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CAPITOLO I
UNO SGUARDO SULLA FAMIGLIA CHE CAMBIA
«Non esiste un modo di essere
e vivere che sia il migliore per tutti »
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Emile Durkheim
1.1. UNO SOLO VALE MILLE
La famiglia è un’entità sociale che negli ultimi anni ha subito una serie di
trasformazioni, tanto che non esiste un unico modello per definire questa
istituzione. Nel mondo occidentale siamo usuali a considerare ”famiglia naturale ”
quella di stampo monogamico, eterosessuale-bigenitoriale, fondata sul matrimonio
con residenza comune dei coniugi, il quale come ha evidenziato l’antropologa
francese Françoisè Héritier
2
:«E’ il modello di organizzazione più diffuso», ma
non è accettato a livello universale, in quanto la famiglia essendo un prodotto
della società, è destinata al cambiamento. Al di là dei modelli socio-culturali, che
sottendono alla costruzione di questo “arazzo
3
”, il suo mutamento non è soltanto
visibile agli occhi di chi analizza queste variazioni, anche nelle norme e relazioni
fluttuanti da una società all’altra. Dunque, bisogna rinunciare ad una definizione di
famiglia? Esiste un modello accettato universalmente? Purtroppo non esiste
soltanto un'unica modalità di fare famiglia, e tanto meno questa, come il
matrimonio, non sono gli unici schemi per dar vita a progetti di filiazione e
genitorialità. La complessità che emerge nel costituire questa entità risiede nella
1
Zanatta A.L., Le nuove Famiglie. Felicità e rischi delle nuove scelte di vita. Cit. pg.7.
2
Heritier F., Non una ma tante famiglie in: Famiglia, Omosessualità, genitorialità, Nuovi
alfabeti di un rapporto possibile. (A cura di) Corbisiero F., Parisi R.,Cit. pg. 58.
3
La metafora dell’arazzo è stata utilizzata dalla sociologa americana Barrie Thorne(1985) per
indicare la famiglia simile ad un tessuto costituito da diversi fili, che assumono diversi
significati in base alla società di riferimento. in: Chiara Saraceno, “Coppie e Famiglie Non e
questione di Natura”. Cit. pg.30
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pluralità dei piani che la compongono: affettivo, politico, socio-relazionale e nelle
società extra-occidentali; queste componenti assumono un significato differente,
rispetto alla visione comune. Ad esempio, nel mondo arabo esiste il modello
poligamico, dove i partner possono sposare più donne o uomini, anche se non è del
tutto innovativo, in quanto possiamo riscontrarlo all’interno della nostra società
declinato sotto forma di «monogamia seriale», dove i coniugi si risposano,
postumo il divorzio o morte del coniuge. Vari sono i motivi per i quali nel XX
secolo assistiamo alla presenza di coreografie famigliari: «il matrimonio non è più
il modo normale e maggioritario per dar vita alla famiglia»
4
, dove la società
occidentale sta sempre più rinunciando alla costruzione del modello tradizionale di
famiglia basato sulla discendenza numerosa, alimentato da alcuni fenomeni
demografici quali: la perdita della centralità nella determinazione della
filiazione(infatti molti figli nascono fuori dal matrimonio)
5
, il calo delle nascite,
l’aumento di instabilità coniugali, nonché la continua presenza di famiglie
unipersonali. Queste trasformazioni fanno comprendere quanto il matrimonio
abbia smarrito il significato originario
6
, che fino agli anni Settanta del secolo
scorso rappresentava: «il passaggio simbolico dall’adolescenza all’età adulta». Il
termine opportuno per indicare questi cambiamenti che danno vita a variegate
unioni è: «famiglie», non soltanto per sottolineare la mancanza di fiducia nel
matrimonio, bensì le continue trasformazioni che questa istituzione, seppur
coniugata sotto vari aspetti, determina il progetto più importante per i giovani.
4
Parisi R., Non una ma tante famiglie in: Famiglia, Omosessualità, genitorialità, Nuovi alfabeti
di un rapporto possibile. Cit pg. 59.
5
In Italia con l’emanazione del Decreto Legislativo n.154/2013 viene abolita la distinzione tra
figli naturali e legittimi, permettendo ad entrambi di poter ereditare da tutti i componenti della
famiglia. Si assiste inoltre, all’introduzione del concetto di responsabilità genitoriale, ponendo i
genitori all’obbligo morale verso i figli.
[http://www.rizzolieducation.it/wpcontent/uploads/2014/05/01_14_tittarelli_filiazione.pdf.Ultim
a consultazione 16.06.17].
6
Il matrimonio secondo Papa Francesco nell’età aurea era un cammino dinamico di crescita e
realizzazione, invece nella società opulenta è “un peso da sopportare per tutta la vita. Amoris
Laetitia, pg. 27.
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Inoltre, non sempre c’è coincidenza tra famiglia, definito il complesso delle
relazioni affettive, e quella dove i membri vivono tutti sotto lo stesso tetto: questo
avviene ad esempio, nel modello di famiglia ricomposta, dove nel contesto
parentale si assiste alla presenza di genitori e figli biologici e sociali. Forme
complesse di famiglia si verificano anche nel contesto adottivo, dove i genitori
biologici non sono esclusi dalla vita dei bambini come accade in Perù
7
, oppure
nelle relazioni di affido permettendo ai genitori di assumere il ruolo effettivo. Le
forme famigliari mutano con una certa rapidità, ed i figli tendono a vivere in forme
genitoriali multiple, le quali hanno come obiettivo la ricerca della felicità per il
benessere dei componenti. Cosa dire del passato? Queste forme famigliari sono
presenti soltanto nel mondo contemporaneo, oppure erano declinate
precedentemente in modalità diverse?. Anche nel passato c’erano numerose
modalità per dar luogo ad una famiglia, seppure con motivi differenti rispetto al
XXI secolo: secondo la sociologa Chiara Saraceno: «In passato il concetto di
famiglia era molto più ampio rispetto alla contemporaneità»
8
: a metà del
Novecento nel territorio italiano si cominciò a sviluppare la famiglia multipla,
basata sull’inaffettività dei padri, i quali affidavano i propri figli alle balie, poiché
«concentrati nella severità della dignità virile»
9
, invece i figli sposati vivevano
assieme ai propri genitori sotto lo stesso tetto, e ciò accadeva nelle zone rurali della
Toscana ed Emilia. Inoltre l’instabilità delle relazioni familiari era presente anche
nel passato, benché con accezioni differenti rispetto alla contemporaneità: il
matrimonio non aveva perso la sua funzione istitutiva, ed i motivi per i quali si
dava origine a nuove famiglie erano causati da eventi ineluttabili come la morte di
un coniuge o l’emigrazione di massa avvenuta a partire dalla fine dell’Ottocento.
7
La società del Perù è stata analizzata da Leiweinaver, dove i genitori biologici permettono il
benessere dei bambini in adozione, e soprattutto quelli legati da una relazione in affido danno
vita ad un nuovo modello famigliari originatosi dall’adozione. Ibidem pg.59.
8
Saraceno C., Coppie e famiglie, Non è questione di natura. Pg.33.
9
Bottino M., Danna D., La gaia famiglia, Cos’è l’omogenitorialità?, Edizioni Asterios,2005.
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Per comprendere l’evoluzione della famiglia contemporanea bisogna fare un passo
indietro e tornare nel XIX secolo, fiorente per il matrimonio, dove le relazioni
erano stabili anche a chilometri di distanza, ed era vivo il cosiddetto: ”sentimento
di famiglia
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”. Erano diffusi i casi di famiglie ricomposte che si verificavano a
causa della vedovanza, invece attualmente sono sempre più frequenti a causa di
una separazione. Se nel passato questo assunto famigliare si originava per
sostituzione, nel quale il neo genitore prendeva il posto rispetto a quello deceduto,
invece attualmente questo modello si forma mediante sovrapposizione, in cui il
genitore putativo si somma a quello biologico. Non è soltanto importante
analizzare i vari assunti familiari, anche il fatto che ogni realtà non è una
componente statica, bensì «un’istituzione politica a geometria variabile», che
assume diverse forme: ad esempio una famiglia inizialmente è di stampo nucleare,
successivamente può diventare monoparentale, in base al ruolo dei soggetti assunto
nei vari contesti e situazioni. L’evoluzione della famiglia è alla base della storia
umana, e sviluppo in base alla società di appartenenza: tra i primi studiosi ad
occuparsi di evoluzione familiare ricordiamo lo storico inglese Lawrence Stone, il
quale definisce la famiglia moderna: «un modello basato su un unico amore basato
su tutta la vita, coronato dalle nozze, ed attenzione educativa verso il bambino,
garantendo alle donne di assumere il ruolo materno»
11
. A partire dai primi anni del
Novecento secondo Ulrich Bech, teorico della cosiddetta: «società dell’incertezza»
si affermano progressivi cambiamenti nella società: la donna comincia ad
emanciparsi economicamente dal marito entrando nel mondo lavorativo, la
famiglia si distacca dal modello puerocentrico di Stone, permettendo la divisione
dei ruoli tra i coniugi, inoltre si verifica l’aumento dei matrimoni civili, segno
dell’affrancamento religioso dalla sfera privata, dove la decisione di costruire una
10
Parisi R., Uno sguardo antropologico sulla famiglia che cambia, in: «Il tempo e la
complessità», di F. Giacalone, pg. 154.
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Ivi
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nuova famiglia mediante il matrimonio: «attiene alla coscienza individuale»
12
.Di
fatto, questi mutamenti si affermano a partire dal 1970, soprattutto nella cultura
occidentale: si assiste ad una separazione del ruolo coniugale, dal legame di
filiazione, permettendo la condivisione dei ruoli tra i genitori
13
, la donna a partire
dal 1972 può includere i propri figli all’interno della linea di discendenza, senza
contrarre matrimonio; nel 1975 con l’introduzione della legge sul divorzio si
permette ad entrambi i coniugi di poter conservare la propria autorità genitoriale
sui figli. Uno dei cambiamenti significativi della società del terzo millennio
consiste nell’«attribuzione del cognome femminile », che fino al XIX secolo era di
stampo patrilineare; invece nella nuova società resta indifferente la sua
assegnazione, permettendo alla donna la rivendicazione del suo statuto giuridico
all’interno della famiglia, ed allo stesso tempo ai genitori garantendo la propria
responsabilità nell’interesse del figlio. La riflessione dell’antropologia si è estesa
alle nuove forme famigliari, mettendo in evidenza analogie e differenze tra le varie
società, specialmente quella occidentale. Molti sono stati gli interessi degli
antropologi circa l’evoluzione della famiglia: tra gli studi più significativi
ricordiamo gli studi di Malikowski, il quale sostiene che: «il modello perfetto di
famiglia è quello nucleare e monogamico» dove si permette la cooperazione
sessuale, necessaria a svolgere le basilari funzioni riproduttive, cura ed educazione
dei figli, ma la monogamia non è soltanto intesa nel contesto delle relazioni, bensì
in quello delle funzioni di ruoli complementari al sostentamento della stessa.
Invece un altro studioso che si è occupato di racchiudere in due macro-categorie il
concetto di famiglia è Murdock nel 1967, autore dell’opera Ethnographic Atlas,
dove nei suoi 500 studi etnografici mette a confronto due modelli di fare famiglia:
la famiglia nucleare costituita dal binomio genitori-figli; invece il secondo la
famiglia estesa, dove esistono parenti consanguinei. Per quanto concerne il primo
12
Irene Thèry, in Zanatta pg. 13.
13
Cadoret A,. Genitori come gli altri. Omosessualità è genitorialità, pg. 28-29.
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modello, Murdock la paragona ad una sorta di atomo, che seppur declinato in varie
forme, resta il modello universale ed esclusivo della società; quanto al secondo
modello si forma mediante la residenza post-matrimoniale. Gli studi supra citati
hanno avuto come obiettivo quello di fornire la funzione delle strutture famigliari,
all’interno dell’organizzazione sociale. Significativa anche l’opinione di David
Schneider, che mette in evidenza la dimensione culturale della famiglia e la
costruzione dei legami di parentela. Schneider evidenzia come la presenza di un
uomo ed una donna all’interno del vissuto familiare siano fondamentali per la
costruzione di tre legami parentali: by blood, nature, law
14
. Uno degli aspetti
significativi come abbiamo sottolineato a più riprese della nostra contemporaneità,
non riguarda la presenza di variegate tipologie famigliare, ma come queste
vengono con un solo figlio percepite in base ai rapporti di parentela, relazioni
sociali. Per quanto afferente la situazione italiana abbiamo assistito rispetto al
passato ad una rivoluzione per la costruzione del modello famigliare perfetto, dove
nel passato le famiglie possedevano in media tre figli a coppie con un solo figlio,
così oggi abbiamo pochi nipoti per i nonni. Invece quanto all’unione matrimoniale
essa non riguarda la sua fragilità, ma il vincolo dell’indissolubilità, che rispetto al
passato avveniva a causa della morte, oggi invece si decide di romperlo attraverso
il divorzio e la separazione. Al di là dei cambiamenti la famiglia resta pur declinato
sotto varie forme : «Quel legame di parentela, assunzione di identità genitoriale,
desiderio di crescere assieme, e sostegno reciproco»
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, dove è possibile valorizzare
l’alterità, e dare un nuovo significato allo spazio pubblico.
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Con il termine parenti by nature si intendono i figli e genitori naturali, by blood rappresenta il
modello classico di famiglia costituito da madre, padre, figli, , invece by law si fa riferimento
alla famiglia ricomposta. Secondo lo studioso i parenti by nature and blood condividono la
sostanza genetica, invece quelli by law la condotta. Cfr. Il tempo e la complessità di F.
Giacalone, pg 164.
15
Broggi E., Ragaglia E.M., Le famiglie in: «Sei Sempre Tu. Guida Informativa per adulti su
omosessualità e varianza di genere», Ottobre 2016, pp.60-63.