Introduzione
Obiettivo della seguenti tesi è stato quello di comprendere la risposta degli Stati, nello specifico del
Regno Unito, alla minaccia del terrorismo, i quali nell'adozione delle misure restrittive sono stati
esortati a salvaguardare il precario equilibrio esistente tra le misure di sicurezza nazionale e la tutela
dei diritti umani. Trattare il terrorismo significa analizzare un argomento vasto, per tale motivo ho
ritenuto opportuno impostare il lavoro partendo da un inquadramento storico di tale fenomeno. Il
lavoro è stato suddiviso in tre capitoli, rispettivamente origine ed evoluzione del terrorismo prima
del nuovo millennio, la risposta del Regno Unito in seguito agli attentati del 2001 e, infine,
l'evoluzione, fino ai giorni d'oggi, della giurisprudenza inglese in materia di terrorismo.
Nel primo capitolo, per iniziare, mi è sembrato opportuno individuare quali fossero le radici del
termine terrorismo. Terrorismo deriva dalla parola latina terrere che significa spaventare, impaurire.
Tuttavia non vi sono testimonianze che in quel dato momento venisse utilizzato con lo stesso
"significato" di terrorismo. Per quanto riguarda il momento preciso in cui si hanno le prime
testimonianze di comportamenti riconducibili ad attività terroristiche queste risalgono al secolo I
a.c., durante il periodo dei Zeloti. Tale popolo era riconosciuto per utilizzare normalmente la pratica
dell'omicidio con il fine di cacciare lo straniero, percepito come nemico, dal proprio territorio.
Tuttavia, il termine terrorismo, almeno per quanto riguarda l'Europa, compare per la prima volta,
nel 1798, in un supplemento del Dictionnaire dell'Académie française, nell'accezione di terrore, con
l'intento di indicare i metodi repressivi e gli abusi del governo rivoluzionario di Robespierre.
Pertanto, il suo utilizzo non corrispondeva all'uso che ne facciamo oggi per riferirci ai movimenti
clandestini le cui azioni sono rivolte alla destabilizzazione di un Stato e ad indurre timore nella
popolazione.
Il terrorismo trova un mutamento di significato e una nuova fase nel populismo russo in seguito
l'assassinio dello zar Alessandro II. Difatti a partire dalla fine del XIX secolo con il termine
terrorismo non viene più indicato il terrore di Stato, ma il terrore che deriva dalle azioni dei singoli
e dai gruppi, di questi, rivolte per lo più contro le leadership. Insieme a tale mutamento vi è stato
anche un cambiamento dei metodi di lotta, che si sono evoluti a pari passo con il progresso
tecnologico. Difatti si è passati dall'assassinio di personalità importanti, ai dirottamenti di aerei con
a bordo civili, fino ad attentati che coinvolgono le masse. Nel Primo capitolo, inoltre, mi sono
soffermato nell'analizzare l'evoluzione del terrorismo dalla dimensione interna alla dimensione
transnazionale. Nell'analizzare il terrorismo interno ho cercato di evidenziare la presenza delle
diverse forme di terrorismo. Da subito ho esaminato il terrorismo nazionalista, i cui esempi sono
l'ETA basca, l'IRA in Irlanda del Nord, l'Hindustan Socialist Republican Association in India e il
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PKK in Turchia. Tali gruppi armati, come vedremo, si caratterizzano per fondare le regioni della
loro lotta su motivazioni di autodeterminazione del proprio popolo e dunque su ragioni
indipendentistiche.
Di seguito, ho analizzato il terrorismo politico, il cui scopo è quello di sovvertire l'ordine politico
costituito, tra i tanti esempi, ho citato le Brigate Rosse, che hanno segnato duramente la storia del
nostro Paese.
Infine ho analizzato, il terrorismo religioso fondamentalista. Ai fini di tale analisi, mi sono
concentrato, in particolare, sul terrorismo fondamentalista di matrice jihadista. Difatti tali analisi ha
mostrato come il terrorismo interno può assumere una dimensione transnazionale. Il terrorismo di
matrice jihadista trova le sue origini nella lotta contro l'infedele presente nella propria comunità,
tuttavia, con il passare del tempo, la sua lotta ha assunto una dimensione internazionale, colpendo in
modo particolare l'occidente, percepito come il loro nemico. Inoltre, tale breve analisi, ha da subito
mostrato come terrorismi apparentemente simili, tuttavia siano diversi tra loro, in quanto si basano
su diverse ideologie.
In aggiunta, nel primo capitolo, mi è sembrato opportuno porre l'attenzione sulla definizione globale
di terrorismo, che nonostante i duri sforzi da parte della comunità internazionale, risulta vaga ed
insoddisfacente. La causa di ciò è rintracciabile anche nel contrasto tra Occidente e l'area sub-
orientale, in quanto quest'ultima si oppone alla decisione di includere nelle azioni terroristiche le
lotte di liberazione per l'autodeterminazione dei popoli.
Infine sempre nel primo capitolo, mi sono soffermato nell'analizzare il terrorismo dell'IRA, e le
misure adottate dal Regno Unito per contrastarlo. Per quanto concerne il terrorismo, questo nel
Regno Unito, è stato compreso per molto tempo nei reati politici, noti come reati contro lo Stato, le
cui origini risalgono al Treason Act del 1351, tutt'ora in vigore anche se con alcune modifiche. Con
il Treason Act, la giurisprudenza inglese in materia di reati è stata molto produttiva, difatti in
cinquecento anni è riuscita a ricondurre in un'unica categoria reati simili, nel cosiddetto Treason
Felony Act del 1848. Da tale episodio, la produzione in materia è divenuta ancora più attiva,
portando alla creazione della prima legislazione che dava al governo il potere di emanare ordini nei
casi in cui la Corona dichiarasse lo stato d'emergenza, ossia l'Emergency Powers Act del 1920.
In seguito alla guerra civile in Irlanda e alla nascita dell'IRA, come vedremo, il Regno Unito ha
emanato una serie di legislazioni in materia di terrorismo. Tali legislazioni sono state oggetto di
revisioni, modifiche e abrogazioni, soprattutto in seguito l'entrata in vigore dell'Human Rights Act
del 1998, il quale introdusse nell'ordinamento inglese la Convenzione europea dei diritti umani.
Pertanto, la legge del 1998 segna una nuova tappa per la giurisprudenza del Regno Unito, ovvero il
dovere di garantire che nell'adozione delle varie legislazioni in materia di terrorismo non si presenti
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una violazione dei diritti dei singoli individui derivanti dagli obblighi assunti sul piano europeo.
D'altronde, come vedremo, il precario equilibrio tra le misure adottate e la salvaguardia dei diritti e
delle libertà, sarà al centro del dibattito che ha interessato e interessa tutt'ora la giurisprudenza
interna al paese e quella internazionale.
Infine, sempre nel primo capitolo, ho analizzato la nuova legislazione adottata dal Regno Unito,
ossia il Terrorism Act 2000. Tale legislazione, risulta particolarmente importante in quanto
rappresenta la prima legislazione permanente in materia di terrorismo. Inoltre al suo interno vi si
trova una prima definizione di terrorismo, la quale nonostante le forti critiche che ha destato è
continuata a permanere nel tempo.
Nel secondo capitolo ho trattato la risposta della Comunità internazionale in seguito ai tragici eventi
dell'11 settembre 2001, che hanno colpito New York e Washington. Tale evento ha portato alla luce
una triste realtà per gli equilibri mondiali, ossia il ruolo e il significato del terrorismo. Difatti tale
questione non ha influenzato solo le decisioni politiche ma, anche, la vita quotidiana di ogni singolo
individuo, in quanto ciò che prima veniva percepito come qualcosa di lontano e remoto,
dall'attentato alle Twin Towers è divenuto il timore costante di ciascun individuo e paese del mondo.
Come vedremo, in seguito agli attentati del 2001, la risposata della Comunità internazionale è stata
immediata, la quale ha esortato i vari paesi ad aggiornare ed adottare nuove legislazioni in materia
di terrorismo al fine di garantire una miglior cooperazione mondiale in materia. Difatti, in tal senso,
la Comunità internazionale, ha raccomandato che nell'adozione delle nuove legislazioni in materia
di terrorismo, gli Stati, devono rispettare gli obblighi assunti a livello internazionale e, pertanto, non
contrastare con i diritti e le libertà garantite.
Anche, il Regno Unito, in seguito all'attentato che ha colpito l'America, ha immediatamente
adottato una nuova legislazione. Difatti nel novembre dello stesso anno è entrato in vigore l'Anti-
Terrorism, Crime and Security Act 2001, normativa che da subito è stata oggetto di contestazione, a
causa delle misure restrittive presenti al suo interno in contrasto con i diritti umani. A tal fine, ho
trattato il caso Belmarsh, il quale, come vedremo, è stato battuto internamente, dalla SIAC,
dall'High Court e dall'House of Lord, e poi portato dinanzi alla Corte di Strasburgo. Nel caso in
questione, inoltre, mi sono concentrato nell'analizzare la deroga alla CEDU, da parte del Regno
Unito, ai sensi dell'articolo 15 della Convenzione, riportando le opinioni e il confronto tra la
giurisprudenza interna inglese e la giurisprudenza della Corte di Strasburgo.
Sempre nel secondo capitolo, in seguito al giudizio di incompatibilità, da parte dell'House of Lord,
dell'Anti-Terrorism, Crime and Security Act con la CEDU, ho analizzato la nuova legislazione
introdotta dal governo inglese. Difatti, in seguito agli attentati del 2005, di cui il Regno Unito è
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stato vittima, il governo ha adottato una nuova normativa in materia di terrorismo, ossia il
Prevention of Terrorism Act 2005, attraverso il quale si è sostituita l'administrative detention,
ritenuta incompatibile con la CEDU, con i control orders.
Inoltre, nel 2006, nel tentativo di estendere le misure della precedente normativa in materia di
terrorismo, così d'assicurare alle forze dell'ordine inglesi di disporre dei poteri necessari per
contrastare la minaccia terroristica, è stata introdotta una nuova legislazione, ossia il Terrorism Act
2006. Infine, sempre nel secondo capitolo, ho esaminato la legislazione del 2008, ossia il Counter-
Terrorism Act 2008. Tuttavia, come le precedenti legislazioni, anche questa è stata oggetto di forti
critiche in quanto limitativa dei diritti e delle libertà garantite. Difatti prevedeva misure che
permettevano alle autorità di prelevare impronte digitali e DNA, di tutti coloro che venivano
sottoposti alle misure dei control orders, senza previa autorizzazione. Dunque, rappresentava,
un'ulteriore violazione dei diritti garantiti.
Infine nel terzo capitolo ho riportato il giudizio finale della Corte di Strasburgo in merito al caso
Belmarsh, per evidenziare come, anche, se la giurisprudenza inglese aveva sostenuto
l'incompatibilità dell'Anti-Terrorism, Crime And Security Act 2001 con la Convenzione,
comportando l'emanazione di una nuova legislazione antiterrorismo con misure apparentemente
meno restrittive, tuttavia, nella pratica non era cambiato nulla, poiché il governo ha continuato ad
utilizzare le illecite misure durante il periodo di detenzione dei ricorrenti.
Inoltre, nel 2010 a causa della sentenza della Corte Suprema, la quale ha annullato la legislazione
del Regno Unito in materia di congelamento dei beni dei terroristi, il governo ha adottato il Terrorist
Asset-Freezing Order 2010, con lo scopo di dare temporaneamente attuazione agli ordini, emanati
dall'ONU, in materia di congelamento dei beni.
Nel 2011, come vedremo, in seguito alle raccomandazioni dell'Indipendent Reviewer of Terrorism
legislation, il quale aveva sostenuto l'inefficacia dei control orders, viene emanato il Terrorism
Prevention and Investigation Measures Act 2011, con il fine di abrogare il Prevention Terrorism Act
2005. Oltretutto, con esso vengono sostituiti i control orders con nuove misure, i cosiddetti TPIMs,
il cui fine è stato quello di estendere i poteri del Segretario di Stato. Tuttavia anche i TPIMs come le
precedenti misure sono state fortemente criticate in quanto lesivi dei diritti e delle libertà
individuali.
Sempre nel terzo capitolo, in contemporanea all'analisi delle varie legislazioni in materia di
antiterrorismo adottate dal Regno Unito, ho riportato la sentenza del caso Al-Rawi, relativo
all'utilizzo dei CMP, ossia del materiale chiuso, nei procedimenti civili. In seguito a tale sentenza
contraria all'utilizzo dei CMP nei contenziosi civili, la risposta del governo è stata quella di
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emanare, nel 2013, il Green Paper, con lo scopo di trovare una soluzione in merito al caso Al-Rawi
e all'utilizzo dei CMP nei contenziosi civili. A tal fine, è stato emanato il Justice and Security Act
2013, attraverso il quale si è deciso di dare attuazione all'utilizzo dei CMP nei contenziosi civili,
tuttavia, limitato ai casi in cui rappresenti l'unica alternativa. Tale legislazione è importante in
quanto mostra un cambio di direzione della giurisprudenza inglese, poiché ciò che era stato reso
inammissibile nella sentenza Al-Rawi, come vedremo, è stato reso possibile attraverso la sezione 6
del Justice and Security Act 2013.
Nel prosieguo del mio lavoro di tesi, ho trattato una nuova strategia, adottata dal Regno Unito nel
2011, che è divenuta parte integrante del Counter-Terrorism Contest Strategy del governo, ossia la
Prevent Strategy. Alla base di questa nuova strategia vi è stata la necessità, non solo di contrastare il
terrorismo, ma soprattutto di prevenire tutti quei fattori che inducono gli individui ad assumere
comportamenti estremisti, con conseguente radicalizzazione che li spinge ad abbracciare la causa
terroristica. D'altronde, come vedremo, a tal fine, nel febbraio del 2015, entra in vigore la nuova
legislazione, ossia il Counter-Terrorism and Security Act 2015, il quale oltre a creare nuove misure
e a rintrodurre i TPIM che erano stati abrogati, ha avuto lo scopo di inserire, al suo interno, come
parte integrate la Prevent Strategy e Channel su base legale.
Sempre nel terzo capitolo ho esaminato, l'Investigatory Powers Act 2016, noto come the Snooper
Charter. La nuova legge ha introdotto nuovi poteri a favore dei servizi d'intelligence, dei servizi di
sicurezza e della polizia per quanto riguarda l'intercettazione dei dati di comunicazione. Anche
questa legge è stata fortemente criticata, in quanto permette alle autorità di visionare i records dei
dati di comunicazione, ai fini di un'indagine, senza necessità di un mandato. Dunque è stata definita
una forte violazione del diritto alla Privacy.
Infine, per quanto concerne le legislazioni in materia di terrorismo, in ultima istanza ho esaminato il
Terrorism Act 2000 (Enforcement in Different Parts of the United Kingdom) Order 2018. Tale
ordine prevede che gli ordini della legge del 2000 attivi in una parte del Regno Unito siano applicati
anche in un altro Paese del Regno Unito.
Il mio lavoro di tesi si è concluso con un esame sull'impatto dei poteri antiterrorismo sull'esperienza
di cittadinanza, basato su uno studio condotto da Lee Jarvis e Michael Lister, che ha evidenziato
come le misure restrittive siano state vissute in modo più sereno dai cittadini bianchi a differenza
delle minoranze etniche, dove queste ultime hanno sperimentato sulla propria pelle e nella
quotidianità la violazione dei diritti fondamentali, che li ha portati ha vivere una sorta di
cittadinanza sconnessa che limita la loro partecipazione alla vita pubblica e alle decisioni politiche.
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Capitolo I
Alcune nozioni sul terrorismo, genesi ed evoluzione
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1.1. Gli albori del terrorismo
Nel tentativo di trattare il fenomeno del terrorismo
1
, è necessario analizzarlo sotto il profilo storico,
in quanto partendo da esso si possono individuare i strumenti necessari per interpretarlo e
contrastarlo. Se si escludono le guerre, non esiste altra forma di violenza politica più importante di
quella che va sotto il nome di terrorismo
2
, il quale ha raggiunto il suo culmine nel XX secolo.
Quando si parla di terrorismo, si può notare la vastità di documenti che si riferiscono ad esso, datati
la maggior parte, post 11 settembre del 2001, data in cui l'occidente ha conosciuto il terrorismo
internazionale. Ciò mostra come gli scrittori e i politici si siano soffermati nell'analizzare tale
evento, come se fondasse le proprie radici nell'epoca contemporanea e non in un'era passata. In
realtà, il terrorismo, ha radici antiche, infatti, numerosi sono gli eventi, che ci sono stati tramandati
che documentano l'utilizzo degli omicidi politici, il cui fine era quello di destituire o destabilizzare
il potere del governo. Infatti, già a partire dal I secolo a.c., vi era un gruppo politico-religioso,
chiamato i Zeloti
3
, i quali praticavano ordinariamente omicidi per la libertà dall'occupazione
straniera. Tuttavia, il fenomeno che più si avvicina al terrorismo moderno si viene a sviluppare tra
l'XI e il XII secolo d.c., in Oriente in un'area situata tra l'Egitto e la Siria. Qui viveva una setta
radicale, composta da musulmani, chiamata Hashishiyyn
4
. I membri di tale setta praticavano la
pratica dell'assassinio, sia contro i cristiani che contro i musulmani sunniti, con lo scopo di
abbattere l'ordine islamico costituito. Gli assassini, agivano in modo individuale o in gruppo,
nascondendo coltelli sotto gli abiti così da restare nell'anonimato fino al momento dell'azione.
L'esempio degli Hashishiyyn è importante in quanto mostra, da un lato “l'invariabilità dell'atto
terroristico, almeno per quanto concerne il metodo, dall'altro la radice nichilista e autodistruttiva
tipica del terrorismo moderno
5
.
Accertate le radici del terrorismo, è solo nel XIV secolo, che il termine terrorismo entra a far parte
del dizionario linguistico dei paesi dell'Europa occidentale, attraverso la lingua francese. Il termine
1 La parola terrorismo deriva dal latino “terrere” che significa atterrire, spaventare impaurire.
2 L.Bonanate, Terrorismo Internazionale, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2005.
3 I Zeloti è un gruppo politico-religioso che fu fondato da Giuda il Gallileo, svolsero un ruolo importante nella grande
rivolta contro i Romani. Ebbero uno stretto rapporto con la comunità di Qumran, essi erano una sorta di partigiani,
accaniti sostenitori dell'indipendenza del regno ebraico e dell'integralismo ebraico.
4 Secondo lo studioso Silvestre de Sacy il termine “hashishiyyn” deriva dall'arabo hashish, che significa erba fatta
seccare. Da qui, probabilmente, si è fatto derivare il mito che gli assassini fossero fumatori di hashish, in quanto i
loro capi di setta se ne sarebbero serviti per dare agli emissari un anticipo di quelle delizie paradisiache che
avrebbero ricevuto una volta compiuta la loro missione. Gli assassini furono una setta ismaelita medievale, una
diramazione estremistica del movimento sciita, il cui fondatore fu il persiano al-Hasan ibn al-Sabbāh. I membri di
tale setta vivevano in villaggi arroccati sulle montagne, i giovani membri venivano addestrati militarmente e all'uso
delle varie lingue, inoltre gli veniva inculcato l'obbedienza al capo e il disprezzo per la propria vita. Infatti la morte
durante una missione era considerata un onore, mentre tornare vivi senza aver compiuto la missione, al contrario, era
un disonore. In B. Lewis, The Assassin: a Radical Sect in Islam, Oxford University Press, Incorporated, 1987.
5 C. Di Stasio, La lotta multilivello al terrorismo internazionale, Giuffrè Editore, S.p.A., Milano, 2010.
12
compare per la prima volta nel 1798 in un supplemento del Dictionnaire dell'Académie française
6
,
tuttavia, venne introdotto nell'accezione di terrore
7
, per indicare i metodi repressivi e gli abusi del
potere rivoluzionario. Infatti, durante il governo rivoluzionario, Robespierre, governò la Francia
attraverso la strategia della paura. Dunque, il suo utilizzo non corrispondeva all'uso che ne facciamo
oggi per riferirci ai movimenti clandestini la cui azione solitamente è rivolta nei confronti del
governo di uno o più Paesi, con il fine di sovvertire l'ordine politico e sociale costituito.
Il terrorismo trova una nuova fase nel populismo della seconda metà dell'ottocento (“Zemlja i volja”
e “Narodnaja volja”, con l'assassinio dello zar Alessandro II l'1 Marzo 1881)
8
. Con il finire del XIX
secolo, dopo gli attentati in Russia, vi è una mutazione nel significato di terrorismo, la parola che
inizialmente veniva adottata per indicare un governo fondato su terrore o il terrore organizzato dallo
Stato, si trasforma per indicare, in generale, il terrore esercitato da un individuo o un gruppo di
individui contro lo Stato.
Durante gli anni sessanta e settanta, si viene a formare un nuovo tipo di terrorismo, quello
nazionalista, il cui fine era la realizzazione dell'indipendenza della nazione in cui agiva. È proprio
all'interno di questi movimenti che si sono sviluppati gruppi di combattenti
9
, che utilizzavano le
tecniche proprie del terrorismo, soprattutto dinamitardo
10
. Inoltre i quei anni, i terroristi, fecero un
forte uso dei dirottamenti aerei, portando la comunità internazionale e le Nazioni unite ad adottare
una serie di nuove convenzioni a favore di un maggior controllo all'interno degli aeroporti. Tuttavia,
tali convenzioni dimostrarono, già negli anni settanta, che le norme internazionali non erano
sufficienti per contrastare il terrorismo, di fatto, era necessario che le stesse fossero recepite
all'interno degli ordinamenti statali unitamente a strategie di prevenzione più efficaci.
Durante gli anni ottanta dello stesso secolo, il terrorismo assume una dimensione globale,
un'enorme spinta in tal senso è stata data, soprattutto, dal facile accesso ai capitali
11
. È proprio in
6 L.Bonanate, Terrorismo Internazionale, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2005.
7 E. Gross, Legal Aspect of Talcking Terrorism: The Balance between the Right of a Democracy to Defend Itself and a
Protection of Human Rights, 6 UCLA J. Int'l & Foiregn Aff.89, 168 (2001), in HEINONLINE, reperibile
all'indirizzo https://law.haifa.ac.il/images/Publications/EmanuleGrossLegalAspectso.pdf.
8 L.Bonanate, Dimensione del Terrorismo Politico, Franco Angeli editore, Milano, 1979.
9 Si ricordi, tra i movimenti terroristici, che hanno caratterizzato l'età contemporanea: in Europa, l'organizzazione
rivoluzionaria interna macedone (ORIM), il gruppo “Unione o morte” in Serbia, il movimento del Sinn Fein
nell'Irlanda del Sud, gli Ustascia jugoslavi, l'Oas, l'ETA basca, l'IRA nord-irlandese, il gruppo Baader-Meinhof, i
NAP, le Brigate Rosse in Italia; negli Stati Uniti d'America i Black Panthers, Ku-Klux-Klan, i Tupamaros in
Uruguay, L'Erp in Argentina, Pinochet in Cile; in Medio Oriente il terrorismo ebraico dell'Irgun e della banda Stern,
il terrorismo cipriota dell'Eoka; in Africa il terrorismo algerino, la lotta anticolonialistica dei Mau-mau. In
L.Bonante, Dimensione del Terrorismo Politico, Franco Angeli editore, Milano, 1979.
10 Durante gli anni '60 e '70 ci fu una grande diffusione del terrorismo. Il terrorismo venne utilizzato in due eccezioni
diverse: quella interna, per indicare i movimenti che, con motivazioni ideologiche o indipendentiste, miravano a
destabilizzare l'ordine di uno Stato; mentre quella esterna, per indicare quei movimenti che, attraverso attentati e
dirottamenti, intendevano colpire le scelte politiche estere prese dai vari Stati, in C. Di Stasio, La lotta multilivello
al terrorismo internazionale, Giuffrè Editore, S.p.A., Milano, 2010.
11 E.C. Del RE, Terrore e Terrorismo Internazionale. Breve excursus storico e tentativo di definire l'attualità, in
Rivista di Studi Politici Internazionali, vol.73, n. 4, 2006.
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