2.6 Il sostegno alle famiglie omogenitoriali
Le coppie omosessuali sono sempre più vulnerabili per quanto riguarda la carenza
di sostegno da parte della famiglia e della comunità (Wayment, Peplau, 1995). Le
famiglie omogenitoriali posso essere sostenute da varie reti di sostegno come le
associazioni o i gruppi locali, le famiglie, gli amici e le persone che vivono la loro
stessa difficoltà. Le associazioni sono fondamentali in quanto sono in continua lotta
per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali ma anche perchè sono un luogo
per la socializzazione tra individui. Accade, spesso, che i genitori omosessuali
sentano il bisogno di non sentirsi “soli” ed è per questo motivo che si rivolgono alle
reti di sostegno. Due importanti associazioni italiane sono l'associazione FA
(Famiglie Arcobaleno)
32
e l'associazione LINFA (Lega Italiana Nuove Famiglie) ed
entrambe hanno come obiettivo l'eliminazione dei pregiudizi e delle discriminazioni
31 Con il concetto di “cogenitorialità” si intende il grado di accordo e coordinazione e di sostegno reciproco
con cui gli adulti svolgono la funzione di genitore e le proprie responsabilità (Bastianoni, Baiamonte; 2015).
32 Vedi paragrafo 2.3 “Le Famiglie Arcobaleno in Italia”.
59
in ambito legislativo, economico e culturale; inoltre, sostengono e propongono dei
disegni legislativi per il riconoscimento dei diritti delle famiglie.
La LINFA è stata fondata a Roma nel 1997 ed è un'associazione senza scopo di
lucro. L'associazione si pone l'obiettivo di difendere i diritti delle coppie conviventi
eterosessuali e omosessuali.
Lo scopo delle attività di queste associazioni riguarda la protezione delle famiglie
omogenitoriali e i loro figli dallo stigma sociale. All'interno delle associazioni le
persone hanno l'opportunità di trovare il supporto emotivo e il senso di
appartenenza di cui hanno bisogno e che non hanno, invece, trovato nelle famiglie
di origine; hanno, inoltre, la possibilità di confrontarsi con le altre famiglie per
diffondere gli strumenti necessari per lo sviluppo dei propri figli. Facendo
riferimento ai figli, le associazioni sono fondamentali e necessarie per la crescita dei
ragazzi, così che essi possano comprendere i valori della diversità e della solidarietà
(Bastianoni, Baiamonte, 2015).
Un ulteriore sostegno, oltre le associazioni, proviene da reti come la famiglia
d'origine e le amicizie delle persone omosessuali. Spesso i rapporti di amicizia
riescono a superare la visione discriminatoria e i pregiudizi di certe persone. Un
sentimento come l'amore, con la sua forza, riesce ad essere più forte di ogni
pregiudizio e credenza ed è per questo motivo che le coppie omosessuali sentano il
bisogno di avvicinarsi e chiedere sostegno alle persone che sentono più vicine.
Secondo alcuni studi (Bryant, Demian, 1994), la famiglia omogenitoriale percepisce
meno sostegno sociale da parte dei familiari rispetto alle coppie eterosessuali; gli
studiosi hanno svolto un sondaggio arrivando alla conclusione che uomini e donne
omosessuali abbiano un sostegno relativamente scarso da parte dei parenti. Infatti,
secondo il loro pensiero, i parenti vengono visti come elemento di difficoltà per la
coppia omosessuale e, meno del 10% di essi ha cercato aiuto o sostegno da parte
della propria famiglia. I partner omosessuali, secondo altre ricerche (Kurdek, 2001),
sono sostenuti maggiormente dagli amici rispetto ai partner eterosessuali senza figli.
Rostosky, insieme ai suoi colleghi, (2004) hanno evidenziato come, alcune coppie,
tendano ad arrendersi davanti alla mancanza di sostegno da parte dei familiari: in
60
questo modo, la coppia omosessuale, scredita le opinioni della famiglia per
riaffermare, allo stesso tempo, la propria relazione con un soggetto dello stesso
sesso.
Come abbiamo già detto in precedenza, le coppie omosessuali, sentendosi giudicate
dalla propria famiglia d'origine, creano delle famiglie scelte da loro composte da
amici, così da attutire la mancanza di supporto e comprensione (Oswald, 2002). Gli
amici sostengono le coppie gay o lesbiche diventando degli “zii” acquisiti per i loro
figli; è per questo motivi che il sostegno degli amici è fondamentale per quei
genitori omosessuali che non si sentono abbastanza sostenuti dalla famiglia
d'origine (Martin, 1998).
2.7 Il percorso delle famiglie omogenitoriali
In questa parte della ricerca, verrà preso in considerazione il percorso delle coppie
omosessuali per poter diventare genitori, quindi la transizione alla genitorialità,
ovvero quel passaggio da partner a genitore.
I concetti di famiglia e omosessualità sono stati spesso considerati incompatibili
(Allen, Demo, 1995) e la società, per questo motivo, prende in considerazione il
mito di lesbiche e gay “anti-famiglia”. A causa di ciò, fino a pochi decenni fa, le
persone omosessuali che desideravano diventare genitori erano costrette a sposarsi
in quanto il matrimonio eterosessuale era l'unica soluzione per poter diventare
genitori. Oggi, invece, grazie alla tecnologia, alla politica e alla società, le coppie
gay e lesbiche sono consapevoli di poter diventare mamme o papà grazie ad una
vastissima serie di opzioni (Agigian, 2004; Michelle, 2006). Molte coppie decidono,
nonostante i cambiamenti sociali, politici e tecnologici, di non diventare genitori
perchè spaventati dagli ostacoli che potrebbero presentarsi.
Uno degli ostacoli che le coppie gay e lesbiche devono affrontare è l'omofobia
interiorizzata (Gianino, 2008). Le coppie omosessuali, crescendo e vivendo in una
società eterosessista, interiorizzano delle idee complesse per quanto riguarda
l'omogenitorialità e l'omosessualità:
61
a) l'omosessualità è sbagliata;
b) le coppie omosessuali sono meno adatti a fare i genitori rispetto alle coppie
eterosessuali;
c) i bambini hanno bisogno di un padre e una madre per una buona crescita;
d) crescere tra persone omosessuali è dannoso per il bambino in quanto si ha la
paura che anch'esso lo diventi.
A causa di queste idee, le coppie omosessuali si domandano continuamente se sia
giusto crescere un bambino, se esso non abbia col tempo difficoltà e barriere da
dover superare e se tutto questo sia giusto nei suoi confronti.
Le coppie gay devono lottare contro i pregiudizi della società perchè non ritenuti
capaci di poter allevare in maniera adeguata i propri figli in quanto uomini. E' per
questo motivo che, secondo molte persone, le coppie lesbiche vengono reputate più
capaci nel prendersi cura dei propri figli in quanto donne (la donna ha il desiderio
materno) (Mallon, 2004). Dunque, per la maggior parte delle coppie omosessuali
l'omofobia interiorizzata è vista come un grande ostacolo da varcare per poter
diventare genitori.
Nel momento in cui la coppia avrà deciso di diventare genitori, la strada da seguire
sarà molto importante. Generalmente le coppie omosessuali seguono la strada della
fecondazione assistita, dell' adozione e dell'affidamento, ma esiste anche la
possibilità di avere rapporti con persone eterosessuali (ritengono che questo metodo
sia più naturale e ci siano più probabilità di concepimento) e la surrogazione di
maternità (una donna estranea affronta la gravidanza). Dunque, le strade da
intraprendere sono molteplici, ma lo sono anche i fattori che influiscono sulla
coppia riguardo la strada da intraprendere.
Uno dei fattori principali è quello finanziario. “La fecondazione assistita che
utilizza sperma depositato presso la banca del seme costa più o meno dai 500 ai
1.000 dollari per il primo ciclo di inseminazione e dai 300 ai 700 dollari per ogni
ciclo successivo (Agigian, 2004). Il costo della fecondazione in vitro è molto più
alto: un solo ciclo si aggira intorno agli 8.000-10.000 dollari (Advanced Fertility
Center of Chicago, 2007)” (Goldberg, 2015, p.75). Dunque, le coppie omosessuali
62
possono affidarsi alle nuove tecnologie avanzate solo se godono di una disponibilità
finanziaria.
Come la fecondazione assistita, anche l'adozione privata è costosa e quindi dipende
dalle possibilità economiche della coppia.
“Infatti, il costo delle adozioni tramite agenzie private autorizzate si aggira tra i
5.000 e i 40.000 dollari, mentre il prezzo delle adozioni private indipendenti (cioè
attraverso un legale) è di solito tra gli 8.000 e i 40.000 dollari. Anche l'adozione
internazionale è cara: fra i 7.000 e i 30.000 dollari circa” (Child Welfare
Information Gateway, 2004).
La surrogazione di maternità è più costosa della fecondazione assistita e
dell'adozione. “Il costo di questi servizi attraverso Growing Generations (la prima
agenzia del settore con titolari gay e clienti omosessuali di tutto il mondo),
33
ad
esempio, va dai 115.000 ai 150.000 dollari
34
”. Come possiamo notare, dunque, non
tutte le coppie possono permettersi la surrogazione di maternità, ma solamente una
minoranza di benestanti.
La fecondazione assistita.
La fecondazione assitita è quel processo secondo la quale viene attuata, in maniera
artificiale, l'unione dei gameti, ovvero delle cellule riproduttive mature.
Le coppie lesbiche, una volta aver deciso di procedere con la fecondazione
artificiale, trovano davanti degli importanti quesiti a cui rispondere: “chi affronterà
la gravidanza? Il donatore dovrà essere una persona che si conosce oppure un
estraneo? Infine, quali caratteristiche dovrà avere il donatore?” (Goldberg, 2015, p.
79).
La decisione di chi affronterà la gravidanza è molto importante. La madre non
biologica non verrà riconosciuta a livello legale e sociale, vivrà in una situazione di
“invisibilità” (un esempio potrebbe essere la difficoltà di iscrivere il bambino a
33 Growing Generations è stata fondata nel 1996 e da allora ha lavorato con circa 500 famiglie facendo
nascere 230 bambini (Lev, 2006).
34 http://www.growinggenerations.com
63
scuola o semplicemente riprenderlo da scuola); la madre di nascita, invece, sarà
colei che porterà in grembo il bambino e per questo le verrà riconosciuto lo status di
genitore, sia durante la gravidanza, sia dopo la gravidanza.
Un'altra decisione importante da prendere è quella di utilizzare lo sperma di un
donatore conosciuto oppure quello di uno sconosciuto/anonimo. Gartrell e colleghi
(1996) hanno dimostrato come il 47% delle lesbiche volesse un donatore
sconosciuto, il 45% un donatore conosciuto e l'8% non avesse preferenze a
riguardo.
Scegliendo un donatore, la coppia deve considerare alcuni aspetti e paure. Le coppie
che scelgono un donatore sconosciuto fanno riferimento a motivazioni giuridiche
(assenza di un padre che rivendica diritti sul figlio); facendosi aiutare da un
donatore conosciuto, invece, ci si potrebbe ritrovare in una controversia per
l'affidamento.
Infine, le coppie lesbiche devono scegliere quali caratteristiche dovrà avere il
donatore preso in considerazione. Molto spesso, le future mamme scelgono un
donatore che rispecchi a grandi linee le caratteristiche fisiche della madre non
biologica, facilitando così la “riproduzione della loro immagine” (Jones, 2005,
p.255).
Dunque, verrà cercato e scelto un donatore con l'aspetto fisico simile alla madre non
biologica, colore dei capelli, colore della pelle e degli occhi; oltre all'aspetto fisico
si prenderà in considerazione anche l'aspetto religioso e culturale: se la madre non
biologica è ebrea, verrà cercato un donatore ebreo.
L'adozione.
Abbiamo visto come le coppie omosessuali che desiderano avere figli possano
seguire diversi percorsi. Anche con l'adozione esistono delle decisioni da dover
affrontare: il tipo di adozione (domestica o internazionale) e la disposizione ad
adottare un bambino con problematiche o particolari necessità.
64
Le coppie dello stesso sesso, spesso, preferiscono e optano per l'adozione domestica
privata e aperta (processo in cui i genitori biologici scelgono i genitori adottivi) in
quanto si ha la possibilità di restare in contatto con i genitori biologici fornendo loro
informazioni sul bambino (Downing et al., 2008). Attraverso l'adozione aperta, la
coppia ha la possibilità di mostrare il proprio orientamento sessuale, senza
nasconderlo, durante tutto il percorso di adozione.
Inoltre, si preferisce l'adozione domestica in quanto la maggior parte delle coppie
omosessuali desiderano avere figli neonati, al contrario, invece, con l'adozione
internazionale i bambini solitamente sono più grandi (tra i 6 e i 24 mesi) (Brooks et
al., 2005).
Ogni coppia omosessuale, iniziando il percorso di adozione, deve focalizzare
l'attenzione sulle particolarità e le caratteristiche del bambino, vedendo così se sono
disposti ed interessati ad allevarlo. Il problema della salute del bambino è
fondamentale: la coppia deve chiedersi se sarà disposta ad accettare un bambino con
disabilità emotive o fisiche, prendendo in considerazione anche il livello di
difficoltà.
Storicamente, lesbiche e gay sono stati più aperti nell'adottare un bambino con
bisogni speciali (Mallon, 2004), ad oggi, le coppie omosessuali adottano questi
bambini perchè desiderano fare qualcosa per migliorare il mondo e provano un forte
senso di solidarietà (Lassiter et al., 2006).
Una storia di abbandono e adozione è quella del mito di Edipo. Dobbiamo ricordare
due coppie di genitori: Laio e Giocasta (che abbandonano Edipo) e Polibo e Merope
(che adottano Edipo). Tebe e Corinto, sono visti, allora, come i due luoghi originari
di Edipo: il primo è il luogo della nascita e del ritorno, il secondo è il luogo
dell'adozione e della crescita. Edipo, come sappiamo, non sa di essere stato
abbandonato e quindi adottato, fino a al giorno in cui un ospite della reggia di
Polibo non racconta lui la verità
35
. Facendo riferimento a questo episodio, Luzzatto
(2011) sofferma la propria attenzione sulla domanda che Edipo pone: non si chiede
35 https://www.researchgate.net/profile/Nicola_Carone/publication/295855038_Adozione_e_omogenitorialit
a_l'abbandono_di_Edipo/links/56d42a9408aedf315fb70d82/Adozione-e-omogenitorialita-labbandono-di-
Edipo.pdf
65
“Chi sono io e da dove vengo?”, bensì “Qual è il mio destino?”. Quest'ultima
domanda è la stessa che ogni persona adottata si pone ribaltando il passato nel
futuro.
Dunque, l'essere “abbandonati”, per un qualsiasi motivo, per poi essere adottati e
quindi vivere in un nuovo contesto, con persone diverse dalle precedenti, è visto
come una rinascita per il bambino; si ha il passaggio dai genitori biologici ai
genitori “affettivi”. A tal proposito, dobbiamo citare una parte di una lettera di una
mamma lesbica:
“Anche i bambini adottati hanno “più di due” genitori, i genitori biologici e i
genitori... “affettivi”, che poi sono quelli “effettivi!” Proprio come, un giorno, una
mamma adottiva racconterà a suo figlio dei suoi genitori biologici ma “assenti”, e
dovrà aiutarlo a capire che quando era piccolo non lo hanno potuto o voluto tenere
con loro, anche io racconterò a mia figlia che ha un genitore “assente”, il suo “padre
biologico”. Non è un signore che l'ha abbandonata da piccola, ma un signore che ha
aiutato me e l'altra sua mamma a dare vita, è proprio il caso di dirlo, ad un desiderio
e ad un progetto pieni d'amore.” (Lingiardi, Nardelli, 2013).
Il genitore non deve essere necessariamente colui che ha generato il figlio ma può
esserlo anche colui che semplicemente se ne prende cura accudendolo ed
educandolo.
Nei paesi in cui la legge lo consente, coppie gay e lesbiche possono adottare
bambini affrontando un iter di valutazione psicologica. In Italia tutto questo non è
possibile.
Nel nostro Paese, la legge 4 Maggio 1983, n. 184 prevede che:
“l'adozione è consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni. Tra i
coniugi non deve sussistere e non deve avere avuto luogo negli ultimi tre anni
separazione personale neppure di fatto.”
36
Talvolta accade, però, che si abbia un'adozione in casi particolari, ovvero quella
forma giuridica che il legislatore concede a certi tipi di genitorialità sociali. Una
coppia lesbica, convivente da tempo, sposata in Spagna, ricorre alla fecondazione
36 http://www.camera.it/_bicamerali/leg14/infanzia/leggi/legge184%20del%201983.htm
66
artificiale nella città. In questo modo una delle due donne partorisce una figlia. La
bambina viene allevata da subito dalle due donne: una mamma “biologica” e una
mamma “sociale”. La mamma “sociale” ricorre al Tribunale per i minorenni per
adottare la bambina ed il Tribunale, prendendo in considerazione la qualità del
rapporto tra la bambina e le due mamme, decide per l'adozione. Oltre all'adozione
legittimante (stato di abbandono del minore riservata solo a coppie sposate),
l'ordinamento giuridico riconosce l'adozione “in casi speciali”, disciplinata dalla
modifica dell'art. 47 legge n. 184/83. Il Tribunale, dunque, segue la strada delle
adozioni “in casi speciali” in quanto, nell'articolo sopra citato, esse sono possibili da
parte del coniuge del genitore naturale
37
.
Con la legge 19 Ottobre 2015, n. 173, la Camera dei deputati ed il Senato della
Repubblica hanno approvato le modifiche alla legge 4 Maggio 1983, n. 184 ed il
Presidente della Repubblica ha promulgato: articolo 4 della legge 4 Maggio 1983, n.
184, dopo il comma 5 è inserito il “5-bis: qualora, durante un prolungato periodo di
affidamento, il minore sia dichiarato adottabile ai sensi delle disposizioni del capo II
del titolo II e qualora, sussistendo i requisiti previsti dall'articolo 6, la famiglia
affidataria chieda di poterlo adottare, il tribunale per minorenni, nel decidere
sull'adozione, tiene conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e
duraturo consolidatosi tra il minore e la famiglia affidataria
38
.”
2.8 Lo sviluppo dei figli all'interno delle famiglie omosessuali
Al centro di molte ricerche sull'omogenitorialità è posizionato il tema riguardante il
contesto di crescita e sviluppo e il benessere psicologico e sociale dei bambini che
vivono in famiglie omosessuali. La maggior parte degli esiti di queste ricerche
hanno evidenziato come l'idea che genitori dello stesso sesso non possano prendersi
cura dei propri figli, non abbia una base empirica; dunque, gli stereotipi comuni
della società non vengono supportati dai dati scientifici (Patterson, 2005).
37 http://www.questionegiustizia.it/articolo/adozione-da-parte-di-coppie-omosessuali_stepchild-adoption-e-
interesse-del-minore_04-09-2014.php
38 https://sociale.regione.emilia-romagna.it/adozioni/approfondimenti/le-norme-e-gli-atti-in-vigore-1
67
L'American Psychological Association (APA), si è occupa della ricerca scientifica
riguardo l'omogenitorialità, producendo (già dagli anni '80) ricerche, studi e analisi.
Analizzando i risultati di circa 150 pubblicazioni scientifiche
39
non è uscita fuori
nessuna traccia che possa provare che i genitori omosessuali siano inadatti al
proprio ruolo e si è affermato, inoltre, che lo sviluppo psicosociale dei figli non è
compromesso. Non esiste nessuna differenza tra figli di omosessuali e figli di
eterosessuali.
Secondo L'Associazione Italiana Psicologi (AIP) “ […] Non sono né il numero né il
genere dei genitori a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i
bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative
che ne derivano” (Lingiardi, 2012, p. 135).
In altre parole, l'affermazione “i bambini per crescere bene hanno bisogno di un
padre e di una madre” non ha nessun riscontro nella ricerca internazionale sul
rapporto tra relazioni familiari e sviluppo psico-sociale degli individui. Ciò che è
fondamentale per il benessere del bambino è la qualità dell'ambiente familiare e la
cura e la protezione forniti dai genitori.
40
Le aree maggiormente studiate riguardo gli effetti dei bambini in famiglie
omogenitoriali riguardano lo sviluppo dell'identità di genere e l'orientamento
sessuale, lo sviluppo mentale e cognitivo, l'adattamento psicologico e le abilità
relazionali nella società (Patterson, 2005).
- Sviluppo dell'identità di genere e orientamento sessuale:
Per quanto riguarda l'identità di genere, molti studi hanno constatato un normale
sviluppo dell'identità di genere dei bambini (tra i 5 e i 14 anni) di madri lesbiche
(Patterson, 2005).
Golombok (2016) ha utilizzato altre tecniche di valutazioni per valutare l'identità di
genere e anche questa analisi ha avuto gli stessi risultati: tutti i bambini sono felici
39 APA, “Lesbian and gay parenting”, SUMMARY OF RESEARCH FINDINGS, Charlotte J. Patterson,
(2005), http://www.apa.org/pi/parent.html
40 http://www.famigliearcobaleno.org/userfiles/file/comunicato%20AIP%20adozioni.pdf
68