Introduzione
Cambiamenti dentro e fuori la Festa
“Quando il compagno Willi Schiapaparelli, nel 1946, avendo vissuto in Francia le “Fêtes de
l'Humanitè”, cercò di trapiantare qualcosa di simile in Italia e organizzò, mi pare vicino
Monza,la prima festicciola de l'Unità, non avrebbe mai potuto prevedere che da quella
piccola impresa sarebbe nato un movimento di straordinaria ampiezza e originalità che ha
poi avuto sviluppi quantitativi e qualitativi immensi”
1
Giovanni Berlinguer
La vita politica italiana dell'arco cronologico che consideriamo nella nostra trattazione, che va
dagli ultimi anni Ottanta fino al primo decennio del nuovo millennio, è caratterizzata da
numerosi avvenimenti storico-politici, che vedono l'attuarsi di trasformazioni epocali e che
condizionano tutti gli eventi che si sono susseguiti negli anni successivi. È in questo contesto
che inseriamo il nostro oggetto di discussione, la Festa de l'Unità, manifestazione che vede i
suoi natali a Mariano Comense, nell'immediato dopoguerra, rivelandosi subito un grande
successo
2
. Da strumento di finanziamento del quotidiano che dà il nome alla manifestazione,
essa diventa ben presto un elemento caratteristico della società italiana, diffondendosi sia in
piccole che grandi città, crescendo sempre più, fino a dare vita a grandi eventi costituiti da
vere e proprie cittadelle che straordinariamente nascono e muoiono nel giro di pochi mesi,
allestite, gestite e smontate grazie al lavoro volontario di iscritti, simpatizzanti e dirigenti del
partito. In questa ricerca partiamo da qui, dai “megafestival”
3
di una delle federazioni più
grandi e ben organizzate, quella modenese. Il punto di partenza è fissato al 1983. Questa è la
prima edizione che venne dedicata a una tematica specifica: la scelta cadde sulla lotta alla
1 Dal'”apertura” dell'introduzione di Giovanni Berlinguer al seminario nazionale sulle Feste de l'Unità, tenutosi
a Roma, presso l'Istituto “Palmiro Togliatti” di Frattocchie il 15 e 16 dicembre 1983
2 Nonostante ci fossero state altre piccole feste improvvisate nell'immediato dopoguerra, quella di Mariano
Comense è considerata la prima Festa de l'Unità, oltre che prima edizione nazionale. l'evento non è del tutto
originale, poiché si ispirava alla tradizione della Festa de l'”Humanitè” francese, che a sua volta si rifà alle
prime feste politiche dell'età moderna, cioè quelle nate nella Rivoluzione Francese, nelle quali troviamo
numerose analogie con quelle italiane. Si veda: A. Tonelli, Falce e Tortello, storia politica e sociale delle
Feste de l'Unità, Laterza, Roma-Bari 2012, pp. 3-5-9 e C. Bernieri, Albero in Piazza, storia, cronaca e
leggenda delle feste de l'Unità, Vololibero, Milano, 2011, p. 9
3 Definizione che troviamo in: E.P. Amendola, M. Ferrara, È la festa, quarant'anni con l'Unità, Editori Riuniti,
Roma 1984, p. 108
1
droga e alle tossicodipendenze
4
, affrontata tramite conferenze, testimonianze, filmati, mostre,
spettacoli e interviste in un apposito spazio
5
. L'anno successivo è la volta della Festa dello
Sport, la prima Festa Nazionale tematica che si tiene a Modena e la prima senza il Segretario
Berlinguer. La trentottesima edizione è anche quella che celebra l'ottimo risultato delle
elezioni Europee (33,3%). Segue quella del 1985 sui Bisogni e i Piaceri, quella del 1986 sul
futuro di Modena e quella del 1987 sui temi della salute, arrivando poi al 1988 con la festa
dedicata all'Europa, la seconda tematica. Nell'Italia degli anni Ottanta, governata quasi dal
1983 al 1987 dal socialista Bettino Craxi, si vede un proliferare di feste senza precedenti, con
una organizzazione di festival tematici che appunto coinvolge in un paio di occasioni la nostra
città. La punta massima, “l'esplosione” la si ha col Festival Nazionale del 1990, l'ultimo
targato PCI, che vede su di sé concentrato il dibattito sulla “Cosa”
6
. Le vicende internazionali,
riferendoci particolarmente a quelle a est, che culminano con la caduta del Muro di Berlino
del 1989 e la fine dell'Unione Sovietica, con il suo definitivo crollo, nel 1991, vedono il più
forte partito comunista occidentale interrogarsi sul suo futuro, avviando una lunga e
complessa fase congressuale e di dibattito che ha come inizio “ideale” quello della “Svolta
della Bolognina” del 12 novembre del 1989. Qui Achille Occhetto, eletto Segretario del
Partito l'anno prima, interviene davanti ad una platea di ex partigiani, nella storica sezione
della Bolognina, preannunciando “grandi cambiamenti”. Il Segretario ricorda ai partigiani che
Gorbačëv, prima di dare il via alle profonde trasformazioni in Unione Sovietica, si è rivolto
proprio agli anziani che sconfissero i nazisti, affinché capissero che erano necessari dei
cambiamenti: l'incitamento è quello a non continuare su vecchie strade, ma a crearne nuove
per unificare le forze del progresso, con lo stesso coraggio che fu dimostrato durante la
Resistenza. Occhetto propose di superare il PCI e arrivare alla nascita di un nuovo partito. A
breve si avvia una accesa discussione e non furono pochi i dissensi e i malumori,
coinvolgendo in modo molto ampio la base. Un dibattito senza precedenti, appassionato e
drammatico, tra quelli favorevoli all'opzione di stampo socialdemocratico di Occhetto, e
quelli convinti della necessità di mantenere viva una forza comunista. E' indetto a marzo,
proprio a Bologna, un Congresso straordinario, il XIX del PCI, che segnerà la fine storica
4 Paolo Battaglia, Modena in Festa, RFM edizioni, Modena 2005, p. 193
5 “Da oggi l'Unità in festa all'ex autodromo”, Gazzetta di Modena, 27 agosto 1983
6 Molti quotidiani definiscono la Festa Nazionale di Modena come “Festa della Cosa”, termine usato per
identificare il nuovo soggetto politico
2
prima del “centralismo democratico” e, ormai inevitabilmente, quella del PCI. “Dare vita alla
fase costituente di una nuova formazione politica” era la mozione di Occhetto, che proponeva
la costruzione di una nuova formazione politica democratica, popolare, riformatrice ed aperta
a componenti laiche e cattoliche, che superasse il centralismo democratico. Ed è proprio
questa mozione che ha la meglio, ottenendo il 67% dei voti
7
. Occhetto viene confermato
Segretario. Nel febbraio del '91, a Rimini, con il 64,1% dei voti
8
, la mozione “Per il Partito
Democratico della Sinistra” vince il congresso e vede la riconferma di Occhetto. È nato il
Partito democratico della sinistra (PDS) e di risposta, per opera di Cossutta, quella di
Rifondazione Comunista.
Queste non sono le uniche novità nel panorama politico nazionale. Nei primi anni 90 nascono
nel settentrione le Leghe, che facevano dell'eccessiva centralizzazione dei poteri dello Stato,
della critica al sistema dei partiti e dell'immigrazione clandestina i loro cavalli di battaglia, e
che cominciano ad ottenere buoni successi elettorali già nelle elezioni amministrative e
regionali del 1990. Con questo scenario si arriva al 1992, dove si affermano i movimenti
antisistema, tra i quali la Rete di Leoluca Orlando e la Lega Nord di Umberto Bossi che
diventa la quarta forza politica nazionale, dopo la DC, al minimo storico, il PDS, al 16,6%
9
e
il PSI. Questo non è altro che l'inizio di una crisi dei partiti che ben presto si acutizzerà nelle
inchieste di Tangentopoli nel 1992, l' “annus horribilis”
10
della politica italiana, e che porterà
alla sparizione dello storico partito di governo, la Democrazia Cristiana, e alla discesa in
campo di Silvio Berlusconi, che nel 1994 si presenta in campagna elettorale per le Elezioni
Politiche con la sua “Forza Italia”, facendo leva sul fatto che la sua figura non appartenesse al
mondo politico precedente e che si mettesse a disposizione per il bene del paese. Temi
vincenti perché lo vedono vincente alle elezioni, con la sconfitta dei progressisti capeggiati da
Occhetto, che si dimette e viene sostituito da Massimo D'Alema alla segreteria del PDS.
Questi sono i temi che si trovano ad affrontare le tre Feste provinciali del '91, '92 e '93 e la
Nazionale del '94, che vede addirittura la presenza di Umberto Bossi, a capo del partito che è
responsabile della fine della prima esperienza berlusconiana alla quale ora si contrappone un
7 P. Ignazi, Dal PCI al PDS, Il Mulino, Bologna, 1992, p. 133
8 P. Ignazi, Dal PCI al PDS, Il Mulino, Bologna, 1992, p.169
9 P. Ginsborg, L'Italia del tempo presente, Einaudi, Torino, 2007, pag. 479
10 Così definisce la Regina D'Inghilterra il 1992, poiché la famiglia reale è colpita da scandali e difficili
situazioni familiari. Giuseppe Mammarella riprende questa definizione per la situazione politica italiana del
medesimo anno. Si veda: G. Mammarella, L'Italia contemporanea, Il Mulino, Bologna, 2012, p. 517
3
nuovo soggetto politico unificatore, l'Ulivo, che è già protagonista di molti dibattiti della
Festa del '95, ma lo sarà molto di più nella Nazionale del '96, con la vittoria delle elezioni del
centrosinistra unito nell'Ulivo guidato da Romano Prodi.
Durante il primo governo Prodi, caduto nell'ottobre del 1998 per il mancato appoggio alla
Camera di Rifondazione Comunista, si tengono gli stati generali della Sinistra, dove si
materializza l'idea del Segretario D'Alema di unire il PDS ad altre forze di centrosinistra,
dando vita ad un soggetto moderno di stampo socialdemocratico collocabile nel socialismo
europeo, superando definitivamente il post – comunismo. Ci si aprì quindi a contributi
provenienti da ideologie del socialismo democratico, eliminando i riferimenti comunisti.
Infatti venne tolto dal simbolo la falce e il martello, ed al suo posto viene inserita la rosa,
immagine del socialismo europeo, proponendosi come forza di sinistra socialdemocratica. Al
nuovo soggetto politico aderirono oltre al PDS, elementi di estrazione socialista,
repubblicana, cristiano-sociale e ambientalista. Con il congresso costitutivo del 13 febbraio
del 1998 nascono i Democratici di Sinistra
11
che si propongono come partito principale del
centro-sinistra italiano. Nell'ottobre del '98 il Segretario D'Alema è chiamato a coprire il ruolo
di Presidente del Consiglio, e viene sostituito alla Segreteria da Walter Veltroni. La festa
provinciale del '98 dunque vede campeggiare il nuovo simbolo, non più la Quercia che fonda
le sue radici nella Falce e Martello, ma che vede ai suoi piedi una rosa, simbolo del
socialismo. Il '99 è ancora Festa Nazionale a Modena, e soprattutto ancora di governo, con
D'Alema presidente, che non mancherà di visitare l'ultima festa del secolo e del millennio,
tema principale della manifestazione. Nell'aprile del 2000 anche il governo D'Alema cade,
con le dimissioni del premier considerate dovute per il risultato negativo del centrosinistra alle
elezioni regionali del 16 aprile
12
. Segue il governo Amato che porta a termine la legislatura,
arrivando al 2001 con le Elezioni Politiche che vedono tornare alla vittoria il centrodestra
guidato da Berlusconi. Se nel 2000 la Festa si dedica principalmente al tema dell'infanzia,
l'edizione del 2001 riflette sulla sconfitta, senza darsi per vinti, perché, come recitava lo
slogan, “non si arrende nessuno”. Il sentimento di riscossa però, sarà ancor più presente
nell'edizione del 2002, ultima, ad oggi, Festa Nazionale tenutasi a Modena. Nell'ultimo
11 G. Mammarella, L'Italia contemporanea, Il Mulino, Bologna 2012, p. 566
12 Sulle 16 regioni al voto, 8 vanno al centrodestra e 7 al centrosinistra. In realtà nessun obbligo di dimissioni
era previsto per D'Alema, probabilmente sono state dovute al cambiamento di clima politico del paese, dando
già per perse le politiche dell'anno successivo. Si veda: G. Mammarella, L'Italia contemporanea, Il Mulino,
Bologna 2012, pp. 575 - 576
4
paragrafo di questo capitolo prenderemo in esame le Feste dal 2003 al 2007, che, salvo la
Nazionale tematica sul lavoro del 2004, riportano nel loro slogan la costante del legame della
Festa alla città e ai modenesi, come “Da 56 anni la festa dei Modenesi” nel 2003 e il logo
“Modena Festa di Modena”, parafrasando l'annuncio della stazione ferroviaria all'arrivo del
treno, degli anni 2005, 2006 e 2007. Un cambiamento significativo lo si ha, come vedremo, a
partire dal 2008, poiché cambia il soggetto politico di riferimento. Non più i Democratici di
Sinistra, ma il Partito Democratico, che dal 14 ottobre del 2007, con la celebrazione delle
primarie
13
per il primo Segretario del nuovo Partito, entra nella scena politica italiana, con
l'elezione di Walter Veltroni. L'elemento più sorprendente è stato quello della partecipazione
popolare, con il voto di circa tre milioni e quattrocento mila di persone
14
. Il PD nasce dalla
fusione dei DS e la Margherita, dopo un percorso ormai iniziato da un decennio, prima con
l'esperienza de l'Ulivo poi con quella de l'Unione, col parere favorevole del loro fautore
Romano Prodi, che fece partire il lavori per elaborare un manifesto dei valori del Partito
Democratico. Nell'aprile del 2007 si tiene a Firenze il quarto congresso dei DS, al quale si
arrivò con i risultati dei congressi di sezione che avevano decretato, già a fine marzo, come
vincitrice la mozione “Per il partito democratico” del Segretario Fassino, che aveva ottenuto
oltre il 75% dei voti. Questo, di fatto, aveva dato il via ufficiale al processo costituente del
nuovo soggetto politico
15
, formalizzata il 27 ottobre
16
.
Dunque le dinamiche politiche nazionali, che qui abbiamo brevemente esposto, sono il filo
conduttore del primo capitolo, che vede come tematiche quelle dei passaggi politici e delle
transizioni, i temi scelti per i dibattiti e i comizi di rilievo. Ci preoccuperemo di sottolineare,
dove opportuno, i cambiamenti nelle modalità e nello stile organizzativo degli appuntamenti
politici. Nel secondo capitolo invece, la trattazione si dedica maggiormente alla cultura
materiale e immateriale della Festa, attraverso gli aspetti che riguardano la cultura, i campi
dell'intrattenimento e della socializzazione. Uno di questi è la ristorazione, che muta col
tempo e che in un qualche modo condiziona la cultura gastronomica della società modenese
13 Le candidature presentate alle primarie del 14 ottobre, per la segreteria del nuovo partito, sono state quelle di:
Mario Adinolfi, Rosy Bindi, Pier Giorgio Gawronski, Enrico Letta e Walter Veltroni. Vinse quest'ultimo con
il 75,7%
14 Claudia Fusani, “Veltroni stravince col 76%, ma la festa è degli elettori”, La Repubblica, 14 ottobre 2007
http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/politica/partito-democratico-12/veltroni-segretario/veltroni-
segretario.html
15 Eduardo Di Blasi “Ds, Fassino sopra il 75% 16 a Mussi, Angius all’8” , l'Unità, 27 marzo 2007
16 Il 27 ottobre 2007 avvenne la prima riunione dell'Assemblea Costituente Nazionale del Partito Democratico a
Milano, formalizzando l'esito delle elezioni primarie del 14
5
con nuovi sapori italiani e stranieri. Un elemento fisso della Festa è la presenza della musica e
degli spettacoli; dai grandi concerti di stampo internazionale al cabaret, passando per la
musica emergente e vari generi musicali che si presentano al pubblico della Festa, il quale si è
sempre mostrato attento alla scoperta di culture e musiche nuove, non abbandonando mai
però, la classica balera del liscio. Si parla anche di un altro elemento sempre presente, la
cultura, con le grandi librerie e le mostre. Anche il commercio col passare degli anni ha
acquisito uno spazio sempre più ampio all'interno della cittadella del Festival, diventando
meta fissa dei visitatori. In questo capitolo analizziamo anche come la Festa si è rapportata,
oltre che col Terzo Settore, col mondo dei giovani, nella fattispecie con la Giovanile del
Partito, e di come questo rapporto è cambiato nel tempo.
Nell'ultimo capitolo si affronta il tema del rapporto con l'esterno della Festa, sia dal punto di
vista della comunicazione che della presentazione di sé stessa al visitatore. Si
approfondiscono i modi con la quale la Festa comunica con l'esterno e all'interno, l'avvento e
l'evoluzione del web tra gli stand e il rapporto coi mass media. Infine non possiamo trascurare
l'estetica del Festival, elemento che distingue la Festa di Modena da molte altre, e dove la cura
architettonica degli allestimenti, spesso monumentali, è persistita e, con i dovuti accorgimenti,
resiste ancora oggi, rispetto ad altre feste, anche di dimensioni confrontabili con quelle
modenesi, realizzabili solo grazie al mondo che si crea all'interno della Festa, quello del
volontariato. Parleremo anche di questo, di come si è rapportato a tutte le evoluzioni politiche
e sociali.
L'analisi dei venticinque anni di Feste a Modena, dal 1983 al 2007, parte da una ricerca svolta
principalmente nei fondi archivistici del PCI e del PDS della Federazione di Modena e non
solo, su materiali di organizzazione politica e logistica, sul materiale tipografico e
iconografico; inoltre ci si è concentrati anche sulla stampa locale e nazionale e su fonti orali.
Questo lavoro si pone come obiettivo quello di mostrare come questa manifestazione, in una
città tradizionalmente di sinistra, che ha ospitato diverse edizioni nazionali di successo, sia
organizzativo, che di partecipazione e di risultato economico, abbia assorbito velocemente i
repentini cambiamenti non solo politici ma di ogni ambito, ai quali ha risposto con prontezza.
Questa manifestazione dunque, che nasce nel dopoguerra, che rappresenta la tradizione locale,
non solo resiste ai cambiamenti politici e sociali, ma si rafforza, cresce, li fa suoi e si
trasforma per stare al passo coi tempi, della politica e della e società. Proveremo dunque a
6
dimostrare l'esistenza di un rapporto biunivoco tra società e Festa, un'influenza reciproca, una
Festa che cambia la società, ma anche l'evoluzione della società che cambia la Festa. In
termini di consequenzialità logica e di senso, viene prima la Festa che assorbe, metabolizza,
declina, simboleggia le trasformazioni del quadro nazionale e internazionale, poi la Festa che,
con le sue forme e i suoi contenuti, offre spunti, crea provocazioni, costruisce nuove
grammatiche che condizionano, direttamente o indirettamente, il dibattito all'interno del
partito, dei militanti e della vita politica italiana. Detto questo vedremo come, tutta questa
serie di elementi che variano nel tempo, attraverso periodizzazioni e tematizzazioni, scorrano
al di sopra di uno sfondo costante, perché la Festa, in fondo, rimane ancorata su dei pilastri
che non sono affatto cambiati. È su questo che ragioneremo.
7
Capitolo Primo
La Politica
Nel 1983 la Festa de l'Unità di Modena era già alla sua trentasettesima edizione. La prima si
era tenuta nel 1946 presso i Giardini Ducali, e durò solo un giorno. Arrivata alla sua sesta
edizione, nel 1951, la festa diventò più grande e più lunga, e si spostò presso Piazza d'Armi
(l'attuale Novi Park), rimanendovi, ad eccezione del 1977, fino al 1978. Nel 1957, nel 1966
e nel 1977 (primo anno che ha come sede l'ex autodromo, oggi Parco Ferrari) si tennero le
edizioni nazionali della Festa. Significativa quella del 1977, anno in cui le presenze al
comizio finale del Segretario Berlinguer ammontarono a ben settecentomila. In questi primi
anni la Festa aveva un carattere generale, affrontando i temi politici strettamente d'attualità, e
le mostre che venivano allestite spesso erano il resoconto di attività del partito e progetti
dell'amministrazione. Erano sistemate su grandi pannellature, che potevano riguardare anche
temi caldi del momento o la celebrazione di anniversari specifici, come, per esempio, il
trentennale della Resistenza del 1975.
1.1 Le Feste negli anni Ottanta. I temi
Il primo periodo della nostra analisi si concentra su quelle Feste caratterizzate dalla scelta di
un tema al quale ci si dedicò a 360 gradi, sul quale si fece convergere ogni ambito
programmatico, potendo così garantire giornate di profonda elaborazione politica. Quello
degli anni Ottanta fu un decennio di grandi novità e del benessere, della nascita della
televisione commerciale e di un nuovo stile di vita. La Festa dunque abbandonò la formula
generalista per cercare di specializzarsi su aspetti della vita delle persone apparentemente
meno “politici”. Non erano più l'Antimperialismo, la Pace o il Lavoro, ma, per esempio, lo
Sport, i Bisogni o la Salute. Questo a testimoniare di come la società stesse cambiando
velocemente, e di conseguenza, anche la Festa cercò di adeguarsi, provando a intercettare
nuovi ambiti di discussione. Si cercarono temi forti, di impatto, attuali e nuovi. In questo
modo il Partito dimostrò interessamento nel portare le persone a discutere di queste nuove
tematiche.
Il nostro punto di partenza, il 1983, si distingue per essere la prima Festa dedicata a un tema
9
specifico, nella fattispecie quello della lotta alla droga e alle tossicodipendenze
1
, che venne
affrontata tra conferenze, testimonianze, filmati, mostre, spettacoli e interviste in un'apposita
Piazza
2
, dal nome “Un impegno contro la droga”. La Festa discute anche il risultato delle
elezioni politiche tenutesi il 26 giugno, che hanno visto il PCI arrivare al 29,9% alla Camera,
e 30,81% al Senato, elaborando opinioni sull'alternativa democratica al governo del Paese,
visto il piccolo scarto con la DC, da sempre partito di maggioranza, del solo 3%
3
. Era per
questo che l'organizzazione aveva deciso di evitare la genericità e il propagandismo,
scegliendo appunto un tema specifico, quello dell'impegno contro la droga, filone inserito
all'interno del quadro del programma nazionale della Feste de l'Unità
4
, coinvolgendo
operatori, amministratori, giovanili e associazioni di volontariato
5
.
Dati elettorali molto positivi furono quelli delle Elezioni Europee del 1984. Infatti, “Primi.
33,3% l'alternativa possibile costruiamola insieme”
6
fu una scritta su un'esedra
7
che accolse i
visitatori della Festa Nazionale sullo Sport. Manifestazione che nacque da una scommessa,
poiché fu un tema originale e diverso da quello che ci si sarebbe potuto aspettare. Fu la prima
occasione che vedeva insieme la politica e il tema dello Sport, tale da trasformare la cittadella
rossa in un villaggio olimpico
8
, dove gareggiarono atleti di tutto il mondo, sia dell'Est che
dell'Ovest, in un clima distensivo, contrariamente a quanto accadde nei giochi olimpici di Los
Angeles, che si erano proprio nella stessa estate, con l'assenza degli atleti russi.
L'organizzazione comunista tenne a sottolineare come lo Sport fosse un elemento di unione,
di pace e di amicizia
9
. La Festa si preoccupò di costruire un rapporto critico tra la gente
(sportiva e non) con lo Sport, non inteso solo come competizioni in diverse discipline, ma
anche come problema generale e con tutte le diverse implicazioni, elaborando l'impegno che il
1 Paolo Battaglia, Modena in Festa, RFM edizioni, Modena 2005, p. 193
2 “Da oggi l'Unità in festa all'ex autodromo”, Gazzetta di Modena, 27 agosto 1983
3 La DC aveva ottenuto il 32,9 % dei voti. G. Mammarella, L'Italia Contemporanea 1943-2011, pp. 462 - 463
4 Esisteva una vera e propria organizzazione nazionale di coordinamento delle Feste de l'Unità, con incontri
periodici per il confronto e lo scambio di idee e opinioni in base alle esperienze territoriali. Il coordinamento
inoltre elaborava proposte per grafiche, mostre e presentazioni di libri, oltre che la gestione di materiali
strutturali per la Festa.
5 Istituto Storico della Resistenza e della storia contemporanea di Modena (da ora in poi ISTMO), Archivio
Partito Comunista Italiano Federazione di Modena, serie 1303.3, Festa Provinciale de l'Unità 1983, Materiale
sciolto, “Presentazione del Festival”, Programma della Festa, Modena, 1983, p.1
6 Lo slogan si rifaceva del risultato delle elezioni europee, di cui si è parlato in Introduzione
7 L'esedra è una disposizione di pannellature in forma semicircolare
8 Sia la Gazzetta dello Sport che l'Unità, il 23 agosto del 1984, definivano la Festa modenese come un secondo
villaggio olimpico
9 ISTMO, Archivio Partito Comunista Italiano Federazione di Modena, serie 1303.3, Festa Nazionale l'Unità
Sport 1984, “La Festa”, Anteprima programma della Festa, Modena, 1984, p. 1
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