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Il legame idrogeno o ponte a idrogeno è un particolare caso di forza intermolecolare in
cui è implicato un atomo di idrogeno legato covalentemente con elementi fortemente
elettronegativi,come fluoro (F), ossigeno (O) e azoto (N). Questi ultimi attraggono a sé
gli elettroni di valenza, acquisendo una parziale carica negativa (δ
-
) e lasciando
l’idrogeno con una parziale carica positiva (δ
+
). Nel medesimo istante lo stesso idrogeno
viene attratto da un atomo elettronegativo della molecola vicina. La forza di tale legame
dipende dalla elettronegatività degli atomi coinvolti nel ponte a idrogeno, e secondo la
scala: F > O > N. Nell’acqua allo stato liquido il legame idrogeno è relativo all’atomo di
idrogeno di una molecola di acqua attratto da atomi di ossigeno delle altre molecole
vicine. Pertanto gli atomi di idrogeno non sono legati solo covalentemente agli atomi di
ossigeno ma anche attratti da molecole nelle immediate vicinanze. Il legame idrogeno
dell’acqua è un legame debole ma abbastanza forte tale da resistere alle fluttuazioni
termiche che vi sono a temperatura ambiente. La forza attrattiva tra l’idrogeno del
legame O-H e l’ossigeno delle molecole di acqua circostanti è maggiore quando i tre
atomi sono in linea tra loro e presentano una distanza di 0.3 nm.
Figura 2: legame idrogeno in acqua
Nella massa d’ acqua, in qualsiasi istante, si prevede che i legami a idrogeno disposti a
tetraedro formino una rete [6] che, estendendosi in tutto il liquido, fornisce le proprietà
fisiche dell’ acqua e una minore quantità di ‘tasche’ isolate di molecole con legami a
idrogeno rotti. Ogni molecola d'acqua può formare due legami a idrogeno coinvolgendo
i propri atomi H e due ulteriori legami idrogeno utilizzando gli atomi H delle molecole
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adiacenti. Questi quattro legami a idrogeno si organizzano in maniera ottimale,
formando un tetraedro attorno ad ogni molecola d'acqua. La figura mostra un tipico
cluster ‘medio’ di cinque molecole d'acqua.
Figura 3: cluster costituito da cinque molecole d’acqua
Figura 4: formazione tetraedrica dei legami idrogeno
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Nell’acqua allo stato solido la geometria tetraedrica si estende producendo forme
cristalline mentre in quella liquida il raggruppamento tetraedrico è localizzato e si
riduce con una temperatura crescente. Esiste un equilibrio tra la forza dei legami a
idrogeno e l’ordine che i legami a idrogeno forti impongono sulla struttura locale: più
forti sono i legami, più ordinata e statica è la struttura risultante. Il massimo ordine
raggiunto dall'acqua liquida si verifica alla temperatura di 4°C. L’ordinamento
molecolare, inversamente proporzionale alla temperatura, è molto più grande nell’acqua
rispetto ad altri liquidi, a causa della forza e della direzione dei legami a idrogeno. Vi
sono due ipotesi relative al legame a idrogeno nell’ acqua liquida: la prima ammette
l’esistenza di una rete tridimensionale di legami a idrogeno più o meno distorta rispetto
alla disposizione spaziale del legame idrogeno stesso, mentre la seconda afferma che
l’acqua è costituita da clusters molecolari, con diversi legami idrogeno, in equilibrio tra
loro. Molte straordinarie proprietà dell’ acqua sono dovute a quest’ultimo modello
teorico. I legami a idrogeno nell’acqua allo stato solido e a basse temperature sono circa
il doppio rispetto ai legami presenti nel suo stato liquido e a temperature crescenti [7].
Figura 5: riduzione delle interazioni a idrogeno all’aumentare della temperatura
Sebbene gli atomi di idrogeno sono spesso mostrati lungo la direzione di legame con
l’atomo di ossigeno, tale rappresentazione è alquanto indicativa o solo una posizione
temporanea.
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Figura 6: disposizione degli idrogeni lungo la direzione di legame con l’ossigeno
L’acqua allo stato liquido è costituita: da legami a idrogeno corti, lineari e forti ; da
legami a idrogeno lunghi, deboli e piegati e molte tipologie di legami a idrogeno con
caratteristiche intermedie a quelle precedentemente elencate.
Figura 7: tipologie di legami a idrogeno nell’Acqua liquida
La lunghezza del legame a idrogeno in acqua muta al variare di temperatura e pressione
[8]. Le molecole di acqua donatrici di legame a idrogeno alle molecole accettrici (quelle
poste dietro e indicate con ‘d’ nella figura che segue) sono meno disposte a costituire un
tetraedro, a causa della mancata disposizione degli elettroni ‘ lone pair’ delle molecole
donatrici nella struttura tetraedrica(quelle poste in alto, in basso e indicate con ‘a’ nella
Fig. 4).
La spettroscopia di assorbimento a raggi X conferma che, a temperatura ambiente,
l’80% delle molecole di acqua presenta un gruppo O-H fortemente legato a un idrogeno
e un gruppo O-H non o debolmente legato; mentre il restante 20% delle molecole risulta
coordinato, da quattro legami a idrogeno, in clusters tetraedrici [9]. Anche se la
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disposizione istantanea del legame a idrogeno è tetraedrica, le distorsioni indotte dalla
densità elettronica possono causare punti di forza ai legami a idrogeno.
2.1. Cooperatività/anti-cooperatività del legame a idrogeno
Quando un legame a idrogeno si forma tra due molecole d'acqua, la ridistribuzione degli
elettroni altera la capacità di costituire un ulteriore legame a idrogeno. La molecola
d'acqua che dona l'atomo di idrogeno subisce aumento della densità elettronica nella sua
regione ‘lone pair’, promuovendo l'accettazione del legame a idrogeno. Allo stesso
tempo nella molecola di acqua accettrice, con ridotta densità elettronica sui suoi atomi
di idrogeno, la regione del ‘ lone pair’ [10] favorisce un’ulteriore donazione ma
impedisce l’ accettazione dei legami a idrogeno. Questa ridistribuzione degli elettroni,
quindi, determina sia la cooperatività (ad esempio l'accettazione di un legame a
idrogeno promuove la donazione di un altro) che l'anti-cooperatività (ad esempio,
l'accettazione di un legame a idrogeno sfavorisce l'accettazione di un altro) nella
formazione di legami a idrogeno nella rete tridimensionale dell’acqua allo stato liquido.
La cooperatività dei legami a idrogeno aumenta la lunghezza dei legami O-H, mentre
provoca una riduzione, pari a venti volte, delle distanze H··· O e O···· O [11].
L'aumento della lunghezza del legame è stato correlato con la forza di legame
dell'idrogeno e con le vibrazioni di stretching del legame O-H [12]. Se il legame a
idrogeno è sostanzialmente piegato, segue che la forza di legame è più debole. I
principali criteri per determinare la forza dei legami a idrogeno sono le loro distanze
intermolecolari e la lunghezza d’onda dei loro moti vibrazionali di stretching. L'acqua
allo stato liquido contiene di gran lunga la quantità di legami a idrogeno più alta di ogni
altro solvente, con tanti legami a idrogeno quanti sono i legami covalenti. Questi legami
a idrogeno possono riorganizzare rapidamente in risposta alle perturbazioni ambientali
(ad esempio soluti). I modelli di legame a idrogeno sono casuali in acqua: per ogni sua
molecola c'è una probabilità del 50% che i quattro legami a idrogeno (cioè i due
donatori e i due accettori di idrogeno) si trovino in uno dei quattro siti intorno
all'ossigeno. Le molecole d'acqua circondate da quattro legami a idrogeno tendono ad
aggregarsi, formando cluster, sia per ragioni statistiche che energetiche [13]. ‘Catene’ di
legami a idrogeno (ovvero O-H ···· O-H ···· O) sono cooperative; pertanto la rottura del
primo legame è la più difficile, la successiva risulta facilitata poiché il legame è
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indebolito. Tale cooperatività è una proprietà fondamentale dell’ acqua allo stato liquido,
in cui i legami a idrogeno sono molto più forti rispetto al singolo legame a idrogeno che
si viene a costituire in un dimero di due molecole di acqua. Questa cooperatività genera
una natura collettiva alle vibrazioni molecolari dell’ acqua. La natura cooperativa del
legame a idrogeno significa che quando agisce come accettore rafforza la molecola
d'acqua che agisce come donatrice. Tuttavia, c'è un aspetto anti-cooperativo quando il
legame a idrogeno, agendo come donatore, indebolisce la capacità di agire come altro
donatore, ad esempio O ···· H-O-H ··· O. È quindi chiaro che una molecola d'acqua con
due legami a idrogeno, dove agisce sia come donatore che accettore, è in qualche modo
stabilizzata rispetto a quella in cui è unicamente o il donatore o l'accettore dei due
legami. Questo è il motivo per cui si sospetta che i primi due legami a idrogeno
(donatore e accettore) diano origine a legami a idrogeno più forti. La forza del legame a
idrogeno varia fino al 90% tra i casi estremi di cooperatività e anti-cooperatività. Il
sostanziale rafforzamento cooperativo del legame a idrogeno in acqua dipende da
interazioni a lungo raggio. Questo effetto cooperativo può essere più forte nelle catene
di molecole orto-H
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O (stato paramagnetico con un momento magnetico unitario, ossia
quando gli spin dei due protoni sono paralleli. Questo è lo stato di spin alto, ‘ tripletto’,
con tre stati di spin simmetrici +1, 0, -1 (↑↑, ↑ ↓ + ↑ ↓, ↓↓) i quali dispongono di energia
uguale in un campo magnetico zero) dovuto all’accoppiamento di spin.
Figura 9:orto-H
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O e para-H
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O (stato non magnetico con un solo stato spin antisimmetrico (↑ ↓
- ↑ ↓) e momento magnetico nullo, spin opposti)