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Capitolo 2
Salute, stress, e stress lavoro correlato
In questo capitolo approfondirò il concetto di stress; inizierò dalla sua prima definizione,
per poi tracciare l’evoluzione del concetto negli ultimi anni. Descriverò lo stress correlato
al lavoro, passando in rassegna le principali teorie di studio e di ricerca e le ultime survey
in campo Europeo. La salute è la condizione ideale dalla quale partiamo tutti o quella che
vorremmo raggiungere; tutti possono vivere potenzialmente una condizione di stress tale
da perdere il nostro stato di salute. La salute è stata definita nella Costituzione dell’OMS
(Organizzazione mondiale della Sanità, 1948)
33
come " lo stato di completo benessere
fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia"
1
(Testo Unico sulla
sicurezza, 2008, Art. 2, comma 1, lett. O, D.lgs. n. 81/2008).
34
La salute è un diritto
fondamentale dell’essere umano, ed è il punto di partenza per comprendere lo stress. Gli
individui, per svariati motivi, possono perdere “un tassello” che li porta a non essere più in
uno stato di salute. Lo stress può essere definito come “la risposta non specifica
dell’organismo umano di fronte qualsiasi sollecitazione e stimolo gli si presenti, che
innesta una normale reazione di adattamento, che può arrivare a essere patologica in
situazioni estreme” (Girard A., Penati V., Ferrari G., 2016, cap.1, pg.16).
35
L’uomo è in
costante relazione con l’ambiente, ed è formato da aspetti comportamentali, fisici,
cognitivi, emotivi, relazionali, in costante interazione reciproca. L’ambiente a sua volta è
composto da elementi fisici, ergonomici, comunicativi, relazionali e organizzativi. Lo
stress si manifesta quando l’organismo deve rispondere a qualsiasi stimolo proveniente dal
mondo esterno; tale risposta non è altro che un adattamento del comportamento e
un’attivazione dei sistemi biologici (psico-neuro-endocrini) che permettono di affrontare
la situazione o di adattarcisi. Lo stress, etimologicamente parlando, non è negativo, non è
altro che il meccanismo che ci fa andare avanti nella vita; è un processo di apprendimento
33
OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
34
AA.VV., Testo Unico sulla sicurezza, (2008). (Art. 2, comma 1, lett. o, D.lgs. n. 81/2008) in Nunin, 2014,
“Prevenzione dello stress lavoro-correlato e responsabilità datoriali: nuove prospettive per la tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”. I WORKING PAPERS DI OLYMPUS, a cura di Luciano
Angelini. “La prevenzione dei rischi da stress lavoro-correlato. Profili normativi e metodiche di valutazione”
Atti del Convegno Urbino-8 novembre 2013 a cura di Luciano Angelini, Disponibile da:
http://ojs.uniurb.it/index.php/WP-olympus/article/view/425/409
35
Girard A., Penati V., Ferrari G., (a cura di), (2016). Manuale di valutazione dello stress e dei rischi
psicosociali. Linee Guida e Strumenti d'Indagine. Milano: Ed. Ferrari Sinibaldi e-book da:
http://cagliari.medialibrary.it/
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di nuove strategie comportamentali. Questo processo si chiama eustress è positivo e
permette l’adattamento ai cambiamenti; il distress, al contrario, è il meccanismo che si
attiva invece quando non abbiamo sufficienti energie per adattarci (Selye H., 1936; pp. 30-
32).
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2.1 Lo stress
L’uso del termine stress è relativamente recente. Si è diffuso in ambiente clinico nella metà
degli anni cinquanta, grazie ad una serie di convegni che tenne in Italia Hans Selye, padre
dell’attuale concetto di stress. Seyle descrisse il concetto di stress come “uno stato di
tensione aspecifica della materia vivente, che si manifesta mediante modificazioni
morfologiche tangibili in vari organi, e particolarmente nelle ghiandole endocrine”(1936,
citato in Girard A., Penati V., Ferrari G., 2016),
37
poi in seguito come “risposta aspecifica
dell’organismo per ogni richiesta effettuata su di esso dall’ambiente esterno” (Selye,1936,
citato in De Falco G., Messineo A., Vescuso S., 2008, pp.15-16).
38
Seyle (1936) è il
teorizzatore della Sindrome Generale d’Adattamento GAS (General Adaptation Sindrome),
intesa come una modificazione fisiologica dell’organismo dovuta a sostanze nocive per
adattare e organizzare le proprie difese con reazione ad agenti stressanti esterni, attraverso
tre fasi: allarme, resistenza, esaurimento. La “reazione d’allarme”, consiste nella
mobilitazione da parte dell’organismo di energie in difesa allo stimolo stressogeno; nel
secondo stadio quello di “resistenza”, l’utilizzo delle energie mobilitate è finalizzato a
controllare lo stress; nel terzo stadio ovvero l’“esaurimento” non si mantiene un adeguato
livello di adattamento a causa di un’eccessiva pressione dello stimolo nei confronti
dell’organismo. Contrariamente al senso comune del termine, lo stress non è una malattia
ma è una reazione fisiologica di adattamento necessario per affrontare la vita (eustress).
Tale meccanismo di adattamento può diventare disfunzionale quando non si raggiunge
l’obiettivo, quando le richieste esterne sono eccessive e perpetrate nel tempo e superano le
36
Selye H., (1936). A syndrome produced by diverse Nocuous agent, in: ‘Nature’, n.138, 1936; p. 30-32
37
Girard A., Penati V., Ferrari G., (a cura di), (2016). Manuale di valutazione dello stress e dei rischi
psicosociali. Linee Guida e Strumenti d'Indagine. Milano: Ed. Ferrari Sinibaldi e-book da:
http://cagliari.medialibrary.it/
38
De Falco G., Messineo A., Vescuso S., 3 ed., (2008). Stress Da Lavoro E Mobbing Valutazione del rischio,
diagnosi, prevenzione e tutela legale. Roma: EPC ED
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risorse di compensazione dell’individuo (distress). Di seguito semplifico i meccanismi di
eustress e distress.
Eustress: grado ottimale di tensione e sollecitazione esterna, che si risolve raggiunto
l’obiettivo; difende dalla monotonia e attiva le persone; affina le capacità di attenzione e
concentrazione; sollecita l’apprendimento e la memoria; facilita la risoluzione dei
problemi. Il Distress prevede una continua esposizione a stimoli esterni; lo stato di
attivazione fisiologica e psichica è eccessiva; lo sforzo dell’organismo è innaturale; il
processo di sopportazione e resistenza viene protratto a lungo; può essere definito come un
periodo di logorio e resistenza. Per Seyle (1936) lo stress è parte integrante della vita
umana. Esso è caratterizzato da due fasi: una acuta e una cronica. La fase acuta coincide
con la risposta dell’organismo rispetto agli stimoli nell’arco delle ventiquattro ore. La fase
cronica è la risposta a uno stimolo esterno che vede l’organismo impegnato in un periodo
prolungato nel tempo. Nel processo di elaborazione dello stimolo il sistema psicosomatico
viene mediato o filtrato dal sistema cognitivo, che dà un senso e un significato particolare
agli stimoli esterni. Di fronte a situazioni di stress l’individuo mette in atto processi di
coping che servono a modificare il proprio comportamento, o a modificare l’ambiente, al
fine di potercisi adattare. Le varie strategie di coping derivano dalle esperienze precedenti,
per questo motivo gli stimoli stressanti sono fondamentali al fine di poter migliorare le
capacità di coping. Non si possono eliminare dalla vita di un essere umano gli eventi
stressanti, i momenti di debolezza e quelli di incertezza, poiché sono gli elementi della vita
che ci consentono di aumentare le nostre capacità di gestione e di adattamento al mondo.
Solo in questa maniera si può raggiungere il benessere. A tal proposito anche Antonovsky
(1979, 1987; cit. in Simonelli F., Simonelli I., 2010),
39
tra gli autori dell’”approccio
salutogenico”, sostenne la valenza positiva dello stress, inteso come squilibrio
fondamentale che serve al corpo per migliorarne le prestazioni fisiche e cognitive. Egli
strutturò tale teoria partendo da alcune ricerche sulle donne ebree sopravvissute ai campi
di concentramento. Si accorse che le condizioni mentali delle donne sopravvissute erano
più stabili e forti, e che esse erano anche in grado di affrontare ulteriori stress successivi.
Da questa intuizione nacque il suo approccio salutogenico, partendo dal presupposto
teorico che tutti gli esseri umani erano potenzialmente malati o sani, volle comprendere
39
Antonovsky, A. (1979). Health, Stress and Coping. Jossey-Bass, San Francisco.
Antonovsky, A. (1987). Unraveling the Mystery of Health. How People manage Stress and Stay Well.
San Francisco: Jossey-Bass.
27
quali fossero le caratteristiche che favorivano lo stato di benessere psicofisico. Antonovsky
(1979, 1987; cit. in Simonelli F.Simonelli I., 2010)
40
teorizzò il costrutto di GRRs (General
Resistance Resources) riferendosi alla capacità dell’essere umano o di una collettività, di
attuare dei processi di coping rispetto ai fattori stressanti intrinseci dell’essere umano;
concetto chiave fu quello di eterostasi (dal greco etero=altro diverso, e dal latino
stasi=stato condizione) contrapposto al concetto di omeostasi, volto a spiegare lo squilibrio
che pare necessario all’organismo per funzionare meglio. Il concetto di eterostasi,
racchiude la capacità dell’essere umano sia di evitare lo stress, sia quella di imparare a
tollerarlo (Antonovsky, 1979, 1987; Cit. in Simonelli I. e Simonelli F., 2016, pp.19-2.).
41
Quest’accezione non fa altro che confermare le dinamiche descritte: uno stimolo può essere
stressante, ma non sempre lo è, e non in ugual misura; esiste quindi una forte variabilità
soggettiva di risposta.
2.1.1 I meccanismi fisiologici dello stress
Lo stress non è una patologia; lo stress può però causare altre patologie. Condizioni di
stress acuto e cronico, anche in assenza di una patologia, possono comunque alterare il
nostro stato di salute. È bene inoltre sottolineare che tutte le patologie da stress hanno una
matrice multifattoriale. Lo stress diventa dannoso se le richieste esterne o interne
all’organismo sono troppo intense, prolungate e ripetute nel tempo. In questo caso
possiamo andare incontro a una patologia (Gambino V., 2015, cfr. pp.25-30).
42
I principali
sistemi coinvolti sono: quello neurovegetativo (attivazione del sistema simpatico), quello
neuroendocrino (asse ipotalamo, ipofisi, surrene) che mediano la risposta dell’organismo
allo stress, e il sistema immunitario. Gli altri sistemi fisiologici coinvolti nella risposta allo
stress sono: il sistema cardiovascolare; il sistema endocrino; il sistema gastrointestinale; il
sistema immunitario. Questo è stato dimostrato da studi che hanno rilevato correlazioni tra
patologie legate a questi sistemi, con lo stress. Il meccanismo di risposta prevede una serie
di meccanismi che l’organismo attiva di fronte a un fattore stressogeno. Le fasi del
meccanismo sono cinque:
40
Simonelli I., Simonelli F., (2010). Atlante concettuale della saluto-genesi. Modelli e teorie di riferimento
per generare salute. Milano: F. Angeli ed.
41
Simonelli I., Simonelli F., (2010). Atlante concettuale della saluto-genesi. Modelli e teorie di riferimento
per generare salute. Milano: F. Angeli ed.
42
Gambino V., (2015). Stress lavoro correlato ricerca dei fattori di rischio in ambiente lavorativo. Varese:
ED. Magenta.
28
I Fase Reazione di allarme: in questa fase preliminare, l’organismo organizza le sue difese;
II Fase di contro shock: l’organismo organizza aspecificamente le sue difese. Il sistema
simpatico agisce su quello cardiocircolatorio con la produzione di adrenalina. L’ipotalamo
si attiva con il rilascio del CRH E AVP, si attivano con il locus coeruleus che stimola la
ghiandola midollare surrenale, e vengono rilasciate delle catecolamine (adrenalina,
dopamina e noradrenalina). Si attiva così la costellazione endocrina simpatica producendo
adrenalina e noradrenalina, a livello surrenale. Si attiva cosi la triade, l’ipotalamo, ipofisi,
corticosurrene con il relativo aumento di produzione del glucosio. Aumenta il battito
cardiaco, la pressione arteriosa e la frequenza respiratoria, il sangue diventa più
coagulabile. Tutte le funzioni corporee non necessarie all’attività vengono messe da parte
(G. Ferrari, 2016, pp. 78-81).
43
III Fase di ripresa: per azione del sistema parasimpatico le funzioni tornano alla norma.
L’ipofisi sintetizza gli ormoni ACTH e ADH. L’ACTH induce la corteccia dei surreni a
produrre il cortisolo che da sollievo al corpo, che è in tensione muscolare e cerebrale;
l’ADH fronteggia la diminuita volemia.
IV Fase di resistenza: finita la fase di allarme, nel caso in cui lo stress persista, si attiva
quella di resistenza. In questo caso ad agire è l’asse ipofisario surrenalico, facendo entrare
in funzione i meccanismi omeostatici. Quando l’adrenalina è troppo alta, il cervello non
trasmette alle ghiandole surrenali di produrne ulteriori (questo messaggio viene trasmesso
dal sistema parasimpatico). I recettori dell’ipotalamo, quando si rendono conto del
cortisolo in eccedenza, inibiscono la produzione di ACTH da parte dell’ipofisi, la quale
non segnala più ai surreni di produrlo.
V Fase di esaurimento: se anche la fase di resistenza non è in grado di arginare l’agente
stressante, i meccanismi omeostatici si esauriscono e l’organismo non riesce a reagire.
Riappaiono i sintomi della fase di shock. Questo è il ciclo di risposta a uno stimolo che
passa da una fase di disequilibrio a una di equilibrio (omeostasi). Una condizione di distress
si verifica quando non si riesce più a riequilibrare il normale funzionamento dei sistemi
coinvolti. Si altera il metabolismo che lavora per avere risorse pronte (picchi glicemici),
aumentano le difese immunitarie nell’hic e nunc, ma a lungo termine si depauperano.
43
Girard A., Penati V., Ferrari G., (a cura di), (2016). Manuale di valutazione dello stress e dei rischi
psicosociali. Linee Guida e Strumenti d'Indagine. Milano: Ed. Ferrari Sinibaldi
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Fig.2 Circuito del funzionamento psicofisico dello stress acuto
Circuito di funzionamento psicofisico dello stress acuto (linea continua) e dello stress cronico linea
tratteggiata la linea spessa indica il circuito delle alterazioni del filtro funzionale (Ferrari, 2016, p.41.)
44
2.2 Lo stress lavoro correlato
L’ambiente lavorativo è una delle principali cause di stress per gli individui. Lo stress
negativo legato al lavoro è stato definito cosi: “condizione, accompagnata da sofferenze o
disfunzioni fisiche, psichiche, psicologiche o sociali, che scaturisce dalla sensazione
individuale di non essere in grado di rispondere alle richieste, o di non essere all’altezza
delle aspettative “(Accordo Europeo sulla salute e sicurezza dell’8 ottobre 2008, cit. in
Dominici, 2011, p.70);
45
o anche “lo stress si manifesta quando le persone percepiscono
uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione
per far fronte a tali richieste” (European Agency for Safety an Health, 2000; cit. in
Dominici, 2011, p.71)
46
o “lo stress non è una malattia; ma una situazione di prolungata
44
Girard A., Penati V., Ferrari G., (a cura di), (2016). Manuale di valutazione dello stress e dei rischi
psicosociali. Linee Guida e Strumenti d'Indagine. Milano: Ed. Ferrari Sinibaldi
45
Dominici R., (2011). Valutazione e prevenzione dello stress lavoro-correlato. Modelli e strumenti operativi
per intervenire sul disagio lavorativo. Milano: F. Angeli
46
Dominici R., (2011). Valutazione e prevenzione dello stress lavoro-correlato. Modelli e strumenti operativi
per intervenire sul disagio lavorativo. Milano: F. Angeli.
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attenzione che può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di
salute. Lo stress lavoro correlato può essere causato da diversi fattori, come il contenuto
del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e
dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione etc.” (Accordo Quadro Europeo
2008).
47
Si entra in una situazione di stress occupazionale quando l’equilibrio tra le richieste
e le nostre risorse entra in forte crisi. Gli elementi in gioco sono: le richieste, intese come
livello delle prestazioni; il controllo, inteso come possibilità di chi lavora di gestire il carico
per esempio riguardo al tempo e alla possibilità di ridurre gli aspetti di mera esecutività; la
ricompensa, intesa come “gratificazione”, che comprende i riconoscimenti di natura
economica e non solo. L’orientamento tende a valorizzare fortemente gli aspetti cognitivi;
vale a dire che uno stesso episodio o evento può avere risonanze ed effetti molto diversi da
persona a persona, senza che comporti la necessità di sbilanciarci su una valutazione di
minore o maggiore oggettività dell’evento stesso. Può essere utile focalizzare i concetti di
work stress e di work strain. Per work stress s’intende “lo stress occupazionale più
oggettivamente misurabile” per esempio il livello sopportabile di lavoro straordinario. Per
work strain s’intende il particolare riverbero, sul piano emozionale e psichico, di una stessa
condizione o attività su persone diverse, per esempio gli effetti del demansionamento su
una singola persona rispetto alle sue effettive potenzialità professionali o alla sua cultura
(Dominici, 2011, pp. 100-102).
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2.2.1 I Fattori stressanti sul lavoro
“La normativa sulla valutazione del rischio stress lavoro correlato, sottolinea che tutto il
documento di valutazione dei rischi va rivisto anche nell’ottica dell’introduzione del
rischio stress lavoro correlato, il che significa che, laddove vi sia la presenza di un rischio
fisico normato, si deve verificare la potenziale presenza anche di un rischio stress correlato
alla mansione o al pericolo indicato. Possiamo considerare i fattori potenzialmente
47
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, (2008). Testo Unico sulla sicurezza. Disponibile da:
http://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-
statistiche/Documents/Testo%20Unico%20sulla%20Salute%20e%20Sicurezza%20sul%20Lavoro/Testo-
Unico-81-08-Edizione-Giugno%202016.pdf
48
Dominici R., (2011). Valutazione e prevenzione dello stress lavoro-correlato. Modelli e strumenti operativi
per intervenire sul disagio lavorativo. Milano: F. Angeli