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Introduzione
E’ universalmente riconosciuto come l’alimentazione sia un fattore in
grado di modificare profondamente lo stato di salute dell'individuo e,
conseguentemente, della popolazione nel suo complesso. E’ questa la
ragione primaria per cui l’argomento alimentazione rappresenta da
sempre motivo di interesse e confronto in diversi ambiti e sfaccettature
con cui si presenta ed è quanto mai attuale, sia dal punto di vista
nutrizionale che igienico-sanitario.
In merito all’aspetto della nutrizione, risultano numerose le malattie non
infettive per le quali sono stati evidenziati fattori di rischio nutrizionale
ed è noto in particolare come un’alimentazione scorretta ipercalorica,
congiuntamente ad un ridotto dispendio energetico per inattività fisica,
sia nella maggior parte dei casi causa dell’obesità, condizione che
determina gravi danni alla salute, importante fattore di rischio per varie
malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari
e tumori e la cui prevalenza è in costante e preoccupante aumento non
solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito
1
.
Dal punto di vista igienico sanitario, suscita interesse la rapida
evoluzione della tecnologia alimentare che, nel soddisfare le esigenze
delle nuove abitudini alimentari e di vita dei consumatori, contribuisce
all’incremento dell’offerta di nuovi prodotti, semilavorati e pronti all’uso,
risultato di processi di lavorazione che influiscono sulle caratteristiche
microbiologiche, chimiche e fisiche dell’alimento. Vanno considerati
anche gli effetti della globalizzazione dei mercati, che sta coinvolgendo
1 Sito WEB Min. salute www.salute.gov.it/portale/salute/area=Malattie endocrine e metaboliche-
Obesità 10 gennaio 2014
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inevitabilmente anche lo scambio di derrate alimentari, con
l’introduzione nel mercato nazionale di cibi provenienti da ogni parte del
mondo, per cui è ormai usuale consumare alimenti che nella loro
composizione contengono materie prime importate da tutte le parti del
globo.
Se da un lato tale realtà porta sulla tavola del consumatore svariate
tipologie di alimenti durante tutto l’arco dell’anno, in tempi rapidi e a
prescindere dalle stagioni climatiche, dall’altro essa favorisce la
percezione, da parte del consumatore medesimo, oggi indubbiamente
più attento ma anche più sfiduciato di un tempo in termini di sicurezza
alimentare, di non essere completamente informato su ciò che mangia,
sugli alimenti che trova in commercio, in merito alla loro provenienza,
alla loro preparazione e conservazione.
A ciò si aggiunge, in caso di sfortunate circostanze per cui si riscontrano
situazioni inadeguate, le cosiddette non conformità di tipo igienico
sanitario, dovute alla presenza nell’alimento di agenti biologici, chimici
o fisici indesiderabili o potenzialmente in grado di provocare effetti nocivi
sulla salute, la notevole quantità di informazioni, divulgate in primo
luogo dagli organi di stampa e che talvolta, per interpretazioni riduttive
o enfatizzazione della notizia a prescindere dall’effettiva gravità del caso,
sono causa di allarmismi o falsi pregiudizi nella popolazione. I mass
media infatti, indubbiamente più veloci ed incisivi degli organi scientifici
nell’informare i cittadini, se da una parte permettono la comunicazione
fra due mondi lontani quali la comunità scientifica e l’opinione pubblica
con linguaggio accessibile a tutti, dall’altra sono a volte in grado di
diffondere notizie distorte, orientando la popolazione a percepire un
rischio per la salute lontano dal rischio reale; è quanto avvenuto nel caso
delle epidemie di influenza aviaria che ha interessato l’inizio del corrente
millennio, durante le quali si è registrata una notevole ed ingiustificata
riduzione nel consumo di carni di pollo, tacchino e uova, con
conseguenze economiche rilevanti per il sistema produttivo.
5
In concomitanza al rischio
2
realmente connesso al verificarsi di un
problema alimentare, definito come la probabilità che si verifichi un
determinato pericolo
3
ed identificato sulla base di conoscenze
scientifiche, esiste quindi anche il rischio percepito dalla popolazione per
molteplici motivazioni, certamente non supportate da evidenze
scientifiche, ma di cui non si può non tenerne conto.
L’argomento alimentazione è quindi sempre più strettamente correlato
al concetto vasto e multiforme di sicurezza alimentare che, secondo la
definizione comunemente accettata a livello internazionale ed elaborata
dalla FAO
4
in occasione del Vertice mondiale sull’alimentazione del
1996
5
, rappresenta una situazione in cui tutte le persone, in ogni
momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti
sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e
preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana ed include
quindi aspetti sia igienico-sanitari che economico-sociali.
Dal punto di vista prettamente igienico sanitario, al quale si limita il
contenuto del presente elaborato, il concetto di sicurezza alimentare è
comunemente usato per indicare una situazione in cui gli alimenti sono
considerati non a rischio, cioè non dannosi per la salute e adatti al
consumo umano, come suggerisce il Regolamento CE 178/2002
6
; in altri
termini, secondo la definizione del Codex Alimentarius
7
, rappresenta la
garanzia che i prodotti alimentari non danneggeranno i consumatori
quando sono preparati e/o mangiati secondo la loro destinazione d’uso.
La legislazione europea in materia di alimenti prevede priorità
strategiche fondamentali, ispirate all’esigenza di garantire un elevato
2 Rischio: funzione della probabilità e della gravità di un effetto nocivo per la salute, conseguente
alla presenza di un pericolo (Reg. CE 178/2002)
3 Pericolo: agente biologico, chimico o fisico contenuto in un alimento o mangime, o condizione in
cui un alimento o un mangime si trova, in grado di provocare un effetto nocivo sulla salute (Reg.
CE 178/2002)
4 Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura
5 World food summit FAO, Roma, 13 -17 novembre1996
6 Regolamento CE 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio
2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare,
istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo
della sicurezza alimentare- articolo 14
7 Codex alimentarius: Codice internazionale raccomandato di pratiche generali e principi di igiene
alimentare CAC/RCP 1-1969, Rev. 4-2003 Sezione II Punto 2.3 Definizioni
6
livello di sicurezza alimentare ed il rispetto di precise caratteristiche di
salubrità dell'alimento sotto il profilo igienico, in una politica di
prevenzione atta ad anticipare condizioni potenziali di rischio nell’ambito
dell’intera filiera produttiva. Lo stesso Regolamento CE 178/2002
sancisce che, per garantire la sicurezza degli alimenti, occorre
considerare tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare come
un unico processo, a partire dalla produzione primaria inclusa, passando
per la produzione di mangimi fino alla vendita o erogazione di alimenti
al consumatore, in quanto ciascun elemento di essa presenta un
potenziale impatto sulla sicurezza alimentare. E’ un approccio che mira
a strategie di intervento basate su criteri scientifici ed univoci, sulla
valutazione del rischio, sulla rintracciabilità dei prodotti come elemento
essenziale per consentire l’esecuzione di rapide ed efficaci misure di
intervento di fronte ad emergenze sanitarie che si rilevino in qualsiasi
punto della catena alimentare, nonché sulla comunicazione ai
consumatori che devono essere adeguatamente informati sull’attività
degli organismi istituzionalmente preposti ad assicurare la sicurezza
alimentare. Viene altresì istituito il sistema di Allarme rapido atto a
gestire le emergenze in tempo reale sulla base delle informazioni,
attraverso la rete informatica europea RASFF
8
.
Si colloca in questo ambito il sistema dei controlli ufficiali degli alimenti,
nella sua articolata organizzazione che gli organismi preposti di sanità
pubblica sono tenuti a pianificare ed attuare per la verifica del rispetto
delle pertinenti disposizioni di legge da parte degli operatori del settore
alimentare, tramite diverse attività adatte alle circostanze, quali la
sorveglianza sulla sicurezza degli alimenti e dei mangimi, atte a
preservare gli stessi da possibili pericoli e circoscrivere eventuali rischi,
la precisa e trasparente comunicazione ai cittadini in materia di sicurezza
e di rischio degli alimenti e dei mangimi e altre funzioni di controllo che
contemplino tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della
8 Rapid Alert System for Food and Feed
7
distribuzione di tali prodotti.
In un contesto di progressivi cambiamenti e di nuove esigenze, che
riguardano il mondo del lavoro e sociale nel suo complesso, anche il
significato e le modalità esecutive dei controlli sono stati interessati negli
ultimi decenni da un continuo processo evolutivo e, oggi più che mai,
risulta essere di fondamentale importanza la gestione e il
coordinamento, da parte degli organismi competenti, del sistema dei
controlli mirando ad obiettivi di efficacia, efficienza ed appropriatezza.
Oltre alla valutazione di aspetti prettamente tecnici, quali la prevenzione
dei pericoli alimentari e il monitoraggio delle azioni correttive volte a
sanare eventuali situazioni di non conformità alimentari, spetta agli
organismi competenti sui controlli alimentari l’esame continuo e
sistematico dell’attività svolta e la periodica rendicontazione su processi
e risultati, al fine di valutare lo stato di avanzamento dei programmi e
la corretta attuazione di protocolli operativi, nonché di verificare il
raggiungimento degli obiettivi prefissati.
L’attività di controllo ufficiale degli alimenti rappresenta uno dei compiti
specifici del SIAN, Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
delle Aziende sanitarie locali. Quale Autorità competente in materia, il
SIAN funge anche da referente per altri Organi con funzioni di controllo
tra cui il NAS
9
, la Guardia Costiera, il Corpo Forestale dello Stato,
l’USMAF
10
, l’ARPAV
11
, l’Autorità Sanitaria Locale
12
, nonché per i gestori
privati di attività alimentari ed eventuali altri soggetti coinvolti nel
preservare la salute pubblica.
Nell’ambito del SIAN, svolge un ruolo determinante la figura del Tecnico
della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, che il Decreto
ministeriale 58/1997, istitutivo del relativo profilo professionale,
definisce come l’operatore sanitario che, in possesso del diploma
universitario abilitante, è responsabile, nell'ambito delle proprie
9 Nuclei Anti Sofisticazioni e Sanità – Carabinieri per la tutela della salute
10 Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera
11 Agenzia Regionale Protezione ambiente Veneto
12 Sindaci dei Comuni
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competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in
materia di ... igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene di sanità
pubblica e veterinaria … Nell’ambito dell’esercizio della professione ...
vigila e controlla la qualità degli alimenti e bevande destinati
all'alimentazione dalla produzione al consumo e valuta la necessità di
procedere a successive indagini specialistiche.
Per le specifiche competenze assegnategli, il Coordinatore Tecnico della
Prevenzione del SIAN assume altresì funzione fondamentale nella
pianificazione, programmazione e rendicontazione dei controlli ufficiali,
coordinando l’attività dei Tecnici collaboratori e curando il
coinvolgimento di tutta l’equipe professionale.
Dal quadro sopra descritto, scaturisce l’interesse per una tesi che
approfondisca alcuni aspetti dei controlli ufficiali in materia di alimenti,
volti a verificare la sicurezza igienico sanitaria degli stessi basandosi sui
principi di efficacia, efficienza e appropriatezza sopra menzionati.
Lo scopo è quello di descrivere l’evoluzione nel tempo del significato di
controllo e delle modalità di esecuzione dello stesso, vissuta
direttamente dalla scrivente nel corso di più di trent’anni di attività nello
stesso ruolo, di cui venti con mansioni di coordinamento, e analizzare le
funzioni delle figure professionali coinvolte nei controlli alimentari, con
particolare riferimento al Coordinatore Tecnico della Prevenzione
operante presso il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione,
Unità Operativa Complessa afferente al Dipartimento di Prevenzione
dell’Azienda ULSS N. 8 Berica di Vicenza, una realtà con bacino di utenza
di 59 Comuni e circa 500.000 abitanti.
Viene quindi esposto un caso concreto di pianificazione dei controlli di
aziende alimentari insite nel territorio della stessa Azienda Sanitaria,
attuata basandosi sulla valutazione del rischio alimentare e mirata ad
una attività di prevenzione atta a soddisfare con maggior efficacia ed
efficienza le esigenze di salvaguardia della salute del consumatore da
possibili rischi derivanti dall’assunzione di alimenti.
Si intende concludere con alcune riflessioni sull’attuale concetto di
9
competenza e su come il ruolo professionale del Tecnico della
Prevenzione sia, nella sua complessità e progressivo sviluppo, sempre
più strettamente correlato ad una competenza intesa nel senso più
ampio del termine, che include diverse abilità, le quali non possono non
essere considerate nel contesto di una programmazione adeguata e di
un’attività coerente di coordinamento del lavoro di equipe e non possono
prescindere da una sistematica attività di formazione, pianificata in
diversi ambiti, quale strumento indispensabile ad un continuo
miglioramento della competenza stessa, affinché il Professionista possa
stare costantemente al passo con i tempi.
10
1 L’evoluzione del concetto di controllo degli
alimenti
1.1 La vigilanza igienico sanitaria
Negli anni ottanta la tutela della salute del consumatore di alimenti era
attuata attraverso l’attività di vigilanza igienico sanitaria sulle imprese
del settore alimentare, improntata prevalentemente sulla verifica di
requisiti e parametri ben precisi, previsti dalle norme igienico sanitarie
allora in vigore, in particolare la Legge 283/1962 e relativo regolamento
di attuazione, il DPR 327/1980, oltre ad una serie di norme speciali per
alimento o tipologie di alimenti. Tali disposizioni proponevano un tipo di
controllo basato essenzialmente sull’attività ispettiva, attuata tramite
sopralluogo atto a verificare lo stato di strutture, attrezzature e
condizioni igieniche dell’impresa alimentare e sul prelevamento di
campioni di alimenti, da sottoporre ad accertamenti analitici da parte dei
laboratori provinciali di igiene e profilassi, le attuali agenzie ARPA, o
dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, al fine di appurare il rispetto
dei parametri di legge.
Era un tipo di controllo basato per lo più su criteri quantitativi mirando
a numeri elevati di prestazioni, indirizzate più alla sorveglianza di
strutture e prodotti finiti che alla valutazione complessiva
dell’adeguatezza del processo produttivo e della gestione del rischio per
il consumatore da parte dell’operatore del settore alimentare. Di
conseguenza, con controlli condotti quasi esclusivamente sul prodotto
finale anziché sull’intera filiera produttiva, vi era il rischio che in caso di
difformità ai parametri previsti, i dovuti provvedimenti da parte degli