumento dei salari e quindi un aumento dei prezzi.
L’aumento del mark-up fa aumentare i prezzi.
Un aumento della produzione Y porta a ad un minor tasso di disoccupazione, quindi a salari più alti. Salari più
alti inducono le imprese ad alzare il livello dei prezzi.
In parole più semplici, maggior attività economica spinge i prezzi al rialzo. Dunque, dato il livello dei prezzi
attesi ( ), un aumento di Y fa aumentare i prezzi effettivi (P) e quindi la curva AS è inclinata positivamente.
Figura I
Gli spostamenti della curva AS.
Per ogni dato livello di produzione Y, se il livello dei prezzi attesi aumenta a ′, i prezzi correnti
aumentano: la curva AS si sposta verso l’alto.
Se i prezzi attesi aumentano, i lavoratori chiederanno salari più alti. Salari più alti inducono le imprese ad
alzare i prezzi effettivi.
Si noti che P= quando Y è al suo livello naturale .
Figura J